La scuola laica alla prova dell’islam

Diversi musulmani si lamentano di essere trattati diversamente dagli altri. Ma è lungo, troppo lungo l’elenco delle situazioni in cui, sempre più spesso, sono proprio fedeli musulmani a voler essere trattati diversamente – specialmente a scuola. Se vogliamo limitarci ai casi più eclatanti, questo è il cahier de doléances:

• abbigliamento connotato religiosamente
• rifiuto di svolgere attività ritenute haram (ginnastica, nuoto, musica)
• richiesta di menù differenziati a mensa
• aperta contestazione di insegnamenti sgraditi
• interruzione dei minuti di silenzio
• ostentata apologia di terroristi
• atti di bullismo ‘religioso’ nei confronti dei coetanei
• rifiuto di stringere la mano o di rivolgere la parola a insegnanti donne
• proselitismo da parte del personale

La buona notizia è che non tutti si comportano così. Anzi, a comportarsi così sono soprattutto gli islamisti o i loro figli, che vogliono una società a propria immagine e somiglianza. Quelli che non la pensano così non sono pochi, e sono la nostra speranza. Ma possono esserlo soltanto se capiranno che anche noi possiamo essere la loro speranza.

L’école laïque, 2020

Occhio non vede, cuore non duole. Gli inglesi pensano di risolvere ogni problema mandando i figli di musulmani in scuole musulmane: munificamente finanziate dallo stato, ma quasi sempre incapaci di garantire gli standard minimi richiesti (e spesso addirittura illegali). Gli altri europei, perlomeno quelli occidentali, accolgono quasi puntualmente ogni richiesta di fare un’eccezione alla regola. La Francia, stato laico per antonomasia, dovrebbe invece rappresentare il punto di riferimento della regola stessa. Come se la passa, oltralpe, la scuola pubblica e laica?

Male. E per venirlo a sapere non c’era bisogno della decapitazione del professor Samuel Paty, della legion d’onore conferitagli post mortem, del solenne omaggio che ha ricevuto alla Sorbona e dell’impegno assunto dal presidente Macron: «continueremo la sua battaglia per la libertà». Ma la sua morte può rappresentare l’evento in grado di mettere finalmente a nudo le enormi questioni che sono state accantonate per decenni anche in Francia.

Sono ormai diciotto anni che un collettivo di professori ha scritto il libro Les Territoires perdus de la République, dedicato alla secessione di fatto di molti quartieri periferici, dove lo stato di diritto è ormai solo un vago ricordo. E ne sono passati sedici, da quando l’ispettore generale dell’istruzione Jean-Pierre Obin lanciò l’allarme, ma il suo rapporto è rimasto largamente lettera morta. Il risultato è che oggi un terzo dei casi controversi si registra già alle elementari, e più di un terzo degli insegnanti (la maggioranza nei quartieri a rischio) si autocensura per evitare problemi. Del resto, perché mai si dovrebbe rischiare la pelle, quando i dirigenti scolastici sono così solerti nel rimbrottarti («pas de vague!») per aver suscitato malumori potenzialmente pericolosi? Tanto chi la noterà mai, la soppressione di un argomento compreso nel programma scolastico? Ma perché gli stessi dirigenti dovrebbero rivelarsi più coraggiosi, quando le autorità non reprimono le intimidazioni e i veri e propri ricatti, quando la polizia non trova sempre il coraggio di avventurarsi nelle zone a rischio?

L’onda negativa viene del resto da lontano, da quando diversi sostenitori della scuola pubblica e laica hanno cominciato a subire il fascino del postmodernismo alla Michel Foucault (uno che nel 1978 si esaltava per la rivoluzione islamica in Iran). Si è rapidamente diffuso un estremismo multiculturalista che si è tradotto nell’ossessivo tentativo di silenziare, con l’accusa di “razzismo”, qualunque critica a esponenti di minoranze ritenute sotto attacco – incluso l’islam, che una razza sicuramente non è. Lo stesso Osservatorio della laicità, anziché difenderla, si è più spesso dedicato a lottare contro i presunti “islamofobi”, finendo per agire in sinergia con organizzazioni integraliste. Si assiste ormai a un’autentica spaccatura nel mondo progressista tra chi rivendica l’eguaglianza e chi appoggia le identità particolari, anche le meno democratiche. L’inevitabile conseguenza è che persino un giornale di sinistra come il Charlie Hebdo finisce per essere giudicato di estrema destra (anche perché l’estrema destra lo celebra strumentalmente molto più di quanto lo faccia certa sinistra).

La medesima frattura attraversa il mondo dell’istruzione. Come sostiene un insegnante intervistato proprio dal Charlie Hebdo, «è lo stesso sistema scolastico ad aver educato i giovani con una forma di antirazzismo che ha avuto il sopravvento sulla libertà di espressione». Una larga maggioranza dei francesi si è dichiarata favorevole alla ripubblicazione delle vignette su Maometto, ma quasi un giovane su due pensa che il giornale abbia sbagliato (e ancor più abbia sbagliato anche la sedicenne Mila, ancora oggi sotto protezione). Già cinque anni fa un quarto dei liceali non condannava in toto lo sterminio della redazione – ed erano quasi la metà, tra quelli musulmani.

