Chi educa all’odio?

Allo scopo di presentare un interessante volume sulle attuali manifestazioni della propaganda d’odio la Fondazione Corriere della Sera ha coinvolto, oltre all’autrice e a tre propri illustri collaboratori, diversi ospiti. Il direttore dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) Triantafillos Loukarelis, tra gli altri, richiama in pochi minuti alcuni recenti casi di cronaca per rappresentare le categorie più colpite: omosessuali, rom, musulmani, immigrati e minoranze varie. Gli ebrei, soprattutto. Sia nella persona del singolo noto, da George Soros a Liliana Segre, sia nelle forme indirette di fantomatici complotti, relativi all’immigrazione o al Covid e alle rispettive vaccinazioni o ad altro ancora.

Come sottolinea infatti un’altra ospite, la presidente dell’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) Noemi di Segni, l’antisemitismo ha «caratteristiche specifiche» ed è necessario «capire la specificità di quest’odio», senza che con questo ci si voglia arrogare il discutibile “privilegio” di essere gli unici odiati. Sulla stessa linea di pensiero è Milena Santerini, autrice del libro in presentazione. Anche per lei l’antisemitismo è un «odio speciale» che funge da «matrice» per gli altri, e per tutte le fantasie cospirative ed eliminazioniste.

Viene a questo punto spontaneo chiedersi perché allora, neppure in occasioni come questa, si menzionino le “radici cristiane” di tale “odio antico”. Santerini, oltre e prima che vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano e Coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo, è docente presso l’Università Cattolica di Milano. Un’ottima posizione per affrontare la questione. O forse invece proprio no. Di Segni si interroga sull’origine dell’odio e menziona, tra l’altro, le recenti inquisizioni a mezzo stampa con prefazione del procuratore Gratteri. Avrebbe potuto ricordare anche le libere associazioni pasquali del noto psicanalista Recalcati o altri casi analoghi. Non sarebbe inutile rievocare tutta la storia di simili polverose confabulazioni, visto che la loro rimozione sotto il tappeto dell’inconscio collettivo fa sì che saltino fuori alla prima occasione secondo il proprio capriccio. Forse però è ritenuto troppo scortese nei confronti dei sedicenti “fratelli minori” magari proprio mentre porgono generosamente l’ennesimo piatto di lenticchie.

Tra gli ospiti non poteva mancare il presule. Stavolta tocca a «sua eminenza Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, che per noi cittadini romani resterà sempre don Matteo», come lo introduce con devozione il giornalista Paolo Conti. Siccome tutti, compresa gran parte dei cittadini romani, sarebbero portati a pensare all’omonimo personaggio televisivo interpretato con successo da Terence Hill, gli occorre subito chiarire trattarsi dell’«indimenticato presentissimo parroco in Santa Maria in Trastevere nel cuore di Roma», che «ha favorito e coltivato un fortissimo legame anche con la comunità ebraica romana e anche con la comunità ebraica nazionale e quindi ha mille motivi per essere qui».

Del confronto col mondo ebraico e coi perduranti pregiudizi antisemiti tuttavia, come si sarà già capito, nulla in realtà ci verrà detto. A giustificarne la presenza basta evidentemente il titolo curiale felsineo o l’esperienza parrocchiale trasteverina in quanto tale. Insieme fanno almeno novecentonovantanove buoni motivi. Zuppi è lì a fare l’esperto massimo di amore universale, come si conviene a ogni prelato, ma finanche a ogni umile parroco, a ogni ora e in ogni dove. Dopo le solite parole di circostanza si richiama al sommo magistero dell’attuale pontefice, massimamente buono per definizione anche lui, che di recente ha invitato con profonda ponderatezza a prendere atto che ci troviamo tutti sulla stessa barca. Zuppi aggiunge che c’è chi addestra all’odio mentre bisognerebbe educare. Non spiega però come intenda tracciare nello specifico la differenza.

Chissà se ha pensato in questi termini anche a colui il quale, fra l’altro e a più riprese, ha sostenuto l’esistenza del complotto del gender, ha accusato i ginecologi abortisti di essere sicari ingaggiati da madri assassine, ha dichiarato atei quanti odiano il prossimo e ne parlano male, ha solidarizzato con gli autori di una strage islamista proclamando che “se uno mi offende la madre gli do un pugno”. Chissà se per Zuppi si tratterà di un odiatore o di un educatore.

Andrea Atzeni

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34 commenti

laverdure

“…..ha solidarizzato con gli autori di una strage islamista proclamando che “se uno mi offende la madre gli do un pugno”. Chissà se per Zuppi si tratterà di un odiatore o di un educatore.”

