Giugno 2021, il mese dell’alternativa all’ora di religione cattolica

Le iscrizioni al prossimo anno scolastico 2021/22 si sono chiuse il 25 gennaio scorso. Ma non per tutti. Chi aveva detto “no” all’insegnamento della religione cattolica (Irc) era ancora in attesa di dare disposizioni alla scuola in merito all’attività alternativa. Grazie all’Uaar può esercitare questo diritto adesso, precisamente da lunedì scorso e fino al 30 giugno, invece di attendere la riapertura della scuola dopo l’estate.

Può sembrare una cosa di poco conto ma è una svolta epocale per i sempre più numerosi “non avvalentisi” (in gergo tecnico gli studenti che non subiscono l’Irc). Stiamo parlando di bambini dai 3 anni di età, che durante le prime settimane o i primi mesi di scuola venivano smistati in altre classi, messi in corridoio o tenuti in silenzio in classe mentre il docente scelto dal vescovo impartiva la sua lezione “in conformità alla dottrina della Chiesa”, come prevede il Concordato. Un caos organizzativo causato dalle direttive ministeriali, secondo le quali la scuola doveva consegnare ai genitori la “scheda C” per la scelta dell’attività alternativa solo dopo che le lezioni erano iniziate.

Un’evidente discriminazione, una lesione dell’esercizio dei diritti allo studio e alla libertà religiosa (che include anche la libertà dalla religione). Per eliminare la quale l’Uaar ha portato il Ministero dell’istruzione in tribunale e ha vinto: otto mesi fa il Tar del Lazio ha annullato le discriminatorie disposizioni del Miur e stabilito che la scelta delle attività alternative «deve avvenire in tempi che garantiscano la tempestiva programmazione e l’avvio dell’attività didattiche secondo quanto richiesto dai principi di ragionevolezza e buon andamento».

Ed eccoci alla ragione per la quale possiamo chiamare giugno 2021 il mese dell’alternativa all’ora di religione cattolica. Obbligato dall’azione legale dell’Uaar il Miur ha anticipato i tempi e riaperto fino al 30 giugno il portale iscrizioni on line. I genitori di studenti non avvalentisi accederanno e compileranno telematicamente la scheda C, optando per una delle quattro scelte previste:

  1. Attività didattiche e formative.
  2. Attività di studio e/o ricerca individuali con assistenza di personale docente.
  3. Libera attività di studio e/o ricerca individuali senza assistenza di personale docente
    (solo per gli studenti degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado).
  4. Non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica.

La novità della compilazione telematica della scheda C è un altro successo, perché i modelli cartacei che le scuole distribuivano a settembre spesso risultavano “taroccati”, con vincoli o omissioni introdotti dalle segreterie che senza pudore variavano arbitrariamente gli allegati ufficiali della circolare delle iscrizioni.

Tutto risolto? No di certo. Possiamo dire che la strada verso una scuola pubblica senza indottrinamento cattolico e senza discriminazioni su base religiosa era in salita e ora è pianeggiante. Ma occorre ancora pedalare e guardarsi dai pericoli della strada: ci sono già giunte segnalazioni di scuole che inseriscono diciture discutibili anche sulla scheda C da compilare online. Lo stesso mese di giugno non basta come anticipo sui tempi. Vogliamo che la scheda C sia compilata all’atto dell’iscrizione, a gennaio, senza costringere i genitori (e solo quelli degli studenti non avvalentisi) a ricollegarsi al sistema cinque mesi dopo. Ma adesso gustiamo il bicchiere mezzo pieno: scegliamo l’attività alternativa alla religione cattolica e pretendiamo che fin dal primo giorno di scuola venga garantita. Possiamo farlo, grazie all’Uaar.

Roberto Grendene

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14 commenti

G. B.

Una proposta provocatoria. Visto che gli insegnanti di religione devono essere approvati dal vescovo, non si potrebbe richiedere che i docenti della materia alternativa abbiano l’approvazione dell’UAAR o di altre associazioni di non credenti?

Diocleziano

Più che ragionevole.

Per uno stipendio pur che sia, vuoi che un cattolico non si ‘sacrifichi’ a insegnare una materia laica? Occhio agli imbucati…

Giannino

ma l’ora di alternativa non è l’ora di non credenza. la maggior parte dei ‘nonavvalentesi’ (?) è musulmana, mica umanista.

