Humanists International, insieme a 33 ong, chiede il rilascio delle attiviste che difendono i diritti delle donne saudite

In una lettera congiunta inviata al presidente della Commissione per i diritti umani in Arabia Saudita, i firmatari hanno espresso la loro preoccupazione per la perdurante detenzione arbitraria di diverse attiviste che difendono i diritti delle donne, tra cui Loujain Al-Hathloul, Nassima al-Saddah, Samar Badawi, Nouf Abdelaziz e Miyaa al-Zahrani, molte delle quali sono state attive nella campagna 2011-2012 per revocare il divieto alle donne di guidare in Arabia Saudita. Mentre erano in prigione, molte di loro sono state sottoposte a tortura, violenza sessuale e altre vessazioni, senza alcuna possibilità di accedere a cure efficaci.

Il 25 novembre – un giorno dopo la pubblicazione della lettera – è stato reso noto che il caso contro l’attivista Loujain al-Hathloul, detenuta ormai da oltre 900 giorni, era stato trasferito a un tribunale specializzato contro il terrorismo che è noto per la sua incapacità di condurre processi giusti e per l’emissione di lunghe pene detentive. La stessa Al-Hathloul sta attualmente conducendo uno sciopero della fame per protestare contro la negazione del suo diritto a un regolare contatto con la propria famiglia.

La detenzione e il maltrattamento delle attiviste da parte dell’Arabia Saudita sono state ripetutamente condannate dalla comunità internazionale. Humanists International aveva già sollevato il caso di al-Hathloul, insieme a quello delle attiviste perseguitate in Marocco e Iran, in una dichiarazione al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel settembre 2019.

Inoltre, come affermato nella lettera:

Il Comitato Onu per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (Cedaw) si è più volte confrontato con le autorità saudite, ha sollecitato il rilascio di Al-Hathloul e di tutte le donne che difendono i diritti umani, e ha espresso la sua seria preoccupazione per le condizioni di detenzione di Al-Hathloul.

Nell’ambito delle procedure speciali delle Nazioni Unite, il regno saudita è stato ripetutamente sollecitato a rilasciare le attiviste attraverso diversi messaggi e comunicati stampa. Pur accogliendo favorevolmente alcune riforme del sistema di tutela maschile, hanno sottolineato che «questi sviluppi positivi sono il risultato di anni di implacabile difesa e di impegno di molti difensori dei diritti umani e dei diritti delle donne in Arabia Saudita. Molti sono ancora detenuti e chiediamo il loro rilascio immediato».

Durante la periodica revisione universale (Upr) nel novembre 2018, l’Arabia Saudita ha ricevuto almeno 22 raccomandazioni che chiedevano la fine della detenzione dei difensori dei diritti umani, comprese le donne che difendono i diritti umani, e di garantire un ambiente sicuro e favorevole allo svolgimento del loro lavoro.

La lettera ha esortato le autorità saudite a «rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti i difensori dei diritti delle donne, a ritirare le accuse contro di loro e a porre fine a tutte le molestie, le intimidazioni e i divieti di viaggio nei confronti dei loro familiari».

Humanists International

Originale in inglese pubblicato il 4 dicembre.

L’Uaar è il membro italiano di Humanists International.

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