Il mondo islamista ha saputo sfruttare abilmente sia questo cambiamento di mentalità (che non è soltanto francese, e che trova il massimo della sua espressione nei “fatti alternativi” raccontati dal New York Times), e nello stesso tempo si impone come dirigenza “di fatto” delle comunità musulmane. Si spera che la scoperta della vastità della rete che ha generato l’escalation culminata nella decapitazione di Samuel Paty abbia definitivamente fatto evaporare il mito dei “lupi solitari”. Ma ha anche riproposto il sempiterno dilemma: quanto è moderato, l’islam moderato? Poco, purtroppo troppo poco.

L’agenda islamista è del resto pompata dai petrodollari dei paesi arabi (persino la più importante squadra di calcio francese, il Paris Saint-Germain, è di proprietà qatariota) e dalla stessa Organizzazione della cooperazione islamica (l’unione internazionale degli stati a maggioranza musulmana). La cui strategia dichiarata, nero su bianco, è di «costruire la personalità dell’essere musulmano» e fornire protezione contro «l’invasione e l’alienazione culturale», «garantendo la sicurezza culturale e l’immunità necessarie per lo sviluppo della personalità del musulmano».

Anche all’interno delle comunità islamiche europee, i diritti umani sono spesso definiti «una creazione occidentale». Farsi crescere la barba è apprezzato, rifiutare il velo è stigmatizzato. L’intimidazione è frequente sia verso chi ne fa parte, sia verso chi non ne fa parte, e non si azzarda quindi a entrare in quartieri ormai monoconfessionali. Ci sono, è vero, imam molto più aperti (come quello di Drancy, Hassen Chalghoumi), ma si ritrovano minacciati dai loro stessi correligionari. Nemmeno l’ultimo attentato sembra peraltro aver cambiato le cose: una diciannovenne ha scritto che Paty «meritava di morire» ed è stata condannata per apologia del terrorismo, mentre sette allievi sono stati fermati per aver minacciato un’insegnante che, in un liceo di provincia, voleva affrontare in classe il tema del velo.

Se l’islam è un problema, a scuola sembra dunque esserlo ancora di più. E dire che proprio l’istruzione rappresenta per chiunque la miglior chance disponibile per aspirare a un futuro migliore. Ma sembra che non ci sia questa ambizione, tra le famiglie più estremiste. Si stima che siano ormai 50.000 gli studenti in homeschooling (figuriamoci con quale profitto). Il governo vorrebbe abolirlo, ma l’effetto più probabile sarebbe un loro passaggio alle scuole private, che in Francia sono il doppio che in Italia e sono quasi tutte cattoliche. Con quali benefici per la diffusione dello spirito laico, ognuno può immaginarlo.

La scuola laica, circa 2100

Sul tappeto ci sono dunque problemi giganteschi, che per essere risolti (se si riusciranno a risolvere) hanno bisogno di diversi decenni di intenso lavoro.

Al momento, le istituzioni francesi sembrano puntare soprattutto sui buoni modelli. Non solo sul «martire» Samuel Paty, ma anche, per esempio, su uno studente dodicenne di colore che si è dichiarato pubblicamente ateo (con tutti i rischi del caso). Nel frattempo la popolazione è sempre più apprensiva: l’87% dei transalpini ritiene che la laicità sia in pericolo. In otto su dieci pensano inoltre che sia giustificato mostrare le caricature in classe. Condividiamo a nostra volta, così come condividiamo la decisione delle amministrazioni locali di Montpellier e Tolosa di proiettare le vignette sugli edifici pubblici. Bisogna però essere consapevoli che la sfida è durissima: così facendo, gli islamisti si arrabbieranno ancora di più, anzi, si arrabbierà qualunque integralista, perché gli integralisti sono i numeri uno dell’antilaicità – qualunque sia il loro paese, qualunque sia la loro religione. E gli integralisti sono tanti, anche all’estero: quanto è disposta, la Francia, a mettere a repentaglio i suoi interessi economici nei paesi dell’Oci?

A meno che non voglia rinchiudersi in un proprio ghetto laico, che sarebbe anche contraddittorio, l’unica strada che può creare la Francia è quella di creare una netta spaccatura tra musulmani moderati e musulmani integralisti: i primi devono essere liberi di vivere l’islam in maniera moderata, ai secondi deve essere negata ogni collaborazione istituzionale. Nessuna agevolazione, finanziamento, eccezione, favore per l’islam estremista, quindi, e per qualunque altro estremismo.

Si dovrebbe compiere una colossale opera di persuasione intellettuale affinché il maggior numero di musulmani comprenda che, anche se dà fastidio ricevere insulti, anche gli altri li ricevono, e davanti alla legge sono trattati allo stesso modo. Anche gli atei ricevono insulti, infatti, e non solo dai musulmani (papa Francesco docet) – anzi, dagli islamisti ricevono spesso anche concrete e plausibili minacce di morte. Una rigorosa applicazione dell’uguaglianza in materia di libertà di espressione è ormai indispensabile, e ci si può arrivare: in fondo, anche nel mondo arabo si scherza spesso nei confronti dei jihadisti – pur correndo, ovviamente, anche qualche pericolo.

