Macron contro il “separatismo islamista”: un progetto tra luci e ombre

Con uno storico discorso tenuto il 2 ottobre, il presidente francese Emmanuel Macron ha lanciato la sfida ai «separatismi». In realtà il suo bersaglio è il comunitarismo islamico. Il capo di stato ha invocato un «risveglio repubblicano» fondato su «cinque pilastri».

Il luogo dell’intervento non è casuale: la banlieue di Les Mureaux, a una trentina di chilometri da Parigi. Zona che nel 2005 vide le rivolte contro la durezza della polizia, quando il ministro dell’Interno era Nicolas Sarkozy. Tra i luoghi “dimenticati” della periferia, dove lievita il disagio sociale. La Francia marginale ritratta nel film L’odio di Mathieu Kassovitz, oscura profezia del 1995. Dove tanti residenti sono di religione o ascendenza musulmana. E rischiano di venire attratti dall’integralismo comunitarista, come forma di riscatto e disperata protesta verso un sistema che li tiene ai margini.

Macron mette un punto: «Il problema non è la laicità», presupposto per libertà di culto e di non credere, «cemento della Francia». Ma «il separatismo islamico», che sviscera mettendo in chiaro di non voler stigmatizzare i musulmani. «Un progetto consapevole, teorizzato, politico-religioso» che vuole «creare un ordine parallelo» e si diffonde con pratiche comunitarie. Così vengono messe in discussione le libertà di espressione, di coscienza e «il diritto alla blasfemia». Quest’ultimo riferimento di Macron non è ozioso: la Francia soffre ancora la ferita della strage islamista contro Charlie Hebdo e ora, nelle settimane del processo, è stata di nuovo colpita.

Non possiamo negare che l’islam integralista sia un problema nelle nostre società. Per Macron l’islam «oggi vive una crisi». Frange come «wahabismo, salafismo, Fratelli musulmani» si sono radicalizzate, portano avanti un progetto politico che nega principi basilari e usa ingenti finanziamenti per indottrinare. Il presidente fa mea culpa, a nome delle istituzioni, per non aver contrastato efficacemente la ghettizzazione. Proprio tra queste fratture si insinua infatti il verbo separatista.

Bisogna anche fare i conti, ammette, con il passato coloniale e «traumi» come la guerra d’Algeria. Molti cittadini originari di Maghreb e Africa subsahariana, che non hanno mai vissuto il colonialismo, «rivisitano la loro identità con un discorso post-coloniale o anti-coloniale». Anche in questa piega, avverte il presidente, si può insinuare il separatismo. Fresca è d’altronde la polemica tra sinistra laica e sinistra comunitarista accesa da una vignetta razzista contro la deputata nera Danièle Obono.

I “cinque pilastri” del presidente

Macron annuncia un progetto di legge teso a «rafforzare la laicità» per il 9 dicembre – non a caso a 115 anni dopo l’adozione definitiva della legge di separazione del 1905 – di cui anticipa cinque «assi».

Primo punto: ampi poteri ai prefetti per garantire «ordine pubblico» e «neutralità del servizio pubblico». Anche con la facoltà di cancellare atti di amministrazioni compiacenti, come è avvenuto con i menu “confessionali” nelle scuole o la segregazione tra uomini e donne in piscina. Le aziende che forniscono servizi pubblici si dovranno adeguare.

Il secondo punto riguarda regole più stringenti per le associazioni. Quelle di ispirazione islamista – una riedizione malata della sussidiarietà – erogano infatti svaghi, servizi o aiuti sociali che le altre o «la stessa Repubblica» non forniscono. Il Consiglio dei ministri potrà sciogliere con più facilità le associazioni non solo per terrorismo, razzismo o antisemitismo, ma anche se «attentano alla dignità della persona o fanno pressioni psicologiche o fisiche». E imporre la firma di una carta dei valori repubblicani e laici, con tanto di penali in caso di violazione.

Il terzo pilastro è la scuola. Oltre a difendere il divieto di ostentare simboli religiosi, Macron vuole frenare le intemperanze dei genitori conservatori. Costoro fanno togliere i figli da scuola e li dirottano sull’istruzione domiciliare, spesso somministrata da integralisti sfruttando quanto disposto dal CNED (Centre national d’enseignement à distance, diramazione del Ministero dell’Istruzione). Abbandono scolastico e homeschooling confessionalista impediscono a tanti giovani di avere un’istruzione inclusiva. Dal 2021 l’obbligo scolastico partirà dai tre anni e l’istruzione a casa sarà ammessa solo per motivi di salute. Andrà in soffitta l’ELCO (Enseignement Langue et Culture d’origine), previsto per coltivare i legami culturali delle famiglie non autoctone. Sarà sostituito da una rivisitazione dell’EILE (Enseignements Internationaux de Langues Étrangères), materia opzionale di lingua e cultura con docenti sempre contrattualizzati dall’estero ma sottoposta a maggiore controllo. La scuola, ricorda Macron, deve promuovere «i valori della Repubblica e non quelli di una religione, formare dei cittadini e non dei fedeli».

Il quarto fulcro – forse più controverso – è costruire «un islam dei Lumi». Ma, precisa Macron, non un «islam gallicano». Voluto riferimento al gallicanesimo, quel cattolicesimo dipendente dalla monarchia francese contro il centralismo papalino e in voga fino all’Ottocento. Però il presidente ci tiene a dire che bisogna «aiutare questa religione a strutturarsi nel nostro paese per essere un partner della Repubblica per quegli affari che abbiamo in comune». Questo ambiguo tira e molla può far storcere il naso ai laici: uno stato non confessionale si può mettere in combutta con le religioni per pilotarle?

