L’apostasia di Silvia Romano

Non c’è arrivo senza partenza. E non c’è conversione senza apostasia. In quasi tutti i viaggi si festeggia l’arrivo, e assai più raramente la partenza. Anche nelle conversioni l’apostasia resta quasi sempre in ombra – ma è continuamente evocata. Il clamore suscitato dalla scelta di Silvia Romano, a ben vedere, non risiede soltanto nella sua conversione esplicita, ma soprattutto nell’apostasia implicita. Passata un poco la burrasca, possiamo rifletterci sopra con maggior calma.

L’apostasia di Silvia

L’antichità classica era talmente fluida che faticava a comprendere il significato di appartenenza religiosa, e quindi non poteva nemmeno concepire i meccanismi di entrata e di uscita da un culto. La conversione, dunque, è soltanto l’ennesima specialità monoteista. Non è un caso se la conversione più famosa di tutti i tempi è quella di san Paolo, folgorato “sulla via di Damasco”: è un inciso che vive ormai di vita propria, anche a spese dei contribuenti. Nella storia, però, le conversioni spontanee sono sempre state rare. Ed è per questo motivo che fanno notizia.

Proprio perché rare, proprio perché richiedono uno sforzo enorme a fronte di un ben misero risultato, le analisi costi-benefici hanno sempre suggerito una strada decisamente drastica e immorale, ma senz’altro più efficace, se il potere è d’accordo: le conversioni forzate su interi popoli. Le prime di cui abbiamo notizia, quelle compiute dai Maccabei, sono ampiamente celebrate nella Bibbia (ebraica prima, cattolica e ortodossa in seguito). Il modello di papa Ratzinger, sant’Agostino, a sua volta le giustificò autorevolmente alla luce del Vangelo. D’altronde, possiamo trovare un miglior esempio di conversione non richiesta al cattolicesimo del battesimo dei neonati, che vengono ancora esorcizzati per scacciare Satana, a cui appartengono fino a quel momento?

Ne consegue che, se bisogna(va?) essere cristiani per forza e se il battesimo rappresenta “un sigillo indelebile”, l’apostata che lo rifiuta sceglie di tornare nelle braccia di Satana. Va quindi considerato un vero e proprio infame: e la chiesa, fin dai primi tempi, lo ha coerentemente scomunicato. L’impero romano, una volta diventato anche cristiano, lo ha invece presto privato dei diritti civili (dal 391) e della vita stessa (dal 534). Vien da pensare che, se non avessimo avuto l’illuminismo, tali provvedimenti sarebbero ancora in vigore. La legge canonica ha infatti preteso la morte dell’apostata fino al 1917, e persino ora lo considera passibile della scomunica latae sententiae, quella che, anche se la chiesa non lo viene a sapere, scatta comunque in automatico. Per capirci: secondo le gerarchie ecclesiastiche, il genocida non merita una pena altrettanto dura.

L’incensamento della conversione va quindi di pari passo con la demonizzazione dell’apostasia. L’apologetica, che arriva a inventarsi la conversione di famosi increduli (Gramsci, Camus, Hitchens), allo stesso modo enfatizza lo straniero che si fa cattolico: già capita col migrante qualunque, figuriamoci con quello vip (Magdi Allam fu battezzato durante una veglia pasquale da Benedetto XVI in persona). Quando però accade il contrario, c’è chi grida immediatamente all’altissimo tradimento: lo psicodramma di questi giorni nasce da questa remota antitesi. Squisitamente teologica, per quanto possa apparirci anche tribale.

È una contrapposizione che la destra ha fatto immediatamente, naturalmente propria. Come in un crescendo wagneriano: dal titolo di Libero (Abbiamo liberato un’islamica) all’epiteto di “neo-terrorista” affibbiato dal leghista (e ultrà cattolico) Alessandro Pagano; dalla richiesta di arresto da parte di Sgarbi all’invito all’impiccagione formulato dal consigliere comunale di Asolo. Una vera battuta di caccia dai connotati sessisti contro “una ingenua che se l’è andata a cercare” – un film peraltro già visto contro altre giovani volontarie (le due Simone, Greta e Vanessa), che traducevano anch’esse in pratica un ritornello caro ai sovranisti, quell’“aiutiamoli a casa loro” sempre sbandierato, ma mai attuato. Nessuno sarà però rimasto sorpreso dall’ancora maggiore acredine manifestata negli ultimi giorni. Agli occhi dei nazional-cattolici, infatti, Silvia l’apostata ha compiuto un duplice tradimento: una milanese, già animatrice in parrocchia, non può abbracciare una religione straniera.

A modo loro, gli identitaristi sono sinceri: non ce la fanno proprio ad accantonare dall’oggi al domani due millenni di radici cristiane.

Cambiare tutto per non cambiare niente

Altrettanto “naturale” è stata però l’accoglienza (talvolta persino festosa) della conversione di Silvia da parte degli esponenti liberal e di sinistra. Le valutazioni delle implicazioni della sua decisione si possono purtroppo contare sulle dita di una mano. E fosse solo questo, il problema. Sui social network sono traboccati gli insulti in risposta alle affermazioni di destra (con toni soltanto leggermente meno accesi) ed è andato in onda un autentico diluvio di perentori “non permettetevi di giudicare la sua scelta” nei confronti dei dubbiosi.

Il mantra del Think Positive in salsa New Age sembra ormai essere il New Normal della New Left. Passi che i suoi alfieri fingano di dimenticare che liberalismo, socialismo e comunismo, agli albori, avevano accenti antireligiosi (talvolta sin troppo pesanti). Ma la denuncia dell’arcaismo delle imposizioni religiose fu un elemento centrale nelle battaglie femministe degli anni settanta e nell’impegno per ottenere il diritto al divorzio e all’aborto. Oggi va considerata praticamente svaporata. Eppure dovrebbero ricordarsene in molti – anche soltanto per aver letto qualche libro di storia a scuola.