A me personalmente ha fatto un’altra impressione,che sicuramente Lui e i suoi adoratori troverebbero ancora piu’ offensiva :
quella di un povero ometto,dalla intelligenza modesta,che si lascia andare a uscite
non solo di pessimo gusto e fuori luogo (quella del “pugno”)ma perfino controproducenti per le “pubblic relations” di chi lo ha scelto come show man solo
per la sua aria “angelica”e beninteso per la sua obbedienza.
Uscite frutto di spontaneita senza dubbio,ma rivelatrici di una realta tutt’altro che
entusiasmante.

Manlio Padovan

Da molto tempo ormai reputo ipocrisia pura ogni forma di denuncia dell’antisemitismo da parte degli ebrei. Non può passare inosservata la circostanza che essi mai se la prendono, o se la sono presa, con le radici dell’antisemitismo, che sono solo cristiane, a dimostrazione che tra le due tendenze c’è un tacito accordo a non ferirsi reciprocamente per meglio imbrogliare le masse. E la circostanza è ancor più evidenziata dal fatto che basta accennare contro l’idiozia disonesta dell’antisionismo per passare per antisemiti.
Con l’errore di base, che mai è evidenziato da qualcuno, che semiti sono anche gli arabi.
Queste religioni, quanto sono disoneste! E quanto sono ipocriti e falsi i loro seguaci!
La religione è la parte prepolitica del rapporto pubblico: è dai preti che i politici imparano la loro arte. Cui i politici aggiungono la cialtronaggine: vedi la considerazione per la laicità nel nostro paese.

laverdure

@ Manlio Padovan
Caro Manlio,bisognerebbe forse intenderci meglio sul significato di “Sionismo”.
Quello che conosco io e’ un movimento politico,nato alla fine dell”800 nell’Europa Orientale,il cui fine dichiarato era l’autodeterminazione del popolo ebraico,e in pariticolare la creazione di uno Stato Ebraico.
E date le peripezie affrontate nel corso dei secoli dalle comunita ebraiche in Europa,il desiderio di stabilita e sicurezza mi sembra perfettamente giustificato.
Chiamare tutto questo un’idiozia puo’ essere coerente solo col chiamare un’idiozia
anche l’Unita d’Italia ( e puoi star certo che ancor oggi c’e’ qualcuno che lo fa).
Del resto anche tra i membri delle comunita ebraiche estere portodosse non mancano gli antisionisti.

laverdure

Quanto alle radici “solo cristiane” dell’antisemitismo,se ci sono ben pochi dubbi sull’antisemitismo viscerale e non solo opportunistico di Hitler,io personalmente ne avrei parecchi sulla sua “fede cristiana”,perlomeno in eta adulta.

Mixtec

Caro laverdure,
gli Italiani hanno unito in uno Stato i territori italiani (in qualche caso eccedendo, tipo il Sud-Tirolo, in qualche caso cedendo, tipo Nizza e Savoia). Gli Ebrei dovevano fondare un proprio Stato dove? In un pezzo di Polonia, in un pezzo degli Stati Uniti d’America, a Livorno? Da qualche altra parte? Dove, se non andando a rompere le scatole a qualcuno?
In Australia? (Lì gli aborigeni erano già stati confinati a dovere e c’era un bel deserto disponibile).

Maurizio

@Mixtec
Non vedo la difficoltà, abbiamo un regolare atto catastale con promessa di cessione a titolo gratuito di un lotto mediorientale a favore del popolo ebraico da parte del proprietario del fondo. Sì, forse è un po’ datato e non si trova nemmeno più la copia originale…

laverdure

Carissimi,direi che limitandoci al secolo XX siano parecchi i casi di territori che sono passati di mano in modo non proprio sancito da regolamenti catastali
con tanto di carta bollata.
Basti pensare ai territori Italiani”acquisiti” dalla Jugoslavia nel 1945,o i numerosi “spostamenti” di gruppi etnici non proprio spontanei avvenuti nello stesso periodo,in particolare le comunita di lingua tedesca vecchie di secoli dell’Europa orientale.
Come pure beninteso molte comunita ebraiche anch’esse vecchie di secoli.
Oppure ,in tempi piu’ recenti,l”acquisizione” del Vietnam del Sud avvenuta in maniera non proprio rispettosa per i precedenti accordi di pace di Parigi.
Cosa che una notevole porzione degli abitanti non apprezzo’ molto,ricordate
l’emigrazione dei “boat people” ?
E quando gente che era sopravvissuta ai lager o ai pogrom,e non aveva piu’ una patria,si e’ vista offrire dal movimento sionista l’occasione di averne finalmente una a pieno titolo,io non trovo niente di strano che abbia accettato di combattere per realizzarla.
E non vedo perche’ le inevitabili vittime di questa lotta meritino meno indifferenza di quella che abbiamo riservato e riserviamo tutt’ora a tanti altri.
(Non vi piace l’espressione ?E ‘semplicemente calzantissima con l’argomento,che personalmente trovo intrinsecamente sgradevole,comunque la si rigiri,quindi perche’ usare giri di parole ?)