La politica francese si ritrova a dover gestire l’integrazione del colosso islamico nell’Esagono. La legge del 1905, pensata per tagliare i ponti con la Chiesa cattolica, si mostra inattuale a gestire la sfida. Scartato «l’approccio concordatario» per le polemiche dei fondi statali, il governo ha scelto altre soluzioni. «Non è affare dello stato strutturare l’islam», assicura Macron. Ma vuole «liberare l’islam in Francia dalle influenze straniere»: stop quindi al flusso di finanziamenti poco trasparenti e all’ingresso di imam stranieri – così da formarli direttamente in patria.

La collaborazione tra governo e Conseil français du culte musulman, che rappresenta il mondo islamico francese, si è fatta più fitta. Macron parla di «strutturare il pellegrinaggio dell’hajj», di milioni di euro per iniziative della Foundation pour l’islam de France tese a valorizzare la cultura arabo-musulmana, della creazione di un Institut scientifique d’islamologie. Misure per non «lasciare il dibattito intellettuale ad altri» che, anche a livello accademico, possano ideologizzarlo. Il governo francese vuole spingersi a «insegnare di più la lingua araba a scuola o in ambito extrascolastico», sempre per non appaltarne l’insegnamento agli integralisti. D’altronde «l’islam è una religione che in Francia esiste», è innegabile. Ma per il presidente non bisogna solo conviverci: lo stato deve favorire l’emergere di intellettuali e imam che «difendano un islam pienamente compatibile con i valori della Repubblica». Il salto confessionale dall’accettazione al dirigismo è breve.

Il quinto e ultimo pilastro della politica anti-separatista è introdotto in tono lirico: «abbiamo in fondo un dovere di sperare». Ovvero, dare ai giovani un avvenire dentro la Repubblica, con investimenti su scuola, formazione, sicurezza, politiche abitative che facciano sentire la presenza amorevole dello stato.

Le reazioni

Lo strutturato progetto di Macron, prevedibilmente, non va a genio ai paesi musulmani, che hanno tutto l’interesse a inviare predicatori e denaro occulto in Francia. La Turchia, nuovo punto di riferimento del mondo islamico conservatore, ha già bacchettato la Francia. L’imam dell’università sunnita di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayeb, con uno slancio vittimista ha accusato Macron di «comportamento scostumato contro le religioni che crea una cultura dell’odio e del razzismo e fomenta il terrorismo». Da che minbar, verrebbe da dire.

Nello scacchiere francese le reazioni sono contrastanti. Macron è tra due fuochi. La destra sembra aver apprezzato di più l’iniziativa ma l’ha giudicata troppo elusiva rispetto a nodi come l’immigrazione. La sinistra si è mostrata più critica, lamentando l’eccessiva intrusione governativa, misure slogan quando leggi utili sarebbero già in vigore e una sorta di “ossessione” di Macron nei confronti dell’islam.

Non mancano perplessità da parte cattolica, perché la prevista legge potrebbe limitare ulteriormente le manifestazioni pubbliche di tutti i culti. Certo, la schiettezza di Macron nel rivendicare laicità e blasfemia può sembrare rivoluzionaria ai poveri italiani laici, intristiti dalla pavidità clericale dei politici del Belpaese. Ma oltre a galvanizzare gli amanti dello spirito illuminista, l’iniziativa del presidente presta il fianco a dubbi anche tra “laicisti” e libertari. Il tono a volte pomposo e imperativo di Macron fa pensare a uno slancio troppo assimilazionista. Su servizi e associazionismo viene introdotta una marcata discrezionalità del governo che, se si inserisce nella tradizione centralista della République, stimola contrarietà non solo da parte musulmana – l’impianto va ben studiato per non cadere sotto i colpi dei ricorsi e non sacrificare libertà. Anche la pretesa di voler «costruire un islam dei Lumi» rischia di venir giudicata una forma di imperialismo – o quanto meno di ingegneria – culturale. Se è sensato mettere un freno all’invadenza confessionalista, alla crescita dell’estremismo e ricordare che la legge terrena è al di sopra di ogni legge “divina”, per chi è laico è complicato accettare questa paradossale ingerenza dello stato sulle religioni. O l’intimità che Macron sembra avere con i rappresentanti confessionali. Come avveniva ai tempi di Enrico IV o Luigi XIV. Ma anche, in una stravagante continuità, durante la Rivoluzione francese con la Costituzione civile del clero.

D’altronde Parigi val bene una messa. Anzi una Mecca. Ma al di là dei dubbi su singoli punti del progetto di Macron, va riconosciuto che almeno la Francia ha preso coscienza di un problema concreto (quello del comunitarismo islamista) e sta mettendo in campo delle misure. E gli altri paesi? Invece di puntare sempre il dito contro la Francia “razzista” o “islamofoba”, come è abituata ad esempio a fare l’opinione pubblica anglosassone, potrebbero prendere spunto. Perché il comunitarismo tanto di moda, arrendevole e segregazionista, ha fallito.


Valentino Salvatore

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40 commenti

Gérard

Nel 2018, Gerard Collomb, primo ministro socialista del governo Macron lasciò il governo e nel suo discorso di fino mandato disse “Oggi è piuttosto la legge dei più forti che si impone, i narcotrafficanti, gli islamisti radicali, che hanno preso il posto della Repubblica. . […] Oggi viviamo fianco a fianco; Temo che domani dovremo vivere faccia a faccia ” . Aveva inoltre dichiarato prima che “le comunità in Francia si confrontano sempre più” e che “da qui a cinque anni, la situazione potrebbe diventare irreversibile ” . Ovviamente queste dichiarazione gli ha fatto perdere l’ appoggio della sinistra .

