L’odio «che non osa pronunciare il proprio nome»

Per millenni gli omosessuali sono stati perseguitati e condannati con l’accusa di “sodomia”, qual è la ragione storica di tale odio? Dal punto di vista giuridico, perché è corretto punire penalmente l’omofobia? Ne parla Alessandro Cirelli sul n. 4/2021 della rivista Nessun Dogma.
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Discriminati per millenni, torturati, castrati, messi a morte (per impalamento, impiccagione, e soprattutto arsi vivi), trattati come malati mentali e criminalizzati, solo di recente gli omosessuali sono stati riconosciuti dalla comunità scientifica e dalla gran parte degli Stati come “non malati” e meritevoli di pari dignità sociale. Il 17 maggio 1990 – solo 31 anni fa – l’omosessualità veniva definita dall’Oms come una «una variante naturale del comportamento umano». Questa c.d. “de-patologizzazione” è avvenuta rimuovendo l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella Classificazione Internazionale delle Malattie (Icd), e tale data è divenuta nel 2004 la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia (o Idahobit, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia).

Negli ultimi decenni, si è particolarmente acceso, in Italia e all’estero, il dibattito attorno ad una forma di odio che fino a qualche decennio fa non veniva neanche presa in considerazione: l’omofobia. Termine qui da intendersi in senso ampio, e cioè come quella forma di odio verso l’intera comunità Lgbt+.

Prima di addentrarci nel dibattito giuridico, è interessare individuare in breve la ragione storica di tale odio.

Gli studiosi individuano come causa storica scatenante lo stigma, l’interpretazione cristiana (secondo molti errata) all’episodio biblico di Sodoma, descritto nella Genesi (19, 1-29). Per chi non lo conoscesse, in sintesi, due angeli vennero mandati da dio presso la città Sodoma e, nel vederli, Lot si inchinò e li invitò nella sua casa affinché trascorressero la notte nell’abitazione. Tuttavia, prima che ciò potesse avvenire, gli abitanti della città attorniarono la casa ed esigettero che Lot consegnasse loro i suoi invitati per poter abusare di loro. Lot rifiutò («no! È abominio!»), offrendo al loro posto le sue due figlie vergini pur di non commettere un grave peccato agli occhi di Yahweh, ma essi rifiutarono, insistendo nelle loro pretese. Gli abitanti di Sodoma provarono a sfondare la porta d’ingresso, ma i due invitati impedirono l’accesso all’interno della casa agli assalitori accecandoli con un’abbagliante luce. Dopodiché, messo in salvo Lot ed ascesi al cielo gli angeli, dio inviò una pioggia di fuoco e zolfo che incenerì del tutto Sodoma con i suoi abitanti, assieme ad altre città della pianura.

Dubbi sull’esistenza storica di Sodoma a parte, oggi in molti sostengono che chi ne scrisse in origine non avesse affatto in mente come morale del racconto la punizione della trasgressione sessuale, bensì un altro tipo di trasgressione: quella contro l’ospitalità (“è abominio” mancare di rispetto a un ospite).

Il passo biblico di Sodoma ha avuto un’enorme importanza nella cultura occidentale. Per millenni gli omosessuali sono stati perseguitati e condannati con l’accusa di “sodomia”, un termine sopravvissuto fino ai giorni nostri. Attraverso Sodoma si sono consolidati stereotipi, pregiudizi e odio nei confronti degli omosessuali, associando ad essi i termini “abominio”, “mostruosità”, “contro natura”, “vizio nefando”, ecc.

Non è un caso che una delle prime leggi di incriminazione delle condotte omosessuali sia stata promulgata nel 390 e.v., e cioè a distanza di pochi anni dalla dichiarazione del Cristianesimo come religione ufficiale dell’impero (380 e.v.): facendo un chiaro riferimento a Sodoma, veniva prevista la pena del fuoco (il rogo) per i prostituti omosessuali. In seguito, nel Corpus Iuris Civilis di Giustiniano – opera fondamentale del diritto romano e dunque anche del diritto medievale e moderno in quasi ogni parte del mondo – Sodoma diviene emblema della decadenza e della rovina a cui vanno incontro le città che consentono la pratica dell’omosessualità maschile e, per tale ragione, per espressa volontà di Giustiniano, si iniziarono a punire coloro che praticavano la sodomia, per la prima volta a prescindere dal ruolo sessuale.

Con l’illuminismo si iniziò a sostenere la decriminalizzazione dell’omosessualità in larga parte dei paesi occidentali (le condotte omosessuali non causano alcun danno sociale), ma in alcuni paesi soltanto verso la fine del ‘900 e l’inizio degli anni 2000 venne abrogato il reato di sodomia: in Germania, ad esempio, solo nel 1994 venne abolito in via definitiva il tristemente celebre (anche dopo il nazismo) paragrafo 175.

Si segnalano due fondamentali sentenze: “Dudgeon contro Inghilterra” (1981), e “Lawrence contro Texas” (2003), rispettivamente decise dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (c.d. Corte di Strasburgo) e dalla Corte Suprema Americana, le quali posero fine definitivamente, in Europa e in America, ad ogni criminalizzazione dell’omosessualità, sulla scorta del principio del rispetto della vita privata.

Ciò premesso, e segnalando en passant che in circa 70 paesi l’omosessualità è tutt’oggi un crimine (in alcuni di questi, punita con la pena di morte), se il diritto, per citare Stefano Rodotà, ha (quasi) smesso di essere abominevole nei confronti degli omosessuali, questi ultimi purtroppo continuano ad essere stigmatizzati da religioni, associazioni, partiti politici (si parla anche di omofobia istituzionalizzata) e singoli individui. Infatti le statistiche sui c.d. crimini d’odio (hate crimes) ci dicono incontrovertibilmente che, subito dopo i crimini motivati dal colore della pelle, vengono quelli per omofobia e transfobia e che sono in forte aumento.