L’hakunamatatismo è in espansione, a sinistra, e comincia a rappresentare una vera e propria impostazione ideologica, anche se (si spera) non ancora un dogma. Ha trovato una rappresentazione eloquente in un’affermazione della sardina Jasmine Cristallo: “Sono stati spesi soldi per liberare Silvia? Meglio che per comprare armi!”. Ma con quei soldi, quasi sicuramente, verranno proprio comprate altre armi, e non è quindi moralmente accettabile fare i pesci nel barile: va onestamente ammesso che la vita salvata a Silvia provocherà probabilmente altre morti e altri sequestri con richiesta di riscatto, in una spirale di violenza potenzialmente infinita.

È un dilemma etico che la sinistra conosce benissimo: perlomeno dal 1978, dal sequestro di Aldo Moro. Durante il quale gli antenati politici dell’attuale Pd (la Dc e il Pci) sostennero una linea della fermezza che costò la vita allo statista. Legittimo cambiare opinione: ma è quantomeno possibile discutere seriamente e serenamente della questione? E qui non stiamo parlando delle Brigate Rosse: stiamo parlando di Al Shabaab, ramificazione somala di Al Qaeda. Che ha alle spalle centinaia di stragi con una scia infinita di sangue. Ce l’ha rammentato Maryan Ismail, che ha perso suo fratello in un loro attentato. Jasmine Cristallo avrà letto la sua testimonianza?

Al Shabaab è una feroce organizzazione terroristica. I mass media, anche quelli che si pretendono “terzisti”, non hanno voluto ricordarlo più di tanto. Forse non avrebbero sottolineato nemmeno la sua matrice musulmana, se non fosse emersa così prepotentemente al momento della liberazione. Resta il fatto che è un’organizzazione terroristica islamica, e che chi tace su questa evidenza fa esattamente il gioco che si attendono i jihadisti.

Secondo l’imam di Napoli, “l’islam non accetta le conversioni forzate”. E siccome sta scritto nel Corano, ciò dimostrerebbe che “la conversione è stata libera”. Per quanto l’islam abbia un miglior rapporto con le conversioni rispetto al cristianesimo, l’imam dimentica che non solo Al Shabaab, ma anche altri gruppi terroristici islamici hanno largamente praticato le conversioni forzate. Ricordate le centinaia di ragazze rapite da Boko Haram? Il suo leader ci disse che il progetto iniziale era di venderle come schiave. Ma poi ha portato loro l’islam, e tanto gli basta per considerarle “liberate”, benché prigioniere (e alcune lo sono ancora). Com’è umano lui. L’Isis era in effetti più brutale: o la conversione o la vita. Ma persino nelle carceri inglesi vi sono gang musulmane che malmenano i prigionieri restii a convertirsi.

In merito all’apostasia, poi, l’islam ha credenziali identiche al cristianesimo: chi passa al nemico merita la morte. Ed è così ancora oggi, a differenza del cristianesimo. Al punto che la pena capitale per apostasia, su questo pianeta, è tuttora prevista in dodici stati – e sono tutti paesi a maggioranza musulmana. Gli imam preferiscono sorvolare, tanto la loro dottrina è palesemente crudele. Ma anche gli hakunamatatisti restano zitti, sul punto. Capita così che una donna brillante come Ayaan Hirsi Ali, somala anch’essa, attivista liberal e new atheist, finisca a lavorare in un think tank conservatore Usa. Perché è ormai troppo manifestamente “infedele” rispetto al canone della sinistra regressiva, come la definisce Majid Nawaz.

In tutto il pianeta (e persino in Italia, nonostante il silenzio che impera pure su questo argomento) è in corso un importante processo di secolarizzazione. Anche nel mondo musulmano sono in crescita i giovani che vorrebbero fare scelte diverse e più libere. Ma il mondo occidentale sta lavorando senza sosta per distruggere ogni loro aspirazione.

L’eventuale apostasia di Aisha

Ventidue anni, e tanta voglia di fare del bene in Africa. Poi il rapimento, e un anno e mezzo di prigionia in un paese tra i più disperati del mondo, nelle mani di un gruppo terrorista tra i più spietati del pianeta. E infine la liberazione, e con essa la rivelazione della scelta, “spontanea e non forzata”, di farsi musulmana. Ora si fa chiamare Aisha, come la sposa-bambina di Maometto.

La conversione di Silvia sembra aver fatto rumore quasi quanto ne generò quella di Cassius Clay – avvenuta in un’epoca molto diversa, per ragioni completamente diverse. Sul momento, a me ha ricordato quella (temporanea) di Salman Rushdie: un vano tentativo di indebolire la fatwa che pendeva (e tuttora pende) sulla sua testa. È in effetti attestato che le conversioni “sorprendenti” nascono spesso dalla necessità di superare una difficoltà ritenuta insormontabile. Una tesi suffragata in qualche modo dalla stessa madre, quando sostiene che “chiunque tornerebbe convertito”.

A guardare più attentamente, la realtà potrebbe però apparirci diversa. I reduci convertiti esistono, ma non sono la norma. Basta ripensare alla traiettoria di Primo Levi, che da Auschwitz tornò con un ateismo decisamente risoluto. Restando a casi noti, ma più simili e recenti, Giuliana Sgrena ha scritto un libro che parla (anche) dell’odio dell’islam contro le donne. Domenico Quirico ci va ancora più pesante, e Daniele Mastrogiacomo ha descritto nei giorni scorsi la sua resistenza ai tentativi di conversione da parte dei carcerieri musulmani.