laverdure

Andiamo un po’ indietro nel tempo:
fine 1939,durante i mesi della “phony war” tra Francia e Germania.
I comunisti,che allora erano la parte piu’ accesa delle sinistre,dato che Stalin e Hitler erano “amiconi”(patti Ribbentrop -Molotov)appoggiarono apertamente quest’ultimo,svolgendo attiva opera di disfattismo,incitando le truppe a disertare
e gli operai delle industrie belliche a sabotare la produzione,tanto che il governo francese ne imprigiono’ parecchi.
Il loro atteggiamento cambio solo dopo l’attacco di Hitler all’URSS.
Le sinistre di oggi,anche se i comunisti ormai sono scomparsi,su certi temi di fondo mostrano la stessa lungimiranza di allora.
Ed e’ probabile che prima o poi avranno di che pentirsene allo stesso modo.

laverdure

Tanto per dare l’idea:
I nostri leader sarebbero capaci di indossare una barba finta in segno di omaggio durante la visita di qualche diplomatico islamico.
“Sottomissione”,il romanzo di Houellebecqu,ambientato in Francia e’ fantapolitica
(almeno per ora),ambientato in Italia sarebbe puro neorealismo.

laverdure

Il Manzoni come tutti i grandi scrittori capiva bene la natura umana,e ci ha lasciato
molte perle di saggezza che sembrano banali ma non lo sono affatto.
“Quando si e’ convinta una folla che qualcuno non merita di essere squartato,non occorre spendere una sola parola in piu’ per convincerla che merita di essere portato in trionfo !”
Gli immigrati,come gli islamici in questo caso,hanno ormai il ruolo di “vacche sacre” intoccabili.
Gli “untermensch” dei nazisti sono ormai “ubermensch” intoccabili.
Basti pensare come una persona rispettabile come Liliana Segre si sia lasciata influenzare dal conformismo imperante.
Basterebbe ricordarle come il tasso di criminalita tra i membri delle comunita ebraiche all’epoca fosse ben piu’ basso della media :chi sa di essere a malapena tollerato subisce il massimo incentivo possibile a rigare dritto,indipendentemente dalla sua personalita.
Cosa che non si puo’ certo dire per le comunita di immigrati attualmente sul nostro territorio,vero ?

laverdure

“Sono stata clandestina,so cosa significa essere respinti.
Si puo’ esserlo in tanti modi”.
Cara signora Segre,si potrebbe esserlo anche per una fedina penale lunga come un serpente e sporca come un letamaio.
Oppure per aver commesso gravi reati DOPO il proprio arrivo nella “terra promessa”.
Dico “si potrebbe” perche’ nella realta non accade mai,perlomeno da noi :impossible verificare le fedine degli “immigrati”,anche perche le autorita di origine hanno tutto l’interesse a sbarazzarsi di elementi indesiderabili.
Quanto al secondo caso,cosa ti puoi aspettare da magistrati che concedono persino indennizzi a rapinatori rimasti feriti durante le loro attivita ?
Che dichiarerebbero illegale persino l’espulsione di Khomeni o Bokassa in persona ?

RobertoV

Essere considerati elementi indesiderabili in certe nazioni non è necessariamente una colpa, ma può essere un pregio. Pensa solo a Regeni o Zaky, Malala, i vari oppositori perseguitati, ecc. In certi paesi sei considerato un criminale per blasfemia, perchè appartenente alla religione di minoranza, perchè oppositore politico, perchè hai criticato il governo o pestato i piedi ad un potente, perchè omosessuale, perchè non porti il velo, ecc.
Gli ebrei non sono immigrati di recente. 10 anni fa la lega fece una campagna durissima nei confronti dei romeni considerati dei criminali dediti a crimini efferati, mentre l’anno scorso sui loro giornali si poteva leggere che i romeni hanno tassi di criminalità simili a quelli degli italiani. Si sono integrati? O era tutto falso? C’è differenza tra immigrati regolarizzati e clandestini sui tassi di criminalità, ma anche notevoli differenze tra le varie nazionalità: eritrei ed egiziani abbastanza tranquilli, molto meglio dei bianchi albanesi, mentre i più problematici sono tunisini, nigeriani e marocchini (sempre, però, nell’ordine di qualche per cento). Quindi è scorretto parlare genericamente di immigrati e far credere che siano tendenzialmente tutti dei criminali.

laverdure

Io prenderei questi dati con molte riserve,perche’ ovviamente le nostre autorita hanno tutto l’interesse a minimizzare il problema.
Resta il fatto innegabile che i nostri media ripetono spesso che il 50% dei reati in Italia sono commessi da immigrati.
Se questo e’ vero,non occorre la laurea in matematica per concludere che il tasso di criminalita tra gli immigrati e’ nettamente maggiore che tra i nostrani(che non e’ certo trascurabile).
E ammettiamolo,per uno che viene considerato indesiderabile per motivi politici ce ne sono molti di piu’ che lo sono per reati comuni,dato che ladri,
maniaci sessuali,rapinatori ecc non sono certo apprezzati nel terzo mondo piu’ di quanto lo siano da noi,e hanno tutto l’interesse a cambiare aria verso i verdi pascoli che il nostro paese gli offre.
Tra l’altro,se ci rifletti,questi signori mediamente sono molto meno ostacolati da legami famigliari e hanno maggiore facilita a procurarsi i mezzi necessari per l’espatrio.
E gli stessi membri delle comunita gia insediate da tempo sono preoccupati
per il fenomeno dell’immigrazione incontrollata,perche ovviamente le prime vittime della criminalita “importata” sono loro,dato che la loro condizione li rende vulnerabili.
Una volta saldamente insidiata tale criminalita diventera poi un pericolo per tutti.
E’ esattamente quello che e’ successo con la mafia in USA e altrove,nel caso qualcuno non l’abbia capito da solo.