È proprio partendo dalla palese maggior vulnerabilità degli Lgbt+ che negli ultimi decenni si è iniziato a legiferare in tema di omofobia in molti paesi.

La comunità internazionale ha più volte discusso se adottare convenzioni per criminalizzare l’omofobia, così come si fece con la fondamentale convenzione “contro tutte le forme di discriminazione razziale” di New York 1966, ma uno stato in particolare si è sempre opposto: Città del Vaticano. La chiesa cattolica, ossessionata da un’atavica avversione per l’omosessualità maschile, pur di impedire il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali e del matrimonio egualitario, è evidentemente disposta ad accettare discriminazioni e violenze ai danni degli Lgbt+. Anche (soprattutto) in Italia, ogniqualvolta si è discussa l’approvazione di leggi contro l’omofobia, la chiesa cattolica ha sfruttato ogni strumento in suo possesso per impedirne l’approvazione (riuscendoci).

Ma cerchiamo di rispondere brevemente ad una domanda: dal punto di vista giuridico, perché è corretto punire penalmente l’omofobia?

Poniamo due esempi a confronto: nel caso A, Tizio aggredisce Caio per strada perché questi aveva infastidito la sua fidanzata; nel caso B, Tizio sferra un pugno a Caio perché passeggia per strada mano nella mano con Sempronio.

Se in entrambi i casi c’è una lesione dell’integrità fisica di Caio, è del tutto evidente che nel caso B c’è qualcosa in più. L’aggressione motivata da omofobia manifesta la volontà di escludere un soggetto dalla vita sociale perché ritenuto sbagliato, indegno, meritevole di odio. Ma c’è di più. La vittima, in questo tipo di reati, è perfettamente sostituibile (in diritto si parla di “fungibilità”) da un’altra appartenente alla medesima comunità che, pertanto, diviene essa stessa offesa dal reato. Le condotte omofobe aggrediscono, tramite il singolo, un’intera comunità di individui connotata da un particolare orientamento sessuale, negando a tutti gli appartenenti il bene più prezioso: la dignità. Non a caso il nostro codice penale chiama tali reati «delitti contro l’uguaglianza».

I crimini d’odio sono in crescita nel nostro paese e l’Unione Europea e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo chiedono da anni a tutti i paesi sprovvisti di una legislazione penale contro l’omofobia, di intervenire e fornire tutele alla comunità Lgbt+. Ciò anche perché dagli anni ‘60/’70 in tutto il mondo si sono approvate leggi contro la discriminazione razziale e, si osserva, l’omofobia è analoga al razzismo quindi meritevole della medesima disciplina. Secondo alcuni addirittura, l’omofobia sarebbe una forma (contemporanea) di razzismo, atteso che quest’ultimo concetto ha subito un’evoluzione negli ultimi anni (si parla di Razzismo differenzialista), non essendo più legato a dati biologici.

Secondo alcuni, legiferare in tema di omofobia sarebbe “una discriminazione alla rovescia”, attributiva di privilegi ad alcuni individui in virtù del loro orientamento sessuale, oltre che un’indebita limitazione della libertà di pensiero (in relazione ai c.d. “discorsi d’odio”).

Partendo dalla prima critica (violazione del principio di uguaglianza), si osserva che postulato fondamentale del principio di uguaglianza sostanziale (art. 3 comma 2 della Costituzione) è che lo Stato deve concretamente intervenire a rimuovere quegli ostacoli che impediscono la piena realizzazione dell’uguaglianza e pari dignità sociale fra tutti gli individui. Fornire tutele rafforzate a coloro che ne hanno maggior bisogno perché più vulnerabili, affinché il principio stesso non rimanga una mera formalità su carta, non solo è possibile ma è costituzionalmente e convenzionalmente (in relazione alla Cedu, Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo) doveroso. Il principio di uguaglianza impone di trattare allo stesso modo i casi simili, ma anche di trattare in maniera diversa i casi diversi, e l’esempio poc’anzi proposto mostra perché i reati a sfondo omofobico sono diversi dai reati comuni e siano invece analoghi ai crimini motivati da razzismo.

È vero che si tratta di una “discriminazione alla rovescia”, tuttavia è una discriminazione ragionevole, cioè un trattamento differenziato (una maggiore protezione penale) razionale e motivato.

Come sono ragionevoli e legittime le aggravanti e i reati a sfondo razziale, etnico o religioso che dagli anni sessanta del secolo scorso sono largamente presenti nelle legislazioni dei vari Stati, allo stesso modo lo sono quei reati e quelle aggravanti che puniscono o aggravano la pena delle condotte compiute in ragione dell’orientamento sessuale della vittima.

Per quanto riguarda la seconda critica (violazione della libertà di manifestazione del pensiero), va premesso che fra i crimini d’odio non vi sono solo le aggressioni fisiche, ma altresì i discorsi d’odio (hate speech). Sono già previsti come reati (articolo 604 bis codice penale) l’istigazione ad aggredire o a discriminare, ed anche la propaganda di odio, quando motivati sulla base della razza, dell’etnia, della nazionalità e della religione, e quando da tali discorsi può emergere il concreto pericolo di discriminazione e di violenza. Ogniqualvolta si discute di includere l’omofobia nei reati contro i discorsi d’odio, sembra che i critici si dimentichino che esiste una copiosa giurisprudenza (interna e sovranazionale) che ha già affrontato il tema del presunto (e assente) contrasto con la libertà di opinione. Ebbene la libertà di manifestazione del pensiero, tutelata dalla nostra Costituzione, non consiste anche nella libertà di istigare all’odio e alla discriminazione: propagandare l’odio omofobico è cosa ben diversa dal manifestare un’opinione.