È un passaggio inevitabile che aiuterà a conseguire il secondo grande obbiettivo che lo stato francese si dovrebbe porre: terminare il condizionamento di stampo mafioso imperante in molte banlieues. Soltanto in questo modo si farà terra bruciata intorno agli islamisti. La repubblica deve riconquistare al più presto i suoi territori perduti.

Il beneficio per gli istituti scolastici sarà inevitabile, perché non si respirerà più l’aria malsana di troppi quartieri, e anche nelle famiglie più sensibili alla radicalizzazione si comincerà a insegnare ai figli a non esporsi troppo. In tal modo si creeranno le condizioni affinché quello dell’insegnamento sia un luogo quanto più neutrale possibile: dove far conoscere i valori di ogni concezione del mondo, ma tenendo ben presente che ci si va per imparare, non per pregare o manifestare la propria fede. Soprattutto, sarebbe una scuola di tutti, in cui si apprende (anche) a convivere con il pluralismo, un luogo dove insegnare a chiunque le regole fondamentali della convivenza educando a rispettarle, anche attraverso la filosofia con i bambini. Un percorso per diventare futuri cittadini.

Certo, non tutte le situazioni elencate all’inizio sono facilmente risolvibili. Ma è lecito pensare che siano problematiche soprattutto a causa degli islamisti. E vanno risolte facendo inequivocabilmente capire che i figli non sono di proprietà dei genitori e che lo stato agisce per il bene dei minorenni, qualunque dogma abbiano i loro genitori fanatici. Qualcuno ricorrerà al vittimismo, qualcuno fomenterà gli ambienti radicali all’estero, qualcun altro invece ringrazierà – anche nel mondo arabo, dove aumentano i giovani stufi della cappa islamista.

Di proposte ve ne possono ovviamente essere anche altre, per convivere con l’islam. L’importante è non smettere di cercarle, altrimenti si resta fermi al punto di partenza o si finisce ancora più indietro. Quel che va evitato è di creare un islam di stato: chi lo gestirebbe sarebbe facilmente additato come traditore da chi ama presentarsi come un campione di purezza. Estirpare l’islam, poi, come qualcuno pensa (anche tra chi ha una “fede” atea) non solo non è praticabile, ma è la negazione completa dei valori su cui si basa la Francia stessa.

La scuola di tutti è l’unico orizzonte possibile per creare un mondo migliore di quello attuale. Non è un obiettivo soltanto francese, dunque. È uno sforzo planetario, quindi titanico. Ma non è un’utopia. Buon 2100 a chi ci sarà.

Raffaele Carcano

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34 commenti

laverdure

A quanto si legge dai media,in Italia invece sono spesso le NOSTRE autorita,a tutti i livelli,a
praticare atti del piu’ sguaiato servilismo che a volte suscitano (apparentemente) imbarazzo nelle comunita islamiche.
Basti pensare all’abolizione di presepi e alberi di natale nelle aule ,all’eliminazione di cibi “non halal” dalla mensa scolastica.
Solo il peso della Curia ha impedito l’eliminazione dei crocefissi,che,ammettiamolo,in questo caso sarebbe stato semplicemente una pura esibizione di leccapiedi.
Non parliamo poi della “pudica vestizione” delle statue del Campidoglio in occasione della visita di un diplomatico iraniano,che suscito tali critiche da provocare il prevedibile scaricabarile sulla paternita dell’iniziativa.
Torniamo a dirlo,”Sottomissione” in Italia sarebbe un’opera di neorealismo degna di Verga.

RobertoV

A me sembra che sia successo l’opposto in Italia. I crocifissi sono spuntati come funghi, piazzati in posti dove non c’erano da anni o non c’erano mai stati. Presepi e alberi di Natale piazzati dove non c’erano mai stati, tradizioni inventate, spesso proprio con la scusa dell’islam. Statue di madonne e santi piazzate in vari luoghi. Istanze laiche denigrate e ricattate con la scusa dell’islam, violente polemiche su proposte laiche col ricatto di essere filo islamici, ossessione per la “tradizione” cattolica. Quei pochi casi di “servilismo” sono saltati alla cronaca ed hanno dovuto fare marcia indietro.

Gérard

In alcuni comuni dove il sindaco era del partito ” Rassemblement National ” ( chiamato fino 2018 Front National ) partito di Marine Le Pen, hanno fatto lo stesso o piuttosto hanno tentato di fare lo stesso perchè i presepi piazzati nei comuni sono stati sgomberati su ordine del prefetto del posto . Alcuni hanno tentato di resistere come per esempio in Beziers ( sud-ovest in regione Occitania ) ma se non mi sbaglio, hanno dovuto fare come gli altri . E vero che situazioni come quella che abbiamo adesso porta molte persone a rifugiarsi dietro simboli religiosi del paese come se fossero scudi ma la laicita del paese è ben ancorata nella maggioranza della popolazione ( anche se le intenzioni di voto per Marine Le Pen siano altissime dopo quest’ episodio ( piu di 44% ) bisogna scrivere che molti considerano questa signora una laica .