Già. Il rapitore jihadista non vuole soltanto un riscatto: vuole anche la tua anima, come la volevano dai condannati a morte i confortatori dell’inquisizione. Una volta ottenuta, esibirà a tutti il trofeo: la notizia della conversione è stata accolta con esultanza nei sordidi ambienti dell’estremismo islamico. Anche se la prigionia e la tortura possono indubbiamente pesare, storie di questo tipo sono più frequenti in letteratura: nelle memorabili ultime righe di 1984, per esempio, con il protagonista che arriva ad amare veramente il Grande Fratello. La stessa sindrome di Stoccolma, tanto citata in questi giorni, non è però considerata una vera patologia dai manuali di psicologia. Dubbi sulla libertà della conversione sono stati peraltro espressi anche da un imam di Milano,

Silvia ha tutto il diritto di non dirci nulla, perché ogni credente ha il diritto di non dirci nulla sulle ragioni delle sue scelte. I laici dovrebbero essere i primi a sostenere che una persona non va giudicata soltanto per la fede che professa o per l’abbigliamento che indossa. Tuttavia, è laico anche far notare, come ha fatto Cinzia Sciuto, che “quando a una scelta personale si associa una manifestazione esteriore di quella scelta (come in questo caso l’abito) essa assume inevitabilmente un significato che va al di là della sfera personale. Quello che Silvia indossa non è – come si tenta di dire, minimizzandone il portato – un semplice abito tradizionale somalo ma una delle tante versioni dell’abbigliamento femminile islamista”. Ed è altrettanto laico sostenere che quanto accaduto, anche per la copertura mediatica che ha avuto (voluta o meno che sia stata), non aiuterà purtroppo in alcun modo sia i numerosi apostati che rischiano la pena di morte, sia i futuri sequestrati, sia ancora le donne che – come in Iran, musulmane o no che siano – sono obbligate a portare il velo. Tutte. Proprio in nome dell’islam di Aisha.

Ognuno deve essere libero di entrare e uscire da qualunque organizzazione. L’apostasia è un diritto umano, e lo ha recentemente ricordato anche Ahmed Shaheed, relatore speciale dell’Onu sulla libertà di religione e convinzione. La Somalia è uno dei dodici paesi in cui, se si viene accusati di apostasia, si può essere “giustiziati”. Se questa è la legislazione ufficiale, potete comprendere quanti scrupoli può avere Al Shabaab, che le sue condanne a morte per apostasia le commina dopo processi sommari, senza il diritto ad avere avvocati difensori. Le due religioni di Silvia non sono granché rispettose dei diritti dell’uomo – e delle donne. La sua apostasia ha scandalizzato la destra cattolica. Una sua seconda, pubblica apostasia metterebbe in pericolo la sua stessa vita. Ed è questo l’aspetto che la rende poco probabile.

Ma è un aspetto che non sembra interessare nessuno. Si preferisce continuare a insultarsi. “Sciacalli” vs “utili idioti”. La negazione di qualunque problema vs la convinzione che il problema si può risolvere soltanto usando le maniere fortissime. Ma, continuando così, i problemi si accresceranno e basta. Ci siamo infilati in un vicolo cieco? C’è da temerlo. Di certo, da questa vicenda l’islam non guadagnerà nulla (quantomeno in Italia), la cooperazione internazionale nemmeno, il mediatore (il sultano islamista Erdogan) parecchio, Al Shabaab tantissimo.

E Silvia/Aisha? Forse non potrà più dire la sua, e forse finirà sotto protezione. Non è il carcere, ovvio, ma non è nemmeno la piena autonomia. Una giovane donna è stata liberata. Quanto sia veramente libera, non lo sa probabilmente nemmeno lei.

Raffaele Carcano

Archiviato in: Generale

54 commenti

laverdure

Mi si consenta un piccolo sunto :
le nostre care autorita incominciano col versare una grossa somma di denaro ad un gruppo terroristico,che per sua stessa ammissione la usera per procurarsi armi.
Questo per liberare un’occhetta che si e’ cacciata nei guai volontariamente per pura voglia di protagonismo : non pretenderete che ci fossero migliaia di occasioni di prestare assistenza ai bisognosi senza nemmeno uscire dall’Italia,vero ?
Ma questo sarebbe il minimo : la vicenda viene presentata trionfalmente ai media,
come se si trattasse di un successo epocale come la liberazione degli ostaggi di Entebbe,negando perfino il pagamento di un riscatto,cosa che agli italiani senza dubbio e’ apparsa come una vera presa per il c…!
Nessuno sembra avere poi previsto che la “spontanea”conversione dell’ostaggio sarebbe stata motivo di imbarazzo e avrebbe provocato critiche anche violente .
Tutto questo ovviamente si sarebbe potuto evitare portando a termine il tutto con la massima discrezione e annunciando la faccenda ai media solo dopo il rimpatrio e il ritorno della ragazza in famiglia,riducendo al minimo i dettagli ufficiali.
Ma si sa,il ,nostro e’ un paese di furbi e soprattutto di eroi,dove si concedono medaglie perfino ai caduti…sulle bucce di banana !

