La clericalata della settimana, 41: il consigliere comunale Bastoni (Lega) attacca il crocifisso in aula

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del consigliere comunale di Milano Massimiliano Bastoni (Lega) che

durante un intervento ha attaccato il crocifisso alle pareti dell’aula.

Nonostante l’invito del presidente Lamberto Bertolé (Pd) di rimuovere il simbolo religioso, Bastoni con arroganza ha proclamato: “Lo staccherò finita la seduta e lo rimetterò ogni volta a inizio dei lavori. E guai a chi lo tocca”.

Dal canto suo il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha minimizzato il grave episodio, l’ennesimo espressione di fanatismo e intolleranza confessionalista in un contesto istituzionale, bollandolo come “più una provocazione che l’enfatizzazione di una linea di pensiero”. Non solo, il primo cittadino ha affermato che il crocifisso deve rimanere negli uffici pubblici perché “è un po’ cultura e tradizione del nostro Paese”.

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

Il sindaco leghista di Guidizzolo (MN) Stefano Meneghelli, intervenendo in radio, ha sostenuto che “il crocifisso deve essere in tutte le aule scolastiche e in tutti gli edifici pubblici. Chi non è d’accordo può andarsene dall’Italia”. Proprio Meneghelli ha recentemente avviato una petizione in “difesa” del crocifisso imposto nelle scuole, ottenendo il sostegno di diversi politici. Ormai è tristemente evidente come il simbolo cattolico venga brandito per legittimare discorsi dal sapore xenofobo e identitario.

La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, durante un intervento televisivo, ha sostenuto che è “giusto che sia appeso il crocifisso nelle nostre scuole in uno stato laico” perché significa “riconoscere i valori che hanno fondato la nostra civiltà”.

Diverse autorità militari e civili della Calabria hanno presenziato alla messa officiata dal vescovo di Lamezia Terme al santuario di Feroleto Antico (CZ) in onore di papa Giovanni XXIII, “patrono presso Dio dell’Esercito italiano”.

Alcune scuole della Valle Anzasca, nella zona di Domodossola, hanno ricevuto i frati francescani che portavano in tour le reliquie di sant’Antonio da Padova.

A Budrio (BO) è stata inaugurata una scuola dal sindaco Maurizio Mazzanti e dal vicepresidente della Regione Emilia Romagna Raffaele Donini, con tanto di benedizione da parte di un parroco.

Per quanto riguarda iniziative non riconducibili al clericalismo ma straordinariamente irrazionali, segnaliamo un menzione speciale. La senatrice Virginia La Mura (M5S) ha promosso un convegno sull’omeopatia e la sua “prospettiva di crescita per il sistema sanitario nazionale” in una sala del Senato.

La redazione

13 commenti

Franco Ajmar

Milano è una gran bella città (e poi ci sono nato io!), c’è il Duomo, c’è Sant’Ambrogio, perché non mettere anche un crocifisso nero su tutti i mezzi pubblici (autobus, metropolitana etc.), magari anche una croce nera sugli schienali dei sedili. Chi non crede o appartiene a religioni diverse, si prenda un taxi. E poi una bella croce (nera) sul portone di casa del consigliere Bastoni (e guai a chi lo toglie!).

Diocleziano

”…bollandolo come “più una provocazione che l’enfatizzazione di una linea di pensiero”… ”
Come se a questo livello ci possa essere un ‘pensiero’.

E ogni volta che riattacca la croce, far partire alto e potente l’inno di Codroipo… 😛

Frank

“La senatrice Virginia La Mura (M5S) ha promosso un convegno sull’omeopatia e la sua “prospettiva di crescita per il sistema sanitario nazionale” in una sala del Senato.”

La sala sarà senza sedie ma gli invitati dovranno sedersi lo stesso.