RobertoV

Il sionismo è nato alla fine dell’ottocento nell’Europa centrale, non solo orientale. Uno dei padri fondatori era un ebreo austriaco. E’ nato nelle zone dove la presenza ebraica era maggiore e dove l’antisemitismo era maggiore (l’Austria era il paese più antisemita dell’Europa occidentale dove Vienna era governata da un partito cattolico apertamente soprannominato “gli antisemiti”, mentre nell’Europa orientale era al primo posto la Polonia, altra nazione ultracattolica che fino a prima della II guerra mondiale ha rivaleggiato con la Germania nazista con le leggi antisemite). Nell’est i pogrom erano una realtà frequente e tra le due guerre l’URSS cacciò parecchi ebrei, nonostante vi fossero stati parecchi ebrei tra i bolscevichi della prima ora, acuendo il problema nelle altre nazioni. Era una risposta all’antisemitismo europeo dell’ottocento che si è evoluto dall’antisemitismo cristiano (in Francia un terzo delle pubblicazioni antisemite veniva dal clero cattolico). Derivava dalla disillusione dopo le aperture di inizio ottocento che avevano illuso gli ebrei di potere essere finalmente accettati all’interno delle società europee. Quindi era una risposta legittima ad un problema reale e sentito, cioè si riteneva che l’unica soluzione fosse quella di creare un loro stato (non necessariamente in Palestina!) per porre termine alle discriminazioni e persecuzioni. Cosa che non dispiaceva ai vari popoli che vedevano la possibilità di liberarsi degli ebrei. L’evoluzione del sionismo successiva e le distorsioni posteriori sono un’altra cosa.

laverdure

E per amore di completezza,e’ innegabile che l’Olocausto Nazista ha offerto al movimento sionista un’occasione inaspettata ma decisiva per la realizzazione
dello Stato di Israele,grazie anche al senso di colpa ( per non dire coscienza sporca)dei paesi occidentali per l’indifferenza mostrata durante la guerra,
che spinse tali paesi a fornire ,discretamente,numerosi appoggi.
Ricordate la delibera ONU che assegnava una porzione di Palestina al
nuovo stato ?
Senza contare ovviamente la disponibilita di grandi masse di individui ormai
divenuti apolidi,e che le esperienze passate avevano reso estremamente
motivati a battersi.
Una motivazione che grazie anche alla notevole memoria storica della cultura ebraica si e’ mantenuta fino ai nostri giorni,e che spiega l’efficenza militare mostrata da Israele in molteplici occasioni.

laverdure

Quanto alle “distorsioni” del sionismo immagino consistano nella situazione
incerta dei cittadini arabi residenti nello Stato,e alle limitazioni dei loro diritti civili,come pure al problema degli insediamenti di “coloni” ebraici nelle zone
di confine.
Problemi di indubbia gravita,ma le cui difficolta di soluzione sono perfettamente comprensibili se si considera la situazione “calda” oggi piu’
che mai dello scacchiere mediorientale, e la necessita di Israele di disporre di confini difendibili.
E se l’immigrazione incontrollata nel NOSTRO paese dovesse continuare con lo stesso ritmo,credo proprio che molta gente diventera anche qui molto meno schizzinosa su argomenti simili,non credete ?

Diocleziano

Appena ho iniziato a leggere l’articolo, non so perché, mi è balzata la strana idea che avessero invitato un rappresentante della Uaar… vuoi vedere che finalmente qualcosa cambia?!
Sciocca illusione. La solita brodaglia, nemmeno riscaldata perché ne avrebbe inasprito il fetore.
La prossima volta inviteranno i nazisti dell’Illinois, nel ruolo dei buoni.

