Banchi di sardine in un mare di antirazzismo e di laicità. O forse no.

La nascita di un movimento che fa del contrasto al populismo e a qualunque forma più o meno subdola di fascismo il suo obbiettivo principale, e che riesce subito a ottenere un discreto successo attraverso una serie di flash mob organizzati su tutto il territorio nazionale, non può non rappresentare di per sé una buona notizia, un motivo di speranza. Speranza che nelle coscienze vi sia ancora voglia di democrazia e di uguaglianza di diritti, in una fase in cui il mondo sembra piuttosto ruotare il timone verso politiche di chiusura, sovraniste e reazionarie, in cui perfino la banale foto di un presidente bianco con un neonato nero finisce per diventare motivo di scontro. Quel movimento sono le sardine, nato in opposizione alle nuove destre rappresentate da Salvini e Meloni e all’insegna del no party: nessuna riconducibilità a parti politiche e nessuna intenzione di costituirsi come parte politica.

Impresa certamente non facile. Se ci si scaglia contro una precisa parte ci si colloca inevitabilmente dalla parte opposta, a prescindere dal fatto che si aderisca o meno a un particolare progetto o partito politico. Il che non è necessariamente sbagliato, solo viene ridimensionata la pretesa di neutralità o trasversalità poiché questa di norma è direttamente proporzionale alla specificità dei temi trattati. Più generali e ampi sono quei temi e meno si può essere realmente trasversali. La laicità, ad esempio, è certamente un tema trasversale e infatti i laici ci sono sempre stati sia a destra che a sinistra, quindi il laicismo super partes non è una pretesa ma un fatto concreto. Viceversa, contestando il leader politico, o più leader politici, di una precisa parte è piuttosto difficile apparire come al di sopra di tutte le parti.

Si dirà che nel caso del movimento delle sardine il tema specifico c’è ed è l’antirazzismo, tant’è che delle politiche salviniane si prendono di mira in particolare il decreto sicurezza e la chiusura dei porti. Il che sembra essere vero, lo stesso antisovranismo viene declinato dagli attivisti delle sardine non tanto in senso generale quanto focalizzato in chiave di sostegno all’accoglienza dei migranti. Ma allora cosa differenzia nella sostanza le sardine da qualunque altro movimento di sinistra che rivendica le stesse cose, fatta eccezione per la tassativa assenza di simboli nei loro vari raduni? Perché se si riduce a quest’ultimo aspetto forse è pochino; chiunque può indossare oggi un cappello e domani un altro, ma se la sostanza non cambia il tutto si riduce a una mera operazione cosmetica.

Se poi si va a vedere in che modo questo antirazzismo viene promosso, ecco che la somiglianza tra le sardine e i movimenti di sinistra si fa ancora più marcata. Come dimostra il caso di Nibras Asfa, ragazza musulmana figlia di un imam milanese di origine palestinese che fa il verso a Giorgia Meloni rivendicando il suo essere donna e musulmana. Qui la chiave sta in quello che la sardina Nibras realmente ha rappresentato con il simbolo che indossava: il velo islamico. In un colpo solo Asfa ha opposto il suo islam al cristianesimo di Meloni e il suo velo al rosario di Salvini, quindi si è opposta a un clericalismo e a un preciso simbolo religioso non laicamente, come sarebbe stato corretto, ma solo in modo diversamente clericale. Inoltre, la sua presenza e le sue parole hanno pervaso la piazza sardinesca di quello stesso filoislamismo che ha caratterizzato gli attivisti di sinistra fin dal secolo scorso, quando amavano scendere in piazza con la kefiah per protestare contro Israele.

Insomma, queste sardine saranno anche antifasciste, ma nel loro antifascismo sembrano aver tralasciato un elemento che invece dovrebbe avere grande rilevanza: la laicità. Scegliendo Nibras Asfa hanno, magari anche inconsapevolmente, di fatto mortificato tutte le donne che quotidianamente combattono contro l’imposizione dei simboli e dei precetti islamici nei loro Paesi d’origine. Più in generale, hanno mortificato tutti quegli immigrati provenienti da Paesi non cristiani fuggiti proprio perché professanti una fede diversa dalla maggioritaria, o nessuna fede, e per questo perseguitati o in pericolo. Come giustamente osserva Cinzia Sciuto, rispondendo proprio alle critiche ricevute per un suo articolo sul velo di Asfa e rivolgendosi alla sinistra che non riesce a prendere le difese dei migranti senza ritrovarsi a difendere l’islam, «i migranti vanno accolti e i loro diritti difesi a prescindere dalla loro fede, e non in nome della loro fede».