Aristarco

Macron : dei personaggi politici europei raramente dopo De Gaulle ne ho visti di altrettanto odiosi.
Stavolta però mi ha piacevolmente sorpreso.
Un pauso meritato ad un Uomo che ha dimostrato di avere le palle.
Del resto la Francia NON ha il problema di un “certo tipo” di magistratura…

laverdure

Il problema insolubile dei leader e’e che si trovano ad affrontare problemi differenti
che richiederebbero mentalita differenti,e di mentalita un uomo puo’ averne una sola (uno schizofrenico non e’ consigliabile per questi ruoli).
Per esempio Winston Churchill possedeva la mentalita piu’ adatta per guidare un paese in guerra,ma per altri problemi,come la “liquidazione” ormai inevitabile dell’Impero Britannico era ancorato a idee ormai superate.
Per Macron vale lo stesso discorso.

laverdure

Quando qualcuno paventa il pericolo costituito dal comportamento inaccettabile di minoranze come islamici ,zingari ecc,il facile argomento dei “progressisti” e’ il ricordo di Hitler.
Un argomento che volendo si puo’ “decostruire” con facilita.
Paradossalmente il nazismo ebbe rapporti amichevoli con l’Islam ,il Gran Mufti,la massima autorita islamica di allora,intrallazzo parecchio coi nazisti.
Quanto agli altri,Hitler applico la “soluzione finale” anche a categorie che ancor oggi non godono di molta popolarita : maniaci sessuali,pederasti ecc.
Il “mostro di Dusseldorf”,un pedofilo pluriomicida realmente esistito che ispiro’ il film di Fritz Lang,fini la sua carriera sulla ghigliottina(usava anche in Germania),e non mi risulta abbia mai avuto il titolo di vittima del nazismo.
Vogliamo davvero estendere la nostra “tolleranza” a queste categorie ?
O,siccome far arrivare i treni in orario era un vanto (giustificato)del fascismo,vogliamo glorificare le disfunzioni delle nostre ferrovie come una manifestazione di antifascismo ?
Parafrasando un detto,”il sonno del buonsenso genera idiozie!”

Mixtec

Grazie a Laverdure ho finalmente compreso come in Europa si sia posto rimedio per vari secoli al pericolo rappresentato dalla delinquenza ebraica: rinchiuderli in un ghetto e costringerli ad attività bancarie, mediche, farmacologiche, in breve farli leggere e scrivere. Se incapaci di istituire ghetti (ad es. Re Cattolici di Spagna), espellerli. Ogni tanto dar loro delle legnate (progrom) perché non dimentichino cosa per loro sia lecito fare. Purtroppo questi ghetti vennero aperti, o non furono istituiti (ad es. USA), ed allora si manifestarono le tendenze criminali ebraiche sia in campo politico (Disraeli in UK, Nathan e Sonnino in Italia, per fare qualche esempio) sia in campo economico , scientifico, filosofico e letterario (cade a fagiolo il premio Nobel a Gluck, ebrea americana). Qualcuno ha tentato di porre argine a tale sfacelo, ricorrendo all’emergenza delle leggi razziali e dei lager, ma era troppo tardi. Però l’esempio è degno di essere seguito in altri contesti, adesso, sotto la guida dell’Uomo col Rosario.

laverdure

Caro Mixtec,
nella tua “finta tontaggine” senza saperlo c’e’ un elemento di realta :
la diaspora,con tutti i disagi e le tragedie che comporto’ per secoli,e che ebbero il culmine nell’Olocausto Nazista,ha avuto un lato positivo.
Ha conferito alla cultura ebraica una elasticita che manca completamente per esempio a quella islamica.
Per necessita di sopravvivenza gli ebrei hanno dovuto “annacquare” gli integralismi
e adattarsi alle modernita.
Anche se nel mondo islamico non mancano certo intellettuali di valore,se facciamo le proporzioni direi proprio che il loro numero non e’ certo paragonabile a quello che ritroviamo nel mondo ebraico,e a meno di credere ad una disparita di natura
“razziale”,come sosteneva l’uomo coi baffetti,l’unica spiegazione e’ che la cultura islamica non ha mai offerto le stesse possibilita di quella ebraica( ma anche di altre)allo sviluppo di qualita potenziali che pure non mancavano in tanti individui.

laverdure

E per inciso,ai vecchi tempi,in parecchi paesi, nelle comunita di immigrati di differenti nazionalita ( e non solo in quelle ebraiche)il tasso di criminalita era piu’ basso della media nazionale,per quella “virtu’ della necessita” che nasceva dalla consapevolezza della propria condizione precaria e mal tollerata.
Ma ora fortunatamente il progressismo ha eliminato simili frustrazioni.

Mixtec

Caro laverdure,
gli Ebrei non hanno avuto bisogno di annacquare il loro integralismo per la semplice ragione che il proselitismo, la conversione dei Goim, non rientrava e non rientra negli obiettivi della loro religione. Loro sono il Popolo Eletto, cosa si dovrà fare dei Goim lo deciderà il Messiah, quando verrà. La Diaspora iniziò al tempo dell’Ellenismo, ma gli Ebrei che immigravano nei vari territori del Mediterraneo non avevano nessuna intenzione di conquista. Semmai non sopportavano il dominio romano in Giudea. I Romani non praticavano l’immigrazione, ma la conquista: dove andavano volevano comandare loro.
Diverso, come è noto, è stato l’avviso delle altre due religioni derivate dall’Ebraismo: si è trattato in questi casi di religioni che cercavano un popolo, e quindi praticarono il proselitismo, con le buone o le cattive.
Per quanto riguarda le caratteristiche intellettive delle popolazioni ebraiche, si può cominciare col leggere il capitolo 8 di “Una scomoda eredità”, di Nicholas Wade, e da lì proseguire con il libro “I pochi eletti”, di Botticini ed Eckstein ed altri titoli ed articoli suggeriti nella bibliografia.
Buona lettura.

