Perché una religione scompare

Possiamo considerare le religioni «too big to fail», «troppo grandi per fallire»? Dipende soltanto da quanto grande è la religione stessa. Perché, in realtà, le religioni scompaiono spesso – anche se non certo volentieri.

Lo scorso anno è stato pubblicato un volume accademico dedicato a questo tema. Le comunità religiose oggetto della ricerca ricadevano nella categoria dei «nuovi movimenti religiosi», ma in anni recenti sono invecchiate e defunte precocemente. Uno dei curatori, Michael Stausberg, ha poi seguito per il numero di marzo della prestigiosa rivista Numen, specializzata nella storia delle religioni, la pubblicazione di altri articoli sullo stesso argomento, riguardanti invece un passato più lontano. Stausberg è uno dei massimi conoscitori mondiali del mazdeismo (più noto come zoroastrismo), una religione che tanto tempo fa è stata veramente «grande»: sia perché ha dominato per oltre un millennio la Persia, sia perché – rappresentando il primo caso storico di monoteismo – ha fortemente influenzato anche tutti gli altri che sono stati creati successivamente.

L’excursus curato personalmente da Stausberg mostra come la trattazione del tema della “morte delle religioni” sia decisamente molto rara, nonostante il fenomeno sia quantitativamente rilevante. A differenza dei nuovi movimenti religiosi, raramente la causa della morte è stata “naturale”. Quasi sempre è stata invece la conseguenza di un intervento diretto del potere politico (frequentemente in seguito alla conversione di un regnante) andato di pari passo con l’attivismo di una religione originariamente esterna. Quando è andata bene, i leader di tali religioni si sono limitati alla propaganda (vantando le proprie superiori condizioni materiali, o dichiarando che il proprio dio li ha resi immuni dalle malattie che essi stessi avevano portato) e/o hanno incorporato elementi dei culti precedenti, che peraltro raramente concepivano il sacro come un fenomeno distinto dall’ideologia comunitaria. Spesso, però, le fedi esterne non hanno esitato a ricorrere alle maniere forti. Al punto che l’autore reputa necessario introdurre un neologismo: «religiocidio».

È un termine che trova un fondamento nella Convenzione internazionale per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948. Gli “atti” che identificano un genocidio (uccisioni, lesioni gravi, discriminazioni concrete, imposizione di condizioni di vita degradanti, sottrazioni di bambini) sono infatti riscontrabili anche nelle attività intenzionalmente poste in essere per debellare la concorrenza spirituale. Come per esempio quelle, ricordate nell’articolo di Laura Feldt, praticate dal giudaismo e tramandate dalla stessa Bibbia ebraica.

Rispondere alla domanda del titolo è quindi relativamente semplice: come negli incroci delle metropoli caotiche, in materia religiosa vige la legge del più grosso, che finisce per passare sempre per primo. Una religione nasce per la volontà di condividere insieme un’ipotesi di sovrannaturale. La prima sfida che deve superare è l’inevitabile scomparsa del leader carismatico che l’ha fondata. La seconda è invece perenne: la necessità di adeguarsi a un mercato religioso sempre ricco di nuove e originali proposte. Ma è difficile riuscirci a lungo: quante imprese economiche hanno più di duemila anni di storia alle spalle? Nessuna. Sei religioni ci riescono: induismo, buddhismo, ebraismo, taoismo, giainismo e mazdeismo. Le ultime due rischiano però di fare in breve tempo la stessa fine di tutte le altre religioni nate prima dell’era volgare, che è poi la stessa fine del 99% delle specie animali mai apparse sul pianeta: estinguersi.

