Parigi, Venerdì 16 Ottobre 2020. Una testa madida di sangue rotola inespressiva davanti al college Bois D’Aulné. L‘attentatore, un 18enne ceceno di fede musulmana, ne fa una foto e la pubblica su Twitter come monito agli infedeli. La guerra feroce dei fondamentalisti contro i ‘blasfemi’ continua, anche nella Francia del XXI secolo. La vittima è un professore di 47 anni, esposto alla mercé degli islamisti dalla testimonianza di una sua studente. Che la settimana scorsa ha infine confessato alla polizia di essersi inventata tutto per ingenuità e per ingraziarsi il padre, imprimendo una svolta al caso. Il dubbio, che già si insinuava immediatamente dopo il tragico evento, è ora più pressante che mai: quali ombre nasconde la ‘cultura del vittimismo’? E quanti danni scaturiscono dall’idea che il sentimento d’offesa debba prevalere sulla ragione?
A dare il via alla scia di odio e violenza, verbale prima e fisica poi, sono ancora una volta delle vignette ritenute offensive nei confronti del sentimento religioso della comunità islamica, già di suo non particolarmente incline all’autoironia (non che vada molto meglio tra i cattolici italiani). Il 6 Ottobre Samuel Paty, docente di storia ed educazione civica, tiene agli studenti del suo corso una lezione sulla libertà di parola. Lo fa ogni anno, per rimarcare l’importanza di un principio che, nella patria della laicité, non può che includere anche il diritto di dileggiare le religioni – diritto inesistente in ben 72 paesi del globo, dove in alcuni casi il ‘blasfemo’ rischia la vita.
Nel corso della lezione vengono quindi mostrate delle caricature del periodico satirico Charlie Hebdo in cui Maometto è raffigurato nudo e con i genitali ben visibili. Di per sé dipingere una persona con i genitali vistosi è raramente causa di offesa, ma per i musulmani, ed in particolare per i sunniti, ogni nudo di Maometto è considerato gravemente offensivo nei suoi confronti (anche se in realtà il diretto interessato, in 1400 anni, non ha mai espresso il suo disappunto).
Ad aggravare considerevolmente la posizione del docente è la versione dei fatti – poi rivelatasi del tutto inventata – raccontata da una studente tredicenne di fede islamica al padre. Prima di mostrare le caricature, Paty avrebbe invitato gli studenti musulmani, lei inclusa, ad abbandonare l’aula. La ragazza, indignata, avrebbe protestato, ricevendo per tutta risposta una sanzione disciplinare. Suo padre, Brahim China, è su tutte le furie e sfoga la sua ira contro il docente in un video pubblicato su YouTube e Facebook. Il filmato diventa subito virale e parte una gogna mediatica: i genitori, inferociti, protestano contro Paty prima sui social network, poi davanti alla scuola.
Ad infuocare gli animi e a guidare la protesta c’è il predicatore Abdelhakim Sefrioui, membro del consiglio degli Imam di Francia già noto alle forze dell’ordine per le sue affiliazioni islamiste. Il prof. è accusato di ‘islamofobia’, ne viene richiesto il licenziamento e la sua mail personale è sommersa di minacce e insulti. Stupito in prima battuta e poi amareggiato, Paty ora cede alla paura. Nel furore del linciaggio mediatico, trapelano i dati personali del docente e l’indirizzo della scuola. Informazioni cruciali per il 18enne ceceno Abdoullakh Anzorov, che il 16 Ottobre raggiunge l’istituto e paga due studenti per identificare il professore.
Nel giro di qualche decina di minuti, di Samuel Paty rimangono una testa mozzata ed un corpo crivellato di coltellate ed il terrorista rimane poi coinvolto in uno scontro con la polizia nel quale finisce ucciso. Ma Anzorov è solo l’esecutore materiale: alla base di quest’episodio c’è un clima ormai inveterato di censura e repressione nei confronti di chiunque muova critiche all’Islam. Oggi sappiamo che la ragazza si è inventata quasi tutto: nessuno studente musulmano è stato cacciato dall’aula, e lei non era neppure a scuola, ma ha ingigantito quanto le è stato raccontato dai compagni per ingraziarsi il padre.