Un cittadino può e potrà sempre esprimere un’opinione («non sono d’accordo col matrimonio gay» o «l’omosessualità è contraria all’ordine naturale»), ma ciò è diverso dall’istigazione all’odio o alla violenza («Al rogo tutti gli omosessuali come a Sodoma!»). Il primo è tutelato dai principi fondanti della democrazia, mentre il secondo non può essere tollerato perché mette a rischio la vita e l’incolumità di alcune persone «per la colpa d’esser nate», citando Liliana Segre.

Concludendo, si impone oggi come necessaria e costituzionalmente obbligatoria l’estensione in tempi rapidi della legislazione antirazziale anche ai crimini d’odio motivati da omofobia. Il contrario sarebbe un’intollerabile lacuna, una discriminazione fra le discriminazioni, oltre che un’iniqua gerarchizzazione delle sofferenze patite da gruppi ugualmente discriminati.

Alessandro Cirelli

 

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38 commenti

laverdure

Quanto sopra non e’ del tutto esatto.
In un suo ottimo saggio : “Amore e sesso nell’antica Roma”,Alberto Angela riporta i pareri di alcuni storici,secondo i quali la “bisessualita”,in forma “attiva”, era addirittura incoraggiata,perlomeno verso i rampolli delle classi piu’ elevate.
E questo per motivi non proprio edificanti : si trattava infatti di un efficace strumento di “dominio psicologico” da utilizzare nei riguardi ad es di schiavi,membri di classi inferiori o anche pariclasse di personalita piu’ debole.
Ci sono pochi dubbi della bisessualita di personaggi illustri come Nerone,Traiano,Adriano ecc.

laverdure

Si puo’ dire che la tolleranza verso le varie forme di omosessualita venne meno proprio con l’avvento del Cristianesimo.

laverdure

Gia che ci siamo,anche l’offerta da parte di Lot delle due figlie vergini ai Sodomiti allo scopo di proteggere i due ospiti e “non commettere grave peccato” davanti a Dio,
vista con la morale odierna appare quantomeno discutibile,vi pare ?
E viste le preferenze sessuali dei Sodomiti non brilla nemmeno per coerenza.
Ma la Sacra Bibbia non e’ forse presentata ancor oggi,da parte della Chiesa, come la massima fonte di morale ?
Per inciso sembra che in Cina viene venduta nelle librerie incellofanata,con ben visibile l’etichetta :”Per gli espliciti riferimenti del testo a sesso e violenza si raccomanda la lettura ad un pubblico adulto”.
Chissa se in Occidente qualcuno ha mai protestato per questo in nome della liberta di espressione ?

Manlio Padovan

Visto che si parla di Bibbia, mi permetto di far notare che ieri, proprio ieri, ho scopetto con sommo disgusto che di Bibbie ce ne sono a iosa o, meglio, a volontà di chi le presenta. Io pensavo che la Bibbia fosse una e una sola.
Stavo rileggendo “Il cattolicesimo reale” di Walter Peruzzi ed ho scoperto che le bibbie in mio possesso: 1) “La sacra Bibbia” nella versione riveduta sui testi originali/edizione 1958 Casa della bibbia Ginevra , Genova- 2) La Bibbia /nuovissima versione dai testi originali Edizioni Una Paolo Srl 1987 tredicesima edizione 1998 Imprimatur Frascati 12.11,1982 San. Carlo Meconi, Vic. Gen. ecc. ecc.- non sono complete.
A pagina 13 del libro di Peruzzi si cita un passo di Ecclesiastico, quello che dopo che si sono dati la mano tra ebrei e cattolici di Chiama Qohelet , un passo dicevo del paragrafo 33 , 25-30 che nelle mia due bibite non c’è. Poi il Levitico delle mie bibbie arriva fino al passo 27!
Così se compri una Bibbia non sai mai cosa compri. Come se comprando “I promessi sposi” si avessero testi diversi del romanzo.
Nessuna nota ti avverte e sembrano tutte complete.
Più imbroglioni di così!

Diocleziano

C’è anche quella dei testimoni di geova.
Praticamente ogni traduzione, vecchia o nuova che sia, dà origine a una nuova versione del testo,
dovuto anche al modo particolare di scrivere l’antico ebraico – non so se succede ancora oggi -saltando le vocali; ciò aiuta molto a interpretare con molta fantasia.

Mixtec

Caro Manlio, esaminiamo meglio la faccenda.
Il Levitico nelle mie Bibbie arriva al capitolo 27, che però viene dichiarato come “Appendice:” in effetti il versetto 26:46 esprime una chiusura del libro.
Qohelet prima si chiamava Ecclesiaste; L’Ecclesiastico è un altro libro, più lungo e per me meno interessante, che adesso viene chiamato più spesso Siracide.
Ovviamente è interessante il discorso sulle differenze fra la Bibbia ebraica, la Settanta, la Vulgata, la CEI, la Concordata, la “Testimoni di Geova” e così via.
Ci sono poi le traduzioni interlineari dell’ebraico; sono quelle d cui partire.