Diocleziano

Sì, ma non è nemmeno l’ora di islamismo.
Dovendo raggruppare tutti i ‘non avvalentesi’ dovrebbe essere una materia non divisiva.
Preferibilmente gestita da una persona normale, equilibrata… non condizionata.

RobertoV

Non è vero. La maggior parte dei non avvalentisi non è di fede mussulmana. Anche l’esperienza dei mie figli lo conferma, ma basterebbero anche semplici considerazioni statistiche (il 12 % non si avvale, ma i figli di mussulmani sono molti di meno in percentuale). Le stesse autorità ecclesiastiche sono preoccupate degli abbandoni degli italiani.
Molti mussulmani fanno l’ora di religione perchè gli è stata propagandata come ora di cultura italiana (ed è meglio non mettersi contro la chiesa cattolica e l’Italia da cui magari dipendono per degli aiuti), perchè l’ora di religione cattolica giustifica l’idea di una ora di religione musulmana (non certo di laicità) e perchè non vogliono essere sospettati di essere non credenti, laici o peggio atei.

G. B.

@Giannino
Effettivamente la tua osservazione è giusta. Io pensavo soprattutto alle scuole superiori, dove i non avvalentisi sono principalmente ragazzi e ragazze che non ne vogliono proprio sapere dell’ora di religione. Per i bambini il discorso è diverso, in gran parte le cose stanno come dici tu, e anche questa è una ragione per eliminare del tutto l’ora di religione dalle scuole. Ti immagini se, per par condicio, nei collegi docenti oltre ai raccomandati dei vescovi dovessero entrare anche i raccomandati degli imam? E una scuola in cui i bambini fossero diversamente indottrinati a seconda delle idee dei genitori?

Mixtec

E una scuola in cui i bambini fossero diversamente indottrinati a seconda delle idee dei genitori?
Mi sembra che adesso i bambini siano indottrinati a seconda delle idee dei genitori: se cattolici hanno in più il prete a scuola, se Testimoni di Geova, Pentecostali, Battisti, Valdesi, Ebrei o Islamici hanno già delle belle Sale del Regno, Chiese Evangeliche, Sinagoghe e Moschee dove ricevono insegnamenti che spesso fanno (dovrebbero fare) a pugni con quello che viene (o dovrebbe) essere insegnato a scuola.
A me, che sono vecchietto, sull’origine dell’Uomo, tanto per fare un esempio, alle Elementari mi è stata raccontata la storia di Adamo ed Eva, ma non come credenza religiosa, proprio come storia a prescindere. Adesso cosa si racconta ai bambini di oggi: che siamo una specie di scimmie senza coda, o che siamo frutto di una creazione speciale? Se si racconta che siamo scimmie senza coda e non sappiamo da dove veniamo e perché, ci penseranno gli specialisti frequentanti i sopra citati luoghi a dire che sono tutte fandonie e che l’Uomo è speciale (alcuni diranno che dopo la morte si risorgerà, altri che l’anima è immortale, che gli infedeli saranno dannati in eterno, che i fedeli saranno premiati, che Dio ci ha riservato innanzitutto una Terra Santa da queste parti, e dopo non si sa bene cosa, ma di sicuro sarà bellissima).

G. B.

@ Mixtec
A me avevano raccontato tutte e due le storie contemporaneamente: Adamo ed Eva, bellini, finetti e rispettabili agricoltori e ortolani, gli uomini primitivi scimmioni e cavernicoli. Io, da bambino, mi sforzavo di conciliare come potevo i due opposti insegnamenti, non senza qualche capriola intellettuale compatibilmente con la mia età.
Effettivamente le religioni, salvo compiere gesuitici salti mortali intellettuali, sono incompatibili con la scienza nella parte dottrinale e con la libertà e la civiltà, o più semplicemente con il buon senso, nella parte sedicente morale: proprio per questo andrebbero tenute fuori dalla scuola, ovvero studiate in una prospettiva storica, come si studiano i miti greci o la cosmologia tolemaica.

Aristarco

Un corso sulla teoria dell’ evoluzionismo in luogo dell’ indottrinamento religioso, non sarebbe proprio possibile ?
Dal momento che anch’ io sono un vecchietto, devo ricordare che anche a me, fine anni 40, come a Mixtec, alle elementari (ma anche in famiglia) venne insegnata la storiella di Adamo ed Eva e neanche da un prete (tono di disprezzo) ma dal maestro elementare, come un evento “storico” indubitabile.
Però chissà perchè, quanto sentii parlare per la prima volta dell’ evoluzionismo, non ci misi più di una manciata di giorni a capire che quelle che mi avevano raccontato erano soltanto delle favole.
Inutile dire delle rampogne e delle accuse di blasfemia quando, a casa, osai esprimere i miei dubbi.