La moda ormai imperante delle gogne social ha fatto il resto. Nell’era della ‘cultura del vittimismo’, l’offesa percepita diventa prova incontrovertibile del fatto che si ha ragione. E l’Islam politico prospera e cresce proprio passando come vittima, spesso garantendosi anche l’appoggio di una sinistra divenuta paladina e testimonial di ogni religione minoritaria, anche di quelle tanto concentrate nel richiedere privilegi per sé stesse quanto disinteressate ai diritti delle altre minoranze.
Il termine ‘islamofobia’, che dovrebbe descrivere l’odio razziale nei confronti dei musulmani, è andato incontro negli anni ad un progressivo ampliamento di significato, ed oggi viene usato per delegittimare ogni critica nei confronti dell’Islam e tacciarne l’autore di razzismo. Anche se l’Islam non è una razza. È islamofobo, per esempio, chi ritiene il burqa e il niqab delle prigioni identitarie. È islamofobo chi ritiene che il principio di laicità dello Stato debba valere anche per l’Islam. È islamofobo chi mette in discussione questa concezione distorta di ‘politica dell’identità’, per cui ogni cultura minoritaria diventa una ‘specie protetta’ e i suoi costumi vanno difesi sempre in nome del relativismo culturale, anche se recano danno. Ed anche se le prime vittime sono spesso molti individui appartenenti a quelle stesse comunità. Insomma, le accuse di islamofobia piovono. Ed espongono i malcapitati alla mercé degli Islamisti, che procedono col metodo tanto antico quanto efficacie dell’intimidazione e della minaccia.
Così, nel giro di poco tempo, l’‘islamofobo’ può finire sotto scorta, talvolta con l’accusa di ‘essersela cercata’ o di ‘aver provocato’ . Chi tocca l’Islam, si intende, lo fa a proprio rischio e pericolo, quindi tanto vale evitare: un po’ come suggerire ad una ragazza di non vestirsi in modo provocante per evitare molestie. Eppure è proprio il campo semantico della provocazione ad essere totalmente inadeguato, se non addirittura offensivo, perché sposta l’attenzione sulla vittima per colpevolizzarla ed evita di mettere in discussione i comportamenti del carnefice, forse proprio per non provocarlo .
Il risultato è che la sensibilità già ipertrofica del carnefice viene ulteriormente accresciuta, e la sua soglia di sopportazione delle provocazioni diventa pericolosamente bassa. Samuel Paty, ingenuo nel suo coraggio, è martire laico esemplare di questa subdola campagna a tutela dei sentimenti offesi, che si tramuta necessariamente in una guerra senza quartiere ai provocatori per eccellenza, i blasfemi. La sua ingenuità sta nell’aver dileggiato la religione sbagliata. Che persino il mondo progressista – sempre meno laico – evita di toccare, per autocensura e per il terrore di fare il gioco della Destra. E, ovviamente, per non provocare. Dando così man forte agli islamisti e lasciando sempre più solo chi si batte per la laicità e la libertà di espressione. E chi è solo, si sa, è destinato a soccombere.
Simone Morganti
In realtà islamofobia, come tutti i termini che contengono il suffisso “fobia”, identifica una paura più che un’avversione. E vista la perniciosa permalosità dei musulmani, non è difficile capire il perché.
I musulmani saranno pure permalosi, ma piuttosto che averne paura bisognerebbe sapere come controbattere alle loro argomentazioni. Gli atei (italiani), come ho detto altre volte, si sono esercitati molto nella critica neotestamentaria (di quella veterotestamentaria si interessano poco),
dovranno fare i conti con il Corano, e non mi pare una cosa facile. Io non riesco a leggerlo, proprio non ne capisco l’impostazione, o, meglio, mi risulta ostica. Farò qualche altro tentativo, se ne trovo il tempo.
Controbattere? Perché, ascoltano?
Mixtec
Sarà solo una perdita di tempo; benché assolutamente inaccettabile, il condizionamento impartito ai cattolici è acqua di rose in confronto al rinc********nto profondo al quale sono sottoposti gli islamiti. Quali argomenti vorresti usare contro chi di argomenti non ne ha, ma solo ripetizione ossessiva di mantra?