Mixtec

In occasione dell’annuncio della pubblicazione del numero corrente di Nessun Dogma, avevo scritto:
Sulla circoncisione eravamo arrivati alla conclusione che si trattava di una pratica egizia.
Nella Genesi essa viene ordinata ad Abramo (per lui e tutti i maschi di sua pertinenza) da un essere che si presenta come “ElShaddai”, davanti al quale Abramo si prosterna. El Shaddai dà ad Abramo tutta la Terra di Canaan, gli cambia il nome allungandolo un po’ (tanto che in italiano la differenza non si percepisce gran ché), alla moglie invece lo accorcia (da Sarai a Sara). Nel capitolo successivo pranzano, chiacchierano e fanno una passeggiata per vedere il panorama di Sodoma (in ebraico Sedom) e valutare quanti “giusti” fossero necessari in essa per evitarne la distruzione. La conta dei “giusti” non viene raccontata: nel capitolo successivo (il 19 di Genesi), viene raccontata la distruzione di Sedom.
Di tale distruzione fa un rapido riassunto Alessandro Cirelli, a pag. 14 del nuovo numero di Nessun Dogma. Anche questo un argomento interessante: Cirielli ne parla senza accennare ad Abramo, personaggio “innominabile” in ambito UAAR.
Adesso l’articolo di Cirelli è aperto alla discussione. Mi sembra Mooolto opportuno.
A più tardi.

laverdure

Come ho gia detto in passato,la cosiddetta “omofobia” in quanto tale e’ fondamentalmente una opinione personale,che se non si estrinseca in atti di violenza o apologie di reato (entrambi gia contenuti nel codice penale come reati)
deve ricevere lo stesso rispetto di qualunque opinione,perlomeno dallo Stato.
E ho l’impressione che i toni da crociata che sta assumendo sempre piu anche ai piu’ alti livelli (vedi le accuse della Von Der Leyen all’Ungheria)possano finire con l’infastidire una notevole parte dell’opinione pubblica ,ottenendo l’effetto opposto.
Possono perfino dare l’impressione,come nel caso del contenzioso ungherese,di nascondere giochi di potere con motivazioni ben diverse dai diritti degli lgbt.
Dopo che per anni i cosiddetti “progressisti” non hanno fatto che negare l’utilita
della repressione giudiziaria anche dei reati piu’ gravi, a vantaggio dell'”educazione” degli individui,il fatto che ora si pretenda di combattere un pregiudizio,vale a dire un’opinione, con la repressone giudiziaria,perche su di essa si basa il DDL Zan,appare piuttosto grottesco,se ci si riflette un solo attimo (cosa che pochi fanno).
E il modo in cui un argomento delicato e controverso come le sessualita “alternative” verra trattato,come e’ in programma ,da alcuni cosiddetti “educatori”
nei vari livelli scolastici, sicuramente rischia di far rimpiangere la scelta di Orban.

RobertoV

Ci vuole un bel coraggio a definire progressisti tutti quelli che non sono d’accordo con Orban e le sue politiche per cercare di screditare le critiche. La crociata della Von der Leyen è fatta perchè la maggioranza dei partiti e delle nazioni UE è d’accordo con lei. La Von der Leyen è una semplice ambasciatrice dell’UE. Se tu fai parte di una associazione e ne prendi i soldi, ne rispetti le regole e non la ricatti quotidianamente per farti gli affari tuoi. Il partito di maggioranza relativa nella UE è il partito popolare, partito di cui faceva parte in modo controverso ed utilitaristico lo stesso Orban fino a poco fa. Orban rappresenta la parte più arretrata e conservatrice dell’UE ed ha il sostegno solo di paesi “modello” quali la Polonia razzista ed antisemita e le destre italiane, rappresentanti di un paese culturalmente arretrato.
Troppo comodo pretendere di definirle opinioni personali facendo finta di non sapere degli effetti che queste “opinioni” possono causare, anzi contandoci per non sporcarsi direttamente le mani.
Se mi invento la bufala del gender e racconto che gli omosessuali vogliono conquistare il mondo e traviare i nostri figli sto esprimendo una semplice opinione personale o sto contando sul fatto che qualcuno provvederà a fare “giustizia” senza sporcarmi le mani?
Creare un clima di disprezzo e di inaccettabilità di una categoria non facilita l’azione di qualcuno contro tale categoria?

laverdure

@RobertoV
Caro Roberto,comunque la rigiri il tuo discorso significa in soldoni che tutti quelli che hanno opinioni diverse dalle tue devono tenersele per se e tenere
la bocca chiusa.
Perche’le loro opinioni sono pericolose per l'”ordine delle cose “.
Temo che tu non sia molto originale,nelle generazioni passate i pensieri venivano bollati a seconda delle situazioni come “disfattisti”,”anti patriottici”,o viceversa “guerrafondai”,o “contrari alla comunione dei popoli”.
E se conosci un po’ la storia conosci le conseguenze di questo modo di ragionare,e di come spesso proprio le opinioni “in voga” si sono rivelate deleterie.
Che la maggioranza della gente non apprezzi affatto l’idea della “promozione” dell’omosessualita nelle scuole ,avversata dal governo di Orban, temo sia un dato di fatto,anche se il “politicamente corretto” la spingera a essere la solita “maggioranza silenziosa”.
Gia molto discutibile e’ la scelta del termine “promozione” usata dai media,
che sembra fatto apposta per dare l’idea di voler propagandare l’omosessualita nella scuola.
Torno a dire ,si tratta di un argomento estrememente delicato e controverso,e ho i miei dubbi che buona parte del personale docente sia in grado di gestirlo in maniera adeguata.
La maggior parte pensera unicamente a non compromettersi,per cui si limitera ad applicare passivamente i contenuti del materiale didattico fornito e approvato dalle autorita.
Ma non manchera qualcuno che si spingera a iniziative che faranno scandalo e serviranno solo a esacerbare la questione.
E che c’e da meravigliarsi,anni fa i piu’ illustri membri del’intellighenzia francese ,Sartre,De Beauvoir,Foucault,e molti altri tentarono con una petizione di legalizzare di fatto la pedofilia,chiedendo l’eliminazione dell’eta minima legale per i rapporti sessuali.Alcuni di loro ammisero perfino di averla praticata.
Tutto il mondo e’ paese.

