Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
Il Ministero della Salute ha pubblicato le nuove linee guida per l’aborto farmacologico, eliminando l’obbligo di ricovero dopo l’assunzione della pillola RU486 e portando a nove settimane di gravidanza il limite per usare il farmaco. Altro punto importante delle linee guida è il monitoraggio “continuo e approfondito” sulle procedure di interruzione di gravidanza con farmaci, per un’analisi seria e scientifica della questione che vada oltre la propaganda confessionalista volta a punire le donne che ricorrono all’aborto.
Il disegno di legge presentato dal deputato Alessandro Zan per combattere l’omotransfobia e la misoginia è finalmente approdato in aula alla Camera. Il dibattito va avanti, nonostante l’ostruzionismo dell’opposizione. Tra gli interventi a sostegno, quelli delle parlamentari Anna Bilotti e Gilda Sportiello del Movimento 5 Stelle.
Intanto il Consiglio della Regione Campania ha approvato una norma sull’omotransfobia, con 34 voti a favore e uno contrario. Un segnale importante in ambito locale può spronare i legislatori nazionali ad agire per approvare una norma tanto attesa. Anche Monica Cirinnà, già protagonista della battaglia che portò all’approvazione delle unioni civili, lo ha lodato come “segno di grande attenzione ai diritti e all’inclusione”.
Un segnale piccolo ma importante a suo modo del cambiamento culturale di attitudine verso le persone omosessuali che si riflette nelle istituzioni arriva da Stezzano, centro del bergamasco. Il Consiglio comunale ha approvato una mozione che impegna la Giunta, guidata dal sindaco Simone Tangorra, a rinunciare al ricorso in appello in Consiglio di Stato avviato nel 2017 contro l’iniziativa legale di due cittadini omosessuali discriminati. All’epoca infatti la precedente amministrazione leghista con una delibera aveva confinato la celebrazione delle unioni civili in uno stanzino dell’ufficio anagrafe, invece di utilizzare la sala di rappresentanza usata correntemente per i matrimoni. L’attuale consigliere Michael Oberti ha ringraziato il Pd di Stezzano “da sempre attivo nella vicenda nonché promotore della mozione”.
Anche dall’Europa arriva un segnale importante contro l’omofobia. La Commissione europea ha confermato la sua decisione di non rigettare istanze di finanziamento dalle sei città polacche le cui amministrazione si sono autoproclamate “Lgbt free”. La commissaria per l’uguaglianza Helena Dalli ha affermato che i principi e i diritti dell’Ue “vanno rispettati”.
Non mancano le adesioni di politici e rappresentanti istituzionali alla campagna “Da’ voce al rispetto” (sostenuta anche dall’Uaar) per approvare il ddl Zan. Tra i sostenitori, da segnalare ad esempio il sindaco di Carpi (MO) Alberto Bellelli e la vicecapogruppo M5S al Comune di Torino Giovanna Buccolo.
Se alcune amministrazioni prendono decisioni imbarazzanti nel nome dell’integralismo, fortunatamente esiste anche un’opposizione. Come avvenuto a Marsala (TP) dove la consigliere Laura Alagna (Pd) ha preso posizione contro il lugubre “Registro dei bambini mai nati” istituito dal Consiglio comunale per registrare i feti abortiti e imporne il seppellimento, senza il consenso delle famiglie interessate. Alagna ha rivendicato la laicità dello stato e il diritto all’autodeterminazione delle donne, evidenziando come dietro iniziative del genere si nasconda un “ulteriore tentativo di arretramento culturale”.
La redazione
«…Il Ministero della Salute ha pubblicato le nuove linee guida per l’aborto farmacologico, eliminando l’obbligo di ricovero dopo l’assunzione della pillola RU486 e portando a nove settimane di gravidanza il limite per usare il farmaco…»
Il noto foglio, emanazione solfidrica dei vescovi, a questa notizia ha reagito paventando che le donne si troveranno sole a dover fronteggiare la situazione.
Quindi pensano che una donna è più garantita se, obbligata al ricovero,
si trovasse nelle mani di un obiettore?
Mi ha fatto molto ridere il comune di Stezzano, che aveva relegato la celebrazione delle unioni civili in uno stanzino dell’anagrafe. Naturalemente si è trattato di una grave discriminazione per chi ha dovuto celebrare la propria unione nello “stanzino” e ha fatto benissimo la coppia che ha fatto ricorso.
Il comico sta nella vecchia amministrazione leghista che non poteva farsi una ragione della storia che va avanti e del progresso dei diritti civili che non volevano accettare. Come unico rimedio,non avevano trovato di meglio che celebrare le unioni civili nello “stanzino”. I cavernicoli sono spesso molto comici.
C’è da considerare che queste cialtronate restano nella memoria…