È la natura, bellezza! Pillon, gli stereotipi di genere e l’Università di Bari

Il senatore leghista non perde occasione di dire la sua sui temi che gli sono cari. Peccato che gli sfuggano elementi chiave del dibattito. O meglio, peccato che non gli interessino affatto.

Pillon ha detto la sua. Figuriamoci se il senatore poteva lasciarsi scappare l’occasione di rispolverare uno dei suoi cavalli di battaglia. E così, nel criticare la decisione dell’Università di Bari di concedere agevolazioni e sconti per incentivare le iscrizioni di ragazze ai corsi di laurea in cui il tasso di frequenza femminile è inferiore al 30% (in sostanza i corsi di laurea in materie scientifiche, quelle che vanno sotto l’acronimo STEM: Science, Technology, Engineering and Mathematics), ha fatto riferimento a presunte predisposizioni “naturali” che spingerebbero i maschi verso le discipline tecniche e le femmine verso le materie legate all’accudimento.

“È la natura, bellezza!”, ci ripete per farla breve Pillon, che evidentemente del ruolo giocato dalla “cultura” non sa niente. Forniamogli allora qualche dato sul quale riflettere, sia mai che la prossima volta dica qualcosa di maggiormente sensato.

Secondo uno studio dell’Unesco, solo il 35% delle studentesse intraprende un percorso nei settori STEM, con grandi differenze tra le varie discipline: il 3% sceglie il campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione; il 5% sceglie scienze naturali, matematica e statistica; l’8% ingegneria e costruzioni. E la ragione principale per cui le ragazze non tentano un percorso formativo-professionale in questi settori non risiede, come sostiene Pillon, in una qualche “propensione naturale”: secondo uno studio condotto da Microsoft in 12 Paesi europei è dovuta alla mancanza di modelli di riferimento femminili cui guardare. In effetti, stando ai dati dell’ultimo Global Gender Gap Report, nel cloud computing le donne rappresentano solo il 14% della forza lavoro, nell’ambito dell’intelligenza artificiale il 32%.

Il ruolo giocato dalla “cultura” lo illustra, meglio ancora di questi numeri, una storia che racconto sempre ai vari Pillon di turno. È tratta dal documentario “Bomba libera tutti” dedicato alla riflessione sugli stereotipi di genere tra i bambini e le bambine e realizzato nel 2012 da Pina Caporaso, all’epoca insegnante a Pistoia, e Daniele Lazzara. Si apre con queste parole di Caporaso: «C’è un aneddoto della mia vita di insegnante che racconto spesso e che ho voluto collocare all’origine di questa storia. In seconda elementare portammo la classe a una mostra d’arte contemporanea. Tornati a scuola scrivemmo l’elenco dei nomi degli artisti, incollandovi accanto la foto dell’opera esposta. In fondo c’era uno spazio nel quale i bambini e le bambine dovevano fingersi artisti, scrivere il proprio nome e disegnare un’opera inventata da loro. Nell’entusiasmo generale, arrivò come una doccia fredda la domanda di Matilde: “Maestra, ma l’artista può essere anche una femmina?”. Rispondendole di sì le chiesi come mai avesse fatto quella domanda. “Perché tutti gli artisti della mostra erano maschi…”».

A Pillon però, che Matilde abbia di questi dubbi, probabilmente non interessa niente.

Ingrid Colanicchia

 

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11 commenti

Diocleziano

L’articolo è chiaro e significativo, alla portata di tutti.
Spero che Pillon trovi qualcuno che glielo legga…