RobertoV

Inventarsi le cose per contestarle è molto scorretto. Inventarsi il gender come i savi di sion non è una opinione. Definire propaganda l’informazione nelle scuole non è una opinione, ma una truffa. Essere razzisti non è una opinione. Parlare poi strumentalmente di ordine delle cose quando proprio è un ordine autoritario quello che si vuole imporre. Orban è un truffatore, che fa esattamente ciò di cui accusa gli altri, visto il suo controllo dei media nazionali, molto bravo a fare la vittima ed i propri comodi, quindi i truffatori non vanno combattuti? Inventarsi poi strumentalmente una maggioranza silenziosa per nascondere di non avere i numeri. Il resto d’Europa è per fortuna un po’ più evoluto dell’Ungheria, della Polonia e dell’Italia.
Mi sconcerta sempre la critica all’UE ignorando completamente come funzioni. La Von der Leyen non è l’equivalente di un primo ministro, ma più una portavoce che fa ciò che è stato discusso precedentemente coi partiti ed i vari governi membri che hanno in genere legislazioni più aperte delle nostre. Se la razzista ed antisemita Ungheria non è d’accordo nonostante accordi e trattati firmati può sempre uscire dall’UE e rinunciare ai 4 miliardi che riceve ogni anno e a quelli che riceverà col Recovery Fund. Voglio vedere poi quanto dura il dittatorello Orban senza il fiume di soldi per costruirsi il suo potere clientelare.

laverdure

Quanto ai cliche’ citati ironicamente :”Non sono omofobo ma..,non sono razzista ma…”,sono si grotteschi,ma non nel senso che credono i “progressisti”.
Perche’ la diffidenza,per non dire avversione per il “diverso”,e’ un istinto fondamentale,comune a tutti gli animali,necessario per la sopravvivenza,perche’ in natura il “diverso” puo’ nascondere pericoli mortali.
Se la civilta lo ha reso meno necessario negli umani,non ha certo potuto cancellarlo.Per cui siamo TUTTI RAZZISTI intimamente.
Ovviamente l’intensita di questo istinto varia,come tutti i lati della personalita,da individuo a individuo,e la cultura in cui cresce puo’insegnargli a reprimerlo in maniera efficace,ma non puo’ cancellarlo.
Se non ci credete,provate a immaginare che qualcuno faccia lo str…o con voi.
Davvero una eventuale differenza di etnia,sessualita,perfino semplice sesso non farebbe nessuna differenza nella sensazione di antipatia suscitata in voi ?
Indipendentemente dalla vostra reazione esteriore.
Per affrontare un problema,come razzismo,omofobia et similia,bisogna innanzitutto avere la siincerita di chiarirne la vera natura.

laverdure

Piccola osservazione : non e’ una novita’ notare che certi individui sfogano nel razzismo,omofobia e simili le proprie frustrazioni dovute a fallimenti personali.
Esattamente come altri li sfogano nell’attivismo preteso “politico” privo di qualunque reale contenuto costruttivo,basato esclusivamente su un esibizionismo che spesso scade nel grottesco e nel violento,sia verbale che fisico.
Che e’ il caso di parte degli attivisti pro lgbt.
Insomma,abbiamo la famosa “coincidenza degli opposti”.
Paradossale,vero ?

laverdure

Nell’artico compare questa nota:
“Un cittadino può e potrà sempre esprimere un’opinione («non sono d’accordo col matrimonio gay» o «l’omosessualità è contraria all’ordine naturale»), ma ciò è diverso dall’istigazione all’odio o alla violenza («Al rogo tutti gli omosessuali come a Sodoma!»).”
Mi permetto di far notare che l'”apologia di reato” e’ un reato che il codice penale contempla da decenni,con relative pene.
E il neologismo “omofobia”,largamente usato solo a partire da tempi recenti,tende invece a far pensare che anche la semplice opinione, senza superare gli estremi legali di reato,debba essere di fatto perseguito ,notare bene,al di fuori della legge.
E personalmente trovo la cosa preoccupante perche’ sintomo di un modo di pensare che in futuro rischia di estendersi ad un’infinita di altri argomenti totalmente diversi,con conseguenze difficilmente ( per modo di dire)prevedibili.

laverdure

Tanto per dirne una : se una volta, e ancora oggi anche se in misura molto minore perlomeno nei paesi avanzati,uno era costretto a nascondere la propria omosessualita,in futuro chiunque sara costretto a nascondere la propria antipatia per l’omosessualita.
Nasceranno situazioni degne dei racconti brevi di fantascienza “distopico satirica”
come quelli di Robert Sheckley.(quello della “decima vittima”,ricordate?).
O piu’ semplicemente a quelle(reali)tipiche dell’ìntegralismo islamico ,o
dell’integralismo cristiano di qualche secolo fa.

laverdure

Un’alternativa sarebbe istituire una quota obbligatoria di lgbt nei posti pubblici.
Pensate che ci sarebbe qualche divergenza coi sindacati?Sarebbe un esperimento interessante.

Diocleziano

Sarebbe più corretto assumere in base alle capacità richieste per svolgere quel lavoro.
Pensa se qualcuno volesse introdurre quote di no-lgbt in quei settori dove gli lgbt
vanno forte: cosa facciamo, quote garantite per i ‘normali’?
L’idea balzana dell’Argentina avrebbe un senso se si riparassero i torti subiti dai diretti interessati, ma privilegiare chi non ha mai subito torti fa torto a qualcun altro.

laverdure

@Diocleziano
Senza contare che quello del militare e’ un mestiere dove,in caso di operazioni di guerra,si e’ inevitabilmente sottoposti a stress psichici intensi e prolungati,
a causa dei quali una semplice antipatia puo’ sfociare in violenze gravi,addirittura mortali.
Non dimentichiamo che si tratta di individui necessariamente armati e addestrati a uccidere.
Insomma il posto migliore per individui che suscitino sentimenti di intolleranza.