Certo, il movimento è ancora giovane, perfino embrionale per certi versi, e qualche errore dovuto all’immaturità potrebbe anche starci. Magari ci sarà tempo e modo di ripensare alcune cose facendo tesoro delle scelte discutibili. Magari. O magari anche no. Magari le scelte sono state più ragionate di quanto a prima vista potrebbero sembrare, magari dietro ai volti nuovi c’è gente con una certa esperienza. Secondo Marco Damilano è proprio così: il movimento sarebbe molto meno spontaneo di quel che sembra e a dirigerne le danze da dietro le quinte ci sarebbero personaggi che gravitano nell’orbita di movimenti cattolici quali la comunità di Sant’Egidio e Demos, e prova ne sarebbe il fatto che sullo stesso palco dal quale ha parlato Asfa sono saliti solo due politici, entrambi piddini di area cattolica-popolare: Paolo Ciani e Pietro Bartolo.

Come se non bastasse, vere e proprie “benedizioni” sono arrivate perfino dai vertici ecclesiastici e più precisamente dal segretario di Stato vaticano Parolin e dal presidente della Cei Galantino, due pesi massimi che verosimilmente non si esporrebbero senza una precisa ragione. Senza contare vari altri personaggi sempre provenienti dai settori di sinistra e cattolici, a cominciare dal cardinale Zuppi e dal quotidiano Avvenire. Tutti elementi che, uniti all’assenza di prese di posizione chiare dei leader del movimento sui temi laici, potrebbero avvalorare le tesi di Damilano e allontanare chi spera in un vento di cambiamento che soffi anche sulle vele della secolarizzazione, e che magari ha anche già partecipato al più vicino flash mob dando tutto ciò per scontato. Sta al movimento stesso, ai suoi vertici, rassicurare queste persone insieme a tutte le altre che pur definendosi cattoliche non sono anche clericali. Che sono poi la maggioranza.

Massimo Maiurana

Archiviato in: Generale, Opinioni

28 commenti

mafalda

Si sono chiamati sardine, del resto, non delfini; diciamo che per il momento, pur di frenare l’invadenza mediatica di Salvini, vanno bene pure le sardine.
La ragazza islamica in contrapposizione alla Meloni è desolante e dimostra ancora una volta come da noi non si possa trovare di meglio che cercare di fermare un’idea idiota con un’altra ugualmente idiota: una religione contro un’altra religione, un Dio contro un altro. E chi sono le paladine di queste idiozie troglodite? Donne: furbe, ingenue o opportuniste, ma sempre desolatamente donne.

Adelchi

Condivido completamente quanto scritto nel secondo paragrafo da Mafalda. Direi, però, che è proprio il caso di generalizzare quando scrive: “[…] dimostra ancora una volta come da noi non si possa trovare di meglio che cercare di fermare un’idea idiota con un’altra ugualmente idiota”. Purtroppo non si tratta solo dell’italiano/a d’oggi, ma è l’essere umano che cerca sempre d’aggrapparsi a qualcosa: sostituisce le illusioni con altre illusioni, i dogmi con altri dogmi (talvolta anche [o specialmente] quando afferma che non ne condivide punto).

iguanarosa

Durante le feste ho ritrovato un gioco di carte di quelli che esercitano la memoria detto proprio “Sardine”, con tanti pescetti colorati. Si saranno ispirati al gioco.
Quanto a fare da argine al bigottismo italiano, questo “movimento” di buonisti mi sembra assomigliare più ai papaboys e agli scout che a illuminati progressisti.

