La clericalata della settimana, 5: il sindaco di Catania ha imposto il temporaneo divieto di abitazione nelle zone dei fuochi d’artificio per la festa di sant’Agata

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del sindaco di Catania Salvo Pogliese che

ha emanato un’ordinanza per imporre temporaneamente di non frequentare o abitare immobili vicini all’area in cui sono stati sparati i fuochi d’artificio per la festa di sant’Agata

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

La Regione Marche ha finanziato con 30mila euro la costruzione del Centro pastorale San Francesco d’Assisi nel quartiere Palombare di Ancona.

Il Consiglio regionale della Lombardia ha ricevuto solennemente l’arcivescovo di Milano Mario Delpini al Pirellone. Ad accoglierlo, il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, il presidente della Regione Attilio Fontana, vari consiglieri regionali, assessori e sottosegretari.

Una statua della Madonna di Loreto viene condotta in tour tra enti e reparti dell’Aeronautica Militare su tutto il territorio nazionale. In questo periodo è ospitata nell’aeroporto di Sigonella, dove è stata tributata di onori quali alzabandiera solenne, processione e messa.

L’ospedale San Francesco di Nuoro ha autorizzato un banchetto propagandistico del movimento integralista anti-aborto “Pro Vita” nella hall della struttura, in occasione della “giornata per la vita” indetta dal Vaticano.

Anche al reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale SS. Trinità di Cagliari, sempre in occasione della “giornata della vita”, è stata organizzata una messa, pubblicizzata con la campagna della conferenza episcopale “Aprite le porte alla vita”.

Sempre per la giornata cattolica all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa gli attivisti anti-aborto hanno regalato primule con annesso messaggio dei vescovi per le donne in gravidanza nei reparti. Inoltre il vescovo di Ragusa ha visitato neonati e mamme negli ospedali di Ragusa e Vittoria, con annesse celebrazioni di messe.

La redazione

4 commenti

Manlio Padovan

Scusate l’ardire…ma io penso che il sindaco di Catania abbia preso quella decisione per evitare danni a persone in seguito ad eventuali residui di fuochi inesplosi nella zona. Non mi intendo di fuochi; ma forse un pericolo successivo alla festa c’è.
Che poi la festa sia intitolata ad una santa…fa parte purtroppo del nostro gap intellettuale, della stupidità nazionale.

Massimo Maiurana

Anche se fossero stati i festeggiamenti del 25 aprile non sarebbe cambiato nulla: non si dovrebbe cacciare di casa la gente per motivi ludici. Puoi evacuare una zona per disinnescare un ordigno, non per uno spettacolo pirotecnico. Se pensi che lo spettacolo possa nuocere, o lo fai altrove o non lo fai per niente.

Diocleziano

Appunto, e considerando quanto siano tossici i fumi e le polveri residue della combustione dei fuochi d’artificio, c’è da domandarsi se simili amministratori siano degni dell’incarico per il quale sono pagati. E una bella ‘class-action’ no?

RobertoV

Certo che per una festa cittadina religiosa non poter risiedere nella propria abitazione o luogo di lavoro per tanti giorni, per ore ed in orari disagevoli ….
Non si tratta di un solo giorno e di poche ore, ma del 3, 4, 5, 6 e 12 febbraio e per alcuni giorni per quasi l’intera giornata. Immagino che avranno lautamente coperto i costi ed indennizzato le persone colpite che non sono di certo obbligate a partecipare alla festa.
Sono da denuncia e spero che qualcuno lo faccia o li hanno minacciati preventivamente?
E pensare che a capodanno c’erano state ordinanze governative nei comuni italiani per impedire i fuochi d’artificio.
Ma in nome della religione cattolica tutto si può fare, anche limitare pesantemente la libertà altrui. Cosa sarebbe successo se la stessa cosa fosse stata richiesta per una festa laica?
Per fortuna che il giornale di Sicilia ne parla in modo entusiastico, omettendo ovviamente il fatto dell’ordinanza, e sostiene che la festa è tornata più religiosa: cosa ci sarebbe di religioso nello sparare fuochi d’artificio per ore e giorni? E pensare che tra le varie cose è una dea che protegge dal fuoco …..

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