Per poter discutere con qualcuno bisogna essere entrambi disposti a farlo ed avere delle regole condivise e la disponibilità ad essere messi in discussione. Non mi pare che clericali e fondamentalisti abbiano questo atteggiamento. Pensa solo alla classica accusa di essere anticlericali o all’atteggiamento da lesa maestà che dimostra l’inaccettabilità della discussione. Ed anche quelli che fanno finta di essere disposti alla discussione, si inventano una marea di scuse ed in realtà non hanno nessuna intenzione di mettersi in discussione. L’accusa di islamofobia è una comoda scusa e ricatto per non entrare nel merito delle critiche e dimostra la debolezza dei loro argomenti e serve ad aizzare qualcuno contro chi critica, senza sporcarsi le mani direttamente.
Per quanto riguarda la critica veterotestamentaria, di solito, minimizzano e sorvolano, dicendo che sono cose superate dal nuovo testamento, ti sei perso il “rivoluzionario” concilio vatic.ano secondo, e svicolamenti vari, come l’ecumenismo via depistando. Esperienza personale.
Ecumenismo E via depistando, naturalmente… 😩🤭
L’omicidio di Samuel Paty ha offerto un’altra opportunità per valutare il divario che ormai separa sempre di più musulmani dal resto dei francesi.
In Francia, molti studenti hanno reagito con indifferenza. Alcuni insegnanti sono stati persino minacciati di morte quando hanno voluto celebrare la memoria del professore ….!
All’inizio di novembre sono stati interrotti anche i tributi nelle scuole all’insegnante decapitato. Il ministero dell’Istruzione ha registrato quasi 800 incidenti, come provocazioni o rifiuto di partecipare al minuto di silenzio.
Alcuni studenti (o loro genitori) sono arrivati al punto di sostenere il terrorismo. Una decina di casi potrebbero portare a procedimenti legali. Ecco la situazione oggi in Francia !
@Gérard
Dobbiamo osare dirlo : il sistema educativo francese (ma non solo!) sembra non aver ancora capito (già nel 2017), che il mondo sta cambiando, e anche molto rapidamente, e che dobbiamo, con la stessa velocità, adattarci a questi cambiamenti. Il sistema spesso si blocca su vantaggi che chiama “acquisiti”, su metodi che non vogliamo vedere, che sono in gran parte obsoleti, su vecchie conoscenze traballanti e discutibili, abitudini pre-digitali e persino sui rituali. Come potremmo osare affermare che l’istruzione degna di questo nome non ci riguarda ?… Con quale diritto una corporazione particolare si arroga il diritto di decidere cosa devono imparare i giovani ? o ignorare? Come se potessimo “insegnare la verità delle cose” una volta per tutte!
PS :Tra gli insegnanti che mi capita di incontrare, vedo persone di buona volontà, motivate, con ottima astrazione, intuizione e una certa preparazione pedagogica/psicologica, ma che –ahimè- si scontrano sempre con la rigidità del sistema vigente. Anche se in Francia, possiamo ammettere che l’insegnante è ancora « relativamente padrone a casa »…
L’ateismo e l’agnosticismo diffuso nell’Europa, in particolare la centrosettentrionale, ha una lunga storia. A partire dai filosofi che hanno riscoperto l’antichità classica, vale a dire coloro che hanno dato vita all’Umanesimo, si può dire che un qualche contributo l’hanno dato anche Lutero e Calvino. Grazie a loro infatti la lettura della Bibbia divenne comune, ed alcuni scoprirono che era possibile considerarla un testo umano. Sono stati pochini all’inizio (si pensi a Spinoza, che aveva il vantaggio di essere ebreo), ma poi sono diventati di più, e con l’Illuminismo anche un po’ irriverenti (si pensi a Voltaire). Ci sono stati poi i filosofi della sinistra hegeliana (Strauss, Torrente-di-Fuoco, Marx). Nel campo ecclesiastico il precursore Renan, e poi il Modernismo di Loisy. Altri ebrei fastidiosi: Freud, Durkheim, Mauss. In Italia praticamente niente, una continua Controriforma. Hanno esaminato i testi, indagato sulle cause psicologiche e sociologiche della religione. Il loro lavoro qualche frutto l’ha dato, anche se un po’ di nascosto, perché osteggiati da chi dirigeva i programmi scolastici ufficiali (in Italia prima il fascismo e poi il democristianesimo, proseguito col berlusconismo; negli altri paesi europei forse qualcosa di diverso è stato fatto.
