Nevica, governo Cielle

L’attesa di Draghi sui nomi dei ministri non era riserbo ma vergogna, come rilancia Spinoza? Da una prospettiva laica purtroppo il concetto regge. Perché se non è arrivato il regresso di un Conte ter puntellato da Binetti e Mastella, poco ci manca.

La devozione del presidente del consiglio dei ministri si può dire che rimane invariata: passiamo da Conte fan di san Pio a Draghi accademico pontificio. Ma la laicità si misura nelle scelte politiche concrete, non in base alle convinzioni interiori. La scelta politica concretamente misurabile di Mario Draghi è quella di infilare nel nuovo governo una nutrita schiera di amici di Cielle. Se li contiamo sono infatti 13 su 25 i ministri che sono stati relatori – ossequiosi, ça va sans dire – nella kermesse clericale del Meeting di Rimini. Bianchi, Cingolani, Di Maio e Garavaglia in una occasione. Due volte Draghi e Carfagna. Tre le volte per Brunetta, Giorgetti e Speranza. Ben cinque volte Colao, Gelmini e Giovannini. Campionessa assoluta Marta Cartabia con dieci edizioni. E con la poltrona di ministra della giustizia a una donna contro i diritti delle donne e delle persone LGBT+ non sospiriamo per aver scampato un governo guidato da Cielle: in prospettiva l’incarico di guardasigilli a Cartabia potrebbe costituire una rampa di lancio per succedere a Mattarella.

Draghi al Meeting di Cielle

Dal passato più remoto Draghi ha riportato al governo Maria Stella Gelmini, sostenitrice delle scuole paritarie e già nota per la performance in cui cantò “Tu scendi dalle stelle” per protestare contro i presidi che si azzardano a non far recitare canti liturgici in classe. Dal passato più recente ha resuscitato Elena Bonetti dopo poco più dei leggendari tre giorni dalle sue dimissioni, confermandola al ministero per le pari opportunità e la famiglia. Anche Bonetti si è distinta per convogliare risorse pubbliche alle scuole private (che nel nostro paese vuol dire cattoliche) e come il suo segretario di partito ha il pallino del nuovo Rinascimento dal gusto reazionario. Mise infatti nella task force “Donne per il Nuovo Rinascimento” una consigliera dello stato della Città del Vaticano, ossia di un’organizzazione che strutturalmente e per “diritto divino” nega diritti alle donne.

Oltre per la competenza in campo economico-finanziario Mario Draghi è universalmente noto per il suo europeismo. Una volta ottenuta la scontata fiducia dal parlamento avremo un presidente del consiglio che è stato direttore generale del Ministero del tesoro, governatore della Banca d’Italia e presidente della Banca centrale europea. Che ha quindi il dovere morale e requisiti ampiamente sufficienti per mettere in campo whatever it takes per incassare dalla Chiesa i 5 miliardi di arretrati Ici che proprio l’Europa ha sollecitato più volte all’Italia di riscuotere. Come già detto la misura della laicità è data dagli atti concreti, quelli compiuti e quelli omessi. Anche a questo giro avremo un governo che si volterà dall’altra parte quando di tratta di tutelare le risorse pubbliche ed esigere semplicemente il dovuto dai vescovi?

Di modernità e di prospettive per un avanzamento laico e civile se ne vedono ben poche nel governo Draghi. Servirà quindi maggiore impegno e dovremo stare ben in guardia perché possono essere in arrivo colpi bassi.

