Domenica scorsa il Guardian, autorevole quotidiano inglese, ha pubblicato un editoriale dal titolo The Guardian view on ‘post-Christian’ Britain: a spiritual enigma. In prima battuta ha dunque presentato un incontrovertibile «dato di fatto»: la Gran Bretagna va ormai considerata «post-cristiana». A seguire, un enigma da risolvere (anzi, due): cos’è diventata, e cosa diventerà in futuro?
L’articolo, pubblicato non per caso all’inizio della Settimana santa, origina infatti dalla constatazione che, per la prima volta in un censimento, il numero dei britannici che si autodefiniscono cristiani scivolerà sotto il 50% (in realtà la percentuale effettiva è persino più bassa). Per una curiosa coincidenza, il giorno dopo la Gallup, la storica società Usa di sondaggi, ha diffuso i risultati di un’inchiesta secondo cui il numero di statunitensi che si dichiara appartenente a una chiesa è sceso – anche in questo caso per la prima volta – sotto il 50%: al 47%, per la precisione. Ventidue anni fa era il 70%. Il tracollo trova fondamentalmente una sola causa: la corrispondente ascesa di chi non si dichiara di alcuna religione.
Ovviamente, “non appartenente” (come nel 53% negli Usa) non significa “non cristiano” (come nel 51% britannico). Ma i due fenomeni sono correlati. Anzi, secondo il sociologo (e ministro battista) Ryan Burge, sarebbero addirittura tappe di una tendenza ricorrente: «La prima cosa che se ne va è la partecipazione in chiesa. Poi l’appartenenza. E infine la credenza. In quest’ordine».
È una tendenza che, con numeri per ora diversi, è riscontrabile anche in Italia, come ha mostrato il sociologo cattolico Franco Garelli nel suo ultimo libro, Gente di poca fede. In poco più di due decenni i non credenti «sono aumentati del 30%, e oggi rappresentano un quarto della popolazione». Atei e agnostici dichiarati sfiorano il 20%, i più increduli sono i più giovani, e anche nel Belpaese c’è ora una “nuova” minoranza: soltanto il 39,6% degli italiani non nutre alcun dubbio sull’esistenza di dio.
Lo scenario attuale è dunque questo, e si ripropone più o meno identico in tutto l’occidente – e anche oltre, a ben vedere: Giappone e Corea del Sud presentano sorprendenti analogie, e un meccanismo simile si è da poco avviato anche in America latina. Evidenze convergenti, che non implicano però che il futuro sarà sicuramente ateo.
È doveroso ricordarlo, e non solo perché non siamo deterministi. I credenti diminuiscono, è vero, ma diventano sempre più spesso fanatici. La fede cristiana fa sempre meno presa, ma il cristianesimo culturale continua a rappresentare un orizzonte di riferimento anche per chi ha cominciato a dichiararsi non appartenente o non credente. E fa leva sia sulla tradizione, sia sul nazionalismo: due forme di attaccamento diverse, anche se sovente sovrapposte, che non possiamo sapere quanto e come incideranno in futuro.
Non possiamo nemmeno tralasciare il fatto che la massa dei non appartenenti non soltanto non coincide con quella dei non credenti, ma è composta anche dal sotto-insieme (a sua volta in aumento) di coloro che gli accademici chiamano «spirituali ma non religiosi»: l’irrazionalità individuale, talvolta trendy, che spesso viene raggruppata sotto l’etichetta (inadeguata e parziale) di new age. Infine, occorre tenere in considerazione anche gli indecisi, frutto inevitabile dell’incremento esponenziale delle scelte possibili.
E dunque: mentre la Gallup conferma che, ogni anno, migliaia di chiese statunitensi chiudono i battenti, cosa prenderà il loro posto? Chi avrà la meglio, tra incredulità, spiritualità e integralismo (o qualunque altro fenomeno al momento imprevedibile)? Il fanatismo è così morbosamente legato alla tradizione da non farsi problemi a riutilizzare i metodi che hanno portato la propria fede a prevalere: rapporti stretti con la politica, silenziamento del dissenso, uso della forza. E sono metodi che funzionano, eccome se funzionano. Il fanatismo ha tuttavia l’handicap non da poco che, costitutivamente, non può andare a braccetto con altri fanatismi.