RobertoV

A me sembra che sia stata la destra a monopolizzare la questione immigrati ed islam e a farne l’argomento principale da tirare dentro in tutte le discussioni per sostenere anche un identitarismo cattolico. Basta vedere i loro siti che ne sono ossessionati.
Per oltre un anno con Salvini si parlava continuamente di immigrati ed invasione islamica come del problema principale italiano nonostante nel 2019 siano arrivati solo 12000 immigrati, cioè una cifra ridicola per un paese di 60 milioni di abitanti e pari a quella del solo mese di settembre nella vicina e piccola Grecia, dove invece si era insediato da pochi mesi un governo di destra (ma di questo “stranamente” in Italia non ne hanno parlato perché rovinava l’immagine propagandistica della “sinistra immigrazionista” e del “tutti in Italia”).
Ed anche l’anno scorso gli arrivi in Italia sono stati meno di 23000. D’altronde in Europa siamo ormai ad un decimo degli arrivi rispetto all’anno record del 2015 dovuto ad un’emergenza. Pensando poi che si parlava di invasione di africani quando in realtà ben un terzo degli sbarchi in Italia nel 2019 veniva dall’Asia, mentre in Grecia la percentuale è sempre stata a favore degli asiatici. E sono più i cristiani ad arrivare rispetto ai musulmani, magari che abbandonano i loro paesi proprio per l’intolleranza mussulmana. (proprio le destre dicevano di accogliere solo gli immigrati cristiani).
Il problema è che la sinistra, incapace ed in mancanza di idee, continua ad inseguire la destra sui suoi temi e troppo spesso ad appoggiarsi alle posizioni del papa. Certo che affidare alle sardine l’opposizione a Salvini ed inseguire la superficialità dei social… Non mi pare che i girotondi abbiano avuto un grande successo.
Sicuramente non è stata una bella immagine quella della donna col velo, anche se intesa come risposta al clericalismo della Meloni, ma è stata solo una delle tante persone intervenute, mentre è stato trasformato dalla destra nel fatto principale: e, comunque, è una cittadina italiana, non una straniera o una clandestina. Sarebbe utile nelle prossime manifestazioni che anche qualche ateo (oltre a donne senza velo e persone di altre religioni) rivendichi il suo essere italiano per combattere l’identitarismo delle destre.
Sconcerta che molte persone si indispettiscano per l’accostamento di persone di colore agli italiani, dimenticandosi che ci sono oltre 100 mila bambini adottati di origine straniera, che ci sono tanti cittadini europei e non di colore che diventano italiani per lavoro o matrimonio, con figli non bianchi. Basterebbe guardare in ambito sportivo quello che sta succedendo e non solo da oggi (per esempio 20 anni fa con l’italiana Fiona May!).
E pensare che ancora 100 anni fa gli immigrati italiani non venivano considerati appartenenti alla razza bianca.

RobertoV

Ho scritto erroneamente l’anno scorso: meno di 23000 sbarchi riguarda il 2018.

bruno gualerzi

(…) Sicuramente non è stata una bella immagine quella della donna col velo, anche se intesa come risposta al clericalismo della Meloni, ma è stata solo una delle tante persone intervenute, mentre è stato trasformato dalla destra nel fatto principale”

A quanto pare non solo dalla destra, ma anche da chi ha redatto questo articolo! Per UAAR il vero pericolo per la secolarizzazione è ancora e sempre costituito dall’islamismo, mentre – nonostante populismi, sovranismi. nazionalismi, rigurgiti nazifascisti, e richiami a Dio, Patria e Famiglia – non hanno fatto arretrare la secolarizzazione, perchè si sa, la laicità è ‘trasversale’.
E poi, chissà chi c’è dietro queste sardine… o meglio, si sa benissimo: basta chiedere a Damilano.

