«Ancora una volta la politica si mostra debole nei confronti delle richieste di corsie preferenziali che pervengono dalla Chiesa. Così il governo ha dato priorità alle riunioni di tipo religioso mentre altri tipi di riunioni continuano a essere vietate (teatro, presentazioni di libri, incontri in centri socio culturali, cinema, lo stesso diritto all’istruzione nella scuola pubblica). Di fatto, su pressione dei vescovi, il governo ha attuato un regime speciale per le riunioni a carattere religioso, regime speciale proibito dalla sentenza n. 45/1957 della Corte costituzionale. La libertà di riunione non deve consentire privilegi per qualcuno e divieti per altri. Nemmeno se questo qualcuno si ritiene il rappresentante di Dio in terra».
Il segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Roberto Grendene, commenta così il protocollo firmato da Palazzo Chigi che dà il via libera alle messe coi fedeli a partire dal 18 maggio.
«Noi per esempio abbiamo una biblioteca che non possiamo aprire e una sala riunioni inaccessibile. Quindi le nostre assemblee non si possono tenere: non è discriminazione questa? Suona poi quantomeno forte parlare di norme ferree per la ripresa delle celebrazioni religiose: le regole stabilite dal Protocollo sono in realtà spesso approssimative, un’applicazione di principi affidata a parroci o volontari. E considerato che le inadempienze religiose in fase 1 sono state già tante, le abbiamo documentate, le ha riprese la stampa, chi ci dice che in fase 2 andrà meglio? Insomma – conclude Grendene – ci stupisce che quello stesso comitato tecnico-scientifico che pochi giorni fa sosteneva che le messe presentassero “criticità ineliminabili” ora abbia dato parere favorevole al protocollo. Che fine hanno fatto quelle criticità? Sparite per intervento divino?».
Comunicato stampa
La Chiesa teme di perdere il grip sui fedeli. I politici temono di perdere l’appoggio della Chiesa.
Mi correggo: la Chiesa teme di perdere i cuori dei fedeli e (dunque) i soldi dei politici.
Insomma, pare che a tutti serva la Chiesa: ai politici (per avere i voti) e ai fedeli (per avere … boh).
Vuoi vedere che dopo due mesi lontano dalle messe i fedeli non scoprano di poterne benissimo fare a meno?
E poi c’era bisogno di una pandemia per scoprire quanto siano antigieniche la prassi dell’acqua santa e la distribuzione dell’eucarestia? Chissà cosa fa un prete con quella mano prima di dare la comunione…
Strano che non si sia già sollevata l’altra metà del mondo dei calcio-dipendenti.
È da quando è iniziata la pandemia che tutte le prime pagine sono dedicate a soli tre argomenti: 80% crisi economico-sanitaria da virus, 10% lamentele dei preti per le messe, 10% lamentele delle squadre per le partite. Il 10% che si è liberato potrà essere dedicato ai preti che ci diranno quanto sono contenti e a tutto il bene che ne verrà al mondo. Intanto quelli del calcio rosicano… 😛
Le due religioni dell’italiano medio e dei mezzi di informazione. il papa e il calcio. Il virus prima o poi stuferà o sarà meno letale e i credenti tutti potranno tornare, felicemente, a non perdersi una virgola dei propri feticci.
Voglio proprio vedere quanti andranno a messa. Già prima erano pochi; non credo che ci sarà un assalto alle chiese come quello molto probabile alla riapertura dei negozi.
Cara Mafalda,poco tempo fa proprio un prete ,titolare di parrocchia ha avuto un’idea
che,bisogna ammetterlo,e’ veramente geniale : durante la Messa al posto dei fedeli ci sono i loro selfie ordinatamente disposti sulle panche .
Soluzione assolutamente perfetta :partecipazione numerosa e rischio totalmente nullo.
Una modifica della liturgia che meriterebbe di essere adottata permanentemente.
Altra possibile modifica : al posto del turibolo con l’incenso il sacerdote si aggirera tra i banchi impugnando l’apposita apparecchiatura di aerosol di
sanificazione.
Mica tanto perfetta: pensa alla ormai imminente compilazione del 730 e simili; se il gregge non è presente e il prete non può rammentargli quanto ha fatto la chiesa per salvare l’Italia dalla pestilenza e dalla fame, l’8×1000 sarà magro e ancor peggio sarà alla prossima dichiarazione…. sempre che non provveda il governo ad andare in soccorso dei soccorritori. Non peregrina ipotesi quest’ultima se al governo, dio non voglia (!), ci ritrovassimo fra’ Matteo, suor Giorgia da Trastevere e don Silvio da Olgiate.
