“Non possiamo che essere contenti e più che soddisfatti dell’ordinanza della Cassazione diffusa oggi che ha accolto il nostro ricorso riconoscendo che noi atei e agnostici abbiamo il diritto di essere tali e di poterlo dire. Sembra una banalità ma ci sono voluti sette anni di battaglie legali per vederlo messo nero su bianco”.
È il commento di Adele Orioli, responsabile iniziative legali dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), all’ordinanza di rinvio con cui la Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’appello di Roma accogliendo in pieno il ricorso dell’associazione.
La vicenda risale al 2013 quando l’Uaar lancia su tutto il territorio nazionale la campagna “Viviamo bene senza D” su cui campeggiava la parola “Dio”, con la D in stampatello barrata e le successive lettere “io” in corsivo e sotto la scritta “10 milioni di italiani vivono bene senza D. E quando sono discriminati c’è l’Uaar al loro fianco”. Su tutto il territorio nazionale tranne che a Verona, dove il Comune censura la campagna sostenendo che il contenuto dei manifesti fosse potenzialmente lesivo nei confronti di qualsiasi religione.
“Dopo una lunga battaglia legale la Cassazione ha oggi stabilito il contrario”, prosegue Orioli: “Atei e agnostici hanno diritto a professare un credo che si traduce nel rifiuto di una qualsiasi confessione religiosa. Un diritto che è tutelato dalla libertà di coscienza sancita dall’articolo 19 della Costituzione, alla stregua del credo religioso positivo, che si sostanzia nell’adesione a una determinata confessione religiosa. La parola torna quindi alla Corte d’appello di Roma che dovrà riesaminare il caso alla luce delle considerazioni della Cassazione. Come Uaar ringraziamo intanto l’avvocato Fabio Corvaja che ci ha rappresentato con professionalità e tenacia in questa battaglia. Vinta. Dall’Uaar ma non solo per l’Uaar bensì per tutti, credenti e non, perché la libertà di coscienza appartiene a tutti. E il riconoscimento di un diritto umano fondamentale rafforza i diritti di ognuno di noi, nessuno escluso”.
Comunicato stampa
Fantastico. Credo proprio che stapperò lo Champagne. Sul serio, non sto scherzando, è una cosa da festeggiare.
Mi lascia solamente un po’ perplesso il concetto di “professare un credo che si traduce nel rifiuto di una qualsiasi confessione religiosa”. Ecco, io temo che un concetto del genere possa rivelarsi alla lunga un’arma a doppio taglio in mano di chi vede l’ateismo alla stregua di una confessione religiosa come una qualsiasi altra. Avrei preferito di gran lunga che si fosse stabilito che atei & agnostici hanno il diritto di NON PROFESSARE alcun credo. Spero che ciò si concretizzi in prossime future battaglie, nel frattempo lo Champagne lo bevo lo stesso. E spero che Orioli, Corvaja e gli altri attori responsabili di questo che è comunque un successo vogliano unirsi metaforicamente a me ed altri (vista l’ovvia impossibilità fisica) che eventualmente volessero celebrare questa notizia. Uaar, atei, agnostici o comunque scettici vari, PROSIT!
Il diritto individuale di non professare alcun credo è stabilito nell’articolo 18 della Dudu (1948), nell’articolo 9 della Cedu (anni ’50) e in tutte le normative che riguardano la libertà religiosa. In Italia importante soprattutto la sentenza 117 della Corte Costituzionale del 1979. Qui invece si parla (anche) del diritto (anche) collettivo del diritto alla manifestazione e alla propaganda della non professione di fede anche in semplici termini negazionisti la fede/la divinità stessa.
Ok, infinite grazie per la delucidazione!
Ce lo facciamo questo brindisi virtuale? (Che lo Champagne ormai l’ho finito… 😉 )
Ma sicuro! Prosit!
È certamente una vittoria. Ma allo stesso tempo trovo che sia una vergognosa sconfitta dell’umana intelligenza il dover attendere anni di disquisizioni legali per stabilire una tale ovvietà.
Vorrei risponderti “eeh, ma sai, siamo in Italia ecc. ecc.” ma sono perfettamente conscio che ciò non esaurisce la questione…
In realtà nel Regno di Vaticalia questa sentenza è un eccezionale “miracolo”, per il quale noi atei dovremmo fare un pellegrinaggio a Lourdes.
