La clericalata della settimana, 43: il Consiglio regionale del Piemonte impone il crocifisso nell’aula istituzionale

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del Consiglio regionale del Piemonte che

ha imposto l’affissione del crocifisso nell’aula istituzionale.

L’iniziativa era partita dal centrodestra, che nel 2019 aveva presentato un ordine del giorno per imporre il simbolo cattolico in Consiglio.

 

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

Il governo presieduto da Giuseppe Conte ha approvato un nuovo Dpcm, con misure volte ad arginare il coronavirus, che prevede la chiusura di diverse attività, come quelle culturali, ma che lascia aperte le chiese per cerimonie con i fedeli.

Il consigliere comunale di Trieste Salvatore Porro si è scagliato contro le disposizioni del governo per limitare le feste private con troppe persone, per possibili rischi legati al coronavirus, sostenendo che l’esecutivo “ha trasformato la famiglia da Chiesa domestica e da focolare a focolaio di Covid-19”. Ha quindi proposto alle autorità locali e nazionali di “organizzare delle processioni” in tutta Italia per chiedere l’intercessione della Madonna contro l’epidemia.

Un’ordinanza della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei che mette in campo misure per gestire l’emergenza coronavirus ha raccomandato di evitare assembramenti nei cimiteri “in relazione alla ricorrenza della commemorazione dei fedeli defunti”.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha rilasciato un’intervista al quotidiano dei vescovi Avvenire in cui, commentando la situazione sanitaria, ha affermato: “stringere ora è la sola strada possibile per salvare il Natale”.

La sindaca di Pratola Peligna (AQ) Antonella Di Nino ha indirizzato una lettera alle istituzioni commentando le recenti misure per arginare il coronavirus, chiudendola con una invocazione alla Madonna della Libera per “uscire da questo incubo”.

La redazione

11 commenti

Maurizio

Voglio vedere se quel mentecatto del consigliere di Trieste correrà in chiesa o in ospedale quando si beccherà il covid…

iguanarosa

“Salvare il natale” mi sembra una storia per bambini, invece è un ministro troppo infantile, evidentemente.
Per le perdite economiche sembra che ci siano i soldi. Non sia mai che arrivi dicembre e si ci si possa risparmiare il traffico impazzito, acquisti e regali inutili, folla in tutti i negozi. Ansia e ressa da cenoni, pranzoni e spostamenti di massa. Speriamo bene.

dissection

Infatti. A me piacerebbe il lockdown a Capodanno, così sono esente dal pensare a cosa fare, dove andare, con chi…

dissection

Ocio però che non si capisce bene: nel titolo è scritto che il consiglio regionale ha imposto il crocifisso, nel testo è scritto che lo ha consentito. L’una o l’altra?

Diocleziano

Magister,
per i preti ‘consentito’ equivale a obbligatorio se va a loro vantaggio.
Mentre ‘consentito’, se è riferito all’aborto o al fine vita, è un crimine.

dissection

Più che d’accordo, Emperor, ma mi riferivo alla differenza tra titolo e testo delle clericalate, che può generare confusione…

Maurizio

Dove hai letto che il crocefisso è “consentito”? Io non trovo nulla del genere.

Moloko

Che disfatta per un piemontese come me.
Fino a quando dovremo continuare a subire?
Anche perchè difficilmente mi immagino una nuova giunta di qualsiasi colore, subentrante a questa vergognosa di destra, capace di avere il coraggio di levare quel feticcio dall’aula… :'(

RobertoV

Certo che chiudere teatri, cinema, piscine e lasciare aperte le chiese dimostra quanto le regole dipendono dal potere di lobby che hai e che in nome della religione le regole non valgono. Se vado in piscina mi misurano la temperatura e devo lasciare i miei dati ed il numero di telefono per potermi rintracciare se necessario, mentre nella più rischiosa chiesa niente di tutto questo.
Dovrebbero fare come in Polonia, dove anche lì in nome della religione le restrizioni non valgono.
Così una palestra ha avuto la brillante idea per aggirare la sua chiusura per il covid di dichiararsi “chiesa della salute fisica” e di organizzare al suo interno rappresentazioni religiose dedicate alla salute del corpo …… Magari i ristoranti potrebbero diventare luoghi di culto dello spaghetto volante ….

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