È il momento della scelta educativa migliore: dire NO all’ora di religione cattolica

“Le iscrizioni a scuola sono ancora più facili!” è lo slogan che campeggia sul sito Iscrizioni on line 2021/22 del Ministero dell’istruzione. Uno slogan beffardo, viste l’omertà, la disinformazione e le complicazioni che avvolgono la scelta delle alternative all’insegnamento della religione cattolica.

Da lunedì scorso e fino alle ore 20 di lunedì 25 gennaio i genitori che devono iscrivere i propri figli a una classe prima sono alle prese con moduli da compilare e domande da spedire. Tra le varie scelte da compiere dovranno decidere se fargli subire l’insegnamento della religione cattolica (Irc). Il ministero non specifica che tale insegnamento sarà «impartito in conformità alla dottrina della Chiesa» (Legge 121/1985) da docenti scelti dal vescovo e pagati dallo Stato. Si limita a chiedere di selezionare “sì” o “no” – con il “sì” proposto come prima scelta – dopo la laconica dicitura “Lo studente intende avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica”.

Come nei classici contratti che nascondono una fregatura c’è una nota informativa, scritta in caratteri minuscoli e da consultare in una sezione a parte. Ma nemmeno lì viene spiegato che, lungi da essere “cultura” come spesso propagandato, si tratta di un insegnamento dottrinale. Nemmeno lì i genitori vengono informati che i docenti sono selezionati dal vescovo solo se sono ubbidienti al magistero ecclesiastico e solo se non tengono un “comportamento pubblico e notorio contrastante con la morale cattolica”. Tradotto: decine di migliaia di posti di lavoro statali sono assegnati in base al volere della curia, con criteri degni della Controriforma. Riguardo a queste gravi questioni di cui i genitori dovrebbero essere messi a conoscenza la nota informativa si limita a citare articoli di legge, tra cui il famigerato Concordato firmato da Mussolini.

iscrizioni scolastiche 2021/22: scegli NO religione cattolica

Se ci aggiungiamo il fatto che nella fascia d’età 3-10 anni le ore di religione cattolica sono due la settimana – tante quante quelle dedicate a Scienze alla scuola primaria – si deve parlare di vera e propria emergenza educativa, con problemi non a caso denunciati anche dal comitato Onu che vigila sul rispetto della Convenzione sui diritti dell’infanzia.

La ciliegina sulla torta riguarda l’occulto e tortuoso iter che il ministero si è inventato per gestire le scelte delle attività alternative all’Irc. Diciamolo chiaramente: quest’anno grazie alla vittoria legale dell’Uaar le cose vanno meglio e i genitori che vogliono una scuola laica non dovranno più attendere settembre-ottobre per dare le disposizioni che obbligatoriamente la scuola deve loro garantire al posto dell’Irc. Sono le quattro opzioni contenute nella scheda C, la prima delle quali è “Attività didattiche e formative”, ossia quell’Ora alternativa che è la concreta salvezza educativa nella fascia d’età 3-10 anni.

La ministra Azzolina, in clamoroso contrasto con il suo stesso slogan “Le iscrizioni a scuola sono ancora più facili!”, ha voluto complicare tutto e ha imposto ben quattro assurdi mesi di attesa per compilare la scheda C, quando la cosa più semplice e trasparente sarebbe stata prevederlo già ora nel mese di gennaio. Ne dà notizia un’altra ben nascosta nota informativa nel portale Iscrizioni on line: “La scelta delle attività alternative potrà essere effettuata in una apposita sezione di ‘Iscrizioni on line’ nel periodo 31 maggio 2021 – 30 giugno 2021, accedendo con le stesse credenziali”.

L’Uaar ha permesso di compiere ancora una volta un passo verso una scuola più laica e civile. Non ci sono più scuse, l’anno scolastico 2021/22 al quale i genitori stanno iscrivendo in questi giorni i propri figli deve segnare una svolta: fin dal primo giorno di scuola deve essere garantito un insegnante, un programma didattico e un’aula per chi ha compiuto la scelta educativa migliore dicendo NO all’insegnamento della religione cattolica e, in particolare nella delicata fascia d’età 3-10 anni, sceglierà “Attività didattiche e formative” collegandosi a giugno al portale Iscrizioni on line.

Roberto Grendene

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4 commenti

mafalda

Il gregge dei genitori direbbe sì alla r.c. anche se conoscesse le regole. Non sia mai che i piccoli soffrano di discriminazione.

Diocleziano

«…Nemmeno lì i genitori vengono informati che i docenti sono selezionati dal vescovo solo se sono ubbidienti al magistero ecclesiastico e solo se non tengono un “comportamento pubblico e notorio contrastante con la morale cattolica”…»

Da sottolineare che ciò è illegale, in quanto vìola svariati principi della ‘costituzione che il mondo ci invidia’.
Per non parlare dei contratti sindacali (forse questi non ce li invidia nessuno).

G. B.

Riguardo ai docenti selezionati dai vescovi per insegnare religione nelle scuole, che non devono tenere un “comportamento pubblico e notorio contrastante con la morale cattolica”, requisito peraltro richiesto anche per insegnare le altre materie nelle scuole cattoliche, potrei riferire il caso di una signora, separata e convivente, insegnante di catechismo in parrocchia come volontaria. Evidentemente certi requisiti “morali” valgono solo quando si tratta di dispensare con criteri clientelari posti di lavoro retribuiti, quando si tatta di far lavorare gratis la gente, invece, i preti non vanno tanto per il sottile.

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