Accreditamento pubblico del Campus Bio-Medico di Roma: scompare il “crimine” dell’aborto, spunta la sudditanza al Magistero della Chiesa Cattolica

Il Campus biomedico di Roma cambia la carta delle finalità, dopo la denuncia lanciata da AMICA (Associazione medici italiani contraccezione e aborto), Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e UAAR (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti). Scompare l’obbligo esplicito all’obiezione di coscienza per studenti e specializzandi, nonché la condanna dell’interruzione volontaria di gravidanza, bollata nella vecchia carta delle finalità come “crimine”, in aperta violazione della legge 194.

Ci chiediamo tuttavia cosa significhi, nella nuova carta delle finalità, “l’impegno per operare, in tutte le sue dimensioni, secondo il Magistero della Chiesa Cattolica”, soprattutto in relazione a situazioni in cui il Magistero della Chiesa Cattolica è in contrasto inconciliabile con la pratica clinica nel campo della salute riproduttiva (contraccezione, fecondazione medicalmente assistita, interruzione volontaria della gravidanza). Lo Stato non può e non deve permettere che, in obbedienza al Magistero della Chiesa Cattolica, strutture che godono di finanziamenti o accreditamenti pubblici limitino di fatto i diritti delle donne.

Ribadiamo che l’accreditamento di un corso di laurea e in particolare di una scuola di specializzazione in ginecologia e ostetricia impongono una formazione completa, non legata a preclusioni ideologiche, che sono in netto contrasto con il dettato della carta costituzionale e con i principi di universalità e eguaglianza, fondativi per il nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Torniamo a ribadire le nostre richieste:

  • Al Ministro della Salute e al Ministro dell’Università e della Ricerca chiediamo di attivare la verifica, da parte dell’Osservatorio Nazionale per la Formazione Medica Specialistica, della completezza dei programmi di studio della Scuola di Specializzazione in Ostetricia e Ginecologia del Campus Biomedico in tema di interruzione volontaria della gravidanza e contraccezione. Qualora tali insegnamenti non fossero presenti nei programmi formativi, si chiede la revoca dell’accreditamento;
  • Al Ministro dell’Università e della Ricerca chiediamo di specificare nel dettaglio, tra i criteri e i requisiti fondamentali per l’accreditamento, gli argomenti che devono essere obbligatoriamente trattati nei programmi di studio delle Scuole di Specializzazione. In particolare, le Scuole di Specializzazione in Ostetricia e Ginecologia non possono escludere la formazione sull’interruzione volontaria della gravidanza, la contraccezione, la fecondazione medicalmente assistita.

Comunicato stampa

4 commenti

Julius_Imperator

Domanda ingenua: so che esiste la corte europea per i diritti umani, può avere il potere di sanzionare il vaticano quando avversa, impedisce, ostacolo o nega a un cittadino il diritto alla salute?

Un rimprovero va fatto anche agli ordini medici che non pretendono si legiferi in modo da revocare l’abilitazione all’esercizio della professione per chi si rifiuti di praticare l’aborto entro i termini di legge. Troppi ospedali in mano alla chiesa forse? Troppe ghiotte possibilità di lauti stipendi?

Maurizio

Temo che il Vaticano non faccia parte dell’Unione Europea.

RobertoV

La Corte Europea dei diritti dell’uomo (CEDU) non è un organo dell’Unione Europea, ma dell’Europa. Ne fanno parte 47 stati membri tra cui la Turchia.
Come al solito il Vaticano non è membro, ma solo osservatore. In tal modo evita di dover rispettare le sentenze, ma si tiene le mani libere per poter intervenire sulle decisioni.

Diocleziano

Se c’è la volontà di risolvere un problema, tutto si risolve, ma se gli interessati hanno… altri interessi, tutto si complica! Se questo ‘campus’ rientra nel sistema di istruzione italiano deve obbligatoriamente rispettare tutte le norme valide per qualsiasi ateneo. E, in caso contrario, semplicemente non se ne riconoscono i titoli rilasciati, come quelli di certe università albanesi. Ma il diavolo non dorme mai, mille ne pensa e mille ne propone: la settimana scorsa un loro quotidiano buttava lì la possibilità di accogliere nelle loro strutture i ragazzi che non trovassero posto nelle scuole pubbliche, detto fatto hanno firmato un protocollo in tal senso (roba da alta diplomazia!) con lo stato italiano. Segue fattura.

Visto che si considerano scuole private ma pubbliche, lo stato italiano dovrebbe allora coinvolgerle in tutte le incombenze, soprattutto quando lo stato dimentica sistematicamente la famosa formuletta “…senza oneri per lo Stato…”.

«…ciò implica il rispetto per la libertà di tutti quanto alle proprie scelte religiose, sia l’impegno per operare, in tutte le sue dimensioni, secondo il magistero della chiesa…»
Chi ha scritto questo testo dev’essere un genio del bis-pensiero, della riserva mentale e del bipolarismo etico! Cioè… rispettiamo tutte le opinioni purché sia una unica opinione: quella imposta dal ‘magistero’ della chiesa… cioè il condizionamento impartito fin dall’infanzia… cioè le balle che abbiamo inventato per turlupinare il prossimo. Amen.
E lo stato permetterebbe a simili corpi estranei di operare nella sanità pubblica?!
Ammesso e non concesso che simili assurdità possano essere tollerate in un servizio pubblico, non sarebbe opportuno che il pubblico sia avvertito della natura di questi goliardi, magari con un segno distintivo… che so, un punto interrogativo… la bandiera dei pirati…

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