RobertoV

E’ ormai una ossessione per i clericali l’imposizione del crocifisso, persone che vanno in carenza se non lo vedono appeso dappertutto.
Un presunto simbolo di laicità e della nostra civiltà imposto a tutti.
Sarei curioso di sapere in quale consesso internazionale il crocifisso sia stato definito simbolo di laicità e della cultura occidentale. Perché anche nella costituzione della UE le radici cristiane non sono state riconosciute, creando sconcerto tra i clericali che non riuscendo nell’intento cercano di imporlo in modo demagogico e antidemocratico come ben evidenzia il caso di Milano, corredandolo della solita propaganda e falsificazione storica. Grave che il sindaco giustifichi l’atto e parli di tradizione (dimenticandosi che tale “tradizione” è frutto di un’imposizione, non di una scelta visto che fino a soli 30 anni c’era la religione di stato). Perché quel simbolo al massimo può esserlo solo della civiltà cattolica, anzi dell’inciviltà cattolica e del suo potere, essendo divisivo anche tra i soli cristiani.
Certo che dire che se uno non è d’accordo può andarsene via dall’Italia dimostra tutta la loro democrazia e comprensione della laicità e della tolleranza. Quindi gli unici italiani sono i cattolici? Ebrei, non credenti, atei, protestanti, ortodossi e di altre religioni non ne fanno parte? O solo se si piegano a certe imposizioni?

Diocleziano

”…nella costituzione della UE le radici cristiane non sono state riconosciute… ”
Infatti, ma ciò non impedisce che i soliti talebani vadano spargendo le loro verità fasulle ovunque possibile. Un esempio è la bufala del simbolo europeo che sarebbe un riferimento alla madonna. Cosa che mai è passata per la testa dei responsabili di allora.

mafalda

Quando sarà il momento opportuno troveranno riferimenti anche nella bandiera arcobaleno.

laverdure

Come gia detto in passato,accanirsi contro il crocefisso e’ un errore.
I clericali hanno buon gioco a farlo passare,quando gli conviene,come un dettaglio
di minima importanza(senza affermarlo esplicitamente,e’ ovvio),contro il quale,accanendosi fanaticamente,i loro avversari fanno solo la figura di ristrettezza mentale.
E’ molto piu’ utile la critica a problemi molto piu’ concreti,come l’insegnamento della religione nelle scuole e i finanziamenti concessi a iosa a enti religiosi,che
coinvolgono grosse spese di denaro pubblico.

Diocleziano

Bé, mentre si fa una cosa si può fare anche l’altra. E qui hai pienamente ragione: su tutti gli altri argomenti si fa poco o nulla. Si è mai sentito un politico recriminare sui viaggi a sbafo, con i nostri aerei, di Sua Banalità? Ora di religione e finanziamenti a grandine, idem. Tasse non pagate neanche parlarne. Non è compito della politica, ma gli intellettuali dovrebbero arginare lo s†upidismo sparso a piene mani dalla chiesa. Non si può mantenere un parassita in eterno solo per buona educazione. Anche una vecchia baldracca, che in gioventù ci avesse dato piacere e illusioni, alla fine può anche essere mandata all’ospizio…

iguanarosa

Vuoi dire che ANCHE i viaggi papali sono pagati dai contribuenti italiani? Perché questa non l’avevo “messa” in conto.
Come se la Francia pagasse i viaggi di Mattarella o la Germania quelli di Macron.

Diocleziano

iguanarosa
Veramente non avevi pensato che costoro viaggiassero a sbafo!?

Qui una chiacca dal Corriere:
”… Con Ratzinger, invece, le richieste non erano poche. Memorabile il viaggio a Cuba nel 2012. «Abbiamo dovuto togliere tutti i sedili della Business Class, una ventina, per fare spazio a un letto, a una scrivania, all’angolo incontro. Abbiamo dovuto anche mettere dei crocifissi e un dipinto». Per un costo di decine di migliaia di euro… ”
Pare che sua Banalità sia più modesto.
Mi domando però chi paga il viaggio del codazzo di giornalisti al seguito.

In questi giorni si parla molto dell’Air Uan Renzi, che sta marcendo in un hangar; ebbene, potrebbero regalarglielo e, messo a posto a sue spese, potrebbe togliersi di dosso del popolo italiano. No?

Franco Ajmar

Per Laverdure e Diocleziano
A proposito di “c’è ben altro” Eugenio Scalfari (20/10) sembra ignorare due articoli, uno apparso sull’ultimo numero de l’Espresso, un settimanale che certo conosce, l’altro su Repubblica (21/10), quotidiano che lui ha fondato, a proposito degli affari del Vaticano. Scalfari, che si dichiara non credente, è in cerca di un nome per il Dio unico auspicato da Papa Francesco. Questi articoli potrebbero aiutarlo: il nome comincia per D, e si chiama denaro.

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