laverdure

Altra puntualizzazione : nell’esercito USA vale il principio :” Don’t ask,don’t tell”,vale a dire : non chiedere se tizio e’ omo,non ostentare che sei omo.
E sembra che gli omo non manchino e di solito siano rispettati da compagni e superiori,ma questo ovviamente e’ il risultato della virtu’ della necessita.
Ognuno di loro sa bene che se vuole essere accettato,vale a dire “tollerato”,deve “rigar dritto” ed eseguire i suoi compiti perfino meglio degli altri.
Il presidente argentino pretende addirittura di “imporre” ,non semplicemente liberalizzare,la presenza di individui(trans e travestiti) le cui “anomalie” sono evidenti a prima vista,e ,ammettiamolo,sgradevoli per chiunque altro.
Se questo non e’ andare in cerca di guai per pura demagogia,cosa diavolo e?

pendesini alessandro

In nome del rifiuto dell’odio, dobbiamo osare rifiutare le modalità di espressione che possono ferire, che sono risentite da coloro che sono indicati come dell’odio e che a loro volta suscitano odio…..

Nessuna libertà è assoluta perché la libertà di ciascuno è limitata a quella degli altri da una parte e alle esigenze della vita nella società dall’altra. Inoltre cos’è la norma ?…. Dire che qualcosa è normale non è una costatazione obiettiva. Non esiste un oggetto o un fatto intrinsecamente normale. La norma rinvia simultaneamente ad una forma di ideale, a ciò che deve essere, a una nozione di media, a ciò che è conforme alla maggioranza dei casi.

A differenza della simpatia – nella sua moderna accettazione – che mette in relazione un atteggiamento passivo, l’empatia suggerisce l’impegno attivo del soggetto verso ciò che percepisce nell’Altro. Il funzionamento di questo dispositivo mentale dimostra l’importanza decisiva dello scambio nella reciprocità. È l’empatia che può portare alla tolleranza per gli altri, ma che può anche generare odio, perché il desiderio di imitazione fa sì che gli altri vedano nell’Altro non solo un modello, ma anche un rivale, un ostacolo.

laverdure

In nome del rifiuto dell’odio, dobbiamo osare rifiutare le modalità di espressione che possono ferire, che sono risentite da coloro che sono indicati come dell’odio e che a loro volta suscitano odio…..”

Infatti molte manifestazioni con la motivazione ufficiale di contrastare episodi di
violenza razzista finiscono col dare prova esse stesse di violenza,e soprattutto di
distogliere l’attenzione dalle radici del problema.
Basta guardare i fatti avvenuti in USA : chi mai tra gli innumerevoli portavoce di “denunce” sociali si degna mai di citare il grave problema del degrado di molte forze di polizia,per mancanza di selezione adeguata del personale e addestramento adeguato,che e’ la vera causa principale dei gravi fatti,ancora piu’ del razzismo che pure non manca ?
Le autorita di una citta non hanno trovato niente di meglio,per soddisfare la massa ,che RIDURRE i fondi per le forze di polizia.
Una vera spirale autodistruttiva di demagogia e idiozia.

laverdure

Avrei una domanda ,notare bene,del tutto scevra di ironia.
Al governo ungherese si rimprovera di rifiutare la “promozione”(questo e’ il termine apparso nei media) dell’omosessualita nelle scuole.
Ora mi piacerebbe che qualcuno scendesse in particolari e esibisse qualche esempio al riguardo,in particolare nel caso delle scuole elementari.
Certo si inizierebbe spiegando che esiste una certa percentuale di individui di entrambi i sessi che provano attrazione sia fisica che sentimentale per individui dello stesso sesso,circa ‘ 5-6% degli uomini,circa il 3% delle donne.
Che la cosa merita rispetto e che devono essere rifiutati i pregiudizi secolari.
Fin qui nessun problema.
Ma una volta spiegato questo,cosa resta da dire ?
E’ proprio il caso per esempio di scendere in dettagli “tecnici”riguardo all’esecuzione di un rapporto,come prevede invece l’educazione sessuale diciamo “classica ” ?
Ripeto,questo discorso e’ del tutto privo di ironia,e vorrebbe approfondire un argomento per il quale,come del resto capita spesso per molti altri,si scatenano
vere crociate senza che la maggioranza del pubblico ne sappia granche’.

Diocleziano

Laverdure
Molto probabilmente sono tra quelli che dell’argomento non ne sanno un gran ché.
Per il ddl Zan mi fermavo al principio che si potesse criticare chi critica i gay, lo sport
preferito dalla chiesa. Ma quando ho sentito lo Zan affermare che bisogna favorire
la transizione verso il sesso opposto se l’adolescente non accetta il suo stato attuale,
dico che di nuovi dottor Mengele non ne abbiamo bisogno.
Penso che ragazzi/e che non percepiscono come accettabile il loro sesso apparente
siano uno ‘zero virgola’ rispetto alla totalità, e ai giovani di quale età vorrebbero
impartire questa propaganda? Casi singoli devono essere trattati come tali.
Già la propaganda cattolica nelle scuole è un obbrobrio intollerabile, non aggiungiamoci
anche le turbe sessuali immaginarie.

