“Dal momento in cui ci giunsero le prime notizie dell’esaltazione del Sovrano Pontefice Pio IX e dell’amnistia che concedeva ai poveri proscritti, con una simpatia e un interesse sempre crescenti noi abbiamo contato i passi che il capo supremo della Chiesa ha fatto sulla via della gloria e della libertà. Le lodi, la cui eco era giunta fino a noi dall’altra parte dei mari, il fremito con cui l’Italia accoglie la convocazione dei deputati e vi applaude, la sagge concessioni accordate alle stampa, l’istituzione della guardia civica, l’impulso dato all’istruzione popolare e all’industria, senza contare le innumerevoli cure tutte dirette al miglioramento e al benessere delle classi povere, alla formazione di una nuova amministrazione, tutto infine ci ha convinti che sia finalmente uscito dal seno della nostra patria l’uomo il quale, comprendendo i bisogni del suo secolo ha saputo secondo i dettami della nostra augusta religione, sempre nuovi, sempre immortali, e senza derogare alla loro autorità, piegarsi all’esigenza dei tempi.”
Scriveva cosi nel 1848 il mangiapreti Giuseppe Garibaldi al nunzio pontificio, esprimendo il suo entusiasmo per le aperture liberali di papa Pio IX: amnistia per reati politici, libertà agli ebrei, riduzione della censura avevano fatto sperare che il nuovo pontefice eletto solo due anni prima avesse inaugurato un nuovo corso, accogliendo finalmente lo zeitgeist che sarebbe a breve esploso, facendo per l’appunto un quarantotto.
Addirittura si sperava nel papa come il campione che avrebbe finalmente unificato la penisola italiana. Scriveva anche nel tardo 1847 Giuseppe Mazzini:
“Noi vi faremo sorger intorno una nazione, al cui sviluppo libero voi, vivendo, presiederete. Noi fonderemo un governo unico in Europa, che distruggerà l’assurdo divorzio fra il potere spirituale ed il temporale; e nel quale voi sarete scelto a rappresentare il principio del quale gli uomini scelti a rappresentar la nazione faranno le applicazioni. [..]. Non temete d’eccessi da parte del popolo gittato una volta su quella via: il popolo non commette eccessi se non quando è lasciato agli impulsi proprî senza una guida ch’ei veneri. Non v’arretrate davanti all’idea d’essere cagione di guerra. La guerra esiste dappertutto: aperta o latente, ma vicina a prorompere e inevitabile.”
Meno di due anni dopo Mazzini e Garibaldi difendevano disperatamente la Repubblica Romana dall’assalto delle truppe francesi di Napoleone III, inviate proprio per ristabilire il potere temporale di Pio IX. Entrambi i liguri sarebbero poi riusciti a sfuggire alle esecuzioni dei patrioti romani, ma intanto la vera natura del pontefice si era rivelata: ghetto ripristinato, abolizione della Costituzione della Repubblica Romana e pena di morte.
Niente male per il nuovo campione del liberalismo europeo. I due patrioti avevano proiettato le proprie speranze sulle iniziative di facciata di un papa che evidentemente aveva concesso quelle riforme per non finire schiacciato dal sentimento dell’epoca.
Un nuovo papa, un simbolo di cambiamento, genuflessioni imbarazzanti da parte di esponenti di spicco del mondo liberale, vi ricorda qualcosa? Ecco, a tutti quelli che aspettano che Bergoglio ci prenda per mano e ci porti nel mondo fatato dove cattolici, ghei e unicorni fanno il girotondo felici in chiesa è utile ricordare come è andata a finire per Garibaldi: in fuga dalle truppe filo-pontificie per tutta l’Italia centrale, ha perso la povera Anita e non ha neanche avuto il tempo di seppellirla.
Chi si aspetta aperture spontanee dalla chiesa è quantomeno un inguaribile ottimista. L’esperienza mostra che queste aperture sono concesse obtorto collo e sono temporanee, in attesa che il momento sia propizio per tornare indietro nei diritti civili, come succede negli stati Usa della Bible belt.
A scanso di fraintendimenti, ribadiamo anche in questo articolo che nessuno dell’Uaar chiede al papa o alla chiesa alcun cambiamento. Il Vaticano è una multinazionale privata e al suo interno faccia quello che vuole. D’altronde ha un modello di business vincente da 2000 anni, con filiali in tutto il mondo e miliardi di clienti: perché dovrebbe cambiare?
Noi proviamo a togliere le fette di salame dagli occhi di quelli che si aspettano aperture liberali da chi non ha alcun interesse a farne, se non costretto. Spacciandolo per umile e impotente guida spirituale anche se detiene poteri da dittatore. In quest’ottica, i poveri Garibaldi e Mazzini un po’ di scusanti ne avevano, viste le riforme iniziali di Pio IX, chi invece incensa le inesistenti riforme liberali di Francesco I è incomprensibile.
L’Andreotti che è in noi allora si avvicina, si imbambola per un po’ e poi ci instilla il dubbio che lo facciano piuttosto per godere dei pochi minuti di esposizione mediatica che non si negano a nessun cortigiano del pontefice.
Manuel Bianco
Ottimo intervento!
Credo sia uno dei più bei post qui pubblicati, e dei più sinceramente sentiti. Scritto col cuore, insomma.
Grazie Manuel.
Diciamocelo francamente: l’unico papa ‘buonino’ in 19 secoli e piu’ e’ stato Luciani. L’unico che avrebbe VERAMENTE fatto le riforme, soprattuttoquella della IOR, la banca del vaticano inc.
Ed infatti fu ‘infartato’ !
Questo va bene per i complottisti.