Infine, e mi rivolgo all’ultimo intervento, mi meraviglio della Francia: Voltaire dovrebbe essere letto come da noi sono letti Dante e Manzoni (per me più perniciosi delle ore di religione),
e poi i pensatori che hanno fondato la sociologia ed altri studi critici. Ai musulmani francesi, quando vanno a scuola, queste cose vengono insegnate? O no?
La strada per l’introduzione al pensiero critico è ancora piena di buche e sassi.
Allego qui sotto un sondaggio fatto 3 mesi dopo il massacro di Samuel Paty .
L’inchiesta, che arriva solo tre mesi dopo la decapitazione del professor Samuel Paty, è motivo di preoccupazione. Per evitare possibili incidenti in classe, secondo un sondaggio effettuato a gennaio o febbraio scorso quasi un insegnante su due afferma di essersi già autocensurato nel proprio insegnamento su questioni religiose.
Pertanto, il 49% degli insegnanti della scuola secondaria intervistati afferma di essersi già autocensurato nell’insegnamento delle questioni religiose per non causare possibili incidenti nella propria classe. Ciò rappresenta un notevole aumento di 13 punti nello spazio di soli tre anni, la data di una precedente indagine . Per quanto riguarda gli episodi legati alla sfida del principio di laicità, il 40% degli insegnanti dichiara di aver subito incidenti su tematiche relative alla ristorazione scolastica, con un incremento di 5 punti dal 2018. Lo studio evidenzia la forte disparità nella geografia degli istituti con una differenza di 20 punti tra gli istituti situati nella rete educativa prioritaria (Sobborghi di grande città ) e quelli situati al di fuori di queste zone .
Quasi la metà (49%) delle proteste o il fatto che alcuni studenti cercano di evitare attività o lezioni si verificano durante le lezioni di educazione fisica e sport, una cifra in aumento di 14 punti rispetto al 2018. Aumentano anche durante le lezioni che trattano di laicità (+12 punti) , durante l’educazione morale e civica (+10 punti) o le lezioni di scienze (+6 punti ).
Più sorprendentemente, questo declino riguarda anche materie come la storia-geografia, la letteratura o la filosofia. “Le sfide della storia-geografia, delle lettere o della filosofia sono note e documentate ormai da vent’anni e molti corsi di formazione degli insegnanti hanno, e sono tuttora, previsti per imparare ad avvicinarsi agli insegnamenti in modo tale da non essere contestati durante le lezioni .
Alla domanda fatta in merito alla decisione di Samuel Paty di tenere un corso sulla libertà di espressione basato su vignette di stampa, solo i tre quarti dei professori interrogati lo sostengono, il 9% pensa che il proprio collega avesse avuto torto e il 16% preferisce non commentare. Quasi un insegnante su cinque afferma di aver osservato una qualche forma di protesta o disapprovazione durante le cerimonie in omaggio al professore decapitato. Il ministero dell’Istruzione nazionale aveva indicato all’inizio di dicembre di aver identificato quasi 800 incidenti – il 17% per aver glorificato il terrorismo – durante il tributo pagato a Samuel Paty nelle scuole. In totale sono state pronunciate 44 esclusioni definitive dagli istituti e 286 denunce ai servizi di polizia-gendarmeria e 136 ai pubblici ministeri.
* Il sondaggio è stato condotto online dal 10 al 17 dicembre 2020 su un campione di 801 insegnanti di primo e secondo grado nella Francia
In quanto riguarda Voltaire, segnalo che pochi mesi fa, la statua di Voltaire che si trovava in un piccolo parco di Parigi è stata rimossa perchè vandalizzata . Il filosofo è accusato di razzismo .