Mixtec

In quanto docente della Cattolica, si suppone che la prof Santerini sia cattolica praticante; se di origini ebraiche, che sia convertita.
Se una di queste ipotesi è vera, l’intervento del presule era superfluo: la prof, avendo solo due anni circa meno di me, deve ricordare che, quando frequentava il catechismo, gli ebrei erano deicidi, che si pregava in chiesa solennemente per la conversione dei “perfidi giudei”(forse questo i fanciulli non lo capivano bene, perché era detto in latino), che il sangue di Gesù sacrificato ricadeva su di loro (anche se non ne sapevano niente e anche se il sacrificio di Gesù era necessario per redimere l’umanità, come dimostrato secoli prima da Sant’Anselmo, con una curiosa giustificazione giuridica, dove l’offesa (il peccato di Adamo (quello di Eva era irrilevante)) veniva commisurata al ricevente (era infinita), la riparazione (i sacrifici che l’Uomo poteva offrire) al mittente (ed occorreva quindi un “mittente Uomo” che fosse di valore divino e quindi infinito, cioè Gesù, Dio incarnato).

iguanarosa

Ci mancava solo l’Uaar alla lagna pro-immigrati, di solito clandestini e similari , di solito di cultura islamica anche se atei.
Prendiamone sempre di più, mandiamo le navi italiane direttamente.
Gioite, contribuenti.

RobertoV

Guarda che la maggior parte degli immigrati non è islamica come la vulgata vorrebbe far credere, ma cristiana. I mussulmani dovrebbero essere al massimo 1-1.5 milioni, anche se su queste statistiche pesa il fatto che spesso si da per scontato che da paesi a maggioranza mussulmana arrivino solo mussulmani (un po’ come dire che gli italiani sono cattolici). Io conosco per esempio egiziani copti che hanno diverse pizzerie a Milano. Ci si è dimenticati che spesso si è detto espressamente di far arrivare solo immigrati cristiani e che in parecchi paesi a maggioranza mussulmana i cristiani sono discriminati e, quindi, hanno dei buoni motivi e appoggi per poterli lasciare? Anche dall’Africa arrivano immigrati cristiani, anche se noi diamo per scontato che siano mussulmani. Quanti sanno che gli Eritrei sono a maggioranza cristiani o che in Nigeria circa la metà della popolazione è cristiana?
Riguardo ai contribuenti faccio presente che anche per non averli qui si paga, sia economicamente che in termini politici, rendendoci ricattabili, vedi genuflessioni nei confronti dei dittatori e criminali libici e turchi. L’opzione zero costi non esiste purtroppo.

iguanarosa

Guarda che molti europei sono islamici, così come molti africani e asiatici. Lo scrivo solo perché sono quelli che creano più problemi, con un atteggiamento di prepotenza, misoginia e arretratezza che è minore in quelli non islamici. Non so se devi avere che fare ogni giorno con le situazioni di disagio che provocano ai cittadini comuni, se non commettono veri reati. Sono tutti i soldi che i contribuenti spendono per mandare me e i miei colleghi a “mettere una pezza” alle situazioni di degrado. Sono troppi e vivono di espedienti. E non ci possimo permettere neanche di aiutare gli italiani e gli indispensabili stranieri regolari che si sono ben inseriti.
Il Corriere della Sera, per altro (da me) apprezzatissima testata, la mette sul piano elegante dei diritti e delle discriminazioni oppure sul piano pietistico che ancora colpisce molti. Il fine non celato è quello di avere manodopera a bassissimo prezzo, facilemnte ricattabile e controllabile.

pendesini alessandro

L’odio, come la paura irrazionale, fa parte delle caratteristiche epifenomenali umane, non è innato bensi acquisito. Non si limita solamente a certe religioni, va ben oltre… Varia a secondo delle circostanze da lieve a intenso, ma anche « esplosivo »…

Il fatto di dedicarsi al gruppo in cui tutti condividono le stesse convinzioni rafforza la certezza poiché chi si ama e si ammira afferma la stessa fede. Questa performance è così rassicurante da rafforzare l’affetto e la solidarietà dei membri del gruppo : “Siamo tutti fratelli”. Ma quando questo effetto solidarizzante si ripiega su se stesso al punto da chiudersi, questo gruppo finisce per ignorare qualsiasi altra comunità che abbia altre convinzioni. Un tale gruppo si trasforma quindi in un clan e la sua moralità diventa perversa: morale per le persone della sua comunità e perversa ignorando l’esistenza del mondo degli altri: “Solo il mio mondo conta”. Quando non sappiamo nulla di coloro che non condividono le nostre convinzioni, proiettiamo su di loro ciò che non va in noi. Quando ci sentiamo bene ci piace scoprirli, ma quando ci sentiamo male li cariciamo di tutti i nostri mali e l’odio diventa « veleno dell’anima ».