Riflettete : se avesse manifestato idee “devianti”,vi pare che l’avrebbero eletto ?
Che non avrebbero eletto subito Wojtyla ?
Vi pare che prima di eleggere qualcuno non esaminino a fondo il suo curriculum,e
che a quell’eta ormai avanzata uno che si e’ sempre mostrato ligio alle regole
ufficiali e ufficiose possa mostrare colpi di testa ?
Avevano eletto Roncalli perche’ data l’eta molto avanzata pensavano che in ogni caso non avrebbe avuto l’energia per agitare le acque,un papa di “transizione” in mancanza di altri elementi adatti.
1. Eta’ avanzata a 66 anni? Woyjtila aveva 58 anni quando fu eletto!
2. Luciani fu eletto PROPRIO perche’ si pensava facesse da copertura, come i suoi predecessori, ai manovratori della vatican inc.
3. E fu infartato PROPRIO perche’ scoprirono presto che non era uno ‘yesman’.
Grazie per aver confermato la mia tesi “complottista” con le tue obbiezioni.
Io quel giorno me lo ricordo bene. Lavoravo in un bar al centro per pagarmi l’Universita’. Alle sei circa, mentre ci preparavamo per l’apertura e io controllavo la pressione della macchina, al giornale radio sento la notizia: il papa e’ stato assassinato! Il tutto poi smentito ma solo piu’ tardi. Anni dopo, David Yallop riporta questo episodio nel suo libro-inchiesta ‘In nome di Dio’. Ti consiglio di leggerlo.
Diamo a Cesare cio che e’ di Cesare : qualche merito bisogna concederlo a Pio IX.
Pare che a Roma ci fosse una simpatica tradizione secolare : ogni anno un rappresentante della comunita ebraica era tenuto,in occasione della Pasqua,a portare un regalo in Campidoglio, e a ricevere,a titolo di ringraziamento,un calcio
nel sedere da un senatore.
Questa tradizione fu abolita da Pio IX.
Chissa perche la Curia non sfrutta questo indubbio merito di Pio IX ?
Vorrei rispondere perché se ne vergognano, solo che la capacità di vergognarsi non mi risulta faccia parte delle loro prerogative. Anzi…
@Dissection
Ma cosa mi dici,quando Wojtyla ammise ufficialmente che Galileo aveva ragione e che la terra gira intorno al sole,non si congratularono tutti con lui
per la sua larghezza di vedute ?
Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse prima enormemente da piangere…
Comunque, io al nazipolacco i complimenti non glieli ho fatti di certo. 😈😜
Però la propaganda e l’agiografia ne fanno ampiamente parte. Cozzerebbe con la vulgata della religione tollerante e d’amore e con la millantata religione giudaico-cristiana. Meglio non evidenziare l’antisemitismo storico e le loro responsabilità. Va detto che Pio IX ha fatto delle aperture prima del 1848, ma dopo è ritornato all’antico ripristinando il ghetto ebraico fino alla fine dello stato pontificio.
Avesse chiesto scusa alla Comunita’ ebraica mondiale per i progrom, l’Inquisizione e le millenarie accuse di deicidio, non solo sarebbe stato da elogiare, ma, chissa’, forse non avremmo avuto il nazismo.
Sarebbe stato da elogiare anche se avesse abolito la pena capitale.
Invece si e’ limitato ad abolire un calcio a UN membro della Comunita’. Wow!!!!!!!!!!!!! Che sant’uomo!
Wojtila non ha ammesso ufficialmente che la Terra gira intorno al Sole. Ha semplicemente cancellato “… la storica condanna “al silenzio” inflitta allo scienziato pisano il 22 giugno 1633…” e riammesso Galileo nella chiesa come “figlio leggittimo” della chiesa stessa.
Wojtila ha persino “benedetto” Darwin, dichiarando che l’evoluzionismo non e’ contrario alla fede. Ma disse anche che (come riporto’ La Repubblica all’epoca) : “… Se il corpo umano ha origine dalla materia vivente ad esso preesistente… l’ anima spirituale è creata immediatamente da Dio…
Insomma (concluse l’articolo) in principio sta ancora il soffio divino.”
“Se uno si e’ sempre mostrato un fedele servitore (AKA leccapiedi) per 60 anni,
direi che sono sufficente garanzia contro colpi di testa.
Quanto al giornale radio,non credo proprio sia mai stato il massimo in quanto a attendibilita’.”
Argomenti puerili e risibili.
Finché avranno soldi questi gerarchi faranno il bello e il cattivo tempo in Italia. L’unica soluzione è l’abolizione dell’8xmille e dei patti lateranensi, il prima possibile, prima che anche gli islamici pretendono patti speciali.
«Finché avranno soldi…»
Parole sante! La chiesa cattolica senza denaro sarebbe estinta da secoli.
Tuttalpiù, se fosse formata da gente perbenino, avrebbe la rilevanza dei Valdesi.
“Noi fonderemo un governo unico in Europa, che distruggerà l’assurdo divorzio fra il potere spirituale ed il temporale”: affermazione raccapricciante, ma non stupisce, visto che è noto che Mazzini aveva una visione religiosa della politica.
Nel caso del più pragmatico Garibaldi si tratta probabilmente di frasi di circostanza, ma comunque significative del fatto che, già per i padri nobili del nostro risorgimento, la laicità era merce di scambio.
E se questi erano i padri nobili, figuriamoci quelli che sono venuti dopo e quelli che ci tocca goderci adesso.
Del resto l’anticlericalismo (cosa peraltro diversa dalla laicità) risorgimentale prese piede soprattutto dopo il ’48, quando era ormai chiaro che il papato si era collocato su posizioni antinazionali, in pratica fu quindi una scelta obbligata.