laverdure

Direi che l'”elasticita” di vedute forzata dalla diaspora ha portato a qualcosa di piu:
se nello Stato di Israele i pregiudizi contro le donne non superano quelli dei paesi occidentali,tanto che possono fare il militare e raggiungere i gradi piu’ elevati nell’esercito come nelle altre professioni,lo si deve appunto a tale evoluzione forzata dei costumi.
Stesso discorso per gli omosessuali.
Altrimenti per tutta la popolazione varrebbe lo stesso integralismo della pur nutrita minoranza degli ebrei piu’ ortodossi,che ha poco da invidiare all’integralismo islamico,a parte la mancanza di piacevolezze come la lapidazione delle adultere e
l’impiccagione degli omosessuali,per le ragioni di cui sopra.

dissection

Mixtec lascia perdere laverdure, è un bravo ragazzo ma da quell’orecchio non ci sente. Vorrebbe fermare le migrazioni umane (perlomeno, quelle con destinazione Italia).

laverdure

Caro dissection,ricordi quando in un passato non poi lontanissimo gli immigrati albanesi all’inizio vennero accolti festosamente in Italia ?
Una festa che pero’, se ricordo bene,duro poco.
Anche perche’ la popolazione albanese,soggetta a secoli di immigrazioni e invasioni,e’ molto simile alla nostra,(non mancano individui biondi dagli occhi azzurri),per cui l’argomento del “razzismo” e “antirazzismo” trovo pochi appigli .
Io mi permetto di dubitare che i milioni di individui “autoctoni”indigenti presenti in Italia citati dalle cronache,cui inevitabilmente se ne aggiungeranno molti altri per la crisi economica provocata dalla pandemia,proveranno simpatia all’idea che sensibili percentuali del bilancio dello stato saranno destinati al mantenimento
a fondo perduto(AKA ” a sbafo”)dei cosiddetti “migranti” anziche essere destinati a loro.
Perche’,e’ il caso di ripeterlo,la moltiplicazione dei pani e dei pesci e’ rimasta monopolio di Gesu Cristo,e anche Santa Madre Chiesa non mi sembra propensa a
togliersi il pane di bocca per il prossimo.
Credo che su QUESTO anche tu,caro Dissection,sia d’accordo.
E credo tu sia d’accordo che gli italiani non sono un popolo di santi piu’ di quanto lo siano di poeti,per cui il fenomeno di cui sopra non contribuira certo a combattere
il problema del razzismo,di cui non mancano certo i sintomi nelle cronache.

Gérard

Caro Dissection
Se non condivido alcuni punti di vista di Laverdure, devo spezzare una lancia a favore suo .
E ormai evidente che molti partiti di sinistra sono già da tempo alla fine del loro percorso ideologico . Sempre più gente a sinistra ( parlo inanzitutto dei partiti di sinistra francesi, tedeschi e belgi ) non condivide più il loro atteggiamento sia verso l’ emigrazione che la loro ambivalenza con i movimenti religiosi islamici . Sarah Wagenknecht, la leader fino a l’ anno scorso del partito comunista tedesco “ Die Linke “ ( La Sinistra ) si è dissociato dell’ acceccamento ideologico del suo partito in merito all’ emigrazione e l’ ha lasciato ( Sarah Wagenknecht è pure figlia di un iraniano e di una tedesca ! ) . Dissection, puoi pure ironizzare su Laverdure, comodamente sdraiato su un divano perche “Vorrebbe fermare le migrazioni umane “ ( che non vedo da nessuna parte scritto.) ma questo mi sembra un semplice modo di dire “ chi se ne frega ? “
Oggi, dobbiamo affrontare i problemi causati dalla globalizzazione che stanno riducendo dapertutto nei nostri paesi i posti di lavoro . La classe media, motore economico delle nostre società sta diventendo sempre più povera .
I flussi migratori , tali come in Italia vengono affrontati produrrà inevitabilmente un conflitto sociale molto forte perché l’immigrazione africana contribuisce soltanto all’ aumento della classe povera, una popolazione con una cultura e religione poca incline, nell’ assenza di una politica migratoria decente ad integrarsi, oppure sarebbe meglio ( come l’ abbiamo fatto con gli emigrati in Francia fino a 50 anni fa ) assimilarsi . Se l’Africa è stata sfruttata in passato, questo non giustifica il dover accettare la sua migrazione di massa . Lo sfruttamento attuale è quello delle multinazionali . E accettabile, ma solo per quelli che sono comodamente sdraiato su un divano con paraocchi ideologici e che non dovranno affrontare i problemi dei proletari che convivono con loro nella periferia delle grande città .

dissection

Rispondo qui a tutti e due. Condivido in toto ciò che dite sui problemi causati dalla cattiva gestione dei flussi migratori. Ma ribadisco che non sono problemi dei flussi migratori: loro migrano e basta. In cerca di condizioni migliori. Purtroppo, la gestione è un problema che deve accollarsi il paese/i paesi di destinazione, i quali oltretutto hanno anche i loro problemi intrinseci. La soluzione è risolvere questi problemi e organizzare per bene la gestione dei flussi, non certo innalzando muri fisici e barriere ideologiche. Per i nostri indigenti, il governo, di qualunque colore esso sia, inizi a eliminare gli scandalosi sprechi, sperperi e malaffari vari, oltre alle varie regalìe ingiustificate di cui sappiamo, e cominci finalmente a far funzionare PER DAVVERO la cosa pubblica, invece di continuare a incancrenire di burocrazia un paese già allo stremo. Ecco che alcune migliaia di arrivi all’anno (peraltro, in massima parte di passaggio) non saranno più un disastro: disastro che comunque non si è ancora verificato. Perché se è vero che ci sono magari problemi a livello locale, non mi sembra che il paese sia sull’orlo del fallimento o della guerra civile A CAUSA dei migranti. Mafia, fisco, mercato del lavoro, dissesto idrogeologico, devo continuare? Questi sono problemi ben più pressanti e importanti da risolvere, oltre alla nostra amata laicità.