Manlio Padovan

Io non contesto l’idea di creare un movimento sionista. Io contesto la pratica di occupare, senza diritto, un territorio che ha un suo popolo: causando danni inenarrabili e spaventosi nel tempo. Io contesto l’operazione perché appoggiata dagli USA che sono notoriamente uno Stato razzista , imperialista e guerrafondaio. Io prendo atto che la fondazione di Israele è stata la causa della situazione in Palestina e nel Medioriente. Con lo zampino dei soliti inglesi: agli arabi era stata promessa l’autodeterminazione.
Scrive Primo Levi che si cercava una terra per un polo senza terra, ma quella terra un polo lo aveva. Si era pensato per esempio all’Africa nera.
La problematica è estremamente semplice, è inutile girarci in torno con cavilli intellettualistici. In questo caso a me non interessa la realpolitik!

Mixtec

Caro Manlio,
Alla mia domanda (Mixtec 22/4/, ore 22:16) “gli Ebrei dovevano fondare un proprio stato dove?”, Maurizio (22/4/ ore 22:54) ha risposto che non vedeva la difficoltà, esistendo “regolare atto catastale” … “a favore del popolo ebraico” anche se ha poi aggiunto che tale atto è un po’vecchiotto e, cosa ancor più grave, “non si trova più la copia originale.” Sono andato a controllare: effettivamente non abbiamo la copia originale, ma alcuni resoconti. Vediamo meglio: ricevuto l’invito ad andare verso la Terra di Canaan (già abitata da esecrabili Cananei), un certo Abram vi si recò, e, nei pressi di Sichem, YHWH (che però non si presentava con tale nome, come viene detto in altra occasione, e un po’ (qualche secolo) dopo) gli disse: “Alla tua discendenza io darò questa terra”. Come si può osservare, in questa occasione (Gen 12: 7), non si precisano i confini.
Altro resoconto (o nuovo atto di cessione?), Gen 15: 18. Luogo non precisato, ma sede di una cerimonia importante con sacrifici di animali. YHWH (sempre sotto altre spoglie, c. s.) dice ad Abram: “Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d’Egitto (un rigagnolo presso Gaza, secondo gli esperti) al grande fiume, il fiume Eufrate.” Praticamente le odierne Palestina, Siria e Giordania.
Era troppo? Forse, infatti secondo il resoconto di Gen 17: 8, YHWH dà ad Abram ed alla sua discendenza “La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan.” Come si può notare c’è un certo ridimensionamento. Solo che adesso la discendenza di Abram, diventato Abramo, diventa numerosa (e ci riferiscono solo i maschi!): Ismaele da Agar, Isacco da Sara, ed altri sei maschietti da una certa Keturà. Per definizione gli Ebrei, il popolo di Israele, sono solo una porzione della discendenza di Abram, quella formata dai discendenti del nipote Giacobbe.
E degli altri discendenti che ne facciamo? YHWH ha promesso il possesso di una terra non ben precisata alla discendenza di Abramo, non solo ad una parte.
Devo verificare il mio albero genealogico, può darsi che me ne tocchi un pezzo.
Ritornando alla questione principale del Blog:
Gli Ebrei sarebbero oggetto di un odio speciale (secondo autrice e commentatori del libro).
E non vedo cosa ci sia da meravigliarsi: se sono speciali (il Popolo Eletto), devono essere oggetto di un trattamento speciale, nel Bene e nel Male.

Maurizio

Ovviamente, al di là del facile sarcasmo, la pretesa di occupare un territorio sulla base di una scrittura, che sarà divina ma non ha certo valore legale, diventa causa scatenante di un conflitto ormai infinito e di cui non vedo soluzione.
Il popolo eletto (ma poi, eletto da chi?) avrà anche avuto le sue motivazioni per cercare una unità territoriale dopo secoli di diaspora, eppure…
E diciamocelo: questo dio del catasto che sceglie un popolo di beduini nemmeno tanto meritevoli e gli assegna terre altrui, non è poi molto credibile.

