Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
Un’altra importante sentenza per l’autodeterminazione sul fine vita. Marco Cappato e Mina Welby dell’Associazione Luca Coscioni sono stati assolti dal reato di aiuto al suicidio dalla Corte d’assise di Massa. Il caso riguardava il supporto dato a Davide Trentini, malato di sclerosi multipla, accompagnato presso una clinica svizzera per il suicidio assistito. Gli attivisti si erano autodenunciati proprio per far emergere la questione e sollecitare una riforma della vetusta normativa italiana. Da anni l’associazione Luca Coscioni, con Uaar e altre realtà, si è mobilitata per una legge sull’eutanasia, con tanto di proposta di legge di iniziativa popolare depositata a Montecitorio nel 2013.
Sul fronte dei costi della Chiesa, da segnalare la conferma del trend del calo costante della percentuale di firme dell’8×1000 a favore della Chiesa cattolica. Secondo i dati rilasciati dal Ministero dell’Economia, la quota di contribuenti che ha firmato per la Chiesa era del 37,04% nel 2014, scendendo al 31,08% nel 2019. Un piccolo passo per una maggiore consapevolezza della cittadinanza su un sistema sbilanciato a favore della compagine ecclesiastica, cui abbiamo contribuito anche come Uaar – vista la latitanza delle istituzioni.
In un mare di ossequio clericale, è bello vedere qualche segno di laicità da parte di rappresentanti istituzionali. La presidente del Consiglio comunale di Fiumicino (RM), Alessandra Vona, ha deciso di non far riposizionare il crocifisso presente nell’aula istituzionale, dopo una ristrutturazione. Un gesto di buon senso laico e di concreta separazione tra stato e religione, che si rifà proprio allo spirito della Costituzione. Come afferma Vona: “Proprio quella Carta recita che il nostro è un paese laico, in cui Stato e Chiesa sono entità sovrane e distinte e per questo non devono interferire l’una nella vita dell’altra”. Quindi “le convinzioni, le tradizioni religiose nulla hanno a che vedere con i valori costituzionali che tutelano e garantiscono la libertà di tutte e tutti, a prescindere dal credo”. Perché “il principio di laicità dello stato è un principio di garanzia della difesa dei diritti e dei principi democratici della nostra Repubblica”, ha concluso. Anche se privo di valore statistico, il sondaggio proposto sul tema ha visto prevalere i favorevoli alla scelta laica (57%) contro i sostenitori del crocifisso (43%).
Continua il faticoso iter del disegno di legge con relatore Alessandro Zan (Pd) contro l’omotransfobia e la misoginia, osteggiata dalle destre e dalla conferenza episcopale. La Commissione Giustizia della Camera ha infine adottato il testo unificato, sostenuto dalla maggioranza, che estende la legge Mancino anche alle violenze e discriminazioni verso le persone lgbt.
Oltre al migliaio di emendamenti soprattutto di Lega e Fratelli d’Italia (di cui una corposa parte con formulazioni assurde e volti all’ostruzionismo), modifiche accolte tali da stemperare alcune parti della norma sono arrivate da componenti cattoliche di Pd e Italia Viva. In particolare, la maggioranza ha trovato l’accordo su emendamenti per ridefinire la questione dei fondi stanziati per le vittime (circa 4 milioni di euro) e per attenuare il riferimento alle scuole relativamente alla Giornata contro l’omofobia, nonché per rivedere i termini usati (sulla base di obiezioni arrivate da alcuni ambienti femministi). Le frange confessionaliste hanno aspramente criticato la legge con obiezioni pretestuose. Mentre la maggioranza ha avallato alcuni compromessi pur di far avanzare l’iter. In particolare approvando l’emendamento “salva idee”, mossa politica per tentare di salvaguardare le organizzazioni integraliste e la Chiesa cattolica ma che nulla cambia sul piano legislativo. Torna alla mente la clausola “salva vescovi” che fece naufragare una proposta di legge avanzata da Ivan Scalfarotto nel 2013. Va detto che alcune voci si sono levate per non depotenziare la norma: da citare in particolare a senatrice Alessandra Maiorino (M5S), che ha espresso delusione e ricordato quanto l’emendamento “salva idee” fosse inutile perché la norma di base già non limiterebbe la libertà di espressione. Anche la vicecaprogruppo Pd nel Consiglio comunale di Torino, Chiara Foglietta, ha contestato il deputato cattodem Davide Gariglio per un emendamento di quel tenore.