laverdure

Caro Gerard,tu come del resto tantissimi altri affronti il problema in termini,ammettilo,”generici”,per non dire “politicamente corretti”.
Io,per natura,tendo a preferire esempi concreti.
Pochi minuti fa i notiziari hanno annunciato l’arrivo di circa 500 “immigrati” dalla Tunisia,dove,correggimi se sbaglio,non e’ in corso nessuna guerra ,carestia ecc,insomma la situazione non e’ diversa da 10,20 anni fa.
Domanda (concreta) :di questi 500 quanti pensi ,di qui diciamo a 3 anni, avranno trovato un’occupazione che li renda autosufficenti e non piu’ totalmente a nostro carico ?
Volendo essere spietatamente realistici :quanti l’avranno anche solo cercata ?
E quanti se ne aggiungeranno nei prossimi mesi,anni,continuando di questo passo ?
E perche questi “proletari” devono godere di trattamenti privilegiati rispetto
alle masse di “nostrani” dei quali non interessa un c…. a nessuno ?
Io ragiono cosi .
Mi sembra che i paraocchi non manchino proprio nemmeno altrove.

laverdure

Dimenticavo:
tanto per un altro esempio concreto : ricordi quel pensionato che ha dovuto chiamare i carabinieri per affrontare l’aggressione ….della fame ?
Gia,perche con la sua pensione ,pagate le spese primarie,non gli era rimasto niente per mangiare, e digiunava da due giorni.
E casi simili nelle cronache se ne sono letti molti altri.
Domanda: se si fosse trattato di immigrati,non e’ lecito almeno il dubbio che simili casi avrebbero suscitato interesse maggiore,magari con interessamento (disinteressato)di esponenti politici e divi dello spettacolo ?
Ma io sono cinico per natura.

mafalda

Gerard ha ragione, e credo che le migrazioni siano un problema che non dovrebbe appartenere ai paesi che ricevono ma a quelli che lasciano andare tanta gente. Ed è responsabilità anche delle potenze miliardarie e di quelle falsamente umanitarie se tanti poveracci se ne vanno. Che utili ne ricavano? Quanti guadagnano con l’industria delle carità? Le migrazioni vanno regolamentate: meno persone in entrata, meno soldi alle associazioni di assistenza, obbligo di frequentare una scuola di italiano per uomini e donne, rifiuto delle pratiche religiose che vanno contro le conquiste etiche occidentali. È ora che la sinistra lo capisca e lo faccia capire al gesuita.

Gérard

Dissection
“.. loro migrano e basta. In cerca di condizioni migliori. ” Si, come ho fatto quando ero un ragazzo di 17 anni e che è andato via dalla Francia …( se oggi sono tornato a vivere nei paesi del nord- Europa è un motivo personale ) Anche il padre della Wagenknecht, capo dei ” Die Linke ” era un emigrato . Eppure sia Lei che io e ormai sempre di piu a sinistra dicono che l’ emigrazione incontrollata che lascia entrare qualunque in Europa portera soltanto disordine sociale e forse, come tanti lo temono in Francia una vera guerra civile . E non sono delle chiacchiere dal Bar Sport ma addiritura primi ministri e il capo dello stato a dirlo . ” Loro emigrano e basta ” E che cosa sarebbe emigrare secondo te ???

Diocleziano

laverdure
«…di questi 500 quanti pensi, di qui diciamo a 3 anni, avranno trovato un’occupazione che li renda autosufficienti e non più totalmente a nostro carico?…»

Temo che la risposta non sia quella che pensi tu: questa ondata di tunisini è molto recente e penso che vada collegata alla trovata governativa del bonus 110%: si stanno fiondando qui in previsione dell’apertura di migliaia di cantieri. Se così fosse sarebbe una enorme fregatura perché il grosso degli stipendi prenderebbe la via dell’estero; senza contare la ricaduta sul settore, perché dopo una tale mole di lavori per anni non si batterà chiodo. A cose fatte probabilmente i migranti’ tunisini se ne torneranno a casa. Magari con voli low cost…

Gérard

Diocleziano

Suppongo che non sei allo scuro della crisi economica, resa acutissima per via del Covid 19 che sta flagellando la Tunisia
” giovedì 28 maggio, in almeno sette città del Paese, per denunciare gli alti livelli disoccupazione, soprattutto tra i giovani, aumentando la pressione su un governo che sta confrontando la peggiore crisi economica in oltre 60 anni. Nella città meridionale di Gafsa, alcuni testimoni hanno riferito che centinaia di laureati si sono radunati davanti al palazzo del governatorato, urlando slogan come “vogliamo il lavoro”. Altre centinaia di giovani hanno protestato ad Hajeb El Ayoun e a Sidi Bouzid. Piccole protests di disoccupati sono poi scoppiate nelle città di Beja, Kasserine, Tozeur e Safax, secondo quanto reso noto dall’agenzia di stampa statale TAP.

Ancor prima che l’epidemia colpisse il settore turistico della Tunisia, che rappresenta quasi il 10% del prodotto interno lordo, i governi che si sono susseguiti in seguito alle rivolte del 2011 non sono mai riusciti a risolvere i problemi dell’inflazione e della disoccupazione , che generano malcontento soprattutto tra i giovani. It tasso di disoccupazione ufficiale è del 15.3%, ma in alcune aree si raggiungono picchi del 30%. In più, i livelli attuali sono destinati ad aumentare visti gli effetti dell’epidemia anche negli altri Paesi.