RobertoV

Avresti utilizzato un termine dispregiativo simile ad “ochetta” per un uomo di 21 anni che avesse fatto la stessa cosa?
La ragazzina era attiva in parrocchia ed ha evidentemente subito il miglior lavaggio del cervello italico. Se mai c’è da prendersela con chi l’ha convinta a fare la “missionaria” e con la ONG che l’ha mandata allo sbaraglio. Però è stata rapita in Kenia, un paese meta turistica e non considerato ad alto rischio: tra l’altro da una banda che poi l’ha ceduta ai terroristi somali. A 21 anni si vive di illusioni e si ha una scarsa conoscenza del mondo.
Nei giorni scorsi c’è stato un grave attentato in Afghanistan a Medici Senza Frontiere con 10 morti. Diresti che se la sono cercata, che volevano fare gli eroi e che ci sono tanti da aiutare qui? Come si concilia questa visione con l’aiutiamoli a casa loro?
Sono invece d’accordo sul fatto che il governo avrebbe dovuto utilizzare più discrezione per limitare le reazioni e che la cosa è stata gestita male, tenendo anche conto che la trattativa è stata fatta con un gruppo terroristico.

RobertoV

Personalmente ritengo che il confronto col rapimento di Aldo Moro sia scorretto. Aldo Moro era un importante rappresentante delle istituzioni e, quindi, trattare sarebbe stato un grave cedimento dello stato, mentre per un semplice cittadino rapito la questione ha un impatto differente. Di solito uno stato si deve preoccupare di quanto succede ai suoi cittadini all’estero e darsi da fare per riportarli sani e salvi a casa in qualunque situazione.
L’errore è stato di essersi troppo esposto per il ritorno della Romano.
Anche a me hanno dato fastidio le immagini della conversione esibita e dichiarata, ma ritengo sia difficile poterla valutare non potendo considerarla “libera”, tenendo conto della giovane età, del trauma di 18 mesi di prigionia e del fatto che possa anche far parte delle condizioni di rilascio o di minacce e di un ricatto per altri prigionieri rimasti in mano ai sequestratori.
Disgustose sono le polemiche che si sono scatenate sulla vicenda. Ed ancora una volta come per la Sgrena o le altre due volontarie si scatenano contro una donna. Sono convinto che per un uomo convertito le reazioni sarebbero state molto meno violente (e mi risulta che sia stato proprio così per altri rapiti uomini). Non è un caso che le dichiarazioni peggiori vengano da uomini misogini.
Però non so se le reazioni siano legate all’apostasia verso il cattolicesimo. Si fosse convertita al buddhismo o all’animismo, sarebbe successo molto di meno. La miscela esplosiva per una parte politica è che è “diventata” mussulmana, aiuta degli africani, ha lavorato per una ONG ed è donna.

Ci siamo infilati in un vicolo cieco? Purtroppo direi di si, ormai la politica dell’odio è stata sdoganata ed alimentata e la pandemia ha aumentato le frustrazioni e non c’è la capacità di contrapporre argomenti validi, ma si va sempre più su una semplificazione degli argomenti e della realtà.

mafalda

Ai tempi del sequestro di Moro ero assolutamente convinta che non si doveva trattare. Oggi no, perché al di là del rappresentante politico c’era la persona e c’era la sua famiglia. Quello di Moro comunque non è stato un sequestro con qualche possibilità di soluzione positiva, ma una vera e propria condanna a morte in cui le BR sono state solo la mano e non il cervello.
La Romano per me è un’ingenua, una mal consigliata, forse troppo idealista o forse alla ricerca di cosa fare nella vita; il Paese dei Balocchi ha aspetti diversi a seconda di come ci si immagina il proprio futuro e lei ha fatto una fesseria mondiale a partire così giovane e inesperta. Credo che genitori, amici, preti e suore che la circondano debbano farsi un bell’esame di coscienza.
Quante alle ONG, quali non sono organizzazioni per far soldi, un po’ come la suora di Calcutta? L’Africa sembra il Luna Park delle ONG, con le loro pubblicità patinate e i loro siti curati. Tanta gente guadagna sfruttando gli africani e l’atteggiamento della sinistra italiana davanti a questo sfacelo della carità privatizzata è sinceramente ripugnante. La sinistra dovrebbe essere seriamente laica e non prendere posizione sulla conversione di una ragazza, solo per attaccare il partito avversario.

laverdure

Cara Mafalda,io invece credo che quando qualcuno ha la pretesa di fare lo “statista”,con tutti i benefici che ne conseguono in termini di prestigio ( e di palanche),ha scelto un lavoro che impone dei precisi doveri,doveri diversi
da quelli di un povero cristo qualsiasi.
Le sue famose lettere “dal carcere del popolo”,dove criticava aspramente la ”
vergognosa inefficenza della scorta”(5 uomini morti ammazzati sotto i suoi occhi)direi proprio che per profondita morale non sono proprio paragonabili a quelle dei condannati della Resistenza(perlomeno a quelle pubblicate dalla
letteratura apologetica).
Idem per quelle dove sputava veleno su colleghi di partito e istituzioni.
I suoi collaboratori,rendendosi conto che si rovinava,sostennero che tali lettere fossero apocrife,o perlomeno estorte con la violenza,ma a rovinargli le uova nel paniere intervenne paradossalmente la moglie Eleonora,che in quelle lettere vedeva,affermo’,”Il vero Moro”.
Il commento migliore fu quello,lapidario,di Indro Montanelli:
“La signora ha reso un servizio alla verita.
Ma ha reso un pessimo servizio a suo marito !”
Personalmente vedo nelle affermazioni della moglie non certo un amore per la verita,ma piuttosto la convinzione,comune del resto a molti famigliari di politici,di appartenere ad una casta privilegiata alla quale tutto e’ dovuto senza contropartita e piena di disprezzo per chi non ne fa parte.

Diocleziano

Ma come si fa a parlare di ‘conversione spontanea’ di una persona in prigionia?
Anche se ad affermarlo è stata lei stessa. Un caso da manuale di ‘libero arbitrio’!