pendesini alessandro

L’induismo, il cristianesimo e l’islam, che rappresentava il 50% della popolazione mondiale nel 1900, rappresenta il 64% nel 2000 e probabilmente arriveranno all’80% entro il 2030….. Le donne musulmane hanno dato mediamente alla luce 7 bambini durante la loro vita, le pie ebree 6 bambini, i cristiani 3-4 e le donne senza dio 1-2 !
Se questa statistica non è fasulla, e di fatto non lo è, dobbiamo aspettarci che le religioni monoteiste avranno ancora lunga vita, con effetti collaterali –più che probabilmente- disastrosi ! L’obiettivo delle religioni monoteiste (cosi come l’induismo) è proliferare nel mondo il più possibile, quindi, particolarmente per l’Islam, diffondere « accanitamente » la loro assurda ideologia con speranza di riuscire a dominare (ma anche se possibile, eliminare) tutti coloro che non condividono il loro credo, o VERITA assoluta, NON negoziabile…… La storia, anche se mai all’identico, e se le occasioni sono favorevoli, si ripete…..
NB Vorrei chiedere a Carcano (ma non solamente) se ha avuto la possibilità di dialogare RAZIONALMENTE con islamisti sia moderati e/o fanatici ? Questi ultimi anni ho tentato a diverse occasioni di dialogare EDUCATAMENTE e razionalmente con questa gente e notato che la stragrande maggioranza di questi illuminati ha semplicemente e irreversibilmente perso la plasticità cerebrale…. Se, nel futuro questa brava gente non cambia paradigma (qui si che ci vorrebbe un « miracolo »), e con l’aiuto di petrodollari, dobbiamo aspettarci al peggio.

Diocleziano

«…la stragrande maggioranza di questi illuminati ha semplicemente
e irreversibilmente perso la plasticità cerebrale…»

Vale per tutti coloro che passano attraverso la manipolazione religiosa, non solo per gli islamici. Trovo che sia imbarazzante e vergognoso il fatto che nessuna organizzazione professionale di psicologi, psicanalisti e affini abbia mai additato come pericolosamente diseducativa la pratica di impartire arbitrariamente insegnamenti del tutto incomprensibili per i minori. La legge stabilisce un’età del consenso: perché non si applica anche alla religione?

pendesini alessandro

La legge stabilisce un’età del consenso: perché non si applica anche alla religione?…..
@Diocleziano :
Dovresti porre la domanda a l’ex ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti che nel 2004 ha sostenuto che l’istruzione dovrebbe privilegiare narrazioni fantastiche (alias creazionismo !) per favorire l’approccio del fatto scientifico….SIC !

PS -Nelle scuole sia laiche che private si dovrebbe imperativamente insegnare l’origine -o la genesi delle religioni, eventualmente durante le lezioni di storia – e non di certo la mitologia cattolico-cristiana. Evitando di indurre in errore gli allievi vantando, ad es, il comportamento “eroico” delle crociate e ben altro…

RobertoV

In realtà negli ultimi decenni non è così. Negli ultimi 20 anni i tassi di fecondità sono scesi anche nei paesi islamici e 7 figli per donna non ci sono più, ma più sui 2-3 in genere, salvo alcuni paesi del centro Africa. Tra l’altro tra i paesi coi tassi maggiori ci sono ancora parecchi paesi africani a maggioranza cristiana, vedi Uganda e Liberia. In occidente non è più vero che i cristiani fanno più figli dei non credenti ed anche gli islamici immigrati si sono avvicinati a due figli per donna. Ma anche in sud america i tassi sono scesi vicino a 2 figli per donna. Il problema è che avendo una popolazione molto giovane, cioè in età fertile, il numero di nati sarà ancora elevato per un po’ nonostante le donne facciano individualmente meno figli.

pendesini alessandro

Roberto
Mi riferivo a tempi più remoti e particolarmente all’autoproclamato Stato Islamico le cui donne facevano -mediamente- 7 figli ognuna….Ovviamente, come affermi, i tassi di fecondità sono relativamente calati. Malgrado cio’ la demografia globale e sempre in crescita, con le conseguenze disastrose che si stanno sempre più profilando negli Stati economicamente sinistrati in via di sviluppo….Ma non solo.

laverdure

@Pendesini

“Se, nel futuro questa brava gente non cambia paradigma (qui si che ci vorrebbe un « miracolo »), e con l’aiuto di petrodollari, dobbiamo aspettarci al peggio.”

Caro Pendesini,temo che l’unica,tenue,speranza di cambiamento di paradigma riguardi il mondo occidentale.
Come al solito la storia si ripete,e possiamo quindi guardare ad un passato non poi lontanissimo,quando la politica di “pace ad ogni costo”,condivisa dalla maggioranza delle popolazioni anglofrancesi ( le due maggiori potenze europee all’epoca),dopo aver favorito per anni la crescita del nazismo,fu spazzata via (troppo tardi per un sacco di gente)dal suo dilagare in tutta Europa.
Al punto che gli alleati non si fecero scrupolo,negli ultimi anni,dal ricorrere a bombardamenti terroristici sulle popolazioni civili nemiche,che provocarono centinaia di migliaia di morti.
Vittime,notare bene,che a differenza di quelle provocate dalle armi nucleari non hanno mai avuto molto risalto nei decenni successivi nelle rievocazioni storiche,sebbene dal punto di vista militare fossero risultate di ben scarso contributo alla vittoria.
Mi rendo perfettamente conto che augurarsi che l’ “islamofilia” ( o meglio “indifferenza”,”apatia” ecc) delle masse occidentali verso il pericolo dell’Islam venga spazzata via in maniera altrettanto drastica di quanto avvenne col nazismo
e’ un pensiero molto masochistico,ma purtroppo nutro molti dubbi sulla praticabilita di altre ,”politicamente corrette” opzioni.
Ma d’altra parte,come diceva il grande fisico Bohr, “E’ difficile fare previsioni,specialmente riguardo al futuro ! “.