Maurizio

Sì, lo so: avevo detto niente sarcasmo. Che posso farci, certi argomenti me lo tirano.

laverdure

Dopo tutte le dotte considerazioni fatte finora,direi di tirare le conclusioni :
lo stato di Israele esiste come dato di fatto,gli ebrei ci sono e ci resteranno,pretendere di convincerli ad andarsene per vie legali sarebbe come convincere la Curia a rinunciare spontaneamente ai finanziamenti dello Stato Italiano.
E l’uso della forza ( Da parte di chi poi ?Dell’ONU?)direi che porterebbe solo conseguenze spiacevoli,non dimentichiamo che Israele e’ una potenza nucleare,e il suo deterrente e’ estremamente credibile,vista la loro mentalita.
Una mentalita che noi Italiani fatichiamo indubbiamente a capire,vista la nostra bocca buona verso le peggiori offese e la memoria storica corta,e la nostra millenaria tendenza alla sottomissione,che cerchiamo di mascherare col mito della “Resistenza”.

laverdure

Questi discorsi mi fanno sempre ricordare uno dei tanti racconti di Verga,il
“Mazzaro”,dove il personaggio pronuncia questo aforisma : “La terra non e’ di chi ce l’ha,ma di chi la sa tenere !”
Noi,per esempio ,a dispetto delle sbrodolate di autoelogi,la sappiamo davvero tenere ?
La compattezza e serieta che stiamo dimostrando nel combattere un nemico come il Covid 19 direi offre un ottimo esempio di come sapremmo affrontare nemici di altro genere.
Superfluo ovviamente ogni accenno all’immigrazione incontrollata e al
“buonismo scaricabarilistico”.

laverdure

Dimenticavo :gli Israeliani,manco dirlo,hanno mostrato nella guerra al Covid la stessa efficenza e iniziativa mostrata in qualunque altra guerra : vaccinavano perfino nelle birrerie !E i risultati non sono certo mancati.
Noi invece,per esempio,per stimolare il volontariato dei medici in pensione non abbiamo trovato di meglio che sospendere la pensione ai volontari.
Chi nasce furbo furbo ci muore (magari di covid)

KM

Bravissimo. Senza contare che e’ nella bibbia che si trovano i primi esempi di massacri a fini razzial-religiosi. Il movimento sionista, poi, era composto dall’alta borghesia ebraica che non esito’ a collaborare coi nazisti per scatenare la Shoa e, come dice laverdure, fornire ai sionisti una scusa per reclamare i territori ormai Arabi per se stessi (con il supporto anglo-americano che cosi’ godeva di un Forte Alamo in MO).

laverdure

@KM
Ci sono forti sospetti che Adolf Hitler in realta fosse un agente sionista,e che dopo aver lasciato un cadavere di comodo nel bunker abbia trascorso la sua vecchiaia in un kibbutz,dove ogni tanto andavano a trovarlo Golda Meir,Ben Gurion e Moshe Dayan.

RobertoV

Una comunità ebraica esisteva anche prima del sionismo e, quando fu fondato lo stato di Israele erano già immigrati circa mezzo milione di ebrei che in genere si erano acquistati dei terreni. Quindi possedevano già una parte del territorio anche se non ho il dato di quanto, valore che sarebbe stato ancora maggiore se non fossero state poste precedentemente delle limitazioni all’acquisto di terreni da parte degli ebrei. La creazione dello stato di Israele è stata si artificiale, ma come molte altre creazioni di stati (tipo l’Irak, l’Arabia Saudita, la Corea del Sud, ecc.). Se dovessimo riaprire tutte le questioni su territori, confini e popoli, colonizzazioni varie, saremmo in una guerra continua. Alcuni stati come l’Egitto hanno alla fine accettato l’esistenza di Israele. Inoltre Israele ha vinto tutte le guerre scatenate contro dagli Arabi , quindi, ha anche legittimato il possesso. Se avessero creato uno stato per loro da un’altra parte non credo che la situazione sarebbe diversa. Pensando poi all’efficienza degli arabi quei territori diventerebbero una landa desolata ed improduttiva.

Mixtec

Maurizio (24/4/ ore 0:47), ha /o si è/ chiesto:
“Il popolo eletto (ma poi, eletto da chi?)”
ed allora proviamo a discuterne.
Pare che la formulazione più completa, e riferita agli Ebrei come popolo, sia quella del Deuteronomio (7: 7). “Il Signore [YHWH nell’originale ebraico] si è legato a voi e vi ha scelti …”
è una frase pronunciata da Mosè , nel suo secondo dei discorsi componenti il libro; Mosè prosegue precisando “perché il Signore [YHWH] vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri,” sottintendendo forse che se fosse stato per i meriti di quelli che lo stavano ascoltando in quel momento non se ne sarebbe fatto nulla, perché, volendo essere generosi, erano una marmaglia di indecorosi.
In base al Deuteronomio, il popolo ebraico è stato scelto, ed è divenuto il “Popolo Eletto” in mezzo, ma separato, a tanti altri popoli, sottinteso, “di merda,” da YHWH, Dio creatore dell’Universo intero, perché Egli [YHWH] mantiene le promesse fatte agli avi di quel popolo.
Ci toccherà dunque esaminare il Deuteronomio e le promesse fatte agli avi.
A presto (si spera).