Un’ingenuità è pensare che così facendo si è salvata la vita: la vita gli è stata salvata pagando il riscatto. Se non avessero pagato, cristiana o musulmana, l’avrebbero rimandata in varie tranches o proprio per niente.

mafalda

Penso che la “conversione” le serva per non subire altra violenza. Credo abbia paura che qualcuno la raggiunga anche in Italia o che possano far del male a persone in Africa a cui è affezionata. Le ci vorranno anni per non temere più ricatti.

laverdure

Cari signori,avete dimenticato la famosa “Sindrome di Stoccolma ?”
Non ci vuole Freud per capirne il meccanismo : chiunque si trovi totalmente alla merce di personaggi spietati sara pronto a qualsiasi sottomissione,qualsiasi indegnita pur di salvare la pelle,salvo casi rarissimi.
E in seguito non vorra ovviamente ammetterlo non solo con gli altri, ma pure con
se stesso,con un vero processo di “rimozione” simile ad un autolavaggio del cervello.
Quante volte abbiamo sentito le vittime della “anonima sequestri ” nostrana belare,dopo la liberazione,”Mi hanno trattato bene”,”Erano simpatici”,e via cosi ?

laverdure

Purtroppo questo sito non permette le correzioni degli interventi,per cui aggiungo qui:
la “rimozione” di cui sopra diventa una necessita per salvaguardare il rispetto per se stessi,che in questi casi e’piu’ importante di quello degli altri,dato che (fortunatamente in questo caso)la memoria della gente e’ corta.
La ragazza ha affermato che non le hanno imposto di sposare un rapitore,ma non mi meraviglierei che avesse dovuto “consumare” ugualmente,magari ripetutamente,e potete ben immaginare il trauma psicologico,e la sua necessita di negare la cosa perfino a se stessa.
E tutto questo,nel caso non fosse chiaro,vale per entrambi i sessi.

Diocleziano

Infatti ho accennato al libero arbitrio, nel quale la sindrome di Stoccolma ci rientra benissimo, in quanto chi ne è protagonista si convince di aver preso una decisione indipendente. Come ha dichiarato… Aisha.

laverdure

Caro Diocleziano,il cosiddetto “libero arbitrio”,se esaminiamo la cosa a fondo,e’ solo un miraggio.
Tolta la predisposizione di nascita,(differente per ogni individuo) e l’influsso dell’ambiente,cosa resta della personalita umana ?
Niente di niente,come un coltello senza manico e senza lama.
E in questo caso l’influenza dell’ambiente e’ stato pesantissima,la maggiore resistenza di certi individui in casi analoghi e’ dovuta solo appunto a carattere piu’ forte per una combinazione di predisposizione di nascita e influenze precedenti dell’ambiente,e ricadiamo nel discorso di prima.

Diocleziano

“…il cosiddetto “libero arbitrio”, se esaminiamo la cosa a fondo, è solo un miraggio… ”

Infatti, stiamo dicendo esattamente la stessa cosa.

iguanarosa

Questa conversione deve essere esaminata nel tempo. Se le hanno dato il corano in italiano, si può presumere che ne abbia tratto un qualche conforto. Ha vissuto tantissimo tempo isolata nel tempo e nello spazio e, per impressione condivisa e per la giovane età, potrebbe non trattarsi di un soggetto particolarmente maturo e analitico. Nei prossimi mesi la famiglia e i medici potrebbero farla tornare in se. E in parrocchia, se è quello che vuole.

laverdure

La noia prolungata e’ uno degli strumenti classici del condizionamento.
In quelle condizioni avrebbe trovato conforto in qualunque diversivo che le permettesse di tenere impegnata la mente,da un trattato di astronomia a uno di zoologia.
E inevitabilmente ,come fai notare,per la sua ridotta maturita e spirito critico,certi
contenuti hanno finito per fissarsi nel suo cervello.

laverdure

A proposito delle due Simone,protagoniste di un caso analogo alcuni anni fa,ricordo che i media riportarono la voce che i loro stipendi fossero cifre piuttosto “robuste”.
Curioso che le Ong siano cosi generose con i loro “volontari”,vero ?
Ispira, pensate un po’,il dubbio che anche i loro introiti siano abbondanti,e che tanta generosita serva per dissuadere i loro volontari dal rivelare i dettagli delle loro attivita,forse non cosi edificanti come vogliono apparire.
Per dirla breve :”piu’ fumo che arrosto”.

Francesco S.

Spero per lei che ci ripensi. Ha scelto una delle religioni più limitanti per le donne, almeno in media.

Diocleziano

Forse più che di ‘sindrome di Stoccolma’ qui si tratta di ‘sindrome della Vispa Teresa’.
Sta allo Stato impedire che soggetti impreparati vadano a cacciarsi nei guai, per esempio obbligando le ong a sottoscrivere adeguate assicurazioni, in mancanza delle quali si resta casa, altrimenti se ne risponde penalmente e finanziariamente. Mi domando anche perché nel caso si rapimenti di religiosi o missionari sia lo stato italiano a trattare e pagare; mai una volta che la madonnadalbraccinocorto faccia il miracolo e paghi.

Non ho trovato nulla sulla natura della ong che ha mandato la Romano in Africa: ha collegamenti con la chiesa o chi altri?

RobertoV

Ho trovato un’intervista a persone che sono andate in Africa per aiutare e che hanno collaborato con Silvia Romano. Diverse persone vanno ad aiutare senza preparazione e senza competenze (tipo medicare senza essere infermieri e medici e senza un corso), più per andare a fare un’esperienza di vita personale, anche solo di qualche settimana, diventa quasi una roba da tour operator il lavoro di certe ONG. Silvia Romano era la più convinta e capace e vi è tornata più volte, ma era sostanzialmente da sola. Purtroppo quando si è molto giovani si sottovalutano i rischi.
Quello che trovo fastidioso è che nel caso di turisti oppure di preti e suore nessuno dice che se la sono andati a cercare, eppure sono andati lì anche con secondi fini di evangelizzazione e propaganda, mandati proprio dalla loro multinazionale.
Purtroppo gli aiuti governativi sono pochi e negli ultimi anni diverse nazioni hanno tagliato i fondi, il nostro precedente governo addirittura del 20 % nonostante la retorica dell’aiutiamoli a casa loro. Quindi c’è più spazio per le iniziative private e, purtroppo, l’improvvisazione in paesi che comportano sempre dei rischi (altro che paesi sicuri perchè ci vanno i turisti!)

