Ecco come Joe Biden può convincere gli elettori atei

Vi proponiamo un articolo dal n.5/2020  del bimestrale dell’Uaar, Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.


Le elezioni presidenziali Usa si avvicinano, e la posta in gioco è molto alta. Ma, come in Italia, non è facile per i non credenti trovare un candidato che fa esattamente per loro.

Se Joe Biden vuole vincere in novembre, deve ottenere tutto il supporto possibile. Deve ovviamente fare meglio di Hillary Clinton nel 2016, soprattutto nei cosiddetti swing states, gli stati seriamente contendibili tra i candidati. Ebbene, c’è un largo gruppo di elettori che sarebbe pronto a supportarlo ma che finora non è mai stato preso sul serio da nessun politico: sto parlando dei non credenti – atei, agnostici, e chiunque non voglia avere niente a che fare con forme di religione organizzata, anche se magari intimamente crede in qualche potere superiore. Stabilire una connessione con questo elettorato può essere un modo, per Biden, per mettere al sicuro una buona quantità di voti.

Il problema è come farlo: come dice il nome stesso, i non credenti non sono conosciuti per quello in cui credono. Ma arriveremo a questo più avanti. Non è certo un segreto che l’elettorato repubblicano includa molti elettori bianchi evangelical [i protestanti fondamentalisti, in prevalenza pentecostali, NdT]: e diciamo “bianchi evangelical” perché non stiamo parlando di generici “cristiani” ma proprio specificamente di evangelical. I protestanti neri tendono a votare per i Democratici. Ma il punto è il seguente: gli evangelical bianchi sono attivi, votano, ma non praticano l’attivismo radicale di un certo elettorato orgogliosamente di sinistra, che non vota se non c’è il candidato perfetto. Questa fetta di elettori cristiani non vota in base al candidato ma in base a quanto è possibile ottenere da quel candidato.

Non tutti gli evangelical bianchi adoravano Trump nel 2016, ma l’80% di loro ha votato per lui, magari turandosi il naso, perché comunque lui era il candidato repubblicano in gioco. Cosa hanno avuto in cambio? Hanno avuto Mike Pence, uno di loro, come vicepresidente, anche se adesso è completamente fuori dai giochi nella nuova corsa per la Casa Bianca. Hanno avuto una magistratura federale riempita da giudici ultra-conservatori desiderosi di cancellare le leggi sui diritti civili, la legge sull’aborto, le norme che facilitano l’accesso al voto. Tra loro ci sono, val la pena sottolinearlo, anche due giudici della Corte suprema. Hanno ottenuto la nomina in ogni settore dell’amministrazione di cristiani conservatori che usano il loro ruolo per promuovere la religione cristiana: il segretario di stato Mike Pompeo non smette di parlare di come sta usando il suo potere per diffondere il messaggio del Vangelo. Stiamo vedendo proprio ora cosa succede durante una pandemia quando le persone che ricoprono ruoli di responsabilità non hanno rispetto per la scienza. L’attuale amministrazione statunitense ha reagito al virus proclamando un “giorno di preghiera”: è successo mesi fa e non è stato molto d’aiuto. Possiamo dire che tutti noi cittadini americani stiamo peggio a causa del voto degli evangelical bianchi.

La questione per noi non credenti, non necessariamente atei, è se possiamo avere lo stesso effetto sull’altro schieramento. In teoria possiamo: secondo un recente sondaggio, gli evangelical sono circa il 23% della popolazione; i cattolici, che nel voto si dividono tra entrambi gli schieramenti, sono un altro 23%; i non religiosi sono un altro 23%. Ma nel 2016 i conservatori cristiani hanno avuto un peso elettorale maggiore rispetto al loro peso ‘reale’: erano il 26% dei votanti, mentre i non religiosi erano solo il 15% dei votanti. Dobbiamo fare meglio di così. I Democratici potrebbero aiutare parlando un po’ di più delle nostre istanze. Cosa potrebbe fare Biden, o qualunque altro candidato, per affrontare questo problema? I non credenti non sono monolitici come i bianchi evangelical. Cosa vogliamo noi come gruppo? Non possiamo usare come riferimento gli atei più militanti, dobbiamo includere tutti coloro che non appartengono a religioni organizzate, che sono del tutto indifferenti alla questione religiosa e che magari sono tra i non votanti. Cosa vogliono queste persone?

Come gruppo noi non stiamo certo chiedendo un trattamento speciale, né chiediamo che a qualcuno vengano tolti dei diritti. I Democratici potrebbero attirare la nostra attenzione semplicemente parlando di più di certe questioni per noi molto importanti: il ruolo della scienza, l’educazione sessuale nelle scuole, le iniziative atte a contrastare il cambiamento climatico, l’idea che la politica debba agire solo sulla base dell’evidenza sperimentale e che i ruoli di responsabilità debbano andare a esperti della materia, l’idea stessa che l’educazione e la formazione sono cose belle, la necessità di evitare le influenze della religione così da avere iniziative governative pensate per il bene di tutti, l’appoggio ai diritti delle donne e delle comunità Lgbt+. In altri termini, tutte le istanze a cui si oppongono i cristiani conservatori. Io vorrei per esempio che Biden rendesse pubblica una lista di candidati alla Corte suprema con un profilo progressista: noi tutti amiamo Ruth Bader Ginsburg, ma lei non ci sarà per sempre. Queste non sono istanze ‘atee’, e possono essere riconosciute come importanti da molti elettori non credenti.

