Si aggira per i vostri schermi un politico popolare e demagogo, sovranista, difende i valori tradizionali della famiglia – frase insensata quanto popolare, esibisce il proprio credo per guadagnare consensi malgrado la carica pubblica in uno stato laico, esponenti di spicco del suo partito dichiarano apertamente di voler abolire i diritti civili laici.
Stiamo parlando di Recep Tayyip Erdoğan. Ma il facile escamotage retorico deve far riflettere sull’ipocrisia della destra italiana (Lega, Fratelli d’Italia) che a parole attizza l’antica paura dei mori e all’atto pratico ne condivide valori e visione.
In particolare, la nuova stagione leghista fa della religione cristiana un punto cardine della propria azione politica e del messaggio trasmesso. L’organizzazione del Family world congress a Verona è il manifesto di questo andamento, con tanto di appoggio di tutti i gradi della struttura gerarchico-amministrativa in carica in quel momento: sindaco, governatore, ministro, vicepresidente del consiglio.
È utile ricordare che durante il governo Lega-M5S il ministero della famiglia è stato affidato a Lorenzo Fontana, dichiaratamente contrario ad aborto, unioni civili ed educazione sessuale. La scelta di questo profilo lancia un messaggio reazionario evidente.
Se le “radici cristiane” diventano collante e propulsore della nuova Lega, lo spauracchio dello straniero invasore è la connessione con il passato. Nel racconto leghista, la “palandrana di merda” musulmana è sempre pronta a sottometterci, privandoci delle nostre libertà personali, mettendo il velo alle nostre donne e costringendoci a mangiare tortellini ripieni di carne di pollo. Ed è proprio in questo punto che avviene il corto circuito logico di cui soffrono milioni di italiani, incluso chi vota partiti progressisti. I diritti civili conquistati negli ultimi 50 anni (divorzio, aborto, educazione sessuale, parità di genere) vengono associati al pacchetto-occidente in cui è inserita istintivamente anche la tradizione cristiano-cattolica. Basandosi su questo assunto, di fronte alla minaccia di perdere questi diritti per un’invasione musulmana, la soluzione è rifugiarsi nell’uguale e opposto della religione cattolica. Come se la kriptonite del superman islamico fosse la religione cattolica.
Chiaramente questa visione è frutto di suggestioni e non di logica. La Chiesa cattolica infatti condivide esattamente la stessa visione del mondo musulmano osservante sul ruolo della donna in famiglia, sull’omosessualità, sui diritti riproduttivi e su quelli del fine vita. È paradossale, quindi, che chi vota la Lega per proteggersi dall’islamizzazione nei fatti supporta l’avvicinamento dell’Italia all’Arabia Saudita.
Divorzio, aborto, eutanasia, sono tutti diritti civili contro cui la Chiesa si è sempre battuta e continua a farlo tuttora con mezzi espliciti o subdoli, come l’obiezione di coscienza dei ginecologi. Ogni tentativo di educazione sessuale moderna è osteggiata, l’omosessualità è condannata – con Francesco non è cambiato proprio nulla – e la posizione della donna deve essere principalmente quella di produttrice di bambini. E anche il terrificante velo islamico è concettualmente uguale a quello che la Chiesa impone alle sue sostenitrici più fedeli.
L’ideale della battaglia di Lepanto è ancora diffuso, ma riguardo regole da seguire le tre religioni abramitiche sono difficili da distinguere. Non è un caso che la famosa lezione di Ratisbona di Benedetto XVI, pochi anni prima dell’abdicazione cosmetica a favore di Bergoglio, sia stata salutata positivamente dall’intellighenzia musulmana (non dal popolo musulmano: ironicamente l’incapacità di analisi del messaggio profondo è a doppio senso): “Nel mondo occidentale domina largamente l’opinione che soltanto la ragione positivista e le forme di filosofia da essa derivanti siano universali. Ma le culture profondamente religiose del mondo vedono proprio in questa esclusione del divino dall’universalità della ragione un attacco alle loro convinzioni più intime. Una ragione, che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell’ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture”. Insomma, è inutile farci illusioni, la ragione è il nemico e le religioni devono unirsi per contrastare la deriva secolarizzante della società.
E allora ribadiamo una verità semplice ma che si sta perdendo: qualsiasi partito politico di ispirazione religiosa cercherà di imporre regole basate su dogmi ed interpretazioni arbitrarie di testi ambigui. Di conseguenza, regole irrazionali e che favoriranno solo una porzione della popolazione. Questo punto era molto chiaro a chi ha vissuto in società sottomesse ai dogmi religiosi (leggetevi Garibaldi): noi ce ne stiamo dimenticando proprio perché ci siamo liberati da molte delle catene imposte dalla religione in Italia.
Crocifisso, mezzaluna, stella di David, sono marchi differenti dello stesso prodotto. La sola via per una società equa, che rispetti i diritti dell’individuo, è la laicità dello stato. Una laicità concreta, non solo un principio supremo boicottato nei fatti da istituzioni clericali. Per questo è importante battersi per difendere i diritti civili laici conquistati, e per conquistarne di nuovi. L’Uaar lo fa da trent’anni: passa a trovare i suoi attivisti nei circoli, sostienila anche tu!
Manuel Bianco
“E anche il terrificante velo islamico è concettualmente uguale a quello che la Chiesa impone alle sue sostenitrici più fedeli.” velo che fu imposto dal cristiano Tertulliano e che, poi, proprio in seguito nel tempo, i musulmani si trovarono a dover gestire.
Basterebbe fare una semplice domanda:
di quanti di quei diritti godremmo oggi se la chiesa cattolica avesse sempre comandato ed avuto la possibilità di imporre la propria visione? Di quanti di quei diritti godremmo se a comandare fossero i clericali?
Oggi dopo che alcuni li ha accettati per convenienza (tipo la tolleranza religiosa e l’uguaglianza) ed altri continua a rifiutarli, in perfetto revisionismo e con reinterpretazioni ad hoc si cerca di collegare certi principi a quanto riportato nei vangeli ed alla dottrina cristiana cercando falsamente di ergersi a tutori e promotori dei diritti occidentali, dimenticandosi che molti di quei cambiamenti non erano per niente voluti, ma anzi sono stati pesantemente osteggiati e continuano ad essere osteggiati proprio da chiesa e clericali.
Basterebbe anche la considerazione che il cristianesimo coinvolge circa 2 miliardi di individui, molte nazioni al di fuori del mondo occidentale, eppure lì i diritti non sono per niente tutelati. Ed anche in Europa ci sono differenze notevoli e non sono le nazioni più sentitamente cristiane ad essere all’avanguardia.