Arta

Sono iscritta al gruppo delle Sardine ma non so per quanto ancora. Non credo nei complottismi vari e non credo siano dirette “dall’alto” ma è un gruppo numeroso e foriero di litigi e insanabili contraddizioni. L’alta percentuale di cattolici papisti non mi fa piacere ma credo sia l’ultimo dei problemi, visto che ad ogni post pro-Papa piovono insulti, a volte anche esagerati. Oltre al fatto che gli insulti sarebbero in contraddizione con lo spirito dell’iniziativa mi preoccupa l’alta percentuale di misogini ( esserlo comporta necessariamente l’impossibilità di essere antirazzisti nel senso ampio del termine) e anche i renziani, non esecrabili in sé ma piuttosto arroganti nel voler annullare le idee altrui. Quanto alla ragazza musulmana, non credo che il suo solo intervento e il fatto che portasse il velo possano essere presi come simbolo di una deriva confessionalista del movimento. Certo è che il suo discorso era abbastanza povero di contenuti, forse in quanto parodia della Meloni, inoltre trovo molte difficoltà nella mancanza di sfumature tipica dell’accettazione delle “differenze”, sia da femminista che da persona idealmente di sinistra. Parlo del non informatizzate mai nulla, nell’assolutismo che ingiunge che, ad esempio, portare il velo sia sempre simbolo di libertà.

mafalda

Arta
Posso chiederti dove avverti la misoginia? Nell’organizzazione, nei post, …. Grazie

Arta

Non avverto misoginia nel movimento in sé, ma nei commenti di molti utenti nel gruppo facebook. Alcuni post, uno in particolare che si concentrava sui diritti ottenuti dalle donne negli ultimi 50 anni, ha scatenato un putiferio. Gente che, forse provocatoriamente, proponeva di rimettere in discussione la legge sull’aborto e quella sul divorzio,altri che tiravano in ballo la questione dei padri separati, altri che davano delle sceme alle donne sostenitrici del post sostenendo l’esistenza del privilegio femminile, oltre agli immancabili “è tutto un complotto, i femminicidi non esistono”. In particola de mi ha colpito colui che argomentava sul fatto che le donne non avessero lottato per ottenere quei diritti, ottenuti per le lotte degli uomini al loro posto o per gentile concessione delle autorità politiche del tempo. Tutto tristemente normale in un gruppo qualunque, non in uno che si proclama contro ogni discriminazione e antipopulista. I moderatori del sito sono stati rimasti inerti, e facebook ovviamente ha ritenuto opportuno non cancellare i commenti da me segnalati, non essendoci minacce esplicite, parolacce, ecc…

RobertoV

Anch’io credo che la donna mussulmana avesse il fine di semplice testimonianza anti Meloni, cioè di affermare che le italiane non sono solo cattoliche come vorrebbero le destre, ma che esistono anche le mussulmane come lei, regolari cittadine italiane, non straniere. Cioè una semplice affermazione di esistenza di altre realtà che non riducono gli italiani ai solo cattolici. Non mi pare che abbia fatto propaganda per la religione mussulmana o per il velo per le mussulmane e non si è presentata col burka o il niqab. Certo sarebbe stato meglio che anche qualcun altro facesse una testimonianza di esistenza di altre realtà, cosa che potrebbe avvenire tranquillamente in qualche altra manifestazione, ma il movimento è spontaneo ed auto-organizzato, quindi sul palco ci può andare chi vuole, non è un partito con regole rigide e controllo centralizzato. La laicità accetta che esistano anche varie realtà, tra cui quelle religiose, senza fornire loro privilegi. Ed il velo lo portavano anche donne come la pakistana Bhutto o l’induista Indira Gandhi e non erano di certo donne sottomesse. Non concordo con l’automatismo velo = sottomissione sempre.
Riguardo alle sardine sono un movimento di protesta come è stato agli inizi il M5S e nella protesta ci può andare di tutto, sono altri che devono poi interpretarla ed è molto più complicato trasformare la facile protesta in azioni concrete, come vede bene proprio il M5S. Ma la protesta non è diretta solo contro le destre, ma anche contro l’incapacità della sinistra a produrre qualcosa di decente. Purtroppo abbiamo una classe politica incapace ed inadeguata (purtroppo specchio del paese) ad affrontare i problemi italiani perché abituati da decenni nell’arte democristiana del sopravvivere e con visione a corto raggio, tecnica che funziona bene solo quando le cose cambiano poco e vanno bene.
Le capacità organizzative, la militanza dei movimenti cattolici (che sono poco laici) sono note, quindi non stupisce che possano essere presenti all’interno delle manifestazioni delle sardine.

