La vicenda risale a due mesi fa, all’indomani della sentenza della Corte costituzionale che ha assolto Marco Cappato dal reato di aiuto al suicidio. C’era proprio rimasto male Luigi De Luca, capogruppo di Area popolare nel consiglio comunale della Spezia e vice presidente del locale Centro Aiuto alla Vita. Non gradendo questo primo passo verso l’autodeterminazione sul fine vita, firmava un comunicato stampa molto duro, prontamente pubblicato sul quotidiano online Città della Spezia. Altrettanto prontamente gli rispondeva per le rime il Circolo Uaar La Spezia, con un comunicato a sua volta ripreso dallo stesso quotidiano online.
Uno a uno e palla al centro? Non proprio. Controllate i link. Il primo porta a una pagina ancora visibile sul giornale online: alle invettive del consigliere cattolico De Luca viene ancora garantito lo spazio inizialmente accordato. Il secondo è invece un link copia cache di Google: la risposta del Circolo Uaar La Spezia risulta infatti essere stata rimossa nel giro di poche ore dall’organo di stampa che l’aveva pubblicata. È il caso di gridare alla censura? Sembra proprio di sì. Ma la vicenda ha risvolti ancora più gravi.
È capitato infatti che l’avvocato Cesare Bruzzi Alieti, già candidato sindaco per il partito di matrice fascista CasaPound, ha scritto una diffida via raccomandata a Cesare Bisleri, coordinatore del Circolo Uaar La Spezia. Oltre ad attribuirsi il merito della censura che ha colpito l’articolo contenente la replica dell’Uaar – «La testata giornalistica, dopo la richiesta di questo studio legale, ha provveduto a eliminare il comunicato» – intima al coordinatore Uaar, in nome e per conto di Luigi De Luca, di eliminare immediatamente, lo stesso giorno del ricevimento della raccomandata, la condivisione su Facebook del comunicato in quanto «ancora visibile a tutti» e perché contenente frasi che «configurano il reato di diffamazione a mezzo stampa».
Sono passati più di due mesi e il Circolo Uaar La Spezia e il suo coordinatore non hanno affatto rimosso quel post su Facebook. Il comunicato dell’Uaar rispondeva pan per focaccia ai toni violenti del consigliere cattolico De Luca, che si era permesso di definire “signori della morte” i tantissimi italiani lieti di apprendere che si era finalmente aperta la strada verso il diritto all’autodeterminazione nel fine vita, e che aveva accusato di uccisione di bambini le donne che abortiscono.
È stato triste apprendere che una testata giornalistica ha ceduto alle intimidazioni di estremisti, negando la libertà di espressione e di replica all’Uaar, imbavagliandone la voce in difesa dei diritti civili laici e lasciando il diritto di parola esclusivamente alla parte cattolicista. L’Uaar non solo non indietreggia, ma con determinazione continua a lottare per il diritto al suicidio medicalmente assistito, per la legalizzazione dell’eutanasia e per l’abolizione dell’obiezione di coscienza nei reparti di ginecologia degli ospedali pubblici.
Roberto Grendene
Quanto è successo mi fa oltremodo piacere perché conferma la mia idea, espressa anche per iscritto al manifesto e al gazzettino: giornali che fino a 6 mesi fa comperavo tutti i gironi ed ora non compro più, la mia idea, dicevo, che i giornali sono per lo più la puttana del potere, di qualsiasi potere al momento comodo e i giornalidsti sono solo i lecca…o dei loro padroni, cioè dei padrini dei giornali.