Del resto, sono considerate a rischio anche confessioni potenti fino a pochi decenni fa, come gli episcopaliani Usa: quando vengono meno la spinta demografica e la pervasività nella vita degli individui, soltanto la collaborazione del potere politico può assicurare un futuro decoroso. Nei paesi laici, tuttavia, sta venendo meno anche quella. Le conversioni spontanee di massa sono esistite esclusivamente nella testa dei propagandisti di regime, e oggi spirano venti di secolarizzazione che (specialmente laddove il mercato religioso è davvero libero) portano semmai ad apostasie spontanee di massa – che costituiscono quindi gli unici fenomeni “religiosi” spontanei di massa che la storia conosca. In fondo, anche l’ateismo esisteva già, oltre due millenni fa. I disperati tentativi di imporre crocifissi, presepi, catechismi, messe e benedizioni a scuola, al lavoro, fino alla cerimonia di inaugurazione di una rotonda in un luogo pressoché disabitato, rientrano quindi nell’unica strategia religiosa che sembra funzionare con la specie umana.

Il futuro non è scritto, lo sappiamo benissimo. Ma la storia dell’affermazione di ogni fede, evidenze alla mano, rappresenta l’ennesimo argomento contrario alla loro veridicità.

Raffaele Carcano

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17 commenti

Aristarco

Purtroppo al momento sembra che ce ne sia almeno una con il vento il poppa : l’ islam.
La speranza é quella di NON dovercela sorbire per i prossimi mille anni.

laverdure

E vi siete chiesti il perche?
Semplicemente perche’ si presenta come una religione che incita alla lotta agli “infedeli”,alla “guerra santa”,al martirio,all’eroismo,tutta roba che ha un sacco di presa su un sacco di gente.
Per le masse dei paesi arretrati appare come un mezzo di emancipazione e riscossa sul “decadente “occidente.
Quanto a molti giovani dei paesi occidentali,in cerca di ideali, ha la stessa presa che ebbe il nazismo negli anni ’30 anche fuori dalla Germania.
Potete immaginare come possa competere con tutto questo una religione di
“pecore”come quella Cristiana,in particolare la cattolica,coi suoi ideali di pace ad ogni costo,del “porgi l’altra guancia” ecc.

Aristarco

Mi sembra che un “Dio” che gradisca il sacrificio/martirio dei propri fedeli ed il massacro degli altri, infedeli, apostati, eretici o Atei che siano, ha tanto il sapore delle divinità di altri tempi e di altri luoghi quando erano di moda i sacrifici umani.

Diocleziano

Aristarco,
ogni tanto spuntano le corna del dio sumerico-abramitico ed è questo il punto dove
fa acqua la bibbia, rivelando la sua origine. Il dio-Gesù di sapore un po’ più alla Siddarta,
buonissimo e dolcissimo, fatica a conciliarsi con suo padre. Relativismo cattolico.

Senza la violenza dispiegata dalla chiesa per secoli e senza tutto il denaro, che ancora oggi
scorre nelle loro tasche, quanto tempo ci avrebbe impiegato il loro dio a scomparire?
Azzardo: con l’Illuminismo?

laverdure

@Aristarco
No,e’ semplicemente un Dio che esalta la guerra,che da sempre ha esercitato un fascino perverso sulle masse.
Dire,come e’ “politicamente corretto”,che “nessuno vuole la guerra” e’ una colossale stupidaggine,millenni di storia dimostrano il contrario.
Basti pensare all’entusiasmo con cui le masse in Francia,Gran Bretagna ,Germania accolsero la dichiarazione della Prima guerra mondiale.
I media hanno,una volta tanto,il merito di avere in buona parte eliminato il fascino epico legato alla guerra,nei paesi piu’ avanzati,ma anche li non manca chi ne resta ancora accalappiato,basti pensare ai seguaci occidentali dell’Isis.
Nei paesi piu’ arretrati poi tale fascino ha conservato tutta la sua nefasta efficacia,di qui il successo delle religioni che vi fanno leva.