Pasquale

Ho l’impressione che l’articolo del signor Maiurana, sia ben argomentato. In pratica rileva quel che una mente libera farebbe da sé, cioè che ipso iure la cosiddetta trasversalità, sinonimo di neutralità, per chi se lo ricorda, coincide con l’animo democristiano che ha umiliato l’Italia per anni ad anticamera di sagrestia e che ha prodotto, con trucchi ed inganni ( Moro santo, fu perverso), i guasti della temperie politica attuale. Tutto il peggio che ha germinato, da Berlusconi a Di Maio, dalla Gelmini alla Meloni a Renzi a Zingaretti è figlio, nel mio modo di sentire, modo radicalmente anticlericale e miscredente, di quel democristianesimo di fondo di cui Montanelli, chi se lo ricorda ormai, lamentava in tempi lontanissimi ma attuali, l’essere vischio del vivere italiano. Più che trasversali le sardine mi paiono appunto marmellata di ignoranza e parrocchi, perrocchetta. Li ho visti all’opera. p.s. democristianesimo è versione peggiorativa ma dilavata del cristianesimo. Le religioni possono solo adattarsi a non bruciarti vivo ma il loro scopo non cambia.

RobertoV

La democrazia cristiana ha governato e plasmato per decenni l’Italia e prima di scomparire di colpo prendeva ancora quasi il 40 % dei voti. E’ un po’ difficile credere che i suoi effetti scompaiano nel nulla, come i suoi sostenitori. Le varie correnti si sono riciclate all’interno di tanti partiti, dai popolari al PD. La chiesa cattolica continua ad avere un notevole potere politico ed economico e le strutture e capacità organizzative dei cattolici sono note. Difficile liberarsene.

bruno gualerzi

“La chiesa cattolica continua ad avere un notevole potere politico ed economico e le strutture e capacità organizzative dei cattolici sono note. Difficile liberarsene.”

E la difficoltà, o il pericolo, maggiore consiste, a mio parere, nel ritenere di potersene liberare mettendone in crisi il cosiddetto potere temporale (traduzione: il potere economico) senza tener conto che la chiesa – come le religioni istituzionalizzate, storiche, in generale – può puntare anche sul cosiddetto potere spirituale (traduzione: capacità di presa sulle coscienze, cioè potere culturale e poi politico) mentre questi due ‘poteri’ si supportano a vicenda come nessun altra istituzione storica … a meno di costituirsi, appunto, come certi stati islamici, come stato confessionale… può vantare. In altre parole, ritenere che togliendo alla chiesa le risorse economiche delle quali dispone se ne possa poi eliminare anche quelle ‘culturali’ è un errore perchè non si tiene conto che queste risorse, in una sorta di circolo vizioso (per la chiesa virtuoso), sono ottenibili proprio perchè può sempre puntare sulla capacità di presa sulle coscienze e viceversa, in quanto con la disponibilità economica può agire con più efficacia sulle coscienze. E ciò è tanto più evidente nei momenti di crisi (lasciamo perdere in questo contesto a cosa dovuta) come l’attuale, dove, nel regime di incertezza, di disorientamento, di cosiddetta ‘perdita dei valori’, la chiesa, o comunque la religione… e proprio con l’emergere del suo zoccolo duro, strutturale, cioè la dimensione superstiziosa… diventa un punto di riferimento sempre più in grado di attrarre. E non è solo il Salvini che esibisce madonne e crocifissi, ma, in un misto inquietante di religioni tradizionali e di tradizioni tribali (ideologie che sembravano morte e sepolte), sempre più popolazioni, in Europa ma non solo, stanno svendendo quel poco o tanto di secolarizzazione che si erano conquistate. Altro che avanzata della secolarizzazione come, almeno fino a poco tempo fa, UAAR ha ritenuto, nonostante tutto, di poter registrare!
A questo punto si dovrebbe individuare come un pensiero ateo può contrastare questa deriva irrazionale (perchè di questo poi si tratta). A mio parere (al quale qui posso solo accennare in modo molto approssimativo ) lo può fare andando più a fondo nel valutare, e quindi comprendere, il fenomeno religioso, nel considerarlo cioè un’esigenza propria della condizione (non natura) umana della quale le istituzioni religiose, proprio in quanto istituzioni, hanno sempre approfittato, ma che esigenza resta. E diventa controproducente non tenerne il dovuto conto.