Non sono ottimista: prendiamo dieci cattolici a caso e chiediamo loro se condividono il pensiero critico di Voltaire, oppure come confutano l’analisi esegetica neotestamentaria luterana. Nove di loro penseranno a una supercazzola, il decimo ricorderà di aver già sentito quei nomi da qualche parte e forse correrà dal suo prete di riferimento a chiedere istruzioni per rispondermi.
Ora prendiamo dieci musulmani a caso e …anzi, è meglio di no.
Io sono convinto che non si sia cattolici o musulmani per nascita, non c’è scritto nel DNA.
Tu sei uno studente francese e allora devi studiare la differenza fra cattolici e ugonotti e come i primi hanno sterminato i secondi; studi l’Illuminismo francese e leggi Voltaire; ti faccio studiare Freud e Sartre; Darwin, la biologia evoluzionistica e l’astronomia moderna; se è il caso anche gli ultimi studi cognitivo-evoluzionistici sulla religione. Mi dimostri di conoscerli e dopo puoi credere le minchiate che vuoi, ma intanto devi dimostrarmi di aver prima imparato qualcosa,
se no la maturità liceale o quel che è non te la do.
Questo sarebbe necessario anche in Italia. Sei Testimone di Geova? Non credi nell’evoluzionismo darwiniano? Bene, fatti tuoi, ma prima di essere promosso mi devi dimostrare di sapere di cosa si tratta.
Se i credenti facessero quanto tu chiedi, di credenti ne rimarrebbero pochi.
La maggior parte dei credenti lo è perchè così è stato indottrinato, senza mettere in discussione quanto gli è stato venduto (pensa solo alla storia agiografica della chiesa), accettandolo in maniera acritica ed accettando o inventando una marea di scuse davanti alle obiezioni (pensa al problema dell’inquisizione). Quante volte sentiamo regolarmente parlare della strage degli innocenti come di un fatto storico?
Pensa solo alla vulgata delle religioni come strumento di pace e di tolleranza.
O alla classica affermazione che gli italiani o gli spagnoli sono cattolici senza averlo mai verificato: confondono una storia di dominio repressivo dei cattolici (come per il mondo musulmano) con la libera accettazione di un intero popolo. Vedendo quante leggi non cattoliche sono state varate in Spagna, anche recentemente, sarebbe difficile sostenere che la Spagna sia ancora una nazione cattolica. Certo in Italia il tutto è più difficile perchè c’è il centro dell’impero, il Vaticano.
Riguardo alla questione degli ugonotti per esempio, se avessi visto alcune discussioni del passato con cattolici sapresti quante scuse si sono inventati: dalla non conoscenza del fatto, alla minimizzazione, allo scaricare la responsabilità sul potere temporale, ecc.
Inoltre in Italia gli studi sulla religione te li farebbero fare dai preti cattolici, come già oggi succede, anche per la costituzione. E quando ci sono scoperte scientifiche non perdono mai l’occasione di farci sentire l’opinione di un prete o vescovo.
Dei retroscena di questa notizia non ne ho saputo nulla finché non l’ho letto qui.
Forse i giornalisti erano troppo impegnati sul viaggio ‘storico’ del banale sulle orme del profeta,
troppo impegnati anche per verificare se il profeta sia mai esistito. Vabbé, è solo un dettaglio.
Però hanno trovato il tempo per strombazzare la ‘storica’ scoperta di minimi frantumi biblici,
che probabilmente non aggiungono nulla a quanto conosciuto. D’altronde nessuno si preoccupa
di sottolineare la massa di fandonie contenute nelle ‘verità’ delle ‘sacre scritture’.
Caro Imperator,
Christianorum Persecutor,
sul (presunto) profeta cui accenni, permettimi di segnalarti un articolo pubblicato sul famigerato journal The Mankind Quarterly e reperibile al sito:
reserchgate.net/profile/Michele-Ernandes-2/research
Si tratta del quarto articolo nell’elenco, ripetuto come quinto (ma è stato un errore), scaricabile liberamente, ed opera dell’altrettanto famigerato Michele Ernandes.
Diocleziano…
Due professori di Scienze Politiche di Grenoble sono accusati di islamofobia. I loro nomi sono stati affissi davanti allo stabilimento il 4 marzo. Uno di loro, criticato per aver messo in dubbio la nozione stessa di islamofobia, denuncia un clima teso in cui la libertà di espressione è minacciata e in cui i dibattiti sulla religione musulmana sono diventati tabù. Sono ormai sotto protezione della polizia .
