«Sui crocifissi, un bel cambio di passo»: l’Uaar sulle dichiarazioni del ministro

«È un bel cambio di passo, soprattutto se pensiamo ai rosari cui ci aveva abituato l’ex vicepresidente del Consiglio. Ora speriamo che alle parole seguano i fatti».

Il segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Roberto Grendene, commenta così le affermazioni del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, il quale, intervistato a «Un giorno da pecora», la trasmissione radiofonica di Rai Radio 1, ha detto che al posto del crocifisso sarebbe «meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione».

«Quella per una scuola pubblica senza simboli religiosi – prosegue Grendene – è una campagna che la nostra associazione porta avanti da decenni, nella convinzione che la presenza del crocifisso costituisca un’inammissibile privilegio per la religione cattolica e soprattutto che le pareti delle aule scolastiche debbano essere interamente dedicate all’istruzione e all’apprendimento, senza condizionamenti. Le dichiarazioni del ministro sono peraltro totalmente in linea con le risultanze di un confronto che abbiamo aperto sui nostri social giusto un anno fa, quando abbiamo chiesto quali immagini, frasi e simboli si vorrebbero vedere esposti al posto del crocifisso sulle pareti delle aule scolastiche: a spuntarla era stata proprio la Costituzione e in particolare l’articolo 34 della nostra carta fondamentale, quello che recita che “La scuola è aperta a tutti”».

«Ma non solo: la nostra azione giuridica a Strasburgo è stato il “leading case” religioso degli ultimi due decenni. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, cui la socia Uaar Soile Lautsi, con il sostegno dell’associazione, si era rivolta, con una sentenza storica si era espressa contro la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche. Ma la decisione era stata poi appellata dal governo italiano, e la Grande Chambre della Corte il 18 marzo 2011 si è pronunciata definitivamente, “assolvendo” l’Italia e affermando che ogni paese è autonomo in materia religiosa e che il crocifisso sarebbe comunque soltanto un simbolo “passivo”. Noi continuiamo a pensare che in uno Stato laico i luoghi pubblici debbano essere neutri dal punto di vista religioso e siamo contenti di sapere che il ministro la pensa come noi. E visto che nessuna legge lo impone, basterebbe solo un bel decreto ministeriale sugli arredi scolastici che vada in questo senso».

Comunicato stampa

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19 commenti

Manlio Padovan

Mi dispiace che non si sia fatto notare che, se ben ricordo ma bene ricordo, che il giudizio espresso il 18 marzo 2011 dalla Grand Chambre fu un giudizio espresso più sul piano filosofico, parolaio insomma, che giuridico e la cosa la dice lunga sulla liceità del crocifisso nei luoghi pubblici…e sulla serietà della grande camera.

mafalda

Un ministro dell’istruzione che propone di togliere i crocefissi: ditemi che non sto sognando! Ditemi che non ci sarà un’orgia di smentite, per tenere calmi i sottanoni!

Diocleziano

In Italia sta succedendo un fatto strano: mentre la gran parte degli italiani si allontana dalla religione, diciamo un 80%, tra i politici e i giornalisti la tendenza è inversa, parrebbe cioè che tra loro i bigotti, o comunque i filopapisti, siano l’80%.
È solo conformismo? Pensano che la religione sia una ciofeca ma che per il popolino sia utile il dio camomilla?

Meco

Tante scuse non si vedono, i fatti al di la delle parole hanno una tendenza a ribaltere l’efficacia stessa, un po’ come la pubblicità più è invasiva e più se ne parla, più si vende il prodotto.
Non si notano accenti di remissione, o si colpevolizza x redimere o si accetta x parlarne come modello alternativo.

Maurizio

“La scuola ha problemi ben più seri a cui pensare…” questo è il tenore dei commenti nel mondo politico. Mi spieghino perché la presenza di problemi gravi dovrebbe impedire la soluzione di problemi meno gravi.
Vi riporto poi le parole del cardinal Filoni in proposito :” bisogna stare attenti a non imporre ad altri ciò che ognuno pensa che sia unico”. Un ossimoro insuperabile.