RobertoV

Ma quello zero virgola vive insieme a tutti gli altri che sono attualmente educati (questo si è il pensiero unico) in modo da considerarli delle aberrazioni della natura, degli scarti della società, dei criminali, inaccettabili ed intollerabili e che vanno “educati” e guariti e considerati oggetto di scherno da parte dei “normali”.
Diffiderei dei media che utilizzano il termine propaganda, media troppo proni al pensiero unico cattolico, ignoranti, incapaci di affrontare in modo scientifico e professionale i problemi e che vivono sulle polemiche e sulle paure.
Pensa solo alle difficoltà che ci sono state per le unioni civili o il divorzio breve e che cosa sono riusciti ad inventarsi.
Sul cambio di sesso esiste già una legislazione che dettaglia l’iter non certo facile per i controlli che ci sono, per cui è in malafede chi banalizza il problema e fa credere che il cambio possa avvenire a sensazione o secondo l’umore (come si è cercato di far credere anche nello sport) o che si voglia far cambiare sesso ai bambini, quelli si che fanno propaganda. Il problema è che attualmente l’ambiente culturale demonizza, ostacola e combatte queste situazioni. Trovo inaccettabile l’idea tipicamente italica che i problemi si risolvano ignorandoli e non parlandone, come succede anche col fine vita.

laverdure

Il giornalista inglese Douglas Murray (omosessuale dichiarato,per inciso),ne suo saggio fa notare appunto il particolare che la “semplice” gayness e’ perfettamente reversibile : molti
dopo averla sperimentata scoprono che non fa per loro e l’abbandonano,cosa che nella societa fluida moderna e’ molto piu’ facile che un tempo,dove uno sarebbe rimasto segnato per sempre.Ci sono alcuni che dopo averla praticata a lungo si innamorano di un individuo del sesso opposto : la psiche umana e’ una cosa complessa e imprevedibile.
Viceversa un cambiamento di sesso e’ una cosa irreversibile,per quanti scoprono di aver commesso un grave errore la cosa diventa tragica,non per niente la percentuale di suicidi
e’ elevata.
Per questo e’ estremamente discutibile la disinvoltura con cui molti “luminari” o presunti tali affrontano il problema,suggerendo addirittura di estendere la gratuita della cura ormonale per il cambiamento di sesso anche a ragazzini sotto i 10 anni che mostrino la
cosiddetta “disforia di genere”.
Murray fa notare che nell’80% dei casi lo squilibrio si risolve col superamento della puberta,anche se molti degli individui in questione si riveleranno gay.
Si tratta tra l’altro,ed e’ un punto fondamentale,di fenomeni,come la gayness del resto,sui quali finora sono stati fatti ben pochi studi validi,dato che la maggior parte sono chiaramente viziati da pregiudizi in un senso o nell’altro.
E il “politicamente corretto” rende estremamente difficoltoso svolgere studi seri e imparziali,dato che qualunque studioso di psicologia comportamentale,neurologia ecc che ci si provasse rischia di attirarsi,in diversi paesi, attacchi violentissimi da parte di “gruppi progressisti”,nonche stampa e social media che potrebbero distruggere qualunque carriera,come e’ gia successo.
Analogamente,caro RobertoV,per analoghi motivi le pur obbligatorie sedute di visita da parte di psicologi e altri specialisti che la legge impone per la concessione delle terapie ormonali gratuite rischiano di essere meno approfondite di quanto dovrebbero per un argomento cosi delicato.
In Italia piu’ che altrove poi il dubbio che gli “psicologi della mutua” per evitare discussioni possano essere piu’ “larghi” del dovuto non e’ certo assurdo.

laverdure

Una piccola aggiunta.
Alcuni qui in passato dissentivano dalla possibilita che la sessualita di un individuo possa essere pesantemente condizionata da influssi ambientali.Evidentemente per loro,ad esempio,era una pura coincidenza che una notevole percentuale di pedofili risultino aver subito aggressioni pedofile durante l’adolescenza.
Io personalmente ritengo invece che una certa percentuale di individui durante l’adolescenza si trovi in una situazione di “incertezza” riguardo alla sessualita,e possa essere influenzata anche da influssi esterni molto meno violenti delle attenzioni di un pedofilo.
Per cui certi casi citati da Murray di ragazzini di scuole britanniche, che hanno cominciato ad un certo punto a sostenere coi genitori di essere affetti da disforia di genere,usando termini tali che sembravano “recitare una parte”,e che l’autore ritiene possano essere rimasti suggestionati dal contenuto di certe lezioni,non e’ poi cosi assurdo.
Ovviamente si tratta di una minoranza di casi limite,gli individui in questione soffrivano certo gia di problemi,che pero’ in questo modo rischiano solo di peggiorare notevolmente.

RobertoV

Laverdure
Il tuo riferimento è un giornalista?
Col cherry picking puoi sostenere qualsiasi cosa, pretendere di vendere qualsiasi bufala pseudoscientifica. Citami articoli scientifici seri. Non ti fidi dei professionisti seri ed invece dai credito ai tuttologi millantatori e truffatori?
Bello inventarsi le cose.
Molto disonesto tirare in ballo sempre i pedofili.
Spirlì è un omosessuale omofobo. Quindi conta di più la sua opinione delle altre? Per la variabilità umana potrai trovare anche degli ebrei nazisti, quindi si può sostenere che hanno ragione loro? La naturale variabilità umana prevede che ci possano essere infinite opinioni, ma questo non significa che siano valide. La razionalità, non la propaganda o il confirmation bias dovrebbe permettere di distinguerle.

pendesini alessandro

Chiedo venia per l’off topic !
……la “semplice” gayness e’ perfettamente reversibile : molti
dopo averla sperimentata scoprono che non fa per loro e l’abbandonano,cosa che nella societa fluida moderna e’ molto piu’ facile che un tempo,dove uno sarebbe rimasto segnato per sempre.Ci sono alcuni che dopo averla praticata a lungo si innamorano di un individuo del sesso opposto : la psiche umana e’ una cosa complessa e imprevedibile……
@Laverdure :
La terapia di conversione, a volte chiamata terapia di riorientamento sessuale o anche terapia riparativa dai suoi sostenitori, è un insieme di trattamenti pseudo-scientifici di varia origine utilizzati nel controverso scopo di tentare di cambiare l’orientamento sessuale di una persona, dall’omosessualità o dalla bisessualità all’eterosessualità. Tali terapie sono spesso offerte anche alle persone transgender. Non ci sono prove affidabili che l’orientamento sessuale possa essere cambiato e studi, organizzazioni mediche e organizzazioni internazionali riferiscono che queste terapie sono potenzialmente pericolose.
P.S. Tra i Navajo, indiani dell’Arizona, le persone transgender sono considerate il culmine della condizione umana perché sono sia maschi che femmine. Una pazzia ?