Diocleziano
Purtroppo temo che anche senza la presenza del gregge grazie a media e politici compiacenti la propaganda pro attività della chiesa sia efficace e incessante ed ogni suo minimo aiuto (che poi è un investimento pubblicitario per guadagnarne molti di più) viene pubblicizzato e millantato.
Presso i cittadini passa addirittura il messaggio che senza la caritas lo stato non ce la farebbe. Cioè uno stato spende miliardi, mentre per i cittadini sono fondamentali le decine di milioni della multinazionale chiesa cattolica. Un po’ come quando ringraziano il santo dopo essere stati curati dai medici.
Ed è poco noto quante centinaia di milioni gli stessi cittadini donino direttamente senza il tramite caritas e quanto facciano le varie associazioni non cattoliche perchè nei media si parla quasi esclusivamente della sola caritas che il governo spesso pubblicizza per la raccolta fondi. Pensa alla uscita sulla RAI di Vespa contro le ONG che non aiuterebbero.
Scuole chiuse (giustamente, vista l’emergenza), chiese aperte (nonostante l’emergenza). D’altra parte: -Che ppredicava a la Missione er prete?/ “li libbri nun zò rrobba da cristiano:/fijji, pe ccarità, nnu li leggete” ( G.Belli, “Er mercato de piazza Navona”). WW l’Italia!
Aspettiamo di vedere quanti (soprattutto anziani) si ammaleranno (e, se anziani, con molta probabilità moriranno) per essersi contagiati durante una messa.
Questa pretesa di apertura potrebbe diventare un boomerang per la chiesa stessa.
Infatti.
Credono che le fondamentali leggi del darwinismo per loro non valgano;
oppure hanno fatto i loro conti e, tra ‘dare’ e ‘avere’, giudicano che le possibili perdite siano un rischio accettabile.
Nessuno saprà mai che si sono infettati in chiesa.
Il problema è che non essendo comunità isolate contribuiranno a diffondere il contagio anche tra i non frequentanti la messa.
Cioè la loro pretesa di comportamenti privilegiati la pagheremo tutti.
Ed andando poi a farsi curare in ospedali convenzionati, di proprietà magari di gruppi cattolici (qui in Lombardia in modo particolare di CL) la chiesa guadagnerà ancora di più a spese della collettività grazie alla pandemia.
In cambio fra qualche anno avremo vari miracolati dal coronavirus, magari grazie a padre Pio o al papa santo subito; ovviamente non si dirà che se qualcuno lassù ci ama poteva anche risparmiarci il virus (senza peraltro intaccare in nostro libero arbitrio).
…….senza peraltro intaccare in nostro libero arbitrio….
G.B.
il nostro “libero arbitrio” affermi ?…. Ne sei proprio sicuro che le nostre scelte non siano “libere” e non condizionate da fattori che (sovente) ignoriamo ?
Ci sono anche i fedeli che spargono video vomitevoli sui social chiedendo “ridateci la messa”. E magari sono gli stessi che ci andavano solo a Natale & Pasqua. E non che si sia sentita una voce, una sola unica voce, da parte degli ormai sparuti veri osservanti per stigmatizzare questa infinita ipocrisia dei credenti della domenica. La verità è che alla no
Reprise. Alla gente non frega niente della messa, è solo che vogliono fare ciò che gli è stato vietato, in pieno stile italiottico. Con buona pace della libertà di culto.
Certo, la libertà di culto; e chi gliela vieta? Adorassero pure il loro dio (sì, quello che manda il coronavirus), che è dappertutto, come sostengono da secoli, mica sta solamente in chiesa. Quindi lo si può benissimo invocare anche restando fra le mura domestiche, tanto anche da lì non risponderà, come al solito.