Maurizio

Era una domanda pleonastica. Sappiamo che YHWH scelse il popolo ebreo (vale l’autocertificazione). Che è la ragione per cui qualunque religione basata sulla Bibbia non potrà mai seriamente pretendere di essere considerata universale.
Prendiamo un cristiano, uno chiunque: non essendo ebreo non rientra, né mai rientrerà, nella cerchia dei preferiti del suo dio. Lo sa? E non mi raccontassero che Gesù ha poi rettificato il messaggio; ma si è consultato col padre? E poi non erano la stessa persona?
Che guazzabuglio di sciocchezze.

Mixtec

D’accordo che la domanda era pleonastica (“M. ha/si è chiesto”), ma ritengo vada la pena di esaminare le fonti del suo oggetto, ovvero: “che attendibilità hanno i testi che ne parlano?”
Abbiamo detto che possiamo esaminare il Deuteronomio.
La critica Vetero-testamentaria ha stabilito che si tratta di un testo scritto in gran parte durante il regno di Giosia, fingendone il ritrovamento negli anfratti del Tempio. Sappiamo anche l’anno, con un buon margine di certezza: il 622 (me lo dice la Bibbia CEI “Via Verità e Vita” a pag. 3059), e sappiamo anche lo scopo: rompere l’alleanza/sudditanza con l’Egitto, stabilità dall’epoca di Giosuè (secondo Liverani, solo col permesso degli Egizi gli Ebrei erano potuti entrare nella Terra di Canaan) e proseguita fino ad allora, e cercarne un’altra. Andò male personalmente a Giosia (nel 609 gli Egizi conseguirono la loro praticamente ultima vittoria contro di lui), ma andò bene per la sua riforma: quasi tutta la Bibbia venne aggiornata in senso anti-egizio.
Il Deuteronomio è costituito da discorsi tenuti da Mosè: in base a quanto detto sopra è chiaro che si tratta di falso.
I Testimoni di Geova sono tra i pochi che ritengono l’abbia scritto Mosè, gli altri credenti ritengono che chi l’abbia scritto era in ogni caso ispirato da YHWH, e quindi ciò che vi è scritto è vero (su tutte le Bibbie c’è la prefazione che spiega che vero Autore ne è il Dio dell’Universo, e che i vari amanuensi che l’hanno messa per iscritto erano solo dei prestanome).
Gli autori delle promesse fatte agli avi, uno dei quali pasteggiava e passeggiava con Abram, e parlava perfino con una donna, Sarai, sono dei personaggi interessanti, e nemmeno tanto fantasiosi. “Umani, troppo umani”, per dirla con Nietzsche.
Ne parleremo un’altra volta.

Mixtec

In “Gesù e Yahvè”, p. 151, scrive: “I teologi, da Filone d’Alessandria fino a oggi, hanno cercato di mettere in ombra il fatto che Yahvè compaia spesso, nella Bibbia ebraica, come un essere umano teomorfico.” Mario Alighiero Manacorda, in “Lettura laica della Bibbia,” p. 218 , fa dire a Yukiko Ueno che “gli El Shaddai ed El Elijon hanno palesemente un’aria inconfondibile di signori terreni, di “re deire”, sostenuti da una religione di Stato, a cui si devono decime e obbedienza.”
Per la precisione, El Elijon viene nominato prima, al capitolo 14, mentre El Shaddai si presenta personalmente all’inizio del cap. 17. Possiamo quindi identificare con El Elijon il YHWH dei capitoli 12-16, dopo di che YHWH si presenta come El Shaddai.
Il primo fa le promesse, prima vaghe, di Genesi 12: 7, e poi eclatanti di Gen 15: 18 (passando teatralmente, o solennemente, fate voi, in processione fra le carcasse di vari animali sacrificati);
il secondo è meno teatrale, più alla mano, anche se ha l’incazzatura facile e violenta, mangia e beve con Abram e la moglie, va in avanscoperta con lui per vedere Sodoma dall’alto (ma che dio é?), e decide di distruggerla, e lo fa, senza pensarci troppo.
Chi potevano essere questi umani teomorfi che si ritenevano padroni della Terra di Canaan, e potevano assegnarla a chiunque? Bisogna cercare di risalire a quando tali fatti sono avvenuti.
Se riteniamo che Abram e i suoi parenti vivevano cento e passa anni sempre giovani e vigorosi, non andiamo da nessuna parte (e questo fa comodo ai teologi): non si possono trovare testimonianze archeologiche di gente simile, e tutto rimane avvolto nel mistero , spiegabile con la teologia.
Se invece cerchiamo di calcolare l’epoca in cui visse Abram “cum grano salis,”allora ci troviamo alla metà del XV sec., ed allora possiamo verificare che ci furono almeno un paio di re umani che volevano essere trattati come dio in terra che passarono più volte nella Terra di Canaan:
si tratta dei re-dio d’Egitto Thutmosis III ed Amenhopet Ii. Il primo si faceva chiamare El Elijon (l’ha lasciato scritto in Egitto che voleva essere adorato dai suoi vari sudditi con i nomi dei loro dei), il secondo El Shaddai (seguendo l’esempio del papà).
Possiamo noi, adesso, dopo appena circa tremila e cinquecento anni, ignorare le decisioni prese da questi due? Evidentemente no, e lo sanno benissimo gli Ebrei. Hanno pazientato quasi duemila anni prima di riprendere possesso di Gerusalemme, ma si può essere sicuri che ne impiegheranno molti di meno per riprendersi la Giudea e il territorio dell’antico regno di Israele. La pazienza e la tenacia non mancano loro. I Palestinesi si possono rassegnare.