E credi veramente che questi emigrati tornerrano un giorno nel loro paese ?? Magari con i voli low cost ???? Anche l’ Algeria, paese dove ho amici che mi riferiscono spesso della situazione del paese sta in una situazione poco invidiabile .

Mixtec

Carissimi,
vedo che la discussione diventa interessante; al momento due sole note.
1) Gli Albanesi. Prima del 1940 il re d’Italia è diventato anche re d’Albania: i nostalgici dovrebbero essere ben contenti di aiutare i loro ex consudditi; come siciliano faccio presente che in Sicilia vi sono diverse comunità albanesi che risalgono al medioevo. Tra gli albanesi, o loro discendenti più noti, abbiamo annoverato Craxi e Anna Oxa.
2) I Tunisini. Anche in questo caso ci sono e ci sono stati scambi continui fra Trapani e Tunisi; qualche parente a Tunisi l’ho avuto; a Mazara dovrebbero esserci un po’ di tunisini. Però la Francia precedette l’Italia nel colonizzare la Tunisia (diciamo che gliela soffiò): in virtù di quest’ultimo fatto, i Francesi dovrebbero accollarsi i loro ex coloni.
E quest’ultima considerazione dovrebbe essere generalizzata: i paesi europei si accollino i rispettivi ex coloni (Così, nigeriani in UK, Senegalesi in Francia , Tanzaniani in Germania, ed Eritrei in Italia). Che ognuno si prenda le proprie storiche responsabilità.

Gérard

Mixtec

La stragrande maggioranza delle ex colonie da te nominate hanno la loro independenza da 60 anni e più e sostenere che la loro situazione dipende dal loro passato coloniale è pura demagogia che nemmeno la sinistra francese o tedesca verrebbe oggi a sostenere ( salvo l’ estrema sinistra con i suoi terzomondialisti che considerano che tutti gli indigeni sono bravi e gli occidentali razzisti e schiavizzatori ) Se però è cosi, cosa deve fare la Turchia che ha colonizzato per secoli tutto il Medio-Oriente e il Nord-Africa e non ha lasciato niente in eredita salvo molte moschee . Non mi sembra però che i flussi migratori siano verso quel paese …! Però caro Mixtec, la vera migrazione non ha ancora iniziato : guardi la situazione demografica dei paesi africani : la Nigeria, grande come Francia e Italia messi assieme aveva 45 millioni di abitanti quando andarono via gli inglesi . Oggi sono ca 207 millioni e fra meno di 30 anni la stima è di 410 millioni . La Tanzania che aveva ca 11 millioni di abitanti una sessantina di anni fa ne ha oggi 63 !!! L’ Egitto che ha piu di 80% del territorio inabitabile ha superato i 100 millioni ( Il mio lavoro mi ha permesso di andare negli sobborghi di città come il Cairo, Mumbai o Karachi – le fabbriche essendo in rioni poveri – e quello che ho visto è spaventoso ! ) Responsabilità nostra questo ??? ( Se parli della responsabilità del capitalismo ultra liberista il discorso è diverso ) .

Diocleziano

Gérard
Hai ragione, e pensando alla Cina che sta occupando mezza Africa, a cominciare dal Madagascar, pensi che si farebbe carico di qualche decina di milioni di africani?
Però loro avrebbero la scusa di non essere un paese di primo approdo… 😛

Gérard

Diocleziano

La Cina prendendo a carico una decina di millioni di africani ?? Stai scherzando ? Tutti sanno che i neri sono odiati in Cina e che i pochi che ci vivono ( paragonando alla popolazione totale ) sono vittime in continuazione di razzismo sistematico anti- neri .
In quanto riguarda il mondo arabo che per tanti secoli ha praticato la schiavitù dei neri ( Stimato a 17 millioni di persone !! ) loro vengono designati spesso con le parole ” Abed ” o ” Ousif ” che significa anche ” Schiavo ” ( Il giornale francofono libanese L’ Orient -Le Jour ha pubblicato un articolo interessantimo in merito a giugno scorso ) .

Mixtec

Caro Gerard,
che il colonialismo diretto europeo sui paesi dell’Africa sia cessato da una sessantina d’anni (forse per Angola e Mozambico un po’di meno) non può far dire agli Europei, “Va be’, abbiamo scherzato”, per non parlare della tratta degli schiavi.
D’altra parte, si può guardare la questione dal punto di vista delle buone maniere: gli Europei hanno visitato l’Africa nei secoli passati, gli Africani rendono la visita da adesso nei secoli a venire. E’ solo buona educazione.

laverdure

“gli Europei hanno visitato l’Africa nei secoli passati, gli Africani rendono la visita da adesso nei secoli a venire. E’ solo buona educazione.”
Se e’ per questo i Francesi “visitarono Algeria e Indocina e ci rimasero per parecchi decenni,poi pero gli autoctoni mostrarono chiaramente di non gradirli al punto di spingerli a togliere il disturbo.
Se vogliamo imitare gli esempi passati,perche’ trascurare questi ?

Mixtec

Mi sembra che pochi Algerini vengano in visita in Italia; piuttosto mi risulta che diversi vadano a fare i calciatori in Francia: in ogni caso lascio ai Francesi la libertà di comportarsi benevolmente con chi non li ha voluti “padroni in casa loro” (degli Algerini).
Quanto all’Indocina, lì si sono succeduti gli USAiani, ma comunque non mi pare ci siano clandestini Indocinesi che visitino l’Italia.