pendesini alessandro

Ho vissuto la mia infanzia in Italia, e posso affermare che uomini adulti (o pretesi tali) erano solito dire « che la donna ragiona col « sesso » (o una parola talmente volgare che evito scriverla !)». E ne ero convinto finché frequentai altra gente (principalmente belgi) ed altre scuole…
Da quello che leggo nell’articolo, ben chiaro, non penso che queste idee triviali, più che volgari, abbiano cambiato con il tempo ne Bel Paese !
Ecco cosa ho potuto imparare, principalmente nelle scuole belghe :
Affermare che le disuguaglianze tra uomini e donne siano spiegate da un ordine biologico naturale significa ignorare la storia e negare la realtà. È il pensiero umano che ha costruito sistemi di interpretazione e pratiche simboliche, costituendo tanti modi di organizzare e legittimare il primato dell’uomo sulla donna.
Gli esseri umani hanno una capacità specifica chiamata “intelligenza” e tale capacità è codificata dal loro genoma, due proposizioni che non sono generalmente accettate. Avremmo allora il diritto di ammettere che le differenze di intelligenza osservate tra individui, uomini e donne o tra gruppi di persone corrispondano a differenze genetiche? Non necessariamente !

Le differenze intellettuali legate al sesso, lungi dall’essere enormi ed evidenti, sono piccole e molto difficili da stabilire. Quello che sembra reggere è un piccolo vantaggio degli uomini in compiti che richiedono la rotazione di oggetti 3D nella propria immaginazione. Al contrario, sembra esserci un piccolo vantaggio per le donne nei compiti linguistici, come la capacità di leggere bene. Non è necessariamente a causa di differenze anatomiche innate che sorgono differenze di competenza. Potrebbe essere il contrario. Sappiamo infatti che l’educazione (intesa come informazione razionale !) può cambiare, indipendentemente dal sesso, l’anatomia del cervello. E questo è molto importante saperlo !

Il cervello femminile risulta, da certi studi, programmato per l’empatia. Il quoziente emotivo (EQ) dovrebbe piuttosto riferirsi al quoziente empatico. Le donne sono più interessate degli uomini agli aspetti emotivi e sociali delle interazioni. Possono fare più affidamento sul loro sistema di « neuroni specchi » (cari a Rizzolatti) e sul loro sistema di mentalizzazione. Sono anche in grado di immaginare di più sui sentimenti degli altri e di raccogliere tutti i tipi di segnali non verbali.
Che io sappia, nessun studio accademico ha potuto dimostrare che la donna abbia un’astrazione e/o immaginazione mentale inferiore, o superiore, all’uomo. Se motivata puo’ benissimo ugualiare l’uomo in diverse branche, scienza inclusa.

iguanarosa

Se c’è qualcuno che ragiona con il “sesso”, sono molto più numerosi gli uomini delle donne. Quegli individui incolti che rivoltavano la frittata, per attribuire la caratteristica alle donne erano ridicoli. Ciò volendo proprio parlare di “propensioni naturali”. Per fortuna con la cultura e con l’età si fanno scelte migliori.

dissection

Pillon è, con tutta probabilità, il più gran criptogay dell’intera storia repubblicana… cripto anche verso sé stesso, sembra quasi in negazione isterica. Patetico. Ed ignorante.

Babbeus

Se siamo dei “razionalisti” dobbiamo anche essere pronti ad accettare l’idea che in alcuni stereotipi possa esserci una componente naturale oltre che culturale. Se la biologia porta a differenziare i sessi da un punto di vista fisico è verosimile che possa differenziarli anche da un punto di vista neuro-psicologico per adattarli alle “funzioni” per cui sono fisicamente designati (o erano designati prima dell’intervento della tecnologia). Forse il fatto che le bambine statisticamente sono più propense a giocare con una bambola dei bambini non è solamente un’imposizione culturale, forse ha anche a che fare con il fatto che i maschi non sono biologicamente programmati per partorire ed allattare.