Certo, il settarismo è incomparabilmente più efficace di quanto possano esserlo gli individui non credenti e «spirituali non religiosi» – che proprio non riescono a creare una massa critica coerente con le loro dimensioni, e che hanno una biodiversità interna ben maggiore del mondo della fede. Se l’avvenire sarà caratterizzato dal pensiero unico, è molto probabile che sarà quello di (un) integralismo. Se invece gli esseri umani saranno (tutti) liberi di scegliere, la partita sarà molto più aperta.
Il Guardian scrive sicuro che, poiché «la fame spirituale fa parte della condizione umana», «nei prossimi anni troverà altri sbocchi e mezzi di espressione». La “laicità minimalista” di cui sembrano farsi portatrici le nuove generazioni francesi sembra confortare questa previsione. Che, come tutte le previsioni, potrebbe però rivelarsi azzardata. Non possiamo sapere se ci sarà un cambiamento, e in quale direzione. Sappiamo semmai quando un cambiamento ha luogo.
Cass Sunstein, che ne ha trattato nel suo ultimo libro tradotto in italiano, ha scritto che «se le norme inducono le persone a tacere, lo status quo può durare a lungo, anche se alcune, o molte, persone lo odiano». Ma, come insegna la favola, persino un bambino che grida «il re è nudo» può far emergere una realtà repressa. Il punto di svolta, secondo Sunstein, si ha quando l’affermazione di un’opinione comincia a diventare «socialmente non costosa, magari benefica e persino obbligatoria». Ed è un punto che si raggiunge quando si diffonde «la crescente sensazione che una norma esistente è vulnerabile». E torna allora in mente Garelli, che sostiene che il cattolicesimo italiano sembra oggi «stanco»: appare infatti una religione «più delle intenzioni che del vissuto», caratterizzata da una credenza in un dio «più sperato che creduto».
La chiesa è oggi un gigante dai piedi d’argilla. La sua presa sulla società può venire meno da un momento all’altro. Il futuro della nostra società può veramente essere laico e razionale. Ma sta anche a noi darci da fare per creare le condizioni necessarie affinché diventi realtà.
Raffaele Carcano
Il pericolo, però, è che in Europa la principale controparte dei laici/secolarizzati/spiritualisti non affiliati (tutta gente generalmente tranquilla e tollerante) diventi l’islam. E allora la grande paura è quella di rimpiangere i tempi in cui ci si scontrava, generalmente in modo non violento, con i bigotti nostrani.
Caro G.B.,
abbi fiducia (da non confondersi con “stai sereno”).
Se l’Occidente è diventato post-cristiano, vedrai che in un batter d’occhio diverrà post-islamico.
Nel mio piccolo, e con le testimonianze che ho a disposizione, io la vedo così.
Il cristianesimo ha sempre sostenuto nella realtà concreta il fascismo e il nazismo: intanto, però, dato che il gioco è ormai chiaro ed è stato scoperto, è cominciato negli USA come presso di noi, il coming out dei preti che si dichiarano atei…per una nuova teologia…pur rimanendo nella chiesa perché evidentemente fa comodo!
Nel nostro occidente, fra i cosiddetti credenti, qualcuno s’è accorto che la Storia dei cristiani e del cristianesimo è inconfutabile. Forse la giudica anche una Storia moralmente insopportabile, è capace pure di affermare che «la religione è un sopruso»; ma la corruzione della coscienza della persona è tale che il sentimento di profonda angoscia che da quella Storia deriva non suggerisce soluzioni razionali.