RobertoV

Laverdure
Non mi pare che la religione cristiana sia una religione di pecore visto che ha portato la guerra in ogni parte del mondo ed ha scatenato ben due guerre mondiali. Basta pensare anche alla invasione immotivata dell’Iraq col piglio di esportatori della democrazia e del cristianesimo, scatenando una ben violenta reazione e complicazioni che potevamo evitare. E non siamo stati neanche delle pecore col demenziale intervento in Libia, poi facciamo le vittime.
Riguardo al presunto fascino dell’islam sui giovani occidentali è semplicemente un mito ingigantito ad arte da chi ha interesse alla guerra, visto che riguarda solo alcune migliaia o al massimo decine di migliaia di persone.
E ti dimentichi che alla prima guerra mondiale vi fu anche una forte opposizione, ma che fu combattuta con le armi della violenza ed in Germania la disfatta fu attribuita strumentalmente a loro dagli incapaci guerrafondai in cerca di scuse.

laverdure

@Roberto V
Caro Roberto,temo tu sia un pochino in ritardo sulla storia.
La Chiesa e’ stata sponsor di guerre per secoli e secoli,basti pensare alle Crociate,come pure alle repressioni di “eresie” in grande stile,con metodi che facevano sembrare la Gestapo e l’NKVD una congrega di beghine.
Dopo Porta Pia pero’,perduto il potere di gestire la guerra a proprio piacere ,ha cominciato a condannarla,facendo di necessita virtu.
O,come cantava De Andre’ ,”Dando buoni consigli non potendo piu’ dare il cattivo esempio”.
Le operazioni che citi sono stare fatte anche “in nome della Cristianita”,ma la Chiesa ha sempre evitato di lasciarsi coinvolgere apertamente,perche’ ha troppo interesse a non compromettersi con le autorita islamiche.
Naturalmente sarebbe stata pronta a goderne i benefici in caso di vittoria.

RobertoV

Laverdure
L’atteggiamento della chiesa nei confronti della guerra e delle altre religioni è cambiato soprattutto col Concilio Vaticano II, non prima. Anche il famoso B XV non era così pacifista come la propaganda nostrana vorrebbe far credere perché fu contro la guerra soprattutto quando le cose si misero male per l’impero Absburgico che era considerato l’ultimo baluardo del cattolicesimo in Europa. Qualche anno fa in Austria fu pubblicata una sua lettera a Francesco Giuseppe dove gli forniva sostegno per punire adeguatamente la Serbia dopo l’attentato. Ed il sostegno fornito ai nazisti ed ai fascisti durante la II guerra mondiale, soprattutto sul fronte russo contro i comunisti, fu notevole. Non mi pare che Pio XII fosse un pacifista.
Io comunque avevo parlato di religione cristiana non di chiesa cattolica e ricordo molto bene durante la guerra in Irak gli articoli entusiastici sugli evangelizzatori, in prevalenza protestanti, al seguito dell’esercito americano. E’ vero che il papa era contrario alla guerra, ma probabilmente temeva per le comunità cristiane in quei luoghi, e la storia gli ha dato ragione.

Mixtec

Secondo me la casa editrice Nessun Dogma dovrebbe pubblicarne la traduzione italiana (del libro, intendo: gli articoli di Numen li ho già scaricati).
Di Stausberg segnalo inoltre un libro da lui curato: Contemporary Theories of Religion, Routledge 2009, in cui, in 15 dei 17 capitoli che lo compongono, vengono presentati e discussi 15 aspetti della religione (Dennett e Dawkins vengono presentati e commentati da Armin Geertz).

Manlio Padovan

Mi pare che si dimentichi come la vitalità dell’ISLAM sia dovuta, così almeno a me pare, alla politica occidentale fatta di soprusi ed imperialismo sfrenato.
Da qualche parte o in qualche modo certo le popolazioni debbono trovare il modo di unirsi per ribellarsi. E per caricarsi ed esaltarsi non c’è di meglio che l’irrazionalità.
D’altronde la funzione della religione è quella di religare (unire) ma, come da storia, un popolo contro l’altro e se uno dei popoli si dà da fare per imporsi magari con cattiveria l’altro ce pote fà?