Diocleziano

E se invece di mandare in Africa degli europei, si facessero venire qui africani volontari a imparare come aiutare le loro genti? Una specie di Erasmus dell’assistenza; badando bene che non ci si infili dentro la CdM e missionari vari, e anche che poi tornino davvero a casa loro per fare assistenza. Forse è troppo semplice ed economico per essere attuato?

RobertoV

Da quel che so si fa già qualcosa del genere e sicuramente ha poco senso mandare gente impreparata giù, non basta avere i soldi, ma i professionisti, tipo medici ed infermieri richiedono tempo, anni per essere formati.
Però, poi si sente che il nostro stato si occupa dell’addestramento dei militari somali, come di quelli libici: ecco il nostro concetto governativo di aiuti a casa loro….

Mixtec

Sbaglio, o i musulmani somali praticano la clitoridectomia, con o senza infibulazione?
Se Silvia Romano si è convertita, ha anche accettato di essere sottoposta ad una MGF?
Se non l’hanno mutilata, i suoi sequestratori sono musulmani somali che non praticano le MGF oppure riservano il trattamento solo alle donne musulmane somale e nere?

laverdure

Lo ritengo estremamente improbabile,ma se l’avessero sottoposta a quel “rituale”
ovviamente non lo ammetterebbe,sarebbe veramente troppo.
Probabilmente e’ stata sottoposta ad una visita medica dopo la liberazione,e se le autorita avessero saputo della cosa credo che non sarebbero state cosi idioti da non raccomandarle “discrezione”su quel dettaglio,sicuramente con la sua piena collaborazione.

dissection

A me la conversione di Romano non fa né caldo né freddo. È semplicemente passata da una superstizione a un’altra. Mi disgusta invece la ferocia con cui se la sono presa con lei in quanto donna e usando la conversione come becera scusa, accanimento che non si ricorda in casi analoghi per i quali sono stati pagati riscatti analoghi ma con uomini come vittime. Al di là di quanto possa essere etico (o non etico) dare soldi a gente del genere, mi chiedo se chi è tanto contrario continuerebbe ad esserlo in caso toccasse a un parente LORO.

laverdure

Forse e’ un’occhetta e forse no,ma l’esperienza a cui e’ stata soggetta sicuramente avrebbe spezzato anche personalita piu’ forti della sua.
La figura peggiore l’hanno fatta le nostre autorita che hanno voluto presentare come chissa quale operazione epocale quello che e’ stato il semplice pagamento di un riuscatto,che cercano pure di negare.
E che hanno trascurato completamente che lasciando sbandierare ai media la “conversione”,che sarebbe stato possibilissimo occultare,almeno per un po’,eseguendo il rientro in Italia con discrezione,non solo hanno procurato seri problemi alla ragazza e alla sua famiglia,ma hanno innescato l’ennesima serie di
becere polemiche.
Quanto alla liceita di versare soldi a terroristi,per amore di completezza vorrei chiedere se a qualcuno viene mai il dubbio che potrebbe essere LUI il bersaglio delle armi comprate con quei soldi.
Dato che da quelle parti gli attentati spesso fanno morti a decine,direi che da un punto di vista puramente probabilistico il suo rischio di restarne vittima e’ maggiore
di quello di fare da ostaggio.

mafalda

Gli sprovveduti che mettono a rischio la vita degli altri oltre alla propria mi irritano profondamente e non suscitano in me nessuna tolleranza. Non ne ho per chi fa l’avventuroso e va a rischiare la vita in montagna nonostante le condizioni atmosferiche avverse o per chi festeggia una tradizione popolare creando assembramenti durante una pandemia, dopo mesi di raccomandazioni. Figuriamoci se ne ho per un’ingenua che voleva salvare l’Africa a vent’anni. Neanche a me interessa in cosa crede ora, preferirei che avesse scelto di convertirsi per timore di un ricatto, ma è possibile che sia vittima della sindrome di Stoccolma. Quanto ai soldi ricevuti dai terroristi, cos’altro si poteva fare? Non avrebbe dovuto pagare il governo ma l’associazione che l’ha mandata lì, oppure la sua famiglia.

Engy

mafalda,
sorvolo sul fatto che trovo agghiaccianti le argomentazioni dei tuoi diversi commenti e ti chiedo una spiegazione, attenendomi alla tua logica, sul motivo per cui avrebbero dovuto pagare i genitori e non la diretta interessata …
?

mafalda

engy
Dimmi, cara, cosa ti sconvolge così profondamente delle mie argomentazioni? Ci tengo a conoscere il tuo punto di vista… e ci dici cosa ne pensi della Romano, visto che quello che pensi di noi lo sappiamo già?

