Non mettiamoci una croce sopra!

Vi ricordate il caso della signora non credente che, dopo una cerimonia laica senza simboli religiosi, era stata inumata al cimitero Flaminio di Roma sotto una croce nonostante la sua famiglia non avesse avanzato alcuna richiesta in tal senso?

Era il dicembre scorso e la vicenda era stata resa nota dalla nostra Adele Orioli, che aveva celebrato la cerimonia di commiato e alla quale la famiglia della defunta si era rivolta per denunciare l’accaduto, rivelando come di fatto esista una prassi che si fa beffe (seppur su una sepoltura provvisoria) della volontà di defunti e familiari.

Non solo dunque è un privilegio di quei pochi che vivono (e soprattutto muoiono) in città attrezzate poter avere una cerimonia di addio in un luogo laico (per un’idea di quanto le sale del commiato siano poco diffuse si dia un’occhiata qui) ma basta girarsi un attimo per ritrovarsi una croce a ricordare chi nella croce non ha mai creduto, al punto da non volerla né sulla bara né sulla lapide.

È proprio per lanciare un segnale contro questa prassi che oggi, 27 febbraio, il circolo Uaar di Roma ha fatto un dono simbolico al cimitero Flaminio (di recente assurto agli onori della cronaca anche per il caso del cimitero dei feti): tre cippi funebri, privi di simboli religiosi, con la richiesta ad Ama e ai responsabili dell’area cimiteriale di rispettare le volontà dei defunti non credenti e delle loro famiglie non apponendo “d’ufficio” delle croci sopra le tombe delle persone inumate.

Un gesto piccolo, ma simbolicamente importante.

La redazione

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6 commenti

mafalda

Ma la croce dalla tomba della signora è stata rimossa? I cippi regalati dall’UAAR credo si perderanno nei meandri di qualche magazzino. Molto meglio staccare la croce e sostituirla, magari incaricando un avvocato di fare chiarezza.

Manlio Padovan

Sostituirla con un paletto ed un cartello con sonora bestemmia e punto esclamativo.

Diocleziano

Proverei con una denuncia a chi ha autorizzato l’apposizione, per vilipendio di sepoltura o di cadavere.

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