@ Mixtec
Dante e Manzoni più perniciosi delle ore di religione? Forse secondo una lettura “ad usum delphini” che ne è stata fatta e magari talora si farà ancora nelle scuole.
Se li leggiamo sul serio però troviamo che Dante fu durissimo contro il potere temporale dei papi ed ebbe espressioni di netta condanna nei confronti della chiesa del suo tempo.
Manzoni fu certo molto più moderato, tuttavia sufficientemente aperto da scandalizzare i clericali più conservatori dell’epoca per l’accettazione dell’unità d’Italia (e quindi della perdita del potere temporale dei papi) e per la presa di posizione a favore della diffusione dell’istruzione e della lingua italiana fra il popolo, che invece i gesuiti avrebbero voluto mantenere dialettofono e analfabeta.
“Se li leggiamo sul serio…” . Tranquillo, non lo fa nessuno. Dopo anni di studio rimangono solo Inferno, Purgatorio, Paradiso e Divina Provvidenza.
A proposito, giuro che qualcuno mi ha detto di essere certo della loro esistenza, perché lo leggeva sulla Divina Commedia (assurto così a testo sacro).
@ Maurizio
Guarda che per fortuna non tutti i professori sono dei clericali o dei cialtroni. Poi, si sa, ognuno è condizionato dalle proprie esperienze.
Ciao.
In effetti io non intendevo stigmatizzare i docenti, quanto piuttosto gli alunni, la stragrande maggioranza di cui penso che nel XXI secolo sia davvero poco interessata ad uno studio critico e approfondito di Dante e Manzoni o qualunque altro filosofo o letterato dei secoli passati. Date loro una finale di Champions e una puntata del Grande Fratello (Orwell chi…?) saranno sereni come un bebé. Ma non chiedete loro nulla di più, al limite una messa distratta e neanche ogni domenica.
Però hai ragione, non tutti i docenti sono cialtroni. Pochi si salvano.
Ritengo che la libertà di stampa o di satira non puo’ essere illimitata come una entità assoluta ! Per quanto il messaggio possa essere legittimo poiché l’islam, sotto certi aspetti, necessita di essere ovviamente criticato, e qui non sembrano esistere dubbi. Ma sostengo che l’Islam (ma non solamente) NON dovrebbe essere UMILIATO e/o INSULTATO tramite vignette provocatorie relative a Maometti, iconi ridicolizzati ecc..! -Una critica pertinente, eventualmente filtrata dall’etica, non mi risulta sia sinonimo d’insulto o umiliazione…..
Una critica se vuole essere giustificata deve essere imperativamente costruttiva, proporre ragionamenti razionali, commenti inequivocabili che aiutano a riflettere sperando un probabile cambiamento di paradigma. Ma soprattutto –e questo ritengo sia importante saperlo- evitare l’insulto becero, cafone, insolente…che non risolve nessun problema, non fa altro che spostarlo amplificando l’ODIO quindi l’antagonismo umano, con le tragiche conseguenze sia storiche che odierne ben evidenti a tutti coloro che non praticano la politica dello struzzo ossia fingere di ignorare una situazione umanamente intollerabile invece di affrontarla con un certo pragmatismo…..
Concordo.
Bisognerebbe incoraggiare gli studi critici, ma molti hanno paura a proporli, o farli.
In mancanza di studi critici ci sono gli sberleffi, che non hanno nulla a che fare con la sottile ironia di Voltaire (il quale avrà avuto pure i suoi difetti, ricordo di aver letto che era azionista di una compagnia dedita al traffico di schiavi, verificherò. In ogni caso era molto documentato sulla storia dei Concili).
Pendesini
In un mondo ideale le cose dovrebbero andare come hai detto. Ma nel mondo reale succede che alle debordanti manifestazioni dei credenti si risponda con del sarcasmo – e, come ci ricorda Mixtec, non è un’arte alla portata di tutti – che può generare degli scontri.