Mixtec

Cari G. B. e Aristarco,
la storiella di Adamo ed Eva pervade talmente la cultura occidentale che anche tanti bravi paleoantropologi darwiniani hanno ripetutamente scritto e parlato di “Eva mitocondriale” e di “cromosoma Y di Adamo”. Forse reagendo a tale infausta prassi, Gianfranco Biondi ed Olga Rickards hanno pubblicato, nel 2014, una (sottotitolo) “breve storia dell’evoluzione umana” intitolata significativamente “Senza Adamo”, e che forse per questo non è stata recensita adeguatamente su testate televisive e giornalistiche rilevanti.
Se non ricordo male, quelli della mia generazione, fine anni quaranta-inizio cinquanta, sentivano parlare di Darwin all’ultimo anno del liceo (e quelli che frequentavano gli Istituti Tecnici non avevano neanche questa possibilità). Non era una conoscenza gran che approfondita: il più bravo della nostra classe allo scientifico (in realtà un patito dell’analisi matematica), creazionista era, creazionista rimase, non fece carriera come matematico, ma riuscì bene nel diventare Pastore Pentecostale.
E qui mi riallaccio a quanto scritto da G. B., trattare i racconti religiosi nella stessa prospettiva storica dei miti greci (che anche quelli noi abbiamo studiato, mentre non so quanto ne sappiano le nuove generazioni: per me hanno costituito una buona fonte di mitologia comparata, comparata con quella biblica ad esempio). Nei numeri 108-109 e 110 de L’Ateo ci sono tre articoli che riguardano la “decostruzione comparativa” dei racconti riguardanti Abramo: in questo caso la “comparazione” riguarda due racconti biblici riferibili allo stesso episodio. La critica dei credenti (cattolici ed evangelici), pur avendo accertato che si tratta di due racconti aventi autori diversi (uno jahvista e l’altro elhista), ritiene invece che siano due episodi diversi anche se strutturalmente simili, semplicemente perché uno è raccontato al cap 12 e l’altro al cap 20 della Genesi.
Ma pensare che sia utile criticare le fonti delle religioni è una idea minoritaria nell’UAAR.

G. B.

Tra l’altro, se alle origini dell’umanità c’era una sola coppia, come hanno fatto a moltiplicarsi se c’erano solo loro e i loro figli? Evidentemente incesti alla grande! E dopo i dissoluti amorali saremmo noi!

Mixtec

Caro G.B.
gli incesti alla grande non sono ipotizzabili solo per l’epoca antidiluviana, ma sono attestati anche per l’epoca successiva. Il tanto amato Abramo avevano come sposa una sorella (stesso padre, madre diversa). Come è ipotizzato negli articoli citati sopra (che si possono leggere o scaricare del sito UAAR), il caro Abramo era solo un nobile e sua moglie una principessa.
Spiegazione analoga per le figlie di Lot, che si accoppiarono col padre perché ritenevano che non ci fossero più maschi in giro (secondo l’autore che riporta l’episodio). Già, se non c’erano altri in giro come facevano loro a vivere? In realtà, secondo la ricostruzione sopra citata, erano principesse che non avevano più a disposizione maschi del loro rango. L’unico maschio nobile, e principe Mitanni, era il loro padre, che si accoppiò con loro senza bisogno di essere ubriacato.
L’accoppiamento padre-figlie era consentito alla loro epoca. Lo facevano anche i re-dio d’Egitto, se era necessario e non avevano una sorella del rango giusto.
Per tornare ad Abramo: il figlio Isacco, anche dai racconti biblici, non appare molto intelligente o capace: aveva qualche handicap (lo dice anche un autore ebreo il cui articolo ho conservato da qualche parte ). Figlio di genitori vecchi (sui sessanta e cinquanta anni , secondo gli articoli citati sopra) e per giunta consanguinei …

fescotti

Una domanda: per gli alunni degli anni successivi al primo (quindi non iscritti tramite il portale d’iscrizione online) conviene che mandino l’allegato c direttamente alla scuola?

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