La clericalata della settimana, 50: il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato una mozione per imporre il crocifisso nell’aula istituzionale

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del Consiglio regionale del Piemonte che

ha approvato una mozione, con primo firmatario Andrea Cane (Lega), per imporre il crocifisso nell’aula istituzionale: è stata approvata con 27 voti a favore e 8 contrari.

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

Italia Viva ha presentato un emendamento, approvato dalla Commissione Bilancio, volto ad aumentare da 2.000 a 3.000 euro i fondi alle scuole private per ogni studente con disabilità, per un totale di 12,5 milioni di euro.

La Corte costituzionale ha eletto come presidente Marta Cartabia: è la prima donna a ricoprire l’incarico e il suo mandato scadrà l’anno prossimo, ma è nota per aver espresso negli anni posizioni ostili a laicità e diritti civili su crocifisso imposto negli uffici pubblici, unioni civili e riconoscimento delle coppie omosessuali, eutanasia e aborto.

L’estrema destra ha attaccato la dirigenza di un istituto scolastico di Agropoli (SA) perché ha scelto legittimamente di non far celebrare una messa natalizia durante l’orario scolastico. E non mancano toni xenofobi. Ivano Manno e Valerio Arenare, rispettivamente coordinatore regionale campano e dirigente nazionale di Forza Nuova, hanno parlato di “vero e proprio atto di sudditanza nei riguardi degli stranieri e delle loro culture”, di “deteriore atteggiamento volto a cancellare progressivamene le tradizioni”. Anche Luisa Maiuri (Fratelli d’Italia), vicesindaco di Castellabate (SA), ha espresso “tristezza e rabbia” per l’accaduto e ribadito la necessità di “un fondamento per la crescita cristiana dei nostri bambini” anche a scuola.

Il Comune di Pulsano (TA) ha approvato un nuovo regolamento di polizia urbana che prevede multe per chi bestemmia in pubblico.

L’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa ha collaborato alle iniziative natalizie programmate dalla diocesi presso l’ospedale Giovanni Paolo II.

L’aeroporto di Catania ha installato ben sette presepi artigianali: sono stati inaugurati alla presenza dell’amministratore delegato di Sac Nico Torrisi, dell’assessore regionale al Turismo Mario Messina, del sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo, degli assessori alle Attività produttive Francesco Caristia e alla Cultura Antonino Navanzino.

Una scuola di Azzano Decimo (PN) ha allestito un presepe con un bambino Gesù nero. La scelta non è piaciuta a diversi politici di destra, tra cui il consigliere regionale Ivo Moras (Lega) che ha detto: “chi non apprezza e non condivide la nostra storia non costruirà mai un futuro”.

Il liceo “Giuseppe Rechichi” di Polistena (RC) ha organizzato in orario scolastico una messa, all’interno della struttura, obbligando gli studenti a partecipare accompagnati dai docenti.

La redazione

17 commenti

Diocleziano

«… Il liceo “Giuseppe Rechichi” di Polistena ha organizzato in orario scolastico una messa, all’interno della struttura, obbligando gli studenti a partecipare accompagnati dai docenti… »

Prodromi alle adunate oceaniche obbligatorie?
Si sarà commossa la Meloni.
Evidentemente hanno selezionato tutti i docenti: ariani e cattolici… 😈

mafalda

Qualcuno spieghi al leghista Moras che il Gesù vissuto in Palestina non aveva propriamente i tratti di un pargolo come quello delle statue del presepe. Il primo a non conoscere la storia è lui, poveretto.

dissection

Potrebbe perfino far sorridere, se non facesse così irrimediabilmente pena & schifo.

Maurizio

Moras (Lega) che ha detto: “chi non apprezza e non condivide la nostra storia …”
Ma nostra di chi? Moras è forse ebreo? È nato in Palestina? O forse lui è parente di Costantino…

laverdure

@maurizio
Solo per puntualizzare:
gli Ebrei non riconoscono il Nuovo Testamento,per loro Gesu’ e’ soltanto
un’invenzione apocrifa.

Maurizio

A prescindere. Volevo dire che se mai un Gesù è esistito di certo sarà stato un ebreo in Palestina, mica un romano occidentale. Quindi la sua storia ha ben poco a che fare col Moras.