Diocleziano

Bruno Gualerzi,
infatti, come hai detto, sarebbe illusorio pensare di battere la città del male semplicemente tagliandole le entrate: la loro vera risorsa è la catena di montaggio dei piccoli mostri che creano senza interruzione, cioè i bambini lasciati nelle loro mani. Come dice la ‘teoria della montagna di m***a’ ci vuol più tempo a ripulire che a realizzarla. Quindi l’inizio è impedire che si aggiunga danno su danno. È chiaro che sarebbe una impresa colossale – in Italia – avviare un simile piano. Ma come si proibiscono filmetti scollacciati ai minori di 16 anni, così si dovrebbe proibire che vengano impartiti insegnamenti che non possono essere compresi nella loro natura da un adolescente. Non con la complicità dello stato, nelle scuole. Su questo tema non mi sembra che si siano mai espresse le associazioni professionali degli psicologi, psicanalisti e simili. Certo, ai governi, di qualsiasi colore siano, fanno comodo gli animaletti addomesticati e accondiscendenti. Però, ripeto, l’importante è cominciare dall’inizio… dalla materia grezza. Raddrizzare i chiodi storti non è un buon lavoro.

mafalda

Diocleziano
È pura utopia credere di poter togliere la scuola e l’indottrinamento dei piccoli ai preti, credo sia impossibile partire da lì. I preti cercano i deboli, che siano i poveri che hanno bisogno di mangiare, o che siano i bambini indifesi, e non possono mollare la presa su questi soggetti perché sono influenzabili o ricattabili. Se vuoi agire sui bambini devi convincere i genitori, in primis le loro madri.

Diocleziano

Mafalda,
certamente non sarà facile far mollare l’osso a quelli lì, ma da qualche parte si dovrà pur cominciare. Che siano i genitori o che sia lo stato, le cose non dovranno andare avanti come succede oggi, in un paese che si domanda se sia il caso di introdurre un’ora di educazione civica. Siamo ancora a un livello pre-illuministico, direi più da controriforma. La vera sfida sarà togliere il dio-play-station dalle mani di questi condizionati e sostituirlo con una vera cultura umanistica. Il fatto che tutto ciò sarà impossibile, non vuol dire che sia sbagliato.

Engy

Della laicità delle insulse sardine, così come viene itesa qui, a me interessa quasi niente, ma la mancanza di laicità (nella sua accezione che a me interessa di più) era evidente fin dall’inizio e il movimento l’ha confermata con quei 6 ridicoli punti programmatici che sono un inno all’autoritarismo, quindi ben lontani da un’idea di laicità.
Ma copio e incollo parole efficaci prese da “L’Inereferenza”, che mi trovano d’accordissimo:
“…Abbiamo una mutazione epocale. Non è solo un contributo, come giudicano i più fini cervelli italici, al trionfo elettorale in Emilia Romagna, ma è qualcosa di più e molto dolorosa per non dire tragica.
Una partecipazione giovanile di massa che non lotta contro l’ingiustizia, contro la guerra, contro il colonialismo, contro lo sfruttamento, contro la repressione bensì a favore delle politiche governative neoliberiste, dei padroni della finanza e della guerra, dei Monti, delle Angela, dei Prodi, del soft fascismo molto più raffinato del vecchio fascismo che, tra l’altro, a breve, sarà cooptato nel nuovo ordine planetario militar-finanziario globalizzato….”