RobertoV

E’ curioso notare che quelle stesse persone che oggi criticano il ministro con tali argomentazioni non hanno detto le stesse cose quando ci sono stati assessori che hanno preso l’iniziativa di acquistare ed apporre crocifissi nelle aule dove mancavano o quando proponevano di mettere crocifissi in tutti i luoghi pubblici. In quel caso non c’erano problemi più gravi? Tra l’altro togliere non ha un costo, mentre acquistarli e metterli si.
Si superano quando sostengono che mettere un crocifisso non è un’imposizione a tutti, mentre lo è il toglierlo e che il cristianesimo sia la garanzia della laicità.

Sandra.

Beh ma leggo che Fioramonti ha dichiarato che stanno per “rinominare le sale del ministero con i nomi dei grandi pedagogisti italiani: da don Giovanni bosco a don Lorenzo Milani e molte altre figure del mondo cattolico o laico”.
Il primo ottobre ha incontrato mons. Lorenzo Leuzzi, “Vescovo di Teramo e Atri e per 20 anni animatore instancabile della pastorale universitaria di Roma. Abbiamo parlato di quanto sia importante valorizzare la formazione universitaria per la crescita sociale e sostenibile della società.” (fonte profilo twitter del ministro.)
Vescovo Leuzzi che deve proprio stargli simpatico, visto che proprio stamattina era insieme a lui in un evento dell’uer academy, sulla sostenibilità. L’evento prevede l’intervento del rettore dell’Università europea di Roma, p. Pedro Barrajon LC, dato che l’università è stata fondata dai Legionari di Cristo.
Il rettore Barrajon, che risulta anche direttore dell’istituto Sacerdos, tiene da anni corsi di esorcismo, e basta leggere alcune sue dichiarazioni reperibili in rete per restare basiti.

Diocleziano

Ahpperò! 300 sterchi del diavolo per il corso di esorcismo?! 😛

Frank

C’è un refuso nel titolo, non è: «Sui crocifissi, un bel cambio di passo» ma: «Sui crocifissi, un bel paio di balle» .

Franco Ajmar

Forse uno storico mi può aiutare. Se ai tempi di Ponzio Pilato il condannato a morte fosse stato dato in pasto ai leoni, oggi avremmo nelle aule scolastiche il simbolo di un leone?

Diocleziano

Se lo avessero mangiato i leoni il simbolo sarebbe stato un uomo in croce,
idem se lo avessero impalato, e così anche se lo avessero impiccato.
È il marketing, bellezza! 😛

RobertoV

Il crocifisso è il simbolo del potere della chiesa cattolica, una sorta di simbolo araldico da piazzare ovunque per marcare il territorio su cui lei vuole comandare. Non a caso pretende che sia un simbolo di tutti perché tutti fanno parte del suo disegno egemonico. Dopo essersi impegnata tanto per distruggere i simboli degli altri, per sostituirli col proprio, oggi vuole far credere che abbia un altro significato cercando di far dimenticare come sia stato utilizzato in passato: un avviso a chi vuole ribellarsi esattamente come per i romani? Non è un simbolo di amore, ma di oppressione.
Se fosse stato sbranato dai leoni magari avrebbero messo il leone con un uomo tra le fauci, un po’ come il biscione dei Visconti che ingoia un fanciullo.

mafalda

Rinuncio all’idea di vedere più laicità a scuola. Neanche le nuove generazioni di politici riescono a svincolarsi dalla mafia clericale. La Francia è un miraggio, noi non ci arriveremo mai. Prima ci farà fuori il cambiamento climatico. E quando le acque avranno ricoperto i continenti, ricominceremo da capo con l’evoluzione, fino ad arrivare alla nascita di una specie particolarmente intelligente convinta di provenire da un’arca fatta creare da dio in persona.

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