Presso di noi possiamo affermare, senza il dubbio di essere smentiti se non da allocchi e sepolcri imbiancati, che abbiamo avuto di certo custodi della dottrina, dal “pastore tedesco” ad altre razze, profondamente animati da materialismo spregevole ed ipocrita. Perché riesce difficile credere che essi ritenessero vero quello che predicavano e allo stesso tempo non si facessero alcun problema ad impedire qualsiasi chiarezza e pulizia sugli affari loschi dello IOR, definita dal magistrato che ha indagato una fogna a cielo aperto, ricordassero sempre ai sacerdoti che non sono tenuti né a denunciare i preti pedofili né ad aiutare la giustizia più di tanto (grazie ai vantaggi del concordato e dell’extraterritorialità), tentassero di dipingere i peggiori dittatori filocristiani e filocattolici per atei spinti dall’ateismo, se ne fregassero di leggi sull’inquinamento elettromagnetico e rischi di tumori e mandassero, come hanno fatto per più tempo, “Radio Maria” a potenze da comunicazione intergalattica, coronassero con un silenzio colpevole ed omertoso i casi di commercio di neonati in Spagna durante il franchismo ad opera di suore, le complicità con chi faceva sparire i desaparecidos in Argentina, nonché le porcherie inenarrabili commesse da preti e suore in Irlanda…almeno finché non arriva una condanna in tribunale per merito nostro, non certo dei cattolici, o i documenti che inchiodano le responsabilità della chiesa in tutto ciò non saltano fuori in altro modo. D’altronde l’ateismo fra i preti nel nostro continente non è una novità, come ci ricorda l’abate Meslier diventato famoso per il suo testamento ma che fu certamente più onesto di quelli che diventano atei per imbrogliare le masse con una nuova teologia e di quei custodi di cui sopra.
Per salvare capra e cavoli, come a dire la religione e la sudditanza delle coscienze, ci si inventa una nuova teologia la quale, essendo una teologia appunto, cioè un vuoto intellettuale pieno di parole, non può che essere truffaldina come tutte le altre che l’hanno preceduta: stante il fatto che «i teologi sono gli unici studiosi che non hanno la più pallida idea di come sia fatto l’oggetto delle loro ricerche» cosicché il teologo è il più spudorato ciarlatano. E quando incontrate il titolo di ”dottore della chiesa” ricordatevi che esso è «il supremo titolo onorifico per i cattolici, e che di 260 papi solo 2 ce l’hanno»; ma è titolo per impostori, tanto che un dottore della chiesa è quel Girolamo, autore della Vulgata, testo dove si confuse un cammello con un canapo: forse per stupire di più…come se fossimo tutti scemi, quel Girolamo, dicevo, che K. H. Deschner senza alcun indugio definisce: «falsario e calunniatore privo di scrupoli».
Chissà quanti sono i cattolici che sanno dell’esistenza di una nuova teologia in contrapposizione alla chiesa ufficiale.
La nuova teologia, stando a quanto si può arguire da articoli apparsi sui giornali, si basa sulla decisione di fare propria l’idea della morte di Dio, dichiarato morto da qualche mente eccelsa ormai da duecento anni mentre gli atei lo hanno considerato puro parto di fantasia imbroglionesca da sempre, fin dall’antichità. Quindi anche per i credenti oggi Dio è diventato anacronistico, inaffidabile e la gente in genere non ci crede più. Se la teologia ancora oggi ufficiale ci aveva dato persone catalogabili come “codardi per bene”, “atei devoti” e “credenti agnostici”, ora abbiamo pure la categoria dei “credenti a-tèi”.
E poiché Dio è morto, proprio morto morto, i teologi predicano oggi l’”esperienza di un Dio oltre il teismo”, “oltre lo schema …in cui il teismo lo ha costretto”: che sono sempre e soltanto parole, ciarlataneria. Così al senso dell’”eterno” subentra il secolare, che altro non è se non la tanto vituperata realtà che solo il materialismo può affrontare; a Dio subentra l’uomo, il prossimo, il sociale, l’amore (questo c’è sempre e c’è sempre stato perché fa figo, porta fortuna e aiuta bene ad imbrogliare) o, come ha detto un ciarlatano per tutto riassumere nel linguaggio singolarmente malizioso che hanno di esprimersi, a Dio subentra: “il corpo universale dell’umanità”: non bastava dire l’umanità? Non prendono atto che ci sono tanti atei che hanno pensato e pensano positivamente al corpo universale dell’umanità, per il bene tangibile dell’umanità e non per le illusioni: la moderna sinistra in politica, dalle religioni sempre denigrata avendole di norma preferito la destra fascista, nacque proprio con quello scopo come insegna Marx; ma sempre il progetto progressista si è creato fuori della chiesa ed in contrapposizione alla religione ufficiale e lo dimostrano proprio le eresie che mi pare abbiano sempre avuto una prospettiva concreta ed evidente orientata ad un contenuto sociale materialistico.