laverdure

@Pendesini
Caro Pendesini,hai completamente frainteso : le persone a cui alludevo abbandonano l’omosessualita ,dopo averla provata,per loro libera scelta,e nella maggioranza dei casi probabilmente senza che i loro conoscenti ne siano al corrente.
E lo fanno perche’ evidentemente la cosa non li soddisfa.
Qualcuno dice :gli uomini cercano nell’omosessualita quell’amicizia che non riescono ad avere dalle donne,le donne quella dolcezza che non riescono ad avere dagli uomini.
E’ un dire molto semplicistico, ma contiene del vero : un certo tipo di comprensione reciproca si puo’ averla solo con persone dello stesso sesso.
Qualunque uomo non puo’ fare a meno di amicizie maschili,e una donna di amicizie femminili,e per entrambi i rapporti col sesso opposto sono inevitabilmente piu’delicati e difficili,e questo puo’ portare ad uno sconfinamento della libido nel proprio stesso sesso,ma cio’ non significa che i risultati siano sempre soddisfacenti e uno non possa fare marcia indietro.
Quanto alle popolazioni primitive,spesso gli individui chiaramente in preda alla pazzia in maniera patologica vengono riveriti e rispettati come “pervasi da spiriti divini”.
Vogliamo imitarli,in onore alla buonanima di Bisaglia ?

laverdure

Forse dovevo specificare che la gayness, a differenza del cambiamento di sesso,e’ perfettamente reversibile nel caso che l’interessato decida di farlo per libera scelta e obbedendo a quelli che ritiene essere nel suo caso istinti primari.

pendesini alessandro

……. le persone a cui alludevo abbandonano l’omosessualita ,dopo averla provata,per loro libera scelta,e nella maggioranza dei casi probabilmente senza che i loro conoscenti ne siano al corrente……
@Laverdure
Ritengo che un « omosessuale » che abbandona la sua « omosessualità dopo averla provata », NON è ovviamente homosessuale ! Al limite direi che trattasi di un bisessuale (che, tra l’altro, non è una caretteristica esclusivamente umana), ma anche di un asessuale (da non confondere con castità, astinenza, o celibato), il quale puo’ benissimo avere rapporti sessuali per curiosità, puro opportunismo senza risentire –anche se raramente- nessun desiderio o attrazione sessuale, semplicemente per accontentare il proprio partner, per romanticismo, desiderio di fondare una famiglia con figli ecc…
Le caratteristiche specifiche dell’asessuale si suddividono in 5 categorie : Eteromantico, Homoromantico, Biromantico, Panromantico, Aromantico (inteso come assenza d’attrazione romantica).

laverdure

@Pendesini

“Ritengo che un « omosessuale » che abbandona la sua « omosessualità dopo averla provata », NON è ovviamente homosessuale ! ”
Caro Pendesini,il punto del mio discorso era proprio questo!
Che uno,dopo averla provata,puo’ scoprire che l’omosessualita non e’ la sua vocazione,e in tal caso puo’ tranquillamente “fare marcia indietro”.
Viceversa,se dopo avere effettuato il cambiamento di sesso,qualcuno scoprisse di sentirsi peggio di prima,per lui non ci saranno vie di uscita,e la sua vita sara un inferno.
Per questo,perlomeno quando a concedere il trattamento e’ il servizio sanitario nazionale,sono opportuni i piu’ severi test psicologici obbligatori.
Che viceversa certi “movimenti” condannano in nome della massima liberta di scelta.

laverdure

@Pendesini
Una piccola osservazione : la bisessualita,come giustamente dici,e’ diffusa nel mondo animale,ma questo per un motivo ben preciso.
In molte razze gli accoppiamenti avvengono solo in un periodo limitato,l’unico nel quale le femmine sono in estro.
Un meccanismo che la selezione naturale ha favorito perche’le nascite avvengano nel periodo piu’ favorevole,dato che il mondo animale e’ spesso condizionato dai cicli stagionali,basti pensare alle razze che vanno in letargo.
I maschi invece sono sempre attivi sessualmente ,per cui devono sfogare i loro ardori tra di loro.
Ma negli esseri umani,come sai bene,le limitazioni “stagionali” sono scomparse da un bel pezzo.

laverdure

@Pendesini
Ricordi l’ottimo film “Io e lei “?
La protagonista vive da 5 anni una tranquilla relazione con una coetanea,dopo 18 anni di matrimonio con un marito con cui e’ rimasta in buoni rapporti,come pure col figlio ventitreenne.
Ad u tratto entra in crisi,si chiede chi e’ veramente ,chi ama veramente,allaccia una relazione con un vecchio amico incontrato casualmente,per poi alla fine riconciliarsi con la sua compagna.
Io lo trovo molto realistico.

laverdure

Un pensierino “controcorrente”.
Come e’ noto ,l’atteggiamento dei gay verso l’altro sesso puo’ variare.
Molti,pur non provando attrazione fisica,non hanno problemi a coltivare rapporti di amicizia.
Sembra che molti omo maschi abbiano una donna come confidente,ad es una compagna di lavoro,con cui si confidano piu’ che con chiunque altro.
Ma c’e’ una minoranza che prova una vera avversione,una vera “eterofobia”,termine che esiste davvero :
https://it.wikipedia.org/wiki/Eterofobia
Notare come l’articolo mostra come molti specialisti si sforzino di “minimizzare ” la cosa.
Vorrei quindi porre un piccolo quesito : anche se l'”eterofobia” non rappresenta un problema grave dato il piccolo numero di individui coinvolti,e’ da considerarsi una anomalia paragonabile all’omofobia,oppure no ?

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