🤣
E’ una notizia fantastica! Appena letta su Repubblica ho strabuzzato gli occhi! Certo ci sono cose che non digerisco tipo, come ha fatto notare dissection qui sopra, il riferimento ad associarci ad un credo religioso in forma negativa. Una precisazione: per come la vedo io non sono sette anni di battaglie ma almeno 1700!
Auguri a tutti 🙂
La libertà religiosa, diritto umano fondamentale, è l’atteggiarsi della libertà di coscienza di fronte al fenomeno religioso. Si compone del cosiddetto contenuto positivo, la libertà di avere la religione che si preferisce e del cosiddetto contenuto negativo, la libertà di non averne alcuna, la libertà di non credere. Non c’è una senza l’altra, due facce della stessa medaglia.
Carissima Adele, sono contento del risultato ottenuto e, visto che ne ho la possibilità, vorrei dirti un grande GRAZIE per l’impegno che voi tutti ci mettete per rendere un po migliore il mondo in cui noi atei viviamo.
Grazie a tutti quelli che ci sostengono! A proposito… Firmata la petizione? 😁
Certamente! Firmata e girata 😉
E si è dovuti arrivare alla Cassazione per una questione che il Giurì della Pubblicità avrebbe risolto in una mattinata? Certo, quando sullo sfondo c’è la città del Male le cose si complicano, ma questo caso poteva rientrare nella casistica della ‘pubblicità comparativa’ che è lecita in Italia; soprattutto considerando che il messaggio non era ingiurioso. Da questa vicenda emerge che la legge tutelerebbe alla pari la religione e i manipolatori di tarocchi, ma fa fatica a comprendere la posizione degli atei: nonostante la sentenza favorevole l’ateismo NON è un credo, è la contestazione di affermazioni fatte senza prove. La religione sì è pubblicità ingannevole.
« …Vinta dall’Uaar ma non solo per l’Uaar bensì per tutti, credenti e non,
perché la libertà di coscienza appartiene a tutti… »
Purtroppo non credo che la libertà di coscienza appartenga a tutti, certo non a quelli che furono condizionati dall’infanzia e ragionano per dogmi imposti.
Altrimenti non sarebbe così faticoso arrivare a sentenze pertinenti.
L’aggettivo “negativo” e la definizione di “credo” riguardo alla posizione atea/agnostica non sono in realtà poi così sbagliate. Anzi, non lo sono per nulla.
Negativo è chi nega e si applica perfettamente a chi nega l’esistenza di dei o altre amenità metafisiche/spirituali. Non è che negativo è sinonimo di brutto. Altrimenti dovremmo gioire se l’esito della nostra biopsia fosse positivo.
“Credo” è in effetti un po’ più ambiguo ma non più di tanto. Nella carta di Nizza lo stesso termine è stato sostituito con il meno ambiguo “convinzione”, ma secondo me la sostanza è identica: quella dell’ateo/agnostico negativo è un credo o una convinzione nella misura in cui non può dimostrarne la validità senza alcuna ombra di dubbio. È un credo/convinzione dettato dal razionalismo, ma non è oggettivo.
Purtroppo viviamo in un mondo condizionato pesantemente dalla cultura religiosa che non concepisce il non credere per cui il termine credere ha assunto significati lati, anche come sinonimo di pensare.
D’altronde viene utilizzato anche verso il pensiero scientifico, quando in realtà non avrebbe proprio senso.
Ed è abbastanza assurdo che dei non credenti possano essere indicati come credenti in un credo non religioso.
All’estero nel mondo anglosassone e tedesco vengono più correttamente indicati come liberi pensatori. Bisognerebbe fare una pulizia dei termini nei dizionari ed evitare di utilizzare termini ambigui derivati da un imprinting religioso. I percorsi di un credente ed un ateo differiscono troppo per poter adottare terminologie simili.