A parti invertite, quanti cattolici sopporterebbero simboli atei dappertutto, insegnanti di laicità pagati da tutti ma scelti dallUaar? Licenziabili se sorpresi in atteggiamenti contro natura come pregare, assistere a una messa, portare croci al collo ecc. Papi che definiscono gli atei come folcloristici o quasi animali insensibili…
I credenti sono degli ogm senza cognizione della propria condizione anomala, e chi li riduce in quello stato ne dovrebbe rispondere.
@ Maurizio, Mixtec, Pandesini e altri
Credo che chi, quali che siano le forme prescelte, critica l’islam, intenda rivolgersi più che agli islamici, a quanti, soprattutto fra la sinistra e fra i cattolici, li proteggono e li coccolano.
Quanto ad eventuali limitazioni della libertà di espressione, a parte che già ve ne sono, ma evidentemente per la legge francese deridere Maometto non è illegale, vorrei far presente che in ogni caso, comunque la si pensi su certe pubblicazioni “irriverenti”:
1)il massimo che un paese occidentale potrebbe ammettere sarebbe una leggera ammenda, un po’ poco per “calmare le acque” e convivere in pace con quanti ritengono che la blasfemia vada punita con la morte
2)una, sia pure lieve, sanzione, però, sarebbe un segno di cedimento da parte dello Stato e otterrebbe solo l’effetto di incoraggiare ulteriori ancora più intolleranti pretese
Caro G.B.
tra un po’ in Europa gli islamici saranno abbastanza numerosi. e le critiche saranno rivolte direttamente a loro oltre che ai loro “amici.”
Per quanto riguarda la critica “seria” alle tre religioni cosiddette “Abramitiche”, chi discute la figura di Gesù si rivolge solo ai Cristiani, chi estende la critica a Mosè, a Cristiani ed Ebrei (soprattutto), ed in parte agli Islamici, chi discute la figura di Abramo li prende di infilata tutti e tre, questi religiosi. Per questo porto l’esempio dell’articolo su Mankind Quarterly che ho citato qualche post fa.
Continuo a non capire il motivo per cui si confonde allegramente la CRITICA (premesso sia pertinente e costruttiva !) con l’INSULTO, UMILIAZIONE e PROVOCAZIONE (*) becera.
(*) Va notato che nel diritto francese, l’incitamento all’odio –quindi PROVOCAZIONE- con parole o scritti resi in pubblico è un reato penale dal 1972 ! E’ definito come mirato a determinate persone o gruppi di persone “sulla base della loro origine o della loro appartenenza o meno a un particolare gruppo etnico, nazione e/o religione”. Può essere indiretto e, in quanto elemento nuovo, non ha bisogno di essere seguito efficacemente per essere punito…..
Il fanatismo è una “malattia dell’anima” che, come tale, esige di essere curata quando viene dichiarata ed evitata quando si possono rilevare i primi sintomi. L’istruzione e la creazione di istituzioni sufficientemente flessibili e partecipative sono forse i migliori vaccini per prevenire il virus fanatico. E, non di certo la provocazione, insulti e umiliazione che non risolvono assolutamente NIENTE oltre che –da sempre- amplificare l’ODIO.
Prendere in considerazione la diversità culturale significa prendere in considerazione la diversità del pubblico, nonché la diversità dei metodi di insegnamento e apprendimento. È con questo spirito che sarà necessario analizzare il passaggio da una pedagogia differenziata a una differenziazione della pedagogia, differenziazione dell’apprendimento, ma anche differenziazione dei percorsi personali, esperienze extrascolastiche, conoscenze personali, tante differenziazioni che la scuola non può più ignorare !
In linea di massima potrei anche essere d’accordo. All’atto pratico poi mi rendoo conto che commentare questo o quel credo non mi riesce molto dissimile dal criticare gatti neri per la strada, zampe di coniglio, giorni della merla, sale in terra, specchi rotti, etc. Nel senso che non riesco proprio ad essere serio, per niente. Nel migliore dei casi sarò ironico, ma spesso scado nell’irriverenza e da lì il passo al dissacrante è brevissimo.
Che poi il credente sia oltremodo permaloso è un dato di fatto, ma la sua mancanza di argomenti è il vero freno al dialogo. E qui il mio sarcasmo aumenta. Non è colpa mia se il tema si presta alla satira.