G. B.

La scuola è importante e deve fare la sua parte. Nello stesso tempo, però non vorrei sopravvalutarne l’incidenza sui giovani: la famiglia, il quartiere, la comunità religiosa li possono condizionare molto di più, vedi il caso dei ragazzini che snobbano le insegnanti donne. Penso quindi che per combattere l’islamismo siano necessari interventi più radicali: in primo luogo fermare l’immigrazione da certi paesi; in secondo luogo evitare i quartieri ghetto, sparpagliate nel territorio è più facile che le persone si assimilino all’ambiente circostante; inoltre bisognerebbe arginare il potere economico di sceicchi ed emiri vari, valorizzando risorse energetiche diverse dal petrolio e intervenendo per evitare di svendere agli arabi i gioielli di famiglia, come squadre di calcio prestigiose, catene di alberghi e di grandi magazzini etc.

Diocleziano

«… in secondo luogo evitare i quartieri ghetto, sparpagliate nel territorio è più facile che le persone si assimilino all’ambiente circostante…»

Infatti, a volte non si tratta di veri e propri ‘ghetti’ nel senso di ambienti degradati, ma è l’errore di costruire interi isolati di case popolari dove si concentrano troppe persone affini per nazionalità o religione. Ciò favorisce il formarsi di clan estranei alla società. A Milano questo errore è stato ripetuto fin dall’inizio del ‘900.

laverdure

Il problema e’ che la autorita piu’ o meno occulte che controllano e sfruttano questi fenomeni hanno tutto l’interesse alla creazione di queste “enclavi” esclusive,ed e’ un grosso errore sottovalutare le loro capacita.
Non e’ certo difficile “incoraggiare ” gli abitanti di un quartiere appartenenti a differenti etnie a sloggiare,e fare in modo che il loro posto sia preso da individui di provata fede.
E come tutti i fenomeni mafiosi ( che tale e’ ,fatto e sputato)e’ difficile da contrastare,in un paese democratico.

Gérard

In un commento in merito all’ articolo ” I tagliatori di testa…” Roberto V scriveva nel suo contributo : “…Però gli abusi dell’occidente hanno colpito tanti popoli, etnie e religioni, ma solo una parte del mondo mussulmano è così violentemente anti occidentale ed è così propensa ad usare violenza ” . Credo che questa osservazione sia giustissima e ho risposto scrivendo quello che ho notato in Viet-Nam, paese martoriato dal colonialismo occidentale francese e americano : niente odio, niente anti-occidentalismo ! E ci ho ripensato ancora guardando alcuni giorni fa un servizio su ARTE TV dedicato a Myriam Makeba, la grande cantatrice , artista e militante contro l’ apartheid nel suo paese, l’ Africa del Sud : niente odio verso i colonizzatori ma una voglia di riconciliazione di tutti con tutti . Una grande artista e una grande Signora !
Niente di ciò nel Dar el Islam ( casa dell’ Islam ) .
Fino a quando Napoleone non fece la sua spedizione in Egitto nel 1798, l’ Oriente islamico, convinto della sua superiorita, ignorava sdegnosamente l’ Occidente infedele : per esempio la stampa, sviluppata da Gutenberg, fu introdotta con molte difficolta nei paesi musulmani, soltanto secoli dopo la sua invenzione ! Napoleone arrivava non soltanto con i suoi soldati ma con molti sapienti ( fra i quelli Champollion che riesce a decifrare l’antica scrittura egizia ) .
La disfatta fu totale e ricevendo i notabili locali al Cairo, Napoleone rispose al loro ” Dio è grande ” : ” Si, ma Io, sono quà !! ” Irruzione del blasfema, del razionalismo, della laicita e della modernita !
Fu l’ inizio, dopo le vittorie di Lepanto e di Vienna, di un succedersi di disfatte che i musulmani non riescono a capire, fino a quelle davanti a Israele, perchè la teologia dell’ Islam è quella della vittoria e della superiorità dell’ Islam su tutto e tutti
Qualunque sia l’opinione che si possa avere su Israele, questo rappresenta l’ avamposto dell’ occidente miscredente in una terra che considerano Dar El Islam, casa dell’ Islam .
Questo aiuta forse a capire la formidabile voglia di rivincita degli musulmani sugli occidentali . I musulmani hanno sempre avuto problemi di vivere in una societa dove sono minoritari. Non è caso che molti giovani musulmani che vivono in Francia e altri paesi europei sono favorevoli alla Shaaria : essa vuol riconoscere soltanto un solo tipo di situazione : quella dove il musulmano è il padrone del paese dove vive e ci fa regnare la legge islamica .

Gérard

Una parte del mio commento non è apparso sul mio testo di sopra e volevo aggiungerlo qui ….
“..Qualunque sia l’opinione che si possa avere su Israele, questo rappresenta l’ avamposto dell’ occidente miscredente in una terra che considerano Dar El Islam, casa dell’ Islam … e questo è per gli islamisti fondamentalisti il fatto inaccettabile, una cosa per loro piu importante che le ingiustizie inflitte agli palestinesi .