Molto caloroso il sostegno dalla società civile e dalla politica, anche locale, come dimostrano le adesioni alla campagna “Da’ voce al rispetto” (sostenuta anche dall’Uaar).
Le prebende alle scuole private, in gran parte confessionali, sono state accordate recentemente dal Parlamento tramite il decreto Rilancio a fronte della crisi a causa del coronavirus. Sono arrivati prima 150 milioni di euro, poi altri 150, grazie all’asse Lega-Pd-Iv. Il Movimento 5 Stelle si è distinto per l’opposizione alla seconda tranche di elargizioni (mentre alla prima aveva votato a favore). Il capogruppo in Commissione Cultura Gianluca Vacca ha denunciato l’accordo tra “pezzi di maggioranza e opposizione” e ribadito, come aveva fatto: “restiamo per la scuola pubblica e statale”. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina non era in Senato durante la discussione sui fondi alle paritarie: gesto che sembra sia giudicato una forma di freddezza dagli ambienti ecclesiastici.
Importante per una maggiore trasparenza e per contenere le richieste di danari l’iniziativa della senatrice Bianca Laura Granato (M5S): ha proposto una mozione, approvata in Senato, volta a controllare e far rendicontare l’utilizzo dei fondi erogati alle scuole paritarie.
In generale, arrivano segnali incoraggianti da amministrazioni e istituzioni, che mostrano inclusività verso le persone lgbt e ne riconoscono i diritti familiari. Il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, ha sostenuto la decorazione arcobaleno di una scalinata nella zona dei prati del Talvera. “È un’affermazione dei diritti civili”, ha spiegato il primo cittadino, “un piccolo segno di una grande rivendicazione, contro qualsiasi violenza di genere”.
A Verona il Consiglio comunale ha approvato una mozione contro la proposta di legge sull’omotransfobia Zan-Scalfarotto. Iniziativa che ha suscitato la reazione indignata di Federico Benini, capogruppo Pd in aula: “Un’altra delle innumerevoli figuracce della nostra città che grazie a questa amministrazione sta diventando lo zimbello d’Italia”, ha sostenuto, ricordando passate iniziative ostili alle persone lgbt.
Il Consiglio comunale di Matera ha sostenuto un ordine del giorno, presentato da Rossella Rubino, contro l’omofobia e la misoginia.
Il sindaco di Prato Matteo Biffoni ha fatto issare il 23 luglio la bandiera arcobaleno fuori dal palazzo comunale, per sostenere l’approvazione della legge contro l’omotransfobia.
Il tribunale dei minori di Bologna ha riconosciuto per la prima volta il legame tra fratelli tramite stepchild adoption. Il caso riguardava due donne unite civilmente, rispettivamente madri biologiche di una bambina e di due gemelli, che hanno chiesto l’adozione reciproca dei figli dell’altra partner.
Se il tribunale di Parma ha annullato il riconoscimento dei figli di tre famiglie omogenitoriali, sottoscritto in municipio dal sindaco Federico Pizzarotti nel 2018, il primo cittadino non demorde. “La giustizia si rispetta sempre, perciò prendiamo atto di questa decisione del tribunale”, ha affermato, “la battaglia per i diritti, lo sappiamo, è una battaglia di civiltà lunga e articolata”. “Quando si parla di diritti succede sempre che la società viaggia più veloce della legge e della politica, e anzi: è proprio la politica che dovrà conformarsi alla società, e sarà un passo importante”, ha concluso, dando un grande esempio di senso istituzionale e speranza per il futuro.