Sì infatti. Per esempio: chi non crede alla Terra piatta o al terrapiattismo non dovrebbe essere incasellato fra i credenti della terra tonda! Non si può creare una non credenza speculare ad ogni fantasia assurda. Purtroppo però, e mi allaccio al discorso di Massimo Maiurana, mentre per la terra il dato che la stessa non è piatta ma tonda è verificabile ed oggettivo per chiunque, anche per i terrapiattisti se solo lo volessero, per cui affermare il contrario è del tutto arbitrario rispetto alla realtà, non esiste o non esisterebbe una prova altrettanto oggettiva ed evidente dell’inesistenza di dio. A meno di non rivedere/ribaltare il concetto di verificabilità di un fenomeno. Perchè rimane pur sempre vero che spetta a chi afferma l’esistenza di qualcosa che palesemente non sembra esistere, provare che invece esista. Altrimenti è abbastanza ingiustificato definire non credente qualcuno rispetto a qualsiasi atto di fantasia di qualcun altro. Diciamo che è quantomeno inutile ed ovvio che esistono non credenti rispetto a qualsiasi fenomeno non dimostrato, è lo stato naturale di qualsiasi essere umano rispetto a tutto tranne che a qualche fantasia che ha accettato di abbracciare per partito preso.
Ops il mio commento sopra era in risposta a RobertoV.
PS: Suggerimento: non sarebbe carino, dopo ormai più di dieci anni che esiste questo blog, dare la possibilità di modificare un commento da parte di chi lo ha postato?
Ho scaricato e letto l’ordinanza della Cassazione n. 7893/2020, che si è limitata a far applicazione di principi di diritto che sono scolpiti nella Costituzione, della dichiarazione dei diritti dell’uomo, nella Convenzione per la salvaguardia dei diritti e delle libertà fondamentali, nella Carta di Nizza e in leggi italiane applicative di direttive dell’Unione europea sul divieto delle “discriminazioni dirette e indirette fondate (tra l’altro) sui convincimenti religiosi: principi che sono stati recepiti dalla Corte Costituzionale già dal 1979 e che sono stati ribaditi dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo. Non dovrebbe dunque esserci nulla di straordinario, ma in realtà il Tribunale dell’Urbe Eterna e la Corte d’Appello dell’Urbe Eterna avevano respinto il ricorso dell’UAAR, in spregio a tutti questi principi e a tutte queste sentenze. Ora la Corte di Appello di Roma, in diversa composizione, dovrà attenersi ai principi sanciti dalla Cassazione e, per la precisione, dovrà valutare se la scritta propagandistica dell’UAAR implichi una denigrazione o addirittura il reato di “vilipendio” di una religione (non si sa quale, visto che è stato usato il termine Dio e, per quanto ne sappia, dei Dei la fervida immaginazione umana ne ha inventati a miliardi, molti dei quali tutt’ora vigenti). Non è il caso di minimizzare questa vittoria, perché bisogna ricordare che la “brava” Corte Costituzionale del dott. Giuliano Amato ha accolto il conflitto di attribuzione proposto dal Governo Italiano avverso le sentenze favorevoli all’UAAR del Consiglio di Stato e delle Sezioni Unite della Cassazione, sancendo un principio diametralmente opposto, e cioè che gli “atei” e gli “agnostici” sarebbero una sorta di frammenti fecali che “non hanno alcun diritto” di stipulare intese con lo Stato italiano -a differenza dei cattolici, degli ebrei, degli avventisti del 7° giorno, dei Valdesi, dei testimoni di geova etc. etc- e questo perché si tratterebbe di “atti politici” che il Governo può decidere a suo insindacabile giudizio di stipulare o meno. Questa ordinanza della Cassazione mette in luce l’aspetto discriminatorio della pronuncia della Corte Costituzionale del prof. Sottile e tornerà quindi utile nel ricorso alla CEDU che l’UAAR ha proposto contro di essa (sottolineo che il prof. Sottile non si è astenuto, pur avendo già espresso nel suo blog il suo dissenso contro le sentenze del Consiglio di Stato e delle Sezione Unite della Cassazione che avevano dato ragione all’UAAR. C’è dunque da sperare che la corte d’appello dell’urbe eterna non si inventi qualche altra strampalata tesi per respingere il ricorso e costringere l’UAAR a proporre nuovo ricorso per Cassazione.
E’ sempre molto istruttivo leggere i suoi interventi. Grazie per l’approfondimento.