pendesini alessandro

Evidentemente le donne hanno predisposizioni e comportamenti sessuali innati diversi dagli uomini, quindi il fatto che giocano con bambole e non con trenini è, in grand parte, genetico. Ma quando trattasi di sapere se le donne hanno caratteristiche –tutto sommato- inferiori agli uomini (tranne ovviamente quelle fisiologiche), risulta che è assolutamente falso. Quello che succede sovente è che un qualsiasi padre e/o madre vede di malocchio la figlia che si interessa ai camion, trenini, o qualsiasi giocattolo che rappresenta la « virilità » maschile, quindi la sua esplicita disapprovazione è risentita come un’umiliazione dalla figlia che, sovente, cambia comportamento per risanare la situazione…..Questo, inoltre non esclude a priori che la figlia (o figlio che che ad esempio gioca a vestirsi con abiti di bambina) abbiano tendenze omosessuali….
NB -La personalità umana risulta da due componenti : innato (genotipo) e acquisito (fenotipo). L’incidenza dell’innato la valuto a circa il 10% ; dell’acquisito circa il 90% ! Con questo intendo affermare che quello che causa notevoli differenze comportamentali, non è innato (la differenza genetica tra le persone, salvo patologie, non è molto rilevante), per contro l’ambiente in cui evolve la persona sin dalla nascita (ma anche prima), il tipo di educazione, cultura, informazione ecc…è indiscutibilmente determinante. Questa considerazione personale (che potete leggerla su wikipedia in francese) data da oltre 10 anni, e che io sappia, non è mai stata contestata…..

Diocleziano

Concordo completamente con tutto ciò che dici nel ‘NB’.

Per fare una battuta sulle tendenze femminili, direi che il problema delle donne
è che frequentano troppo altre donne…
Alludendo allo stupidario femminile, che mi pare sovrabbondante:
abiti, cosmetici, letture banali (hai notato che la maggior parte delle pagine di destra sulle riviste femminili è occupata dalla pubblicità?) Considerando che le redazioni di quelle riviste abbondano di redattrici e responsabili donne, mi pare che nemmeno fra loro ci sia troppo rispetto.
Sì lo so: la pubblicità paga buona parte della rivista.
Ma è un po’ come l’ora di religione, te la devi sorbire anche controvoglia.

iguanarosa

Sui femminili e le scemenze che trattano potrei anche essere d’accordo.
Per fortuna però che ci sono i “quotidiani” e i “giornali” che trattano principalemente dei vari tornei di calcio, che ristabiliscono la media dell’intelligenza generale. Oltre a tutti gli inserti sul calcio di tutti i telegiornali e di quasi tutti i quotidiani. Questa matina la ‘breaking news’ di Rainews24 è la sieropositività al covid-19 di un giocatore dell’Inter straniero, quale non ricordo.

Diocleziano

iguanarosa,
mi ero limitato al campo femminile per via delle dichiarazioni del pa-Pillon; allargare il discorso sullo stupidario maschile sarebbe ingestibile… 😛

RobertoV

La miglior risposta a Pillon è data proprio in questi giorni dalla notizia che Samantha Cristoforetti, ingegnere, sarà a capo della stazione spaziale. Ed è pure madre. Per non parlare anche della fisica Gianotti a capo del Cern.
Personaggi come Pillon sono solo dei frustrati e dei mediocri che temono il confronto e pretendono di giustificare i propri privilegi, senza i quali sarebbero delle nullità.
Basterebbe guardare alle altre nazioni più evolute per rendersi conto che la scelta delle materie stem da parte delle donne è legata principalmente al livello di discriminazione che c’è in quella nazione, cioè al suo ritardo culturale.
Quando ho studiato ingegneria al Politecnico di Milano negli anni ’80 le donne erano pochissime, era desolante pensare che in aule da 300 posti vi fossero solo 3 donne, che salivano a 10-15 quando si faceva lezione insieme agli studenti di ingegneria civile. Ad architettura, invece, la presenza femminile era elevata.
Oggi la situazione è migliorata qui al nord, con cifre attorno al 20-30 % ad ingegneria, ho parecchie colleghe ingegnere capaci che sono anche madri e che gestiscono bene entrambe le cose e lamentano lo scarso aiuto dallo stato.
Quando ero ragazzo le donne non correvano la maratona perchè non venivano considerate adatte, la corsa più lunga che potevano fare era di 3 km, non potevano fare il salto con l’asta considerato pericoloso per loro, non potevano giocare a calcio perchè dovevano fare solo sport femminili, ecc. Tutto superato e smentito, ma non sono pochi in Italia a pensarla diversamente.
L’Italia è ancora un paese maschilista e Pillon è in buona compagnia, basterebbe leggere i commenti sui social alla sua uscita.

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