Engy

Mafalda,
non darti del voi, accontentati di parlare a titolo personale, non sei in parrocchia!
Su Silvia Romano penso questo (copio un commento che ho postato su L’Interferenza):
Io credo che sia davvero segno dell’instupidimento e della sterile morbosità dei tempi, ai quali nessuno riesce purtroppo a sottrarsi del tutto e che fa sì, ad esempio, che le vittime di rapimenti vengano date in pasto all’opinione pubblica in maniera spregiudicata e che immediatamente si confezionino puntate di talk show di (non) approfondimento politico in cui parlare e straparlare a casaccio, ognuno recitando la propria parte ….
E noi (io perlomeno) il più delle volte guardiamo questi programmi…
Ed è’ anche spregiudicato, oltrechè inutile, ma proprio inutile, perdersi in giudizi e illazioni.
Per dire, anch’io sono rimasta colpita dall’abbigliamento, lo ammetto, soprattutto dopo aver ascoltato Maryan Ismail, ma al momento, evidentemente, non si può che prendere atto di quel che racconta e sostiene la ragazza e augurarle una vita serena e lasciare un po’ tranquilla questa famiglia.

Ma ti richiedo, visto che la Romano è maggiorenne e volendo mettermi nella tua logica: perchè dovrebbe pagare la sua famiglia e non lei personalmente?

RobertoV

La maggiore età riguarda soprattutto il penale, mentre per il civile la situazione è più complessa se la figlia è convivente ed a carico della famiglia perchè non ha un reddito adeguato.
Basti pensare a situazioni in cui sono i genitori ad intervenire per l’acquisto casa dei figli o ad aiutarli se in difficoltà economica.
Quindi, dato per scontato che la figlia non abbia soldi a sufficienza, sarebbe normale aspettarsi un intervento dei genitori (cosa che mi pare succedere nei sequestri), anche se potrebbero dissociarsi e dimostrare legalmente di non avere responsabilità nell’operato della figlia con le conseguenze del caso nei rapporti con la figlia.
Però, Mafalda aveva citato prima l’associazione che l’aveva mandata lì, intendendola come datore di lavoro. Sembra che l’ONG l’abbia inquadrata come volontaria per ridurre le sue responsabilità. Per quanto non condivida l’impostazione di Mafalda, sono d’accordo sul fatto che ci voglia un certo controllo e limitazione da parte dello stato della libertà di volontari e ONG nate dal nulla che vanno ad operare in zone di rischio. Ma ritengo normale che uno stato si interessi dei suoi cittadini all’estero in qualsiasi situazione e che non sarebbe stata possibile una trattativa diretta famiglia terroristi senza l’intermediazione dello stato.
Resta, però, un grosso problema: per pretenderne il pagamento lo stato dovrebbe riconoscere che ha pagato un riscatto e presentare l’attestato dei costi.

mafalda

engy
Ma smettila con le citazioni, non sai neanche esprimere un pensiero tuo! Quanto alla tua domanda, datti la risposta che vuoi, tanto in ogni caso quello che direi non ti andrebbe bene. Saluti

Engy

Mafalda, guarda che ho copiaincollato un commento MIO, che avevo postato giorni fa su L’Interferenza, rivista online molto interessante.

mafalda

Pensa te, quindi tu giri di blog in blog a commentare e a copiare citazioni. Beata te che hai tempo…

Engy

Sì Mafalda, sono come la vispa Teresa che salta di blog in blog 🙂 …molto meno di un tempo però: ora i miei commenti sono occasionali, riguardano pochissimi blog e quello de L’Interferenza l’ho scoperto (ed è stata una buona scoperta) solo da pochi mesi.
Quanto al tuo pervicace affermare che procedo con citazioni, veramente nun cumpriendo, ma mi arrendo … ciao stelàsa! 😉

RobertoV

Ci sono persone che dopo solo due mesi di parziale limitazione della libertà sclerano e sono frustrate ed hanno bisogno di capri espiatori per riversare la loro rabbia. Figuriamoci dopo 18 mesi! Psicologi mettono in guardia sui danni psicologici dell’eccessiva durata del lockdown, eppure c’è gente (e politici) che è arrivata a considerare 18 mesi di prigionia in Somalia come una “vacanza”.
Sul fatto dei soldi dati a gruppi terroristici ci sono realtà in cui non è chiaro quali siano i peggiori. Paghiamo continuamente miliardi a dittatori, criminali e trafficanti d’armi senza problemi e senza preoccuparci delle conseguenze.

dissection

Beh, se il problema sono i quattro milioni di euro, lo stato potrebbe sempre scalarli dagli sei miliardi che versa ogni anno alla città del male, visto che, come riporta Diocleziano, lo stato ha pagato il riscatto anche per dei religiosi. Ma il problema non sono i quattro milioni di euro, naturalmente, ma il fatto che siano stati spesi per una che ha dichiarato espressamente di essersi convertita all’islam, e per di più donna. Ripeto, per quanto giuste siano le considerazioni sul non pagare il riscatto, visto poi che si sa come andranno utilizzati quei soldi, quello che rileva è perché in questo specifico caso sarebbe un problema, tale da sollevare cotanto polverone mediatico, mentre non lo è stato precedentemente. E continuo a non ricevere risposta, né qui né altrove, alla richiesta di capire cosa avrebbero fatto e come si sarebbero comportati i “duri e puri” nel caso il parente rapito fosse stato il/la loro, e non avessero avuto i soldi per pagare: o il riscatto, o una squadra di professionisti del settore.

mafalda

Il polverone mediatico c’è perché si è convertita, non perché è donna.

dissection

Anche alcuni degli ostaggi maschi di casi passati si erano convertiti. Nessun polverone.

laverdure

Ve l’immaginate se “temporibus illis” i brigatisti avessero fatto posare Moro in tenuta mimetica e mitra (scarico) imbracciato,annunciando la sua conversione alla causa rivoluzionaria ?
Esattamente come fecero i simbionesi con Patty Hearst ?
Diffondendo poi la foto a tutti i giornali,e liberandolo poco dopo.
Avrebbero destabilizzato la “reggenza”molto di piu’ con quella sferzata di ridicolo.
(Non penserete certo che Moro avrebbe fatto storie,vero ?)
Fortunatamente,come tutti i furbi no nerano granche quanto a intelligenza.