Mixtec

Scusate l’omissione:
L’autore di Gesù e Yahvè è Harold Bloom.
Amenhopet è Amenhotep, meglio conosciuto come Amenofi.
Il quarto della serie è considerato uno degli inventori del monoteismo, e piace molto a Jan Assman

Mixtec

Per Roberto V.
Caro Roberto, hai scritto:
“Una comunità ebraica esisteva anche prima del sionismo e, quando fu fondato lo stato di Israele erano già immigrati circa mezzo milione di ebrei che in genere si erano acquistati dei terreni.”
Se è per questo, a Roma esiste una comunità ebraica da più di duemila anni. Non vedo cosa ci possa essere di strano se a Roma si formasse un piccolo “Stato ebraico” retto dal capo religioso della locale comunità; anche perché c’è già un precedente: il capo della locale comunità cristiana cattolica (il Vescovo di Roma, sede vescovile a San Giovanni, se non sbaglio) vi ha un proprio Stato, con un piccolo esercito (non romano), e manda ambascerie in ogni dove.
Dopo la Seconda guerra mondiale i Tedeschi hanno ceduto territori a confinanti (un grosso pezzo di Germania è diventato Polonia): non vedo perché non avrebbero dovuto cedere un pezzo di Germania agli Ebrei perché vi facessero un proprio Stato (ed anche Austria e, soprattutto, Italia avrebbero dovuto fare lo stesso). Ma forse agli Ebrei faceva schifo un proprio Stato in Europa.

RobertoV

La prima e la seconda guerra mondiale e la fine degli imperi coloniali hanno scatenato diversi riaggiustamenti dei confini o creazioni ex novo di stati, talvolta prevalentemente artificiali. Perchè oggi dovremmo rimettere in discussione tutte queste questioni? Sarebbe ora di superarle e di non trovarsi in situazioni tipo ex-Yugoslavia.
A Roma la comunità ebraica era di solo 10 mila individui, un po’ pochi per creare una nazione ebraica. Inoltre in Europa non c’era posto per gli ebrei neanche dopo l’olocausto visto che di olocausto si è iniziato a parlare solo dagli anni ’60: una cosa che Hitler aveva fatto emergere prima della guerra e che è stata utile per il successo delle sue politiche di sterminio in tutta europa. Ancora oggi il 40 % degli europei è antisemita, con punte del 50 % in Polonia. Forse gli ebrei avrebbero potuto creare uno stato negli USA visto la loro presenza massiccia dopo la guerra, sullo stile dei mormoni, ma non so se sia mai stata esaminata questa eventualità. Di certo non in Europa e non per loro volontà: il sionismo è nato proprio in Europa come risposta alla situazione europea per gli ebrei.
La Germania non ha ceduto volontariamente alla fine della guerra i territori n Polonia, ma come imposizioni dei vincitori che l’hanno occupata (come l’Austria), dividendola in quattro zone fino al 1955, anno in cui è nata la Germania attuale. Inoltre i tedeschi dopo la guerra furono cacciati dai territori della Polonia. Solo gli alleati avrebbero potuto farlo.

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