È in uscita il nuovo numero del bimestrale dell’Uaar Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano. Con interviste, rubriche, recensioni per conoscere l’impegno di uomini e donne, dell’Uaar e non solo. Con uno sguardo laico umanista su temi come diritti, etica, filosofia, politica, scienza. Sessanta pagine dedicate a chi vuole cambiare il mondo per renderlo più laico, più umano, più assennato. Con gli approfondimenti e le storie che non trovate altrove.

La copertina del numero 5/2021 è dedicata al tema delle religioni “false”. Cosa distingue un culto parodistico da una millenaria religione “seria”? Il direttore Raffaele Carcano esplora il mondo delle fake religions post-moderne e Adele Orioli ne esamina i risvolti giuridici.
In questo numero presentiamo anche l’ultima pubblicazione del progetto editoriale Nessun Dogma, in uscita a settembre: 30 anni di laicità dello Stato: fu vera gloria? a cura di Andrea Cardone e Marco Croce e con prefazione di Paolo Caretti. Il libro raccoglie gli atti del convegno organizzato nel 2019 proprio dall’Uaar a Firenze, in collaborazione con l’Ateneo e con la Regione Toscana, per l’anniversario della storica sentenza della Corte costituzionale che affermò nel 1989 il principio di laicità. Per dare un assaggio di questo densissimo testo, che contiene i contributi di numerosi studiosi, proponiamo una intervista ai curatori e l’estratto dall’intervento di Adele Orioli in qualità di responsabile iniziative legali della nostra associazione.
Vi proponiamo intanto il redazionale di questa uscita, intitolato Verità.
Un quotidiano italiano, che dà molto spazio all’estrema destra clericale, si chiama La Verità e pubblica sotto la testata la domanda che Ponzio Pilato avrebbe posto a Gesù durante il suo interrogatorio: Quid est veritas?, «che cos’è la verità?». La verità è che nessuno ha mai saputo spiegare come Giovanni l’evangelista abbia potuto essere al corrente dei contenuti dell’interrogatorio, e che il giornale – coerentemente – pubblica parecchie notizie discutibili.
Buona lettura!
Leila, Micaela, Mosè, Paolo, Raffaele, Valentino
La redazione
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«…Cosa distingue un culto parodistico da una millenaria religione “seria”?…»
Il culto parodistico di solito non fa danni, tutt’al più dà un po’ di buonumore.
Non so quale sia stata la prima religione inventata dagli uomini, ma è certo che
con la nascita della seconda si è dimostrata la falsità di tutte.