Parità di genere alla vaticana

Nel 1978 Marilyn Loden durante un’intervista coniò la metafora “glass ceiling” (soffitto di cristallo) per indicare quelle barriere invisibili che di fatto impedivano alle donne di raggiungere ruoli apicali nel settore privato del lavoro. Oggi in Italia proprio quel soffitto di cristallo stenta ancora ad essere abbattuto, non solo e non tanto nel settore del lavoro autonomo ma anche e soprattutto nel comparto del Pubblico, impedendo il compimento di una parità di genere formale e sostanziale, così necessaria e non più procrastinabile in un Paese che voglia definirsi pienamente democratico, civile e laico.

Sebbene con notevole ritardo rispetto all’Europa, l’impressione generale è che negli ultimi due decenni le cose stiano cambiando. Più volte abbiamo finalmente sentito le frasi “la prima donna ad essere nominata…” o “la prima donna a svolgere il ruolo di…”, fatto in sé da ritenersi incoraggiante.

Ma osservando con attenzione quanto sta avvenendo nell’ultimo periodo, qualcosa non torna. Consideriamo tre prestigiose nomine: la più recente, quella della prof. Maria Chiara Carrozza a direttrice del CNR, ma anche quella della prof. e attuale ministra della Giustizia Marta Cartabia alla presidenza della Corte Costituzionale e, ancor prima, della prof. Fabiola Gianotti come direttrice generale del CERN.

Pur riconoscendo l’autorevolezza, la professionalità e gli indubbi meriti accademici delle personalità summenzionate, colpisce come rispettivamente la prima il 21 febbraio scorso sia stata nominata da Bergoglio membro della Pontificia Accademia per la Vita, la seconda, tra le varie uscite clericali, abbia dichiarato la sua appartenenza al movimento Comunione e Liberazione sin dai tempi della scuola e la terza sia membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze dal settembre 2020.

Nel nostro Paese la cattiva prassi di collocare nei ruoli apicali del comparto pubblico, anche in ambito scientifico, persone gradite alla Santa Sede non è di per sé una novità. Val la pena di ricordare come recentemente il ministro della Salute Speranza abbia nominato l’arcivescovo mons. Vincenzo Paglia a capo della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, quindi non stupisce che cambiando la società questa prassi odiosa venga estesa anche alle donne.

Se davvero in Italia, dove la stessa Corte Costituzionale ha dichiarato la laicità come supremo principio costituzionale, la parità di genere si esprime solo nella scelta per alcuni ruoli apicali di donne cooptate dal Vaticano, questo non può essere accolto né come un progresso della società né come qualcosa di cui rallegrarsi.

Maria Fatta

 

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17 commenti

G. B.

Si potrebbero fare varie osservazioni, in primo luogo che, almeno in Europa, la maggior parte delle donne che occupano ruoli apicali è costituita da persone su posizioni conservatrici o addirittura reazionarie (si pensi alle donne leader in politica, sono tutte di centrodestra, quando non di destra destra, a meno che non si vogliano considerare leader le cape dei gruppi parlamentari del PD).
Ma, al di là di questa oggettiva constatazione, tutto questo interesse per l’assegnazione di posizioni apicali alle donne mi convince poco. Sarà forse colpa della mia scarsa simpatia per il potere e per quanti/quante lo esercitano, ma a me sembra molto più importante che TUTTE le donne possano tranquillamente fare le commesse o le impiegate o le maestre senza doversi porre l’eterno problema di conciliare lavoro e famiglia, problema che nessun maschio si è mai posto. Che poi le donne facciano carriera in misura uguale agli uomini dovrebbe essere la logica conseguenza, come infatti accade in quei (pochi) paesi dove la parità è effettiva (es. paesi scandinavi). Questo richiederebbe tra l’altro un incremento e non una contrazione dello stato sociale, cioè una politica esattamente opposta a quella che da decenni prevale in Italia e nella maggior parte dei paesi europei. Così come stanno oggi le cose, le donne in carriera mi sembrano solo la classica foglia di fico che copre la vergogna di differenze di fatto ancora radicate nella società e da molti condivise.

Maurizio

Al Vaticano sono maestri a favorire (apparentemente) il progresso fuori di casa loro. Donne al vertice dappertutto, ma non in conclave. Poi, queste serissime professioniste schiave di un dogma che le discrimina proprio non le posso sopportare.
Infine, una osservazione: “Accademia Pontificia” sta a “Scienza” come “cavoli” sta a “merenda”.