Rimane, però, Cristo; e ciò sembrerebbe un superamento del politeismo rappresentato dai tre maschi della “sacra famiglia”: padre, figlio e spirito santo…quest’ultimo, sempre citato per ultimo, sarebbe…il femmino. E da buoni ciarlatani invitano a “riconoscere l’energia di Cristo”; ma il Cristo fu una invenzione di Paolo di Tarso: personaggio, lo sanno bene anche loro, che fu apostata ipocrita falso e misogino. Così basta rifarsi un po’ il trucco per somministrare un nuovo sonnifero, un nuovo inganno che arriva al blasfemo, si fa per dire, di additare un “Dio della ragione”: nel Cristo, si badi bene, non in Gesù…approposito del superamento dell’eternità per il secolare! Ma il Cristo, abbiamo visto, fu una invenzione di Paolo: personaggio che loro sanno bene essere poco raccomandabile da sempre.
E rimane il Vangelo; ma: “per incarnarlo nella storia”…il falso che si fa governo. Perché il Vangelo fu una invenzione della chiesa costruita tra il IV secolo dell’era volgare ed il XVI secolo. Ma il Vangelo viene desacralizzato, in quanto non essendoci più Dio non c’è più il sacro: se però il sacro, come spiega lo Zingarelli, è: «ciò che appartiene alla divinità, che partecipa della potenza divina (prima ho scritto “energia”) anche se non personificata, che è separato dal profano» il Cristo non si capisce cosa sia. Si aggiunge che il Vangelo va preso “in piena autonomia e libertà di coscienza”: ognuno lo prenda come vuole… “Il manicomio della teologia” ha scritto Feuerbach! Quel manicomio che già ai tempi di Ario, scrive K. H. Deschner, era una tattica applicata di frequente per ambire a posizioni gerarchiche col porre sul campo della fede la disputa delle battaglie di politica ecclesiastica in cui era sempre facile escogitare e motivare accuse. Ma loro i teologi, i capi, i preti, sono liberi di comportarsi come prima tramite oscure affabulazioni sulla Fede e tramite il potere, che è quello che conta, cui non rinunciano. Così, tutto si salva! Soprattutto si salva la brama di potere e la cupidigia dei preti, una costante nei secoli, e dei loro complici laici.
Pare, però, che nelle “chiese cristiane di base” sia stata eliminata la classe sacerdotale. Quindi per saperne qualcosa non basta la ragione, occorrerebbe frequentare il loro ambiente per capire e carpire il tipo umano, la psicologia, il comportamento reale, i rapporti di forza. La cronaca dirà! Intanto, però, per non perdere tempo il Vaticano ha già richiamato all’ordine una loro comunità, come si può leggere sui giornali del 30 maggio 2020. Ha emanato “un provvedimento di estrema severità” chiedendo al priore capo e ai suoi collaboratori di lasciare il convento…senza se e senza ma…ma, soprattutto, senza alcuna spiegazione. E con quel provvedimento sono stati allontanati i capi di una comunità che ha fatto della mancanza di una classe sacerdotale e dell’incontro con altre religioni, la sua regola. Deve averli punti la volontà di quelli di eliminare la classe sacerdotale: non sia mai che venga tolto loro un mestiere così comodo: senza responsabilità, per nulla faticoso e tanto ben pagato come ci confermano, stando solo al certo, il lascito testamentario di Pio XII, la ricchezza immobiliare del cardinal Ruini, la modesta pensione di quasi 5.000 euro al mese del generale cardinal Bagnasco e, ultimo, tanto par darghe on tajo, le peripezie del cardinale Becciu che zompa tra le centinaia di migliaia di euro. Quando si dice la Fede!