RobertoV

Penso che da parte loro ci sia una forte frustrazione, dopo un passato più o meno glorioso.
Dopo l’impero ottomano smantellato dalle potenze occidentali non sono riusciti ad esprimere delle potenze militari o economiche e le hanno sempre prese sul piano militare da Francia, Gran Bretagna e USA ed anche dal piccolo Israele. Anche adesso si affacciano nuove potenze mondiali non islamiche quali Cina e India e prima il Giappone. Rispetto al PIL il primo paese islamico è al 18° posto, l’Arabia Saudita, superato anche dai Paesi Bassi e con un pil pari ad un terzo dell’Italia. La grande Turchia è dietro.
Dal punto di vista scientifico e tecnologico sono scarsi da secoli.
In più col petrolio ed il gas naturale sono arrivati tanti soldi, ma non hanno rivoluzionato le loro società, tanto è vero che continuano ad emigrare, e sono finite nelle mani di alcuni super ricchi che li usano abilmente per dirottare i loro popoli contro l’occidente e conservare il loro potere. Va detto, inoltre, che con i cambiamenti energetici è proprio l’occidente quello che sta cercando e riesce a ridurre la sua dipendenza e, quindi, questi super ricchi ed i loro popoli temono per i loro introiti futuri.

Gérard

Roberto V

Alcuni musulmani odiano profondamente i non musulmani, soprattutto quando provengono da paesi occidentali. Molti occidentali credono che questo odio possa essere spiegato solo dal razzismo, dalla xenofobia e, naturalmente, dall’ ” islamofobia ” . Però una religione i cui testi fondanti incoraggiano anche apertamente la violenza contro tutto ciò che le è estraneo, non può che incoraggiare questo odio. Tuttavia, come lo scrivi, Roberto V, è frustrazione quando vedono i paesi non musulmani in cui vivono autorizzare tutto ciò che l’Islam proibisce .

Il Corano insegna ai musulmani che non dovrebbero consumare alcol, carne di maiale e carni non halal, che non dovrebbero avere una vita sessuale al di fuori del matrimonio (ad eccezione dello stupro dei prigionieri di guerra), che le donne devono essere modeste e modeste nel loro abbigliamento e che gli uomini devono limitarsi a quattro mogli (limite che non riguarda il profeta dell’ Islam visto che in una sura coranica, Allah dice che il suo messaggero potrà averne di più ), mentre in paradiso i musulmani dovrebbero essere in grado di bere vino in abbondanza e, per gli uomini, avere 72 vergini molto belle per soddisfare i loro desideri sessuali.

Nell’Islam sunnita, ogni aspetto della vita è severamente regolamentato. Assolutamente nulla è lasciato al caso o alla volontà del credente. Ci sono hadith sul modo corretto di pregare, mangiare, bere, dormire, vestirsi, fare l’amore, pregare, piangere i morti, guarire se stessi, viaggiare e persino modo per andare al bagno, urinare e pulirsi il sedere !

Diversi versetti coranici, e hadith mettono in guardia i musulmani dal minimo piacere in un mondo percepito come un’occasione di rovina, nonostante la gratitudine che ogni credente deve provare verso Allah per l’intera sua creazione.

La maggior parte degli occidentali vive in paesi ricchi, fa sesso anche quando è single, ha la possibilità di sposarsi o vivere in una relazione di diritto comune con le persone di sua scelta, ha facile accesso al divorzio, alla contraccezione e l’aborto, consumano alcol se vogliono, mangiano secondo i loro gusti, si vestono come vogliono e hanno accesso a un gran numero di distrazioni,gli omossessuali non vengono condannati. Peggio ancora, non hanno paura di ciò che un dio potrebbe pensare del loro modo di vivere!

Il fondamentalismo religioso, che paralizza lo sviluppo economico e umano, sta già generando molta frustrazione (vedi Le conseguenze della cultura islamista sullo sviluppo umano : meritterebbe anche un articolo per se !! ). Non solo promuove la povertà, la guerra e il terrorismo, ma accentua il contrasto tra la vita piena di divieti e privazioni imposta dall’Islam e la vita piena di possibilità che l’Occidente dondola attraverso i suoi media.

Poiché l’incredulità e l’apostasia sono i peggiori peccati dell’Islam, è ovvio che il Corano prevede l’inferno per tutti i non musulmani. Le sofferenze che attendono i dannati sono inoltre descritte dettagliatamente: catene, catene, vestiti di fuoco, liquido bollente che scioglie la pelle e le viscere, colpi di mazza, succo di sudiciume da bere, ecc. E tutto questo per l’eternità !