RobertoV

Una decina di anni fa fu eletto come vicepresidente del CNR lo storico, antievoluzionista e filoclericale De Mattei, uno che non c’entrava niente col pensiero scientifico, a dimostrazione di quanto siano politicizzati i vertici del CNR. Quindi non deve stupire che segua le logiche clericali dei vari governi dove c’è abbondanza di clericali. E poi la Carrozza è stata nominata dal ministro Messa ….
La Gianotti ha parecchie onorificenze in giro per il mondo e fa parte di diverse associazioni scientifiche, tra cui anche la Pontificia Accademia delle Scienze, ma solo dal 2020, mentre dirige il Cern dal 2016, hanno aspettato un po’. Fa parte della classica politica della chiesa cattolica di mettere il proprio cappello su varie attività dopo che hanno avuto successo per utilizzarle a fini propagandistici. L’altro giorno in un documentario sulla prima medaglia d’oro olimpica italiana Ondina Valla ho scoperto che nel 1932 il Vaticano pose il suo veto a che l’atleta venisse inviata alle olimpiadi di quell’anno, perchè riteneva che fosse sconveniente per le donne, mentre dopo la sua vittoria alle olimpiadi del 1936, quando fu usata come icona dal fascismo, il papa la invitò a palazzo.
Però il papa non utilizzerà mai queste donne come modello di donna: per lui lo è la santa Teresa d’Avila. In più la Gianotti non si è mai sposata anche se dice di essere credente, ma che bisogna separare i due ambiti, inaccettabile …..

Mixtec

Scusa, hai scritto che la Gianotti non si è mai sposata: potrebbe essere votata alla castità, come accade ai numerari dell’Opus Dei, o a certuni di CL.
O vuoi forse insinuare (non sia mai!) che è la concubina di un pubblico fornicatore?

Maurizio

In una intervista, la Gianotti ha dichiarato: “Sì, io credo. La scienza è compatibile con la fede e non ci sono contraddizioni. L’importante è lasciare i due piani separati: essere credenti o non credenti, non è la fisica che ci darà risposta”.
Questo epigono di Zichichi mi deve spiegare come separa gli ambiti: è credente solo la domenica dalle 09:00 alle 10:00 durante la messa e la sera durante le preghierine? E poi in cosa è credente, di preciso: fate o unicorni? E la sua religione che risposte potrebbe mai fornire che la scienza non può?
Infine: un direttore del Cern afferma la compatibilità tra scienza e fede?! Andasse a cercare l’Arca e poi ne riparliamo…

Diocleziano

…”credenti o non credenti”…
Se ‘credi’ vuol dire che non ‘sai’… Benedetta logica!

Mi piacerebbe vedere un solo libro di testo di livello universitario e scientifico che nomini dio in un contesto serio.

«…E la sua religione che risposte potrebbe mai fornire che la scienza non può?…»

Sembra un paradosso ma veramente la religione fornisce tutte le risposte che la scienza non può dare: se le inventa. Esattamente come la Patafisica, ovvero la scienza delle soluzioni immaginarie.

Maurizio

Benedetto Iddio, ma quando la risposta non c’è, basta dire “non lo so”. Che bisogno ovino c’è di inventare?

Diocleziano

Ma sarebbe come togliere il mazzo dei tarocchi al cartomante… le ‘sacre scritture’ sarebbero solo grosse risme di carta bianca… ‘inferno’ sarebbe solo un nome da discoteca e ‘paradiso’ un nome da pensioncina romagnola…

Vuoi mettere il brivido di piacere che dà il poter rispondere a qualsiasi domanda balorda da parte del gregge? Non c’è paragone!

Mixtec

La dichiarazione secondo cui fede e scienza riguardano due ambiti non sovrapponibili è fatta propria da chi o è ignorantello di scienza o lo è della sua fede. Nel caso specifico la fede sarebbe quella cristiana cattolica. C’è qualche articolo di tale fede che riguarda argomenti trattabili dalla scienza? Il primo che mi viene in mente è la “transustanzazione”. Per la fede cattolica esiste una cosa “che sta sotto” l’apparenza che differenzia una cosa che appare in un certo modo (ad esempio la carne, senza specificazione di quanto sia muscolo e quanto sia grasso) o in un altro (ad esempio il pane, fresco, raffermo, di grano duro, di grano tenero).
Per la scienza non c’è niente che “sta sotto” a differenziare le “sostanze”: sono tutte fatte di protoni, elettroni e neutroni. Un diamante ed il contenuto di una bombola di ossigeno non sono diversi perché c’è “qualcosa che sta sotto” il Carbonio e l’Ossigeno: semplicemente il primo ha sei protoni in ogni nucleo , ed il secondo ne ha otto. La differenza è semplicemente nel numero delle stesse “cose”, non in una differenza di altro genere.
Il ragionamento si può estendere evidentemente a carne e pane: sono miscugli diversi delle stesse “sostanze”, non “sostanze” diverse.
Altro simpatico argomento: Gesù si è formato da un ovetto di Maria? Dio Padre ha contribuito con uno spermatozoo (portante il cromosoma Y)?

pendesini alessandro

In una intervista, la Gianotti ha dichiarato: “Sì, io credo. La scienza è compatibile con la fede e non ci sono contraddizioni. L’importante è lasciare i due piani separati: essere credenti o non credenti, non è la fisica che ci darà risposta”…..

