Anna Bucci
Vi proponiamo un articolo dal secondo numero del bimestrale dell’Uaar, Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano. Per continuare a leggere il bimestrale associati all’Uaar, abbonati oppure acquista subito il terzo numero della rivista Nessun Dogma in formato PDF.
Il sostegno e la solidarietà Uaar per le donne: le scelte degli ultimi anni.
I soldi. Per le donne che vogliono abortire, nei Paesi in cui i diritti riproduttivi sono poco o per nulla tutelati, sono i soldi a fare la differenza. Chi ha i mezzi va all’estero o accede all’aborto in sicurezza illegalmente, in cliniche private compiacenti; chi i mezzi non li ha ricorre all’aborto clandestino e rischia la vita. Non hanno scelta le donne indigenti che vivono proprio lì dove si riversa il flusso di finanziamenti che la chiesa cattolica si vanta di destinare ai “poveri”. Questo fiume di denaro però ha uno scopo ben preciso: aiutare per affiliare. La propaganda è abile a diffondere immagini di bambini malnutriti soccorsi da missionari amorevoli. Ma l’obiettivo delle missioni è evangelizzare.
Con qualche interessante puntualizzazione, che il papa non ha mancato di sottolineare nel Messaggio per la giornata missionaria mondiale del 2019: precisamente indicando ai missionari l’obiettivo di tutelare «l’intrinseco valore di ogni vita umana dal suo concepimento fino alla sua morte naturale». Fuga ogni dubbio il lunghissimo documento Ecclesia in Africa, esortazione papale a religiosi e fedeli per il terzo millennio: lo scopo squisitamente evangelico dell’impegno in Africa è chiarissimo. I pochi righi del paragrafo intitolato Il flagello dell’aids sono raccapriccianti, individuano infatti i metodi di lotta alla malattia nella fedeltà matrimoniale e nella castità ed esortano – esortano! non si parla di finanziamento – la ricerca scientifica a trovare una cura. D’altra parte gli stati in difficoltà tendono a relegare i diritti riproduttivi in fondo alla lista del to do, proprio per compiacere le gerarchie ecclesiastiche in cambio di aiuti economici o, peggio, mutuano la posizione sull’aborto e sulla contraccezione direttamente dalla religione.
Contrastare questo groviglio di cause che incidono pesantemente sulla libertà e sulla salute di milioni di donne nel mondo è una battaglia culturale e politica nella quale l’Uaar è impegnata attivamente, ben consapevole che la mobilitazione dell’opinione pubblica fa la differenza e induce parlamenti e governi a ribaltare o migliorare legislazioni oscurantiste e repressive. Da anni l’Uaar agisce in questa direzione, con le innumerevoli iniziative che organizza o alle quali partecipa al fianco di associazioni dedicate e, recentemente, ha anche deciso di destinare l’intera somma stanziata per la solidarietà nel bilancio del 2019, diecimila euro, proprio a progetti per la tutela dei diritti riproduttivi delle donne.
Cinquemila euro saranno donati a Vita di Donna Onlus, portale femminile per la salute e i diritti della donna, che fornisce gratis consulenze, assistenza telefonica e via mail per ogni problema di salute della donna, e gestisce un ambulatorio per visite urgenti e informazioni su qualsiasi aspetto della salute e della sessualità al femminile: pillola anticoncezionale, gravidanza, contraccezione, parto, puerperio, allattamento, menopausa, aborto e dimensione lavorativa.
Tremila euro andranno a Women on Waves, associazione che dal 1999 sviluppa iniziative, attività e campagne per assicurare l’accesso delle donne all’aborto sicuro, indipendentemente dalle condizioni economiche in cui versano e dalle leggi restrittive del paese in cui vivono. Straordinarie le loro abortion ship, navi che si fermano ai limiti delle acque territoriali praticando interruzioni di gravidanza in sicurezza e attirando l’attenzione dei media sui diritti riproduttivi negati. Altrettanto brillante, anche sotto il profilo della visibilità, l’idea di utilizzare un drone per inviare confezioni di pillole abortive a donne in difficoltà, realizzata per la prima volta nel 2016 con un trasporto andato a buon fine dalla Germania alla Polonia.
Duemila euro saranno destinati all’Ipas (International Pregnancy Advisory Service), attiva nel campo dei diritti riproduttivi nel mondo fin dal 1973, impegnata a garantire l’accesso all’aborto sicuro e alla contraccezione alle donne in Africa, Asia e America. Ogni anno venticinque milioni di donne affrontano un aborto non sicuro, scrivono gli attivisti dell’Ipas sulla loro home page, e aggiungono: «ci battiamo per portare questo numero a zero».
Questa volta la scelta si è focalizzata sui diritti riproduttivi, ma da più di un decennio l’Uaar appoggia diverse iniziative di solidarietà internazionale, che promuovono e difendono i diritti dei non credenti. In questi anni ha finanziato progetti in Uganda, sostenendo un centro sportivo rivolto a ragazze e impegnato nell’educazione sessuale, prevenzione dell’aids e contraccezione; sempre in Uganda ha aderito a un’iniziativa dell’Iheu per l’istruzione, contribuendo alla realizzazione di laboratori scientifici in due scuole e ha devoluto fondi all’Ugandan Humanist Effort to Save Women, che si batte per i diritti delle donne. Nel 2013, quando le Filippine furono devastate dal tifone Haiyan che fece oltre 6.000 vittime, l’Uaar ha sostenuto la Philippine Atheists and Agnostics Society (Patas), impegnata negli aiuti umanitari alle popolazioni colpite. L’anno successivo l’Uaar ha sponsorizzato la presentazione di una nascente organizzazione per i diritti dei non credenti, l’Aghs –Asociación Guatemalteca de Humanistas Seculares – tenutasi a Città del Guatemala il 17 luglio. Nel 2017 ha sostenuto il progetto a difesa delle donne africane perseguitate perché accusate di stregoneria e nello stesso anno ha finanziato l’associazione All Out a sostegno dei gay perseguitati e arrestati in Cecenia. Nel 2018 ha contribuito con 5.000 euro alla raccolta fondi Protect Humanists at Risk, lanciata dall’Iheu per difendere le persone non religiose di tutto il mondo dalle persecuzioni.
È evidente che il tema degli aiuti verso i paesi del terzo e quarto mondo è una colossale questione politica e finanziaria che riguarda gli stati e che genera un vorticoso giro di interessi economici. Per questo i singoli donatori non credenti vogliono evitare che il loro contributo passi per le mani delle onnipresenti associazioni religiose, celate anche dietro facciate apparentemente non confessionali, e preferiscono contribuire direttamente a iniziative autenticamente laiche.
Nel supportare economicamente la realizzazione di singoli progetti, coerenti con i propri scopi associativi, l’Uaar contribuisce anche a informare soci e simpatizzanti sull’esistenza stessa delle iniziative meritevoli di sostegno e attenzione, favorendone così la visibilità.
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