Tuttavia, immaginare la punizione che Allah riserva ai miscredenti non è sempre sufficiente per alleviare la frustrazione dei musulmani odiosi. Questo è probabilmente ciò che spiega, almeno in parte, perché tanti di loro vogliono darci un piccolo assaggio di inferno attraverso il disprezzo, gli insulti, le minacce, la violenza fisica o anche, in alcuni casi, terrorismo.

iguanarosa

L’islamizzazione della società in Italia è ancora relativamente contenuta. Se non si argina in tempo si vede come si sono ridotti in Francia, Gran Bretagna, Belgio e altri. Si arriva a quartieri comandati dagli islamici dove le leggi di un paese nessuno le osserva. Un po’ come i campi nomadi da noi, dove fanno tutto come vogliono loro.
La scuola dovrebbe essere importante per affermare la laicità sopra ogni credenza privata e religiosa. Ovviamente si passa per l’abolizione dell’ora di religione.

G. B.

@ Gérard
Condivido che i torti subiti in passato dai colonialisti non sono sufficienti a spiegare l’odio islamista per l’occidente. Oltre agli esempi che hai presentato si potrebbe citare la Germania, che con il nazismo ha compiuto in Europa i crimini più atroci della storia del nostro continente e tuttavia si è presto riconciliata con gli altri europei, anzi oggi è il paese più potente e influente sul piano economico.

laverdure

Pensa alle accuse che dovremmo rivolgere NOI alla Spagna,per secoli di malgoverno borbonico i cui effetti si fanno sentire ancor oggi nel sud : mafia,camorra,’ndrangheta ne sono il retaggio.
Paradossalmente il NordItalia,che pure ne subi il dominio,ne fu “culturalmente” risanato ad opera del dominio austriaco successivo,che a suon di baionette e calci in c..o impose una cultura ben piu’ moderna ed efficente.

Diocleziano

Più che una cultura moderna avevano a cuore i loro interessi, non certo per spirito di umanità. E se penso che ci sono ancora oggi nostalgici della ‘buona amministrazione’ della Maria Teresa… vabbe’, lassém perd!

laverdure

@Diocleziano
Sfondi l’aria.
Credi che gli USA abbiano dato un contributo fondamentale a sconfiggere il
nazismo prima,e a prevenire il dilagare dello stalinismo in Europa poi col piano Marshall poi,tutto questo per puro filantropismo ?
Ma anche se tanti hanno cercato di ignorare la cosa,esaltando per esempio oltremisura il mito della Resistenza (e non solo in Italia),direi che senza quel piccolo aiuto “interessato” le cose in casa nostra e altrove sarebbero andate maluccio.
L’europa dell’Est e’ un buon termine di paragone.

G. B.

Giusto. Ma anche gli spagnoli dovrebbero essere italofobi, visto il sostegno dato da Mussolini a Franco.

laverdure

Visto come Franco li ha tenuti fuori dalla seconda guerra mondiale malgrado le insistenze di Hitler, e viste le prodezze dei comunisti durante la guerra civile ai danni,
notare bene, degli altri gruppi antifranchisti come gli anarchici,che non lasciavano presagire molto di buono nel caso avessero preso e mantenuto il potere,direi proprio che gli spagnoli hanno meno da lamentarsi di quanto pretendano certuni.
Specialmente se si pensa come il trapasso di potere alla morte di Franco sia avvenuto in modo praticamente indolore.

laverdure

Forse,del tutto involontariamente ,gli rendemmo un servizio come quello che gli austriaci,altrettanto involontariamente ,resero a noi”ripulendoci” (perlomeno il norditalia)dalla malacultura spagnola.

pendesini alessandro

Intermezzo….
L’uomo, è probabilmente l’unico animale che può deliberatamente ignorare le informazioni razionali fornitegli dal suo cervello, quando le sue passioni o emozioni prendono il soppravvento. È l’unico che usa l’autoinganno come mezzo per evitare pensieri spiacevoli, quando la funzione del cervello animale è di informare chi lo possiede il più accuratamente possibile e di non ingannarlo…. Come possiamo auspicare costruire un mondo senza grossi problemi con un cervello –anzi TRE’ cervelli in un solo cranio che, sovente, stentano a « mettersi d’accordo » ?

laverdure

E piu’ un animale si avvicina per intelligenza all’uomo,piu’ il suo comportamento spesso ci appare umano sia nel lato positivo che in quello oscuro.
I delfini ad esempio praticano comunemente l’assistenza reciproca,a volte estendendola perfino agli esseri umani,cosi come a volte sono stati osservati praticare violenze di gruppo stile “arancia meccanica” ai danni di focene (cetacei loro simili),con esiti mortali,senza nessuna spiegazione visible se non il puro sadico divertimento.