Purtroppo alcune i soggetti di alcune note culture reagiscono con violenza, e anche questo è indiscutibile e non lo giustificherò mai. Sarebbe condannare la minigonna per assolvere lo stupro.
Cari fratelli e sorelle. Leggetevi un po’ di Corano. Pio IX vi sembrerà un discepolo di Voltaire. Tra Taqiyya e Jihad, il Corano è un verminaio di sanguinose contraddizioni che la Teologia (?!?!?) Islamica risolve con lo strumento del “ilm al-nāsikh wa-l-mansūkh”. I vari e odiosi totalitarismi che hanno portato l’Umanità nella Boucherie del Novecento…vi sembreranno dilettanteschi.
Caro Luca M.,
grazie. Nel mio primo post (il secondo di questo thread) mi rammaricavo di non riuscire a leggere il Corano, nonostante ritenessi necessario, per gli atei e gli agnostici, averne conoscenza. Apprezzo il tuo sacrificio, e spero che le conoscenze da te acquisite possano essere messe a frutto dall’UAAR.
Mixtec
E ovvio che gli italiani, avendo fin’ ora poco o niente a che fare con musulmani fondamentalisti come purtroppo è stato il caso nel nord Europa, le conoscenze legate alle problematiche che ci pone questa religione sono poche . Inoltre ci sono pochi siti italiani, salvo forse alcuni identitaristi e razzisti di estrema destra, che affrontano questo tema in modo obiettivo e non isterico . Leggere il Corano senza sapere bene di che cosa si tratta, come è stato scritto, quando e sopratutto in quali circonstanze e stato scritto e come voler leggere la Bibbia per sapere cosa è l’ ebraismo . La cosa migliore sarebbe informarti presso un ex musulmano che sarebbe di grande aiuto ( Chiedere ad un musulmano credente sarebbe come chiedere di spiegarti il cattolicesimo ad una suora di clausura, con la differenza che molti di loro hanno il vizio di voler a tutti costi convertirti se dimostri un interesse per la loro religione….ne so qualcosa….! ) .
Luca M.
Non credo che aiuti molto i nostri amici alla comprensione dell’ Islam se butti scritto quà una frase ripetitiva nel Corano che non è una sura ma una frase che nemmeno la stragrande maggioranza dei musulmani é in grado di spiegare o tradurre”“ilm al-nāsikh wa-l-mansūkh”.”….Se puoi illuminarli un po di più con le tue conoscenze, ti saranno, ne sono convinto, riconoscenti .
L’insegnamento in generale e non solo in Francia, si basa ancora sulla memoria, sull ‘”apprendimento meccanico” e sulla capacità di ripetere ciò che abbiamo imparato. Non importa quello che si capisce, dal momento che si recita…. Dobbiamo poter dire e scrivere “Persia”, senza avere la minima idea della realtà – svanita – che si celava sotto quella parola. La “conoscenza” è limitata a questo. Conoscere le parole. Viene lasciato uno spazio minimo per l’intuizione, le relazioni segrete, la riflessione personale, altre forme di percezione, sentimento, conoscenza. A tutto quello che accadrà domani. Si tratta di una riforma globale e radicale che dovrebbe essere affrontata, invece di cambiare questo o quello, a casaccio. Combattendo, soprattutto, contro la decerebrazione. Dando una possibilità al cervello di mantenere intatta la sua relativa plasticità…
Va comunque notato che alcuni sono interessati ai vari cambiamenti del futuro olisticamente intesi, tuttavia, il loro lavoro, anche se rimangono isolati, è interessante e affascinante. Combattono instancabilmente contro l’estrema povertà della ricerca educativa, Stanislas Dehaene, tra gli altri, al College de France, e Olivier Houdé, che studia come funziona l’evoluzione delle strutture mentali. Hanno capito che è assolutamente necessario reinventare un metodo, sapendo che deve essere necessariamente a l’ascolto dei movimenti e varianti del tempo. E che i bambini devono essere preparati per il mondo in cui viviamo, e vivremo non per il mondo in cui hanno vissuto i loro/nostri genitori e nonni.