Engy

Mafalda,
non concepisco molto domande schematiche come questa tua; schemi che peraltro e purtroppo caratterizzano l’informazione nostrana da almeno un paio di decenni, ma fa lo stesso ….
Comunque sia: qualcuno ha obiettato che è curiosa questa protesta delle sardine nei confronti di chi attualmente sta all’opposizione e mi pare un argomento con una certa logica, “certa”, non completa.
Detto questo e premesso che la ricorrente ossessione mostrificatrice che ieri riguardava Berlusconi e oggi prende di mira Salvini non mi interessa minimamente io penso che il nulla (le sardine) non ouò che perdere inevitabilmente di fronte a qualsiasi altra alternativa che proponga qualche straccio di tema. Quindi sì, meglio Salvini, nella misura in cui il suo messaggio, le sue proposte, che possono piacere oppure no e al netto dei toni e dei modi davvero molto discutibili, ci sono e sono piuttosto chiare (che è poi la chiave della sua escalation come sappiamo).
Poi sull’efficacia dei grandi proclami sbandierati dal “nostro”, ancora una volta sono d’accordo con Marco Rizzo che su Matteo Salvini dice giustamente: “Non è mai stato contro l’Unione Europea, è stato forse maleducato, ma concretamente non ha mai messo in discussione i trattati, né il MES, né il Pareggio di bilancio in costituzione, né il Patto di stabilità”.
Ultima cosa sulle sardine: chi hanno invitato sul palco? Non certo le cd. sardine nere che anzi hanno prontamente zittito (in effetti è un po’ volgare l’argomento dello sfruttamento e della schiavizzazione…), non un disoccupato o un precario o un invalido per incidente sul lavoro, ma, come da copione ormai consolidato di questa sinistra fucsia, naturalmente il trans e la ragazza velata, what else…?!?

bruno gualerzi

Per chi, come me, non ha il dono della profezia…
e in ogni caso non sa nulla di quei luoghi segreti dove si cospira contro laicità e secolarismo – al di là dell’ovvio Vaticano – e ingenuamente ritiene che ormai questo attacco all’illuminismo sia sufficientemente rappresentino dai sempre più diffusi populismi, sovranismi, nazionalismi, xenofobie, omofobie, rigurgiti nazlfascisti., tradizioni e riti tribali, ecc. cioè insomma dal trionfo dell’irrazionale (perchè di questo alla fine si tratta)…
ed è stato colto di sorpresa, sorge una domanda: chi dove, come, quando, tenta di opporsi a questo andazzo? Non certo – come qui si dice – le ‘insulse, evidentemente eterodirette, filoliberiste, sardine’, figuriamoci! Ma chi allora? Vuoi vedere che finirà per essere identificato proprio il Vaticano?

Diocleziano

Engy, spero che per “Angela” intendano la Merkel e non Piero… 😛

Non è da oggi che mi sono convinto che sia in atto una specie di “marketing tirannico” diretto a obbligare, più che ad assecondare, le scelte del cittadino. Il prototipo dell’idio†a gradito ai poteri, deboli o forti che siano, lo vediamo in quel poveretto ballonzolante degli spot, felice di essere “sempre connesso”, ricco di giga, estasiato da una barretta al cioccolato… Siamo governati, dominati dalla lobby delle lobby. Rimpiangeremo quando si stava male.

bruno gualerzi

@ Engy
Per chi, come me, non ha il dono della profezia…
e in ogni caso non sa nulla di quei luoghi segreti dove si cospira contro laicità e secolarismo – al di là dell’ovvio Vaticano – e ingenuamente ritiene che ormai questo attacco all’illuminismo sia sufficientemente rappresentino dai sempre più diffusi populismi, sovranismi, nazionalismi, xenofobie, omofobie, rigurgiti nazlfascisti., tradizioni e riti tribali, ecc. cioè insomma dal trionfo dell’irrazionale (perchè di questo alla fine si tratta)…
ed è stato colto di sorpresa, sorge una domanda: chi dove, come, quando, tenta di opporsi a questo andazzo? Non certo – come qui si dice – le ‘insulse, evidentemente eterodirette, filoliberiste, sardine’, figuriamoci! Ma chi allora? Vuoi vedere che finirà per essere identificato proprio il Vaticano? Non male per chi, come UAAR (dove R dovrebbe stare per razionaiità) continua a vedere nella situazione attuale, per quanto sotterraneo, un avanzamento della secolarizzazione…

Engy

ottino Bruno, come (quasi) sempre.
Comunque sia, su Sardine, pd, Salvini, antifascismo di maniera, io la penso come Marco Rizzo, secondo me unico politico attualmente credibile e ascoltabile.
…E anche se non sono comunista.

bruno gualerzi

Errata corrige. Evidentemente (forse) questo “sia sufficientemente rappresentino dai…” (terza riga) doveva essere un “sufficientemente rappresentato dai….”

Commenti chiusi.