Mixtec

Pendesini ha scritto:
“PS -Nelle scuole sia laiche che private si dovrebbe imperativamente insegnare l’origine -o la genesi delle religioni, eventualmente durante le lezioni di storia – e non di certo la mitologia cattolico-cristiana.”
Lodevole impegno, difficile a realizzarsi, almeno per ora, per semplice mancanza di personale all’uopo preparato. Nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, chi insegna storia è laureato in Lettere, o similari, ed stato cresciuto e pasciuto a Dante e Manzoni. Di teorie sull’origine delle religioni non sa una mazza. Al massimo conosce la mitologia ellenistico-romana ed ignora bellamente quella ebraica (nel senso che ha qualche idea di ciò che è scritto nel cosiddetto Vecchio Testamento, ma ignora del tutto i risultati della critica veterotestamentaria sviluppatasi ne Paesi aldilà delle Alpi e dei Pirenei).
Per gli anni dei Licei in cui la Storia viene insegnata dai laureati in Filosofia il discorso non cambia molto. I maggiori storici accademici sono di scuola cattolica o valdese.
Occorrerebbe fare un’indagine, e vedere in quali università italiane si preparano laureati che conoscano le teorie antropologiche e sociologiche sull’origine delle religioni (ma si può notare che il libro di Pals sull’argomento non è stato tradotto in italiano) o le più recenti teorie cognitivistiche ed evoluzionistiche (e qui qualche autore è stato tradotto: Thomson, da Nessun Dogma, Boyer, Norenzayan, forse si può aggiungere qualche altro, ad es. Burkert).
Su discuaar, Thread Scopi e Manifesto critiche alle religioni, Michele Ernandes ha postato un link che permette di scaricare una delle prime raccolte di studi cognitivo-evoluzionistici,
Infine, un’altra raccolta comparativa è quella curata da Michael Stusberg, Contemporary Theories of Religion, in cui una quindicina di approcci al tema vengono presentati da altri studiosi della materia (e più o meno concorrenti)

Mixtec

A parte qualche verbo dimenticato, è bene correggere che l’ultimo autore citato è Stausberg, e non Stusberg

G. B.

@ Laverdure
Guarda che sono morti più spagnoli durante la guerra civile che italiani nella seconda guerra mondiale. Comunque stiamo divagando rispetto all’argomento fondamentale, e cioè che i torti reciproci, anche recenti, che i popoli si sono fatti tra loro, non impediscono di convivere, mentre con gli islamici il rapporto è molto più difficile e quindi bisogna cercare altre spiegazioni. Io penso che il loro problema è che, anche se con il computer e il cellulare, gran parte di loro è rimasta culturalmente ferma al medioevo. Sarebbe come se San Bernardo o Savonarola tornassero a vivere nell’Europa di oggi: sicuramente ci considererebbero una massa di degenerati servi di Satana e meritevoli dell’inferno.

laverdure

@GB
Esatto.
E il problema per noi nasce dall’incapacita di molti di afferrare questa differenza culturale,di rendersi conto dell’impossibilita di far presa con argomenti verbali su individui sottoposti ad un martellante indottrinamento fin da bambini.
Come cercare di sedurre un omosessuale con la bellezza femminile,o un sordo con
il fascino della musica.
E dall’ipocrisia con cui i nostri leader,primo fra tutti il Papa,lanciano appelli che in realta non sono rivolti al mondo islamico ma alla NOSTRA opinione pubblica per dare l’impressione di un profondo impegno mentre si tratta di una semplice “ammuina” come dicono i napoletani,”aria fritta” in termini moderni.
Macron e’ il primo che abbia avuto il coraggio di affrontare il problema in modo serio.

RobertoV

Il papa cura i suoi interessi ed applica il criterio del nemico del mio nemico è mio amico. Per lui il pericolo è rappresentato dalla secolarizzazione, dalla laicità e dalla democrazia, cose che l’islam combatte. Inoltre è impegnato nel riscrivere la storia e promuovere l’immagine di religioni come strumenti di pace e strumenti fondamentali della società, quindi da tutelare in ogni modo. Non ha, quindi, interesse a mettere in difficoltà l’islam che fa un lavoro utile anche per lui, teme che possano diminuire i privilegi di cui le religioni godono nei paesi occidentali (non sia mai che vengano valutate come le posizioni filosofiche o politiche) e deve negare il contributo delle religioni alla violenza.
Per i politici si tratta invece dell’annoso problema degli interessi economici e geopolitici con certe nazioni. Entrare in contrasto con Arabia Saudita, Qatar o Turchia non conviene.

laverdure

@G.B
E la maggioranza degli spagnoli morti ammazzati nella guerra civile,da entrambe le parti,sono stati ammazzati da altri spagnoli,per cui i motivi di rancore verso “terzi”
sono relativi.
Quello che vale la pena di notare,sono le inaudite violenze che i repubblicani compirono,in certe regioni,contro i membri del clero,accanendosi perfino contro
defunti disseppelliti per l’occasione,come testimoniano molte foto.
E’ una cosa che lascia stupiti se si pensa che questo implicava necessariamente l’approvazione di larga parte della popolazione locale,in totale contrasto con la pretesa profonda religiosita del paese.

laverdure

E adesso il Papa si trova,penso,di fronte ad un dilemma.
Dopo che Erdogan ha ufficialmente querelato la rivista Cherlie Hebdo per offesa a Maometto,dopo aver lanciato critiche analoghe a Macron,sarebbe suo dovere,in quanto rappresentante ufficiale di una religione,
manifestare ugualmente la sua critica,magari davanti alla Corte Europea o all’ONU.
Dopotutto,dopo la strage nella redazione della rivista,che aveva suscitato gesti di solidarieta in tutto il mondo,non se ne era forse uscito pubblicamente con quel suo
“numerino” di come “avrebbe preso a pugni chi offendesse la sua mamma” ?

Diocleziano

Ma sua Banalità trova chi fa il lavoro sporco in vece sua: in occasione della performance della Ferragni in abito da presepe, si è mosso addirittura il Codacons per querelarla, a loro detta per offesa alla religione…
È forse l’unico caso di associazione per i diritti dei consumatori con giurisdizione in questo e nell’altro mondo! 😛

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