Roberto Grendene

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5 commenti

pendesini alessandro

Un po di storia recente….. La vicenda del Monte dei Paschi di Siena…. Per riepilogare: Il Monte dei Paschi di Siena negli anni passati si era avventurato nell’acquisto di derivati tossici, ovvero di quei titoli inventati dalla fantasiosa, a tratti geniale, criminalità finanziaria americana, poi spalmati negli istituti di credito italiani e rivenduti a ignari risparmiatori come se fossero bottigliette dell’acqua di Lourdes: tutti sanno che non serve a niente ma la speranza che possa servire vale più della falsa promessa.
Il Monte dei Paschi di Siena in questa avventura ha potuto contare sull’avallo di una classe politica compiacente e forse complice, e si è confortato nella certezza che altri istituti italiani stavano compiendo lo stesso passo, tanto più che simili operazioni avevano superato il controllo della Banca d’Italia.
Ebbene il Governatore della Banca d’Italia, all’epoca delle spericolatezze del Monte dei Paschi di Siena, era Mario Draghi.
Negli anni dal 2002 a 2005 quando la Goldman Sachs cartolarizzava i titoli tossici nella previsione di piazzarli in Europa, Draghi faceva parte del management di quella banca.
Draghi non era il solo italiano a far parte del management della Goldman Sachs negli anni delle cartolarizzazioni tossiche, con lui c’era anche Mario Monti ed entrambi non potevano non sapere che quei titoli erano spazzatura perchè questa circostanza era già prepotenetemente emersa in una testimonianza resa dai dirigenti della Goldman davanti al Congresso degli Stati Uniti.
Mario Draghi e Mario Monti sono andati via dalla Goldman Sachs e anche i titoli tossici della Goldman e di altre banche d’affari americane, hanno attraversato l’oceano.
Certamente non erano nelle loro valigie personali, ma di sicuro Draghi e Monti ne conoscevano origine ed effetti.
Dunque Draghi era Governatore quando la Banca d’Italia ha autorizzato le manovre speculative del Monte dei Paschi di Siena e Monti era Presidente del Consiglio quando per sanare quelle manovre il Governo ha regalato a quella banca una somma pari all’incasso dell’IMU.
Le colpe dell’avvocato Mussari non sono solitarie, c’è un consiglio d’amministrazione di nomina politica in quota al PD, non mancano i consiglieri in quota alla Curia di Siena, e per non offendere nessuno includiamo nel novero dei responsabili la Banca d’Italia e la Presidenza del Consiglio.
In questo vortice di intrecci e complicità tutto finirà con qualche rinvio a giudizio, con qualche nome messo nel frullatore in campagna elettorale, purchè tutto rimanga immutato.
La ricetta è tutta nella legislazione bancaria che dovrebbe separare le banche di risparmio dalle banche d’affari e di speculazione.
Lo sa Draghi, lo sa Monti, e lo sa anche Bersani.
Ma continueranno tutti a comprare la bottiglietta dell’acqua santa di Lourdes aspettando il miracolo. (Firmato : Carla Corsetti)

G. B.

“Anche Bonetti si è distinta per convogliare risorse pubbliche alle scuole private (che nel nostro paese vuol dire cattoliche)”
I finanziamenti pubblici alle scuole private sono comunque inaccettabili. Non farei tante distinzioni tra scuole private cattoliche e scuole private, almeno formalmente, laiche. Spesso le scuole private sono gestite da enti formalente non confessionali, però, se si va a grattare sotto la vernice, i preti ci sono, eccome. Inoltre la laicità, se intesa in senso ampio, vuol dire stato di diritto, e nelle scuole private i docenti sono assunti discrezionalmente dai gestori della scuola, cosa rispettabilissima per un privato, ma non quando riceve soldi pubblici e conferisce titoli di studio aventi valore legale. E anche per quanto riguarda gli studenti tutti sappiamo che scansafatiche pluribocciati nelle scuole pubbliche poi conseguono splendidi voti quando passano alle scuole private, e questo non da oggi, ma da quando ero ragazzo io (ho 68 anni, e addirittura ricordo di testimonianze in questo senso dei miei genitori e di altre persone della loro generazione).

mafalda

Forse solo i governi Berlusconi erano peggio di questo. Il verme fiorentino (mi scuso con i vermi) ha fatto il suo dovere di servo leccapiedi.

Manlio Padovan

Se la Storia insegna qualcosa, non si può dimenticare che il fascismo nacque a seguito di una profonda crisi e che fu la riposta della borghesia più retriva a quella crisi: basterà pensare alla terra promessa ai reduci che non fu mai assegnata.
Aspettiamo il voro di martedì prossimo, ma se un po’ di luce si intravede è che Fratelli d’Italia sarà l’unico partito a negare la fiducia a Draghi. Ma Draghi non potrà che far emergere una maggiore crisi fra la popolazione e ciò darà a Fratelli d’Italia la possibilità di raggranellare voti in quantità alle prossime elezioni. Cioè: ci stanno preparando un governo di destra, se non proprio fascista, ed è ciò che vogliono la borghesia più retriva e la classe politica cialtrona di casa nostra.
Tanto la Costituzione è diventata ormai carta straccia.

RobertoV

Già dieci anni fa il giornalista d’inchiesta Pinotti si era occupato della Lobby di dio, cioè della setta affaristica di CL e del sistema “para-mafioso”che aveva sviluppato in Lombardia con Formigoni, ma che si stava estendendo al resto d’Italia. Il sistema si è dimostrato efficiente, quello che conta è controllare le leve giuste del potere politico ed economico, nonostante CL sia minoritario all’interno del mondo cattolico e non goda di grandi simpatie tra la maggioranza dei fedeli. Così nonostante i vari scandali è punto di riferimento della politica e dell’economa italiana come si vede bene dal suo meeting dove sia destra che sinistra sgomitano per esservi presenti ed addirittura annunciano nuove leggi.
Ormi da anni si denuncia l’eccessiva presenza di ministri di loro espressione diretta o simpatizzanti.
Non potevano quindi farsi sfuggire la possibilità di mettere le mani su un malloppo così consistente come il Recovery Fund e continuare a favorire la loro lobby ed i loro interessi, con buona pace della laicità.

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