Diocleziano

Il recente caso del pugile-assessore sbalordito dall’affermazione che Gesù era ebreo la dice lunga su quanto ‘loro’ conoscano la loro storia. Non so se esistono sondaggi sulla effettiva conoscenza, da parte loro, di ciò in cui credono i cattolici. Al Moras bisognerebbe rivelare, con le dovute cautele, che il dio in cui lui crede, è lo stesso in cui credono i musulmani. Eviterei di dirlo al pugile-assessore… potrebbe non superare lo shock!

Manlio Padovan

Tra i commenti dei leghisti sul presepio di Pordenone, ho letto ieri che si sono scandalizzati non tanto per il fatto che il Gesù bambino sia nero (ci può stare, hanno detto: se ne sono accorti!) ma per il fatto che non ci siano Maria e Giuseppe: cioè i genitori.
Come se nella vita ciò non succedesse: quali genitori hanno quei bimbi che vengono abbandonati perché non riconosciuti dalla madre persino negli ospedali? Peggio ancora per quelli trovati, fortunatamente vivi ancorché di rado, nei cassonetti o luoghi periferici. Perché certamente mater semper certa est; ma loro, i bimbi abbandonati, non la conosceranno mai. E tanto meno il padre.
Insomma: è la realtà che non vogliono vedere e non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Diocleziano

Vogliono spacciare come famiglia modello quella del presepio, ma proprio loro che pur di avere qualcosa contro cui scagliarsi si sono inventati la famiglia ‘gender’, non si sono accorti che niente è più ‘gender’ di quella: una donna terrestre ingravidata a sua insaputa da una divinità invisibile, divinità che sparisce abbandonando tutti al loro destino; partorire in una stalla, fuggire all’estero, un perdigiorno che fino ai trent’anni non ha combinato niente di utile e poi è finito come sappiamo…

iguanarosa

Mi ha sempre schifato, anche da giovane credente, la idealizzazione di una famiglia del tutto anomala e molto poco canonica. Padre anzianotto adottivo, madre bambina ingravidata a sua insaputa (si definisce stupro?) da un pedofilo molto terreno (ammettendo per discorrere che fosse tutto documentato), bimbo senza tetto. Potrebbero scegliere altri simboli e racconti della mitologia per portarli ad esempio.

laverdure

Lo scrivo in questa sede perche’ mi sembra abbastanza intonato:
poco tempo fa e’ stata varata la nave Trieste,la piu’ grande nave militare costruita in Italia nel dopoguerra,un incrocio tra portaerei e nave appoggio.
La benedizione al momento del varo e’ una tradizione secolare,comune anche ad altri paesi,ma stavolta c’e’ stato un extra:sul “bulbo” di prua,ben visibile,e’ stato
“appiccicato” un enorme collage di santini vari a forma di croce.
Senza dubbio garantira una protezione aggiuntiva contro scogli e armi subacquee come mine e siluri.

RobertoV

Io non faccio il presepe e non ho il crocifisso in casa e non mi riconosco nell’identitarismo cattolico. Devo incominciare a preoccuparmi? Perderò la cittadinanza italiana?
Anche al lavoro non c’è il presepe ed il crocifisso (invece la messa di natale e pasqua non manca mai, ma limitata ad un ristretto gruppetto). Arriverà la polizia religiosa?
Tra un po’ metteranno le specifiche sull’obbligo del presepe e su come farlo.
Certo che hanno un gran concetto di libertà e di tolleranza se pensano che le scelte di una scuola dipendano dalla giunta comunale e che tutte le persone debbano obbligatoriamente uniformarsi ad una presunta identità, tra l’altro mai potuta scegliere liberamente in passato. Solo in un regime si può pensare che tutti si debbano uniformare.
Il ministro Fioramonti era preoccupato e pensava alle dimissioni perché alla scuola è stato negato un miliardo di finanziamenti e questi si preoccupano per il presepe e di regalare 12.5 milioni di Euro alle solite scuole paritarie perché poverine osano prendere anche dei disabili, cioè per fare ciò che dovrebbe essere naturale per loro a sentire la loro propaganda.

laverdure

E io invece,torno a dire,mi rammarico che le (poche) volte che qualche autorita pubblica decide di eliminare il presepe,e magari anche alberi di natale o altri simboli
privi di connotazioni religiose,da scuole o edifici pubblici,lo fa inequivocabilmente
per puro omaggio ad un “politically correct” che,nella loro interpretazione,impone il “rispetto”,inteso come vera “sottomissione” ,a culture straniere,i cui stessi rappresentanti a volte mostrano imbarazzo per questo.