Per voler essere sintetici non sempre si è chiari. Volevo dire che mentre il male prodotto dagli uomini (guerre, violenze di ogni genere) viene spiegato dalla Chiesa con la dottrina del libero arbitrio, le calamità naturali non si possono ovviamente spiegare in questo modo. Il male esistente in natura e non dovuto a cause umane è la prova più evidente che non c’è nessuno lassù che ci ama. Non a caso, per non voler riconoscere questa lapalissiana verità, in passato le pestilenze venivano interpretate come punizione dei peccati umani, oppure venivano attribuite agli “untori”. Tra l’altro, oggi non si crede più agli untori come ai tempi dei” Promessi sposi”, ma si elaborano teorie complottistiche, tipo nascita del virus in laboratorio, che, magari mi sbaglierò, ma ricordano tanto le vecchie superstizioni sugli untori, aggiornate in chiave psudoscientifica. Tutto per non ammettere che il male è in natura, che non c’è nessuna provvidenza che veglia su di noi e che il massimo che possiamo fare è difenderci con la nostra scienza e con la nostra intelligenza.
“…Il male esistente in natura e non dovuto a cause umane è la prova più evidente che non c’è nessuno lassù che ci ama… ”
Però ci sono politici che negli ultimi mesi hanno affidato al cuoreimmacolatodimaria l’Italia tutta, varie città e forse anche qualche bocciofila… Per adesso non si è ancora fatto vivo nessuno.
“…oggi non si crede più agli untori come ai tempi dei” Promessi sposi”….
In realtà all’inizio della epidemia e per buona parte della prima fase noi runner siamo stati additati da media, politici e cittadini come i nuovi untori, con valanghe di insulti sia sui social che per strada e pestaggi.
Sul male esistente in natura e non causato dall’uomo, stai tranquillo che i teologi si sono inventati una marea di scuse per giustificarlo. Ovviamente funzionano solo se hai fede …..
La fase due doveva essere una apertura sperimentale per verificare la possibilità di convivere con il coronavirus a costi sociali e sanitari accettabili, prima di proseguire con ulteriori aperture.
Invece è diventata un vero mercato in cui chi ha più potere riesce a saltare la coda ed anticipare le aperture rispetto ad altre attività meno rischiose come si vede bene con la chiesa cattolica e le sue messe.
A quanto elencato nell’articolo aggiungerei anche il settore sportivo all’aperto. Ma veramente una messa è meno rischiosa per il nostro governo rispetto all’andare in un campo di atletica, da tennis o in una piscina ad allenarsi? Ed il diritto alla libertà di culto viene prima degli altri diritti e libertà che invece possono aspettare anche se comportano meno rischi?
Una motivazione pretestuosa addotta è stata che se si aprono i musei allora si possono aprire anche le chiese e permettere le messe, come se fossero due cose equivalenti. L’accesso in un museo può essere contingentato e distribuito nell’arco della giornata, mentre una messa prevede la contemporaneità per la cerimonia e, quindi, assembramenti al chiuso di circa 1 h. Inoltre la comunione prevede vicinanza e possibilità di contatto, cosa che in un museo non c’è proprio.
Le presunte regole poi lasciano perplessi, perchè lasciano alla chiesa la responsabilità di controllarle e definirle, anche sul numero di persone che possono partecipare alla messa. In pratica un fate quello che volete, visto che hanno chiesto solamente di rispettare al chiuso la distanza di un metro. Per confronto nella cattolica Austria (ma in modo simile in Germania dal 4 maggio) dove l’epidemia ha avuto impatti contenuti ed è stata gestita meglio, le messe potranno riprendere da metà maggio, ad un mese dalle prime aperture, ma i vincoli posti sono di almeno due metri tra le persone e di 10 m2 a persona come spazio previsto all’interno (15 m2 in Germania), con un limite massimo di assembramento di poche decine di persone all’interno della chiesa anche per le chiese più grosse. Inoltre se durante la comunione c’è contatto tra prete e fedele, la messa va interrotta per l’igienizzazione. In Svizzera che ha avuto meno problemi di noi dovranno aspettare fino all’8 giugno: si lamentano di avere poco potere per far cambiare idea al governo, evidentemente non pensano che possa essere un problema di sicurezza che il governo ha valutato senza servilismi.
…..« Volevo dire che mentre il male prodotto dagli uomini (guerre, violenze di ogni genere) viene spiegato dalla Chiesa con la dottrina del libero arbitrio »….
GB
OK, dottrina (o teoria) del libero arbitrio sostenuta accanitamente, e da secoli, dalla chiesa. Ma che con il progresso della scienza, particolarmente della neurofenomenologia, la realtà risulta molto diversa delle VERITA’ scontate, non discutibili della chiesa, ma non solo….
NB Sarebbe interessante conoscere il punto di vista UAAR su questa scottante tematica….