Grazie. Vorrei comunque segnalare l’alto merito professionale dell’Avv. Fabio Corvaja che, dopo aver subìto due “sconfitte” da parte dei clerico-giudici del Tribunale e della Corte di Appello di Roma (la “Capitale” della “cristianità”), non si è scoraggiato ed ha impostato un valido ed eccellente “ricorso per cassazione” (e vi assicuro che è tutt’altro che facile impostare un ricorso per cassazione cercando di rispettare le regole stringenti e limitative del codice di procedura civile) che ha portato ad un esito (storicamente) favorevole. Questa sentenza, peraltro, dovrebbe a mio sommesso avviso riverberare effetti positivi nel ricorso proposto dal Prof. Franco Coppoli contro la sanzione disciplinare che gli è stato inflitta per aver rimosso il crocifisso che gli è stato imposto, in totale assenza di norme di legge o amministrative, dalla “maggioranza” degli studenti. Credo che l’Avv. Corvaja meriti un caloroso plauso e ringraziamento.
Come diceva Valery, “la confusione mentale è patologica quando siamo soli, ma considerata normale se siamo in tanti”…… Molti credenti moderni e anche non credenti si comportano come se il discorso scientifico e il discorso religioso si svolgono su dei piani diversi, uno si occupa dei fatti e l’altro del significato o valore…..
Ed è proprio cio’ che succede in Vaticalia ! Quindi se il livello QUALITATIVO dell’istruzione non cambia fondamentalmente, tramite radicali cambiamenti di paradigma, sarà difficile che avvenga un ribaltamento della situazione attuale.
Tentar non nuoce ! Ovviamente non posso che congratularmi con l’iniziativa che considero prettamente etica dell’UAAR ; ma cauti : una battaglia è (quasi) vinta, ma non la guerra…..
Da notare che da quello che emerge da seri studi neurologici relativi alla nostra vera natura, nessuna rivoluzione politica, o tipo di educazione, porrà fine alla conflittualità o antagonismo tra gli umani con o senza religione !
Possiamo comunque sperare che tramite una cultura degna di questo nome (da NON cofondere con tradizioni arcaiche o assurde) si possa arrivare a certi miglioramenti : meno antagonismo sociale, egocentrismo e –soprattutto- meno odio.
Una cosa sembra essere certa, affermava un certo Abraham Lincoln :
“Potete ingannare alcune persone tutto il tempo. Potete anche ingannare tutte le persone un certo tempo. Ma non potete ingannare il mondo eternamente “…..
” …Quindi se il livello QUALITATIVO dell’istruzione non cambia fondamentalmente, tramite radicali cambiamenti di paradigma, sarà difficile che avvenga un ribaltamento della situazione attuale… ”
Questo è il punto cruciale: bisogna interrompere la manomissione sistematica della psiche delle nuove generazioni.
Io sapevo che era “non si può ingannare LA MAMMA.” 😉
Ringrazio tutti quelli che si sono spesi in questa battaglia, ma non nascondo che quando ho letto la notizia ho provato una grande amarezza. Tutti i giorni i non credenti sperimentano forme più o meno gravi di sopruso o semplicemente indifferenza nei confronti dei loro diritti, però veder sancito dalla Cassazione, nel 2020, un fatto così elementare come il diritto a non credere ha un qualcosa di angosciante che non so spiegare. Ora bisognerà vedere nel futuro se saremo protetti, il potere dei preti non si cura molto delle leggi italiane e se si tratta di chiesa neanche i politici.
Sì è vero! Sembra davvero assurdo che nel 20° secolo con i progressi scientifici, tecnologici e sociali, almeno in buona parte dell’occidente, che abbiamo alle spalle, si debba ancora gioire per aver ottenuto il contentino che, sì, si può avere il diritto di non credere e di poterlo esplicitare. Però così è, pertanto cerchiamo di gioire per questa notizia e di migliorare. Cerchiamo tutti insieme di spostare sempre un po più avanti l’asticella del progresso.
Caro ateo64,
scusa una piccola pedanteria: siamo nel 21° secolo, dal 1° gennaio del 2001 per la precisione.
(Una distrazione è facile quando si scrive in fretta).
Sì giusto! Sorry…
Non c’è più religione?
magari… ma ce n’è un po’ meno grazie all’UAAR!
Un grande e sentito ringraziamento a tutti gli amici dell’associazione.
per quanto hanno fatto, fanno e faranno!
Grazie