Massimo Maiurana

In realtà quella dell’astensione dal presepe o dal crocifisso in ossequio alle culture straniere è un mantra ripetuto dalle destre ma privo di fondamento. La maggior parte degli immigrati sono cristiani di altra fede, in genere ortodossa, e a loro il presepe non dà nessun fastidio per ovvie ragioni, ma anche i musulmani non sono per nulla infastiditi dalle manifestazioni di devozione cristiana. Vedi ad esempio cosa ha detto a proposito l’imam del Veneto:
https://www.ilmessaggero.it/italia/imam_veneto_presepe_scuola-4148656.html

Io stesso ne avevo parlato appena un mese fa in questo post spiegando anche perché, a mio parere, alle destre preme far passare il messaggio che la colpa è degli stranieri:
https://blog.uaar.it/2019/11/18/la-religione-che-offende/

RobertoV

Se vai a vedere spesso la necessità di fare un presepe è una necessità recente. Cioè prima quando non c’era il problema immigrati musulmani, non fare il presepe o togliere il crocifisso non creava particolari problemi (soprattutto se fatto in silenzio), mentre è proprio di questi fondamentalisti cattolici la necessità negli ultimi anni di riaffermare la necessità, l’ossessione di fare presepi e piazzare crocifissi ovunque nell’ottica di presidio contro i musulmani. Un po’ come quando Borghezio spalmava grasso di maiale contro i musulmani. E siamo tornati alla logica guerrafondaia in cui o sei con me o sei contro di me, il non uniformarsi viene visto pretestuosamente come cedimento verso il nemico.
Però sarei curioso di sapere quale sarebbe l’effetto educativo del fare tutti un presepe o piazzare nei luoghi pubblici il crocifisso? Che cosa insegnerebbero un plastico o un idolo? Qui comandiamo noi? A creare il suddito modello come in passato? Che lo stato si deve identificare con una religione di stato come ai bei tempi? Per l’integrazione io farei studiare la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ma in quel caso risulterebbe chiaro chi la sta violando.
Pordenone poi è stata a lungo sotto l’Austria da cui dista un centinaio di km ed in Austria il presepe pubblico è poco diffuso storicamente. Comunque il presepe viene utilizzato anche come rappresentazione della realtà.
Devo dire che ho trovato sensata la lettera ai docenti della preside della scuola statale “Giovanni Paolo II” (!) in cui riguardo alle polemiche, ai contatti di giornalisti e politici, diceva che trovava assurdo coi problemi della scuola tutta questa attenzione e polemiche per un presepe e sostanzialmente di non darci peso.

RobertoV

Secondo una indagine di Nomisma e Italiani.coop il 59 % degli italiani farebbe il presepe, mentre oltre l’80 % l’albero e meno del 50 % andrebbe alla messa di Natale. Tenendo conto che queste indagini tendono a sovrastimare il fenomeno per “perbenismo” la cifra reale sarebbe apprezzabilmente inferiore e quindi è probabile che meno della metà degli italiani faccia effettivamente il presepe in casa.
Invece i clericali vogliono obbligare a fare il presepe in tutti i luoghi pubblici e ritengono inaccettabile chi propone di non farlo e si inventano pretestuose interpretazioni legate a servilismo nei confronti di certi immigrati. Ma in casa propria questa pretestuosa interpretazione non regge ed invece dimostra che sono i clericali a voler imporre agli altri, negandone la libertà, e non presunte minoranze anti-italiane.

Gérard

Ma i legaioli sanno che l’ albero di Natale è sempre più popolare nei paesi del Maghreb, Marocco sopratutto ???
Ovviamente non hanno abeti ma compranno alberini tipo palme o altro e ci mettono ghirlande e palline .
Una diecina di anni fa, ne avevo già visti a Casablanca durante il periodo natalizio . Ovviamente non è legato al Natale come lo conosciamo noi ma tutte le occasioni sono buone per fare una festa …!

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