Ebbene, Biden finora non ha espresso posizioni precise in relazione a molti di questi temi. Collocarsi in una cornice genericamente “di sinistra” può attirare quell’elettorato che si entusiasma per Bernie Sanders (che tra l’altro io ho votato in queste ultime primarie e anche nel 2016): la legalizzazione della marijuana, il sistema sanitario gratuito per tutti, una giustizia più giusta e meno razzista sono tutti temi per cui bisogna senz’altro combattere. Ma ci sono ambiti nei quali la religione fa più danni che non altrove: Biden dovrebbe dire chiaramente che non ha intenzione di lasciare che questi danni vengano fatti, e se lo dicesse attirerebbe l’attenzione di un elettorato trascurato da tutti. Noi non credenti siamo una risorsa elettorale che non viene sfruttata da nessuno: in una competizione nella quale ogni voto conta, specialmente in certi Stati, sarebbe irresponsabile per i Democratici continuare a ignorarci come in passato.

Certo, la faccenda è più complicata di quel che sembra. Gli americani non credenti non sono elettori democratici ‘fedeli’, per lo meno non quanto gli evangelical sono fedeli ai Repubblicani: nel 2016, solo il 70% dei non credenti ha votato per Hillary Clinton, mentre l’80% dei bianchi evangelical ha votato per Trump. Ma ci muoviamo in un sistema bipartitico, e la maggior parte dei nostri valori come non credenti trova espressione più nel campo democratico che non in quello repubblicano: i Democratici hanno bisogno di noi, e noi siamo disposti a votare per loro, soprattutto tenendo conto dell’alternativa.

Ma molti potenziali elettori democratici, e si è visto soprattutto in occasione dell’uscita di scena di Bernie Sanders, hanno bisogno di essere persuasi maggiormente. Non vogliono votare per Biden solo perché è l’unica alternativa a Trump. Ora, io penso che questo atteggiamento sia ridicolo e immaturo, ma penso anche che i Democratici dovrebbero dare a queste persone delle motivazioni per votare per loro, anziché semplicemente contro Trump. Le istanze che ho elencato sopra sono un modo per fare questo, almeno per alcuni di questi potenziali elettori. Perché non stiamo parlando della necessità di ‘convertire’ i sostenitori di Trump al voto democratico: ciò che serve è scatenare l’interesse dei non votanti, o almeno di alcuni di loro, così che decidano di uscire dall’astensione e sostenere la piattaforma democratica.

Molti di noi, me incluso, voteranno per i Democratici a prescindere da tutto: non certo perché pensiamo che il partito democratico sia perfetto, ma semplicemente perché pensiamo che il partito repubblicano sia tremendo per ciò che riguarda le nostre istanze. E se non vi piace Biden, tenete presente che quanto detto vale per qualsiasi altro candidato: qui non si tratta di trovare il candidato perfetto, ma di far sì che i candidati progressisti facciano ciò che è in loro potere per ottenere quanto più sostegno possibile dall’elettorato. Tra l’altro i temi indicati hanno il vantaggio di non essere divisivi né nei confronti dell’elettorato democratico né dell’elettorato indeciso, dato che quest’ultimo alla fine è semplicemente alla ricerca di uomini politici competenti e ragionevoli.

Qui non si sta chiedendo ai candidati di fare qualcosa di controverso, né di dichiararsi pubblicamente atei. Non abbiamo bisogno di questo: agli evangelical piace che il loro candidato dichiari la propria fede, a noi non interessa. Tutto quello che vogliamo è che venga raggiunto l’elettorato potenziale rappresentato dai non credenti: quello che magari sta pensando di rimanere a casa nel giorno delle elezioni, perché crede che nessun candidato abbia a cuore le sue istanze. I Democratici hanno bisogno di questi voti, e dunque hanno bisogno di un qualche sistema per ovviare al disinteresse di chi vuole astenersi: un sistema può essere quello di parlare apertamente dei temi che abbiamo elencato sopra, che alla fine riguardano gli ambiti più influenzati dalla religione, e che per qualche motivo vengono sempre ‘dimenticati’ durante la campagna elettorale. Io voglio che i Democratici vincano. La domanda è: lo vogliono anche loro?

Trascrizione del video Here’s How Joe Biden Can Win Over More Atheist Voters (https://www.youtube.com/watch?v=-ik87m5yTbE).

Traduzione di Mosè Viero.

Hemant Mehta


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