Non si creda, però, che l’abitudine di zompare tra le ricchezze, potremmo chiamarla la mistica della proprietà o specificatamente del denaro, sia cosa rara tra le comunità di Fede. Una ricerca recente dell’ONU attesta che: le comunità di fede possiedono l’8% delle terre abitabili del pianeta, il 5% delle sue foreste commerciali e il 10% delle istituzioni finanziarie. (da un post del 21/10/2020 sul blog dell’UAAR -Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti)
Così, con la nuova teologia, la Storia di crimini e la cosiddetta morale divina che quella Storia invitava a realizzare, vengono cancellate con un sol tratto di penna. Anche se nessuna idea umana si è dimostrata più cannibalesca, più famigerata, più assetata di sangue dell’idea di Dio… e della Fede…con il calvario di Cristo come modello ecumenico alla redenzione della carne da macello…che saremmo noi.
Avevano ben sintetizzato i nativi americani:
“Noi avevamo l’oro e loro un libro, ci hanno lasciato il libro e si sono presi l’oro”.
(Ho fatto una ricerca sulla frase che ho citato per verificarne la correttezza,
su google nessun risultato: per loro la frase non esiste…)
Conoscevo questa, che esprime lo stesso concetto:
“Quando i missionari giunsero, gli africani avevano la terra e i missionari la Bibbia. Essi ci dissero di pregare a occhi chiusi. Quando li aprimmo, loro avevano la terra e noi la Bibbia.”
(Jomo Kenyatta)
Credo che sia giusta la tua… forse è per questo che non mi dava risultati 😛
Sono spinozista fin dai tempi del liceo, quindi sono portato a considerare i due aspetti della questione: quello teologico e quello politico. In risposta al primo vedo gli “spirituali ma non religiosi”, ossia tutti coloro che vogliono interrogarsi su di sé e sul mondo secondo logica e secondo coscienza, al di fuori dei percorsi obbligati delle religioni. Vedo l’aspetto politico più legato al potere, e qui noi italiani siamo purtroppo messi male, avendo sul nostro territorio una teocrazia multinazionale, nonché paradiso fiscale, che ha fortissime connessioni con tutta la classe politica. Alla voce “Italia”, punto “4.3 Religione”, Wikipedia cita il rapporto Eurispes 2010, che riporta il 18,5% della popolazione di agnostici o non credenti. Come ho già scritto in altre occasioni, una percentuale di votanti di questo ordine di grandezza costituirebbe un grosso partito politico o una grossa corrente di un ancor più grosso partito. Speriamo che accada qualcosa in direzione del progresso.
Purtroppo il punto che ci unisce è l’ateismo, per il resto siamo dispersi nei vari partiti.
Se non è possibile far confluire l’interesse degli atei su un unico partito,
bisognerebbe far confluire l’interesse di un partito sugli atei.
@ Mixtec
In un batter d’occhio? Se vuoi scherzare va bene, ma a noi ci sono voluti diversi secoli per liberarci, se non della religione, almeno dei suoi aspetti più odiosi, e solo fino ad un certo punto.
Anche per gli islamici ci vorrà molto tempo, e intanto … ?
La battuta era tra il serio e il faceto.
Il futuro post-islamico potrà andare in parallelo con il futuro post-cristiano in dipendenza delle circostanze, in particolare quelle relative all’istruzione. Io ho frequentato l’ultimo corso della Scuola Media pre-Unica, quella in cui si cominciava il latino al primo anno, e la lingua straniera al secondo. Di buono c’era che al primo anno si studiava Mitologia greco-romana (depurata degli aspetti più crudeli, o un po’edulcorata), al secondo anno si studiava l’Iliade (disprezzo per Achille) ed al terzo l’Odissea (odio e disprezzo per Ulisse, commiserazione per Penelope e gli stupidi Itacensi, il cui re ritorna vittorioso senza nemmeno un uomo e per di più ammazza un bel po’ di giovani suoi concittadini, e rei, volendo proprio essere generosi con l’infame, di aver mangiucchiato qualcosa a sue spese). A cosa serviva tutto questo studio mitologico? Se fatto bene, era valido per il futuro, una sorta di vaccino contro l’accettazione acritica dei miti,
Certo, non si studiava la Bibbia come una raccolta di miti ed eventi interpretati secondo una visione religiosa della storia, ma qualcuno, forse tanti, poteva fare il collegamento. Con la Scuola Media Unificata e di massa, forse troppi avrebbero potuto fare quel collegamenti (che prima erano riservati a quei pochi che proseguivano coi Licei), e quindi, niente più mitologia classica nelle Medie inferiori.
