Insegnamento religione cattolica e attività alternative: il Tar dà ragione all’Uaar

«Ci sono voluti più di sette anni: sette anni di vessazioni ai danni di bambini, ragazzi e relative famiglie che chiedevano, in quanto loro diritto, di non subire l’insegnamento della religione cattolica. Alla fine però ce l’abbiamo fatta. Il Tar ci ha dato ragione».

Il segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Roberto Grendene, commenta così la sentenza pubblicata oggi dal Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio che ha accolto il ricorso presentato dall’Uaar nel 2013 contro il Ministero dell’Istruzione.

Al centro del contenzioso la circolare del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca del 17 dicembre 2012, n. 96, prot. 8293 e in particolare la discrepanza temporale tra la scelta di non avvalersi della religione cattolica (da effettuarsi al momento dell’iscrizione) e la scelta delle attività alternative (da effettuarsi all’inizio dell’anno scolastico).

«Tale differimento nel tempo – spiega Adele Orioli, responsabile iniziative legali dell’associazione – ha come effetto inevitabili ritardi nell’avvio delle attività alternative, essendo la loro organizzazione demandata all’inizio dell’anno scolastico. Non a caso sono frequentissimi e diffusissimi gli inadempimenti all’obbligo di predisporle. Cosa che costituisce una discriminazione tra coloro che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica e coloro che non se ne avvalgono. Una discriminazione ora riconosciuta dal Tar che impone al Miur l’annullamento di quella disposizione (reiterata anche negli anni successivi al 2012) e l’obbligo conformativo per gli anni scolastici a venire».

Il Tar ha infatti stabilito che «il rinvio della seconda opzione all’incipit dell’anno scolastico contrasta con la possibilità di tempestiva organizzazione ed idonea offerta delle attività alternative, con conseguente inizio ad anno scolastico ormai avviato e con soluzioni formative inadeguate o inesistenti che possono portare all’effettiva frustrazione del principio di non discriminazione per motivi religiosi e del diritto di insegnamento». La scelta delle attività alternative, così i giudici del Tar, «deve avvenire in tempi che garantiscano la tempestiva programmazione e l’avvio dell’attività didattiche secondo quanto richiesto dai principi di ragionevolezza e buon andamento».

«Ora il Miur dovrà modificare la circolare delle iscrizioni per l’anno 2021/22, prevista in pubblicazione tra due mesi», prosegue Grendene. «Chiediamo che siano date precise indicazioni alle scuole in modo che fin dal primo giorno di scuola siano garantite tutte le alternative all’Irc. In particolare insegnante, aula e programma didattico per bambini di 3-11 anni, senza che siano vergognosamente messi in corridoio, smistati in altre classi o peggio ancora lasciati a subire l’insegnamento “conforme alla dottrina della Chiesa” impartito da docenti scelti dal vescovo e pagati dallo Stato».

Comunicato stampa

3 commenti

Meco

Magari la scritta sulla lavagna si potesse leggere anche in circolo sulle banconote di tutto il mondo. Sarebbe un bel riscontro x tutti!

pendesini alessandro

Esiste un’altra alternativa che potrebbe mettere tutti d’accordo : insegnare, eventualmente durante il corso di storia, la genesi delle religioni.
Spiegare che l’idea di un’aldilà è probabilmente germogliata quando i nostri primi antenati svilupparono la facoltà cognitiva non solo per capire che un giorno sarebbero morti, ma anche per chiedere se quella morte fosse definitiva o se qualcosa li stava ancora aspettando oltre la tomba. Il fatto che i morti continuino a “vivere” nei pensieri e nei sogni ha sicuramente contribuito ad accreditare quest’ultima possibilità.
Essendo questi pensieri e sogni effimeri, si cominciò a credere che uno “spirito” qualunque esistesse dopo la morte. I più antichi reperti fossili antropologici relativi a strumenti funerari (scoperti nel 2016 in Spagna) datano da circa 350.000 anni. Fino prova contraria, qui dovrebbe situarsi la genesi dell’animismo, cioé la credenza di una « vita » nell’aldilà dopo la morte. Il politeismo, e, per ultimo il monoteismo (Atonismo) datano rispettivamente da circa 12.000 a 3500 anni fa : l’Atonismo, Zoroastrismo, in seguito la religione abramitica della quale deriva l’Ebraismo, Cristianesimo e l’Islam.

Cercare di spiegare intelligibilmente che é l’organizzazione della materia che definisce l’essere umano e non la sua composizione o un’entità soprannaturale che lo abiterebbe. Di fatto il vitalismo e l’animismo dovrebbero essere definitivamente abbandonati, e sarebbe superfluo ricordarlo se queste idee non fossero così profondamente radicate tra noi, nonostante la razionalità scientifica ! Questo non è forse l’esempio più significativo della testardaggine (cervello limbico), sedativo delle ansie esistenziali (corteccia frontale) ?

RobertoV

Dubito che metterebbe tutti d’accordo. Stai dando una spiegazione scientifica e razionale del credere che non potrebbe mai essere accettata da una religione, da un credente, perchè metterebbe in discussione la sua fede e le sue motivazioni. Gli stai anche dicendo in pratica che lui crede perchè gli piace credere in qualcosa che dipende dai suoi bisogni. Magari qualche fedele potrebbe anche accettare l’idea che comunque il credere lo faccia stare bene, anche se è un sogno, ma di certo non potrebbe essere accettato da membri del clero religioso che ne verrebbero delegittimati.

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