Diocleziano

Bisognerebbe, a questo punto, fare una precisazione sulla modalità di comunicazione: è evidente che non si possono puntigliosamente fissare tutti i singoli argomenti per prevenire tutte le possibili obiezioni; stante anche la tendenza alle conclusioni oblique di chi legge. Dire di responsabilizzare gli idealisti del ‘volemosebene’ e chi li manda allo sbaraglio (salvo poi tirarsi indietro e fare il pesce in barile) non vuol dire ‘non pagate il riscatto’.

Per il resto diciamo che l’Aisha è passata al gruppo misto… il che non ci dovrebbe stupire, ormai siamo abituati a vedere politic(ant)i farlo con molta naturalezza. Salvini&Meloni non dovrebbero indignarsi, ma forse nel loro integralismo non hanno capito che l’Aisha ha semplicemente cambiato gestore, l’amico immaginario è sempre lo stesso. Come cambiare gestore, ma lo smartphone è sempre lo stesso.

dissection

Emperor
Concordo pienamente con la seconda parte, da aisha in poi. Non ho capito bene invece la prima…

Diocleziano

Mi riferivo propriamente alla difficoltà di trasmettere il proprio pensiero nei forum senza essere fraintesi. O si diventa eccessivamente prolissi per chiudere ogni spiraglio a errate interpretazioni, o per brevità si rischiano le famose interpretazioni oblique.

laverdure

Vorrei aggiungere un pensierino malizioso.
Dato che i rapitori ovviamente non danno ricevute,e’ perlomeno lecito il dubbio che in questa come in tante analoghe occasioni precedenti,la cifra prelevata dalle casse dello Stato potesse essere “lievemente “superiore a quella pattuita coi sequestratori e a loro consegnata.
La differenza ovviamente si e’ persa per strada.
Del resto ufficialmente non e’ nemmeno stato pagato un riscatto,no ?

Diocleziano

Più o meno quello che avevo pensato anch’io, cioè che ogni intermediario ci aggiunge la propria ‘fetta’: turchi, somali, marocchini… mancava solo la Spectre.
DiMaio nega il pagamento, ma i rapitori si vantano di comprare armi con il ricavato!

laverdure

Un’ultima osservazione,a proposito di quell’ “aiutiamoli a casa loro” spesso citato
da piu’ parti con motivazioni differenti e spesso opposte.
Mi permetto di dubitare che le ong possano dare un sensibile contributo ai problemi del continente africano,che tanto per dirne una conta 1.200.000.000 abitanti all’incirca.
E lo stesso puo’ dirsi della Chiesa sebbene goda di mezzi nettamente superiori,perlomeno finche continuera a mantenere certi atteggiamenti di fondo, come la ferrea opposizione al controllo delle nascite.

iguanarosa

Sono completamente d’accordo. A mio umile parere, gli africani si possono solo salvare in modo autonomo, quando capiranno che l’unica via che hanno è il figlio unico per coppia. Fino a quel momento gli europei non possono fare niente per loro. Qualche opportunità di lavoro la danno i cinesi, con tutto ciò che può comportare.

laverdure

L’elevata natalita un tempo era compensata dall’elevata mortalita infantile,che la rendeva necessaria,pena l’estinzione di un etnia.
Introducendo,con la lesina,tecniche mediche che hanno ridotto la mortalita,i bianchi hanno alterato laggiu’ un delicato equilibrio persino peggio di quanto abbiano fatto introducendo le micidiali armi moderne.
Per ottenere un vero calo della natalita sarebbe necessario creare infrastrutture lavorative dove, a differenza di quelle tradizionali,vale a dire agricoltura e allevamento,i figli in gran numero non rappresentino un valido ausilio ma addirittura un peso.
E’ quanto si e’ visto negli ultimi decenni ad esempio in India,dove al diffondersi dell’industrializzazione si e’ associato un calo di nascite

RobertoV

In realtà l’India negli ultimi 60 anni è passata da 450 milioni a quasi 1.4 miliardi di persone ed in 30 anni arriverà a 1.75 miliardi secondo le previsioni, non proprio un successo. Certo il tasso di fecondità è sceso, ma in modo quasi lineare dai 6 figli per donna ai 2.2 attuali. Purtroppo in demografia ci vogliono parecchi decenni per vedere l’effetto di politiche di controllo delle nascite.
In Africa la discesa dei tassi di fecondità è avvenuta più tardi, solo negli ultimi due decenni e solo in alcune zone, mentre nell’Africa centrale i tassi sono ancora esageratamente elevati (oltre 6 in Somalia, 3.5 in Kenia). Certo una industrializzazione di queste zone aiuterebbe. Ma come ottenerla?

Engy

“….perché ogni credente ha il diritto di non dirci nulla sulle ragioni delle sue scelte…”
Ma davero davero??
Saranno d’accordo tutti i vostri piccoli lettori? 😉

Diocleziano

Ma sì, perché no? In fondo cosa ce ne cale? 😛

Son contento di rivederti in piena forma! 😆

Engy

anch’io ti veeeeedo Dioclezianooooo … un po’ ingrassato?
ma sei bello lo stesso, son convinta 🙂
P.S. non tutti i covid vengono per nuocere: mi sto risparmiando un sacco di non richiesti abbracci e baci di tanti espansivoni 🙂

laverdure

L’onorevole Dimaio,a quanto riportano i media,ha ribadito che non e’ stato versato nessun riscatto.
Immagino che lo dica per far aumentare la fiducia dell’opinione pubblica verso il governo

Commenti chiusi.