La sindaca di Lizzano Antonietta D’Oria ha espresso la sua contrarietà a una preghiera organizzata da una parrocchia per “la famiglia” e contro il ddl Zan sull’omotransfobia, sostenuta da integralisti cattolici. Un gruppo di attivisti aveva organizzato una protesta davanti alla chiesa e i carabinieri, chiamati dal parroco anti-gay, erano intervenuti per identificare i pacifici manifestanti. La sindaca ha redarguito le forze dell’ordine, schierandosi con la protesta. E ha ribadito il suo convincimento con un post su Facebook che, sebbene scontasse un linguaggio religioso e a ossequio verso la Chiesa, rimane un atto coraggioso di chiara presa di distanza rispetto a derive familiste e ostili alle persone lgbt.
Se l’invadenza degli antiabortisti continua a farsi sentire approfittando dell’emergenza coronavirus, è positivo che le istituzioni ascoltino le rivendicazioni dei movimenti per i diritti delle donne. Una delegazione delle attiviste della Rete Pro-Choice, che ha manifestato davanti al Ministero della Salute anche con l’Uaar, è stata accolta dalla sottosegretaria Sandra Zampa e da una rappresentante dell’Aifa per la consegna di 80mila firme raccolte dalla petizione per la contraccezione gratuita e responsabile.
Se i riti religiosi trovano sempre una corsia istituzionale preferenziale (come dimostra anche l’emergenza Covid-19), qualche amministrazione inizia a pensare anche a quelli civili e laici. Il sindaco di Potenza, Mario Guarente, ha celebrato per la prima volta un matrimonio civile in piazza Mario Pagano, nel centro storico. Una soluzione alternativa, durante l’emergenza coronavirus, per garantire il distanziamento fisico tra gli invitati non potendo celebrare nell’aula istituzionale e valorizzare degnamente il matrimonio civile.
I consiglieri del Comune di Forlì Federico Morgagni (Forlì e Co.) e Matteo Zattoni (Pd) hanno presentato due question time per sollecitare la Giunta a istituire una sala laica del commiato, in modo da offrire uno spazio dignitoso a prescindere dal credo per commemorare i defunti.
Nonostante il retaggio familista, anche in Italia si riconosce il diritto di non avere figli. Una donna che si era sottoposta a un’operazione per la chiusura delle tube presso gli Spedali Civili di Brescia ma comunque rimasta incinta ha diritto a un risarcimento. La seconda sezione civile del tribunale locale ha infatti riconosciuto ai coniugi, che avevano già tre figli prima dell’intervento, la “lesione al loro diritto di autodeterminazione nella scelta di non procreare”.
La laicità di un paese richiede anche un freno alla foga confessionalista volta a marcare gli spazi gestiti dal pubblico. Il Consiglio comunale di Campobasso, guidato dal Movimento 5 Stelle, ha approvato un Regolamento per l’affidamento, per la cura e la manutenzione delle aree verdi con il divieto, da parte degli affidatari, di posizionare inopinatamente simboli religiosi. Decisione prevedibilmente contestata da integralisti cristiani e destre.
Spazio anche a notizie incoraggianti sul fronte internazionale. La Corte europea dei diritti umani, nel caso Stavropoulos e altri contro la Grecia, ha stabilito che lo stato ellenico ha violato la libertà religiosa dei genitori in quanto, al momento della registrazione all’anagrafe di un bambino, è stato riportato che questi non era stato battezzato. Una forma di marchiatura che comprensibilmente si presta anche a forme di violazione della privacy e a potenziali discriminazioni.
Anche le Nazioni Unite si sono attivate per chiedere la liberazione dell’attivista laico umanista Mubarak Bala, ormai da mesi in carcere con l’assurda accusa di blasfemia verso l’islam e senza nemmeno la possibilità di un giusto processo con tanto di habeas corpus.
Le organizzazioni umaniste di tutto il mondo, compresa l’Uaar, hanno sollecitato i rispettivi governi a interessarsi al caso, che mostra ancora le pesanti discriminazioni che subiscono i non credenti in particolare nei paesi dominati dal confessionalismo islamico.
Questo mese è particolarmente ricco di buone notizie laiche.
E’ passata un po’ sotto tono la sentenza che fa cadere le accuse contro Welby e Cappato, ma mi pare di estremo rilievo, in un pase come il nostro.