L’astuzia principale del discorso religioso contemporaneo, quindi l’idea infondata che la religione si occupa di verità di un altro ordine che la scienza; questo discorso presenta volentieri la religione come qualcosa di etereo o magico ! che cerca di evitare il conflitto con la scienza con tutti i mezzi possibili e immaginabili. Ma la realtà, poiché questo conflitto si è verificato diverse volte a livelli accademici, è che i credenti per evidenti ragioni, l’hanno perso…
Sono stati i cristiani moderni, prima protestanti, poi la maggior parte dei cattolici, a proporre l’idea che scienza e religione vivono su piani separati. E sono riusciti a convincere molti laici !

Il metro di misura per determinare se un ragionamento o modello scientifico, ad esempio, possono eventualmente essere considerati veri o falsi, non è altro che il metodo scientifico ! Questo è valido sia per credenti che atei; ed è proprio per questo che non possiamo avere due metri di misura o due piani diversi, ma solamente un solo metodo, quello scientifico, razionale per eccellenza, e, fino a prova contraria, nessun altro !

NB -Quello che c’è di sublime nello spirituale è incarnato nel sublime biologico che da tempo incominciamo a capire tramite i processi sottostanti in termini, NON metafisici, (o teologici) ma biologici !
L’umiltà dinnanzi ai fatti è ben più feconda che le false certezze…

Diocleziano

Ma quante volte i cuginetti svantaggiati ci rispondevano che noi atei
affermiamo che l’universo è nato dal nulla!
Certo che il loro mago volante, in un universo nero e vuoto, è molto più credibile
come creatore di universi dal nulla…

RobertoV

Sin da quando ho iniziato ad interessarmi di argomentazioni scientifiche mi è sembrato evidente che il pensiero scientifico e quello religioso non potessero andare d’accordo. Uno si basa sulla verifica, l’esplorazione e la messa in discussione di quanto si sa proprio per cercare di migliorare ed approfondire la nostra conoscenza, l’altro vive di dogmi indimostrati e non è disposto a rimettere in discussione le proprie affermazioni e verità, verità che non ha bisogno di dimostrare, col problema di inventarsi scuse per evitare di metterle in discussione.
L’affermazione che si occuperebbero di ambiti separati è la scappatoia per non mettere in discussione la fede, ma è un’illusione, perchè la fede non si occupa solo dell’ambito spirituale e personale, ma di tutto, dall’organizzazione sociale, politica, economica e valoriale della società. E, quindi, si creano regolarmente conflitti e solo la ritirata su molti punti non più sostenibili dalla religione ha fatto si che i motivi di conflitto si riducessero. Dalla astronomia, alla medicina, alla biologia, ecc. i conflitti sono stati frequenti. D’altronde gli stessi papi hanno espressamente combattuto la libertà d pensiero ed hanno sostenuto che quando fede e scienza si scontrano è la scienza a dover fare un passo indietro (PIO XII sulla teoria dell’evoluzione). Basta pensare al trattamento riservato all’evoluzione dell’uomo e della vita in genere, alla bioetica ed il rapporto con la medicina. Certo nella fisica delle particelle oggi ci sono pochi conflitti, ma comunque la religione pretende di dire la sua sull’origine.
Se fossero ambiti separati perchè regolarmente vescovi, cardinali e papi intervengono sul pensiero scientifico messo sotto tutela?
E’ poco credibile che uno scienziato riesca a comportarsi in modo bipolare e non farsi influenzare dal suo credo. Penso per esempio al biologo Vescovi: ha scelto di non lavorare sulle staminali embrionali perchè in conflitto col suo credo. Finchè non era apertamente schierato contro il referendum sulla fecondazione assistita sosteneva che le embrionali avrebbero potuto dare al massimo un contributo al 40 % delle cure, dopo era passato a negare qualsiasi possibilità e nelle discussioni anziche portare argomentazioni scientifiche continuava ad utilizzare le classiche argomentazioni dei fanatici religiosi, tirando in ballo Hitler ed il nazismo.

Mixtec

Uno dei fondatori della dottrina che scienza e religione si occupano di ambiti separati è stato Gould, biologo evpluzionista teorico degli Equilibri Punteggiati. Gli è piaciuto definire religione e scienza come Non Overlapping Magisteria, da cui l’acronimo NOMA (gli anglofoni, anche se Ebrei, come Gould, vanno pazzi per gli acronimi e ne producono ad ogni piè sospinto).
Qualcuno ritiene che Gould sia stato vittima dell’autoinganno, proclamando di credere in una affermazione ritenuta falsa dalla sua stessa capacità di raziocinio.
Diversi studiosi ritengono che la fede religiosa sia una forma di autoinganno (self deception). Ne ho conosciuto uno che era pastore di una chiesa cristiana.

pendesini alessandro

……Diversi studiosi ritengono che la fede religiosa sia una forma di autoinganno…..

Anche ! Ma sempre e comunque con un denominatore comune chiamato ignoranza, a volte incommensurabile…..

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