RobertoV

Sono in parte d’accordo. Le potenze ricche occidentali hanno fatto di tutto per crearsi dei nemici e per destabilizzare zone, basta vedere con la demenziale guerra in Iraq, ma non può giustificare completamente il tipo di risposta perchè è solo l’islam che ha dato una risposta del genere, ad indicare che l’islam ne ha di problemi. Pensa alla guerra in Vietnam, non mi risulta da parte dei buddhisti qualcosa di confrontabile con l’islam.

laverdure

Direi che L’islam ha sfruttato questo malcontento esattamente come il nazismo sfrutto’ il malcontento provocato dalle vendicative condizioni del Trattato di Versailles,un colossale errore compiuto soprattutto dalle autorita Francesi,che ne furono i principali fautori.
Un errore probabilmente inevitabile,negli stati d’animo suscitati dal terribile ricordo delle carneficine della Grande guerra,ma che pose le premesse della
successiva guerra.
E l’Islam e’ fautore di giustizia quanto lo fu il nazismo.

pendesini alessandro

La scienze sociali stimano che l’umanità ha inventato circa 10.000 religioni senza tener conto dei differenti scismi.
E’ probabile che certe religioni –non dominanti- possano scomparire, certe, particolarmente le settarie sono gia scomparse ma non di certo quelle principali qui sotto elencate :
-Giudaismo
-Cristianesimo
-Islam
-Confucianesimo
-Buddismo
-Giainismo
-Zoroastrismo
-Taoismo
-Induismo
E’ molto probabile che certe di queste possano durare ancora decenni, o secoli.
Per le principali –salvo catastrofi o « miracoli » non vedo la possibilità di estinzione a medio o lungo termine. E comunque, da quelle estinte nasceranno altre ideologie assurde che le sostituiranno……
Solo una cultura razionale, a scala mondiale, potrebbe contrastarle fortemente, quindi causare il loro declino e estinzione….Posso solo auspicare che questo « miracolo » socioculturale possa avvenire, anche se –per evidenti ragioni- non ci scommetterei più di tanto….
PS –Homo sapiens (anzi doppiamente sapiens) o Homo demens ?…Questo è il dilemma al quale sarebbe necessario rispondere !

Mixtec

Ho finalmente scaricato una copia del Corano in pdf, e ciò mi permette di andare a trovare facilmente i passi in cui si parla di ciò che mi può interessare.
E ovviamente il mio primo pensiero è stato per Abramo.
Come è noto a molti, ma non a tutti, nella Bibbia Abramo non si cimenta in discussioni teologiche né è il predicatore di un Dio sconosciuto: il suo Dio ha un bel sacerdote, di nome Melchisedek a Salem, identificata con Gerusalemme; è vero che si dice che in certe occasioni faceva sacrifici a YHWH, ma in realtà invocava un altro nome (El Elyon, El Shaddai, El Olam), perché la stessa Bibbia ci informa che non conosceva il nome YHWH.
Nel Corano invece lo troviamo impegnato in discussioni teologiche e distruzioni di idoli: queste notizie Maometto deve averle sapute in occasione delle rivelazioni che riceveva con grandi sofferenze, lamenti, sudate, svenimenti etc. In pratica in occasione di crisi epilettiche.
E non si offendano gli Islamici: anche il sistematore e organizzatore del Cristianesimo, Saulo di Tarso, ebbe una bella crisi epilettica grazie alla quale capì che era Gesù, perché era morto, perché era risorto, spiegandolo ad Apostoli e Discepoli dello stesso Gesù, i quali erano in grande confusione (ovvero: non ci avevano capito nulla, ed in effetti su questo possiamo dar loro ragione: non c’era nulla da capire, a meno di essere colpiti da una crisi epilettica fautrice di fantasie teologiche).
Un po’ di critica neurobiologica dell’Islam, e delle altre religioni, dovrebbe essere incoraggiata. Forse un giorno sarà esposta nelle scuole. Spero quanto prima.
Il libro da cui abbiamo preso le mosse, oltre che da Stausberg, è curato da Carole Cusack, prolofica autrice di recensioni presso l’Università di Sydney: mi pare una credente, comunque, oltre che nell’Università di Sydney, si può vederla su Academia.edu, all’indirizzo:
sydney.academia.edu/CaroleCusack
Saluti