Gérard

Laverdure
Mixtex ricorda bene in un commento precedente che ha avuto che ha avuto qualche parente in Tunisia …Un colone dunque . E in effetto, se Marocco, Algeria e Tunisia erano sotto dominio francese, i coloni venivano da tutti paesi del nord della mediterraneo : tanti erano i spagnoli, italiani ( uno zio della mia madre stabilito vicino ad Algeri sposò una siciliana emigrata in Algeria ) e in certe zone erano quasi piu numerosi degli francesi . Alcuni villaggi furono fondati da italiani e avevano nomi italiani . Al momento mi viene soltanto Mondovi in mente ma erano diversi ( oggi non so come viene chiamato ) . Dunque, non soltanto i francesi ” hanno visitato l’ Algeria ” . ( P.S. Se posso aggiungere una cosa : gli emigrati indocinesi che sono anche numerosi sono stati benvenuti perchè si sono integrati benissimo alla popolazione . Il buddismo non impone nulla agli altri . ).

laverdure

Cari signori,forse sono stato equivocato (magari volutamente ) :
se vogliamo dirla papale : se algerini,vietnamiti ,come pure altri,hanno avuto il diritto di cacciare gli stranieri indesiderati da casa loro,e non certo in modo indolore,ma piuttosto con veri bagni di sangue ( di entrambe le parti),non vedo perche’ NOI dobbiamo essere costretti a sopportare vere invasioni ( che tali sono ormai per ordini di grandezza)in casa nostra.
E a chi considera nostro dovere sopportarle,vorrei porre le mie solite domande “concrete” : come pensate di soddisfare i bisogni di vitto,alloggio,assistenza sanitaria e scolastica di tutta questa bella gente,senza che inevitabilmente cio’ vada a grave deterimento di tali servizi per un numero almeno equivalente di cittadini italiani,che gia ora si trovano in condizioni di indigenza ?
Dato che ,torniamo a ripeterlo,la moltiplicazione dei pani e dei pesci e’ rimasta monopolio di Gesu Cristo (per chi ci crede) ?
E credete che tutto questo non porti inevitabilmente ad un crescente sentimento di intolleranza ?
Per inciso,il significato di “tollerare”,(cosa a cui nessuno sembra mai pensare)significa “sopportare qualcuno o qualcosa di cui faremmo volentieri a meno”.
Sarebbe opportuno ricordarlo di tanto in tanto.

Gérard

Mixtec
“… per non parlare della tratta degli schiavi.. ”
Gli schiavi …che deriva della parola slavo, perchè nell’ alto medio evo la maggior parte degli schiavi erano i slavi . Parola che alla fine a sostituito il latino Servus …

Sembra che ci siano soltanto gli europei che hanno praticato la schiavitù nella storia e che ci siano soltanto loro che devono pentirsene . Non sai che gli arabi hanno praticato la schiavitù fin dall’ inizio dell’ impero islamico fino agli anni recenti ad un livello ben più ampio che quello europeo ? ( e che viene ancora praticato in paesi come la Mauretania, Arabia Saudita e…Libia con i poveracci che arrivano dall’ Africa sub-sahariana i quali vengono venditi negli sobborghi di Tripoli o Benghazi ) Non mi sembra aver sentito fin’ora parole di pentimento da parte di dirigenti loro ( ??!).
Sembri ignorare che l’ Africa nera ha praticato per secoli e secoli la schiavitu . Quando una tribu faceva la guerra ad un altra tribu, uomini e donne della tribu vinta venivano portati come schiavi nella tribu che aveva vinto . Cosi quando comincio la tratta degli schiavi neri alla fine del XVI secolo ad opera degli portoghesi ( e poi gli altri paesi europei ) erano le tribu dominanti che fornivano gli schiavi agli schiavisti bianchi . Non sono mica andati nella giungla o nelle steppe a cercarli : venivano serviti pronti da imbarcare . La schiavitù è esistita in tutti popoli del mondo e in tutte le civilta .( perfino indiani americani hanno avuto anche schiavi neri !! ) .Non è con delle sentenze come da te scritto che sanno più di cinismo che di altro che le cose possano essere discusse serenamente .

laverdure

Cari signori,ammiro il vostro idealismo,ma ,mostrando di nuovo il mio interesse per il concreto,
esprimo l’ opinione (condivisa da altri)che il miglior indice per misurare la reale convinzione per un ideale sia semplicemente : Il denaro !
Vale a dire quanti soldi si e’ disposti a spendere di tasca propria .
Per fare un piccolo esempio : non ignorate certo il sensibile aumento delle tariffe di elettricita e gas.
Ora ,immaginate che il governo fosse stato cosi pazzo da ammettere che tale aumento e’ stato reso necessario da molteplici motivi,includendovi, esplicitamente,la necessita di coprire le spese del mantenimento degli “immgrati”.
Come credete che la prenderebbe la maggioranza di questo popolo di santi ?
Che resterebbe sorda alla prevedibile ondata di critiche dei vari Salvini e soci ?

Diocleziano

«…quanti soldi si e’ disposti a spendere di tasca propria…»

Infatti! Per sopperire al braccino corto dei cattolici, il governo ha pensato bene di andare in soccorso della Città del Male con l’8×1000. Se gli italiani dovessero dichiarare la loro posizione al fine di pagare, o meno, la tassa alla chiesa credo che i cattolici pronti al martirio (in €) sarebbero meno dei pastafariani.

laverdure

Veramente la possibilita di scelta c’e’ : io personalmente destino sempre l’8×1000 allo Stato.
Come diceva machiavelli : “La scelta non e’ mai tra bene e male ma tra male minore e peggio !”
Qual e’ la percentuale dei contribuenti che la destina alla Chiesa ?

Diocleziano

Mi sono spiegato male: intendevo la scelta come avviene in Germania, chi dichiara di essere religioso paga, non gli atei. Probabilmente la percentuale dei cattolici dichiarati si avvicinerebbe molto a quella di chi va davvero a messa, il 15/17%. Allora sì che la madonna avrebbe ben donde di piangere! 😛
Chissà se esiste un sondaggio in questo senso?

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