Per sintetizzare: se in Europa si comincerà ad insegnare ad usare lo spirito critico nei confronti dei prodotti culturali umani quali ideologie e religioni, cristiani e islamici diventeranno sempre più “post” . Se invece si consentirà di continuare ad istituire scuole confessionali, il dibattito (chiamamolo così) acceso sarà assicurato.
Mixtec
Per il momento, con ca 6 milioni di abitanti di origine musulmana, l’ Islam in un paese che ne conta 67 è diventata la prima religione della Francia , se si riferisce a quelli che la praticano con assiduita . Nella frange dei frequentatori delle moschee dagli 18 anni a 70 anni, quelli fra 18 e 24 sono i più numerosi con piu di 40% del totale . Inoltre, in un inchiesta recente fatta nelle scuole francese, 29% degli studenti di origine musulmana si esprime per l’ applicazione della Sharia a tutti cittadini del paese .
” Se in Europa si comincerà ad insegnare ad usare lo spirito critico nei confronti dei prodotti culturali umani quali ideologie e religioni … ” avremo da piangere tanti Samuel Patty .
Oggi il cristianesimo, quindi cattolicesimo, come l’islamismo sono paragonabili a un pesce palla che si è gonfiato al massimo, al limite della rottura…..limite oltre il quale non potrà far altro che scoppiare ! Pertanto non ritengo sia assurdo immaginare che altre credenze mitiche, fantasmagoriche, o forme di dominio, non prendano il sopravvento !
Blaise Pascale diceva che un uomo non fa mai il male così pienamente e di cuore come quando lo fa per convinzione religiosa. Ma Baudoin Decharneux (Professore di Studi Religiosi ULB) precisa che se gli uomini non avessero le religioni per legittimare il loro desiderio, o istinto di potere, avrebbero trovato qualcos’altro …E’ quello che è successo, l’hanno fatto e perseverano ; anche le teorie economiche sembrano motivarli in questa direzione : il nuovo dio $ è nato ! Qualsiasi astrazione, o strategia, è buona da prendere per elevarsi al di sopra degli altri. L’istinto di dominio è una delle cause –se non la causa maggiore- delle nostre caratteristiche le più invalidanti, generatrici di comportamenti indegni di persone che si definiscono doppiamente « sapiens » !
PS -La vita, cioé il perfezionamento di un pensiero, non è un dialogo, per non dire un conflitto permanente, tra le rassicuranti certezze del cervello limbico/mammaliano : “la fede” (alias emozione) e la loro rimessa in questione dai risultati della neocorteccia: “la ragione” ? Quale delle due domina nella stragrande maggioranza dei casi ?
Di tanto in tanto qualche bella notizia. Si può ipotizzare che la secolarizzazione e il distacco emotivo dal cristianesimo procedano in tutta Europa e negli altri paesi avanzati”.
Gérard:
“Inoltre, in un inchiesta recente fatta nelle scuole francese, 29% degli studenti di origine musulmana si esprime per l’ applicazione della Sharia a tutti cittadini del paese .”
I francesi hanno un bel po’di studiosi, passati e presenti, delle religioni. Fra i presenti cito
Pascal Boyer e Scott Atran, che si occupa pure di terrorismo islamico.
Li usino, facendoli studiare.
” Li usino, facendoli studiare .”