Mixtec

Errata corrige:
Saulo “capì chi era Gesù” (esempio di come una semplice lettera basta a cambiare il senso della frase: da “Saulo capì chi era Gesù” a “Saulo capì che era Gesù”, che sarebbe una sua identificazione con Gesù stesso).

pendesini alessandro

Non mi qualifico come esperto della Bibbia ! Ma da quello che ho potuto capire risulta che :

-Nessuna delle predizioni della Bibbia si è avverata. Ma, naturalmente, certi predicatori sono abbastanza scaltri per fare credere al loro gregge che molte profezie bibliche –con prove pretese accertate- si sono avverate….

-Disgraziatamente, lo spettacolo del mondo, nel passato e attuale- e quello che ho letto nella Bibbia non mi assicurano assolutamente che esista un dio qualsiasi veramente buono.

-La Parola “uccidere” viene utilizzata più di un migliaio di volte nei « libri santi », e nella maggior parte dei casi gli assassini si vantano del loro atto e rendono gloria a Dio !

-E se dio è veramente l’autore dei « libri sacri », allora, sicuramente, ha molto meno talento di Shakespeare, Umberto Eco e ben altri !

-Libri della Genesi, come tutta la Bibbia, non hanno niente di scientifico o storico, ma un carattere e un obbiettivo puramente teologico. Hanno interesse solamente per le persone che hanno fede, ed esistono solo come espressione di quest’ultima. Chiaramente, se cominciamo a considerare il contenuto razionalmente e scientificamente, è abbastanza facile dimostrare il loro carattere mitologico e immaginario che ogni pensatore razionale e libero non ha alcuna difficoltà a riconoscere. Ma, e qui le cose si complicano, diventano pericolosi se presi alla lettera !

Mixtec

Come ho detto in qualche post precedente, a proposito del libro di Paleari “La Bibbia, una storia inventata,” sono d’accordo sul sottotitolo del suo libro (“un racconto senza Dio né Alieni”), meno sul titolo. Perché la Bibbia non contiene “una” storia, ma tante “storie.” I primi undici capitoli di Genesi contengono “storie” che sono miti, di creazione, di disastri ed eziologici (l’origine delle lingue); i capitoli riguardanti Abramo (da 11:27 a 25:11) hanno un sottofondo storico, rilevabile con criteri razionali e con il confronto con i dati storici e archeologici, come esposto da Ernandes in tre articoli su L’Ateo (NN 108, 109 e 110). Isacco, come ha notato l’ebreo Haim Baharier (“La Genesi spiegata da mia figlia”), era piuttosto limitato quanto a comprendonio, e i redattori biblici in questo caso sono stati “quasi” onesti: non avendo niente di notevole da raccontare, hanno riciclato per lui la storia della moglie fatta passare per sorella, che invece va bene per Abramo (cfr. il terzo articolo de L’Ateo), ma riportano l’inganno perpetrato ai danni di Esaù da Giacobbe e Rebecca, in cui il povero Isacco fa la figura dell’idiota (Rebecca aveva le sue ragioni: era una principessa Mitanni e non sopportava le infiltrazioni Ittite nella terra di Canaan. Esaù aveva seguito il principio “se non li puoi combattere facci amicizia,” ed aveva preso due mogli ittite, causando la reazione della madre che faceva ottenere la benedizione di primogenitura all’altro figlio, Giacobbe, che spedì dai parenti Mitanni, nell’alta Mesopotamia, in attesa di tempi migliori). Il ciclo di Giuseppe scade invece nel gossip ante litteram, e lì è un po’ più complesso distinguere il sottofondo storico dall’inventato in base a dicerie di corte e racconti popolari. Considero inventato l’inizio del libro dell’Esodo, che racconta della nascita di Mosè, inventato allo scopo di nascondere che Mosè era in effetti un egizio che aveva poco o nulla a che fare con i discendenti di Giacobbe.

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