Caro Mixtec
E credi che gli studenti accetterebbero di studiarli ? Credo che se lo facesse qualche professore, dovrebbe vivere con la scorta . Minacce di morte da tutte le parte e ostilità da parte degli genitori ( i credenti musulmani ovviamente ) Oggi non si puo piu abordare alcuni temi come le crociate o la shoah o le origine delle religioni . Ho letto su libri in merito alla situazione nelle scuole francese che se un insegnante vuol parlare dell’ Islam, i studenti musulmani l’ interrompono ” Lei non è musulmano e perciò non è abilitato per poter parlarne !! ” …
Se la situazione è questa, il governo dovrebbe provvedere.
Capisco che alcuni argomenti possano essere problematici, ad esempio le Crociate, dato che la Francia le ha fatte così bene che i cristiani in Palestina erano chiamati “Franchi”, e un loro re ne ha fatte due, è morto nella seconda e lo hanno fatto santo, ma la storia è quella che è.
E per quanto riguarda la critica ai testi sacri io andrei alla base, e consiglierei la lettura, non esclusiva, prego, dell’articolo sugli dèi di Abramo reperibile al sito:
researchgate.net/profile/Michele-Ernandes-2/research
Qualcuno in Iran e in Israele l’ha già guardato, ma ancora non si sa se la fatwa è stata pronunciata, o se indaga il Mossad.
La stragrande maggioranza dei candidati alla jihad sono bambini e adolescenti ben educati. Secondo i dati del CNRS, ci sono quasi 10.000 giovani francesi radicalizzati e monitorati. È un esercito. Ma questo non significa che siano malati di mente. Di questo numero, ci sono forse 100 che hanno disturbi mentali, psicopatici, o bambini privati della cultura e della famiglia. Di questi bambini/adolescenti, il 40% proviene da famiglie cristiane, il 42% da famiglie musulmane e il 17-18% da atei o agnostici. Pronti a morire per una causa che raramente conoscono … Ancora più inquietante: due terzi delle persone “radicalizzate” occidentali hanno tra i 15 ei 25 anni, in altre parole, il periodo di transizione dall’adolescenza all’età adulta. Questo momento cerniera dove vogliono mettersi alla prova per scoprire quanto valgono. Per tutti, questo dovrebbe significare che esiste una difficoltà, o problema nell’accoglienza e integrazione sociale….. Quando non esiste una struttura familiare o culturale, vediamo riapparire molto rapidamente gli arcaici processi di socializzazione, vale a dire la legge del più forte !
Il nostro sistema educativo degno di questo nome si trova in una crisi profonda e prolungata, senza che i funzionari accettino di ammetterlo. Sì, la Francia (ma non solo!) È in ritardo. Sul serio. Sì, l’insuccesso scolastico è enorme, sì, l’ascensore sociale è bloccato. Anche se oggi abbiamo in tasca piccole macchine che sanno tutto, almeno tutto quello che possiamo sapere, il ruolo degli insegnanti resta preponderante, essenziale. Sono al centro del nostro sistema. Ma questa professione (o vocazione) di formazione, istruzione, si scontra con molteplici ostacoli, che i responsabili -politici opportunisti, corrotti o particolarmente ignoranti in certe branche- spesso si sforzano o fingono di ignorare. È l’intero sistema educativo, non solamente francese ma mondiale che ne è la causa principale.
Domanda : L’educazione degli “educatori”(o pretesi tali) non dovrebbe avere la priorità sull’educazione dei bambini, adolescenti, giovani e…meno giovani ?
Caro Pendesini,
mi hai fatto ricordare un’altra studiosa delle basi evolutive e cognitive delle religioni, Candace Alcorta. Ella, spesso in compagnia di Richard Sosis, ha rivolto la sua attenzione alle modificazioni che il sistema dopaminergico ha nel corso dello sviluppo degli esseri umani, e che determinano le principali fasi sensibili all’indottrinamento e che sono sfruttate nei riti di passaggio.
Se ne parla nelle pagine 62-63 del libriccino “Theism as a Product of the Human Brain” reperibile nel sito:
researchgate.net/profile/Michele-Ernandes-2/research
oppure si possono cercare in Internet gli articoli dell’Alcorta o del Sosis.