Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.
La clericalata della settimana è del prefetto di Torino Claudio Palomba che
in 210 giorni non ha risposto al ricorso del parroco di Chivasso che, multato per aver consentito il calcetto in oratorio in zona rossa, ha così evitato di pagare la sanzione.
Nel ricorso i legali di don Smiderle si appellavano ai Patti lateranensi, sostenendo che le partite di calcetto erano attività pastorali e dunque ammesse anche in zona rossa. Da notare che in altri casi di violazione dei provvedimenti anti-covid (e sempre nel comune di Chivasso) il prefetto di Torino era stato irreprensibile.
A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.
Il Ministero per la pubblica amministrazione ha reso noto che è stato firmato il DPCM che decreta l’autorizzazione a reclutare 5.116 insegnanti di religione cattolica. Saranno dipendenti statali assunti a tempo indeterminato per una materia facoltativa e dovranno necessariamente avere la “raccomandazione” del vescovo (in gergo tecnico “idoneità diocesana”).
La Giunta del comune di Martellago (VE) ha approvato un contributo di oltre mezzo milione di euro (168 mila euro l’anno per i prossimi tre anni) a favore delle scuole parrocchiali.
Per gli autori del programma a quiz Reazione a catena di Rai1 (puntata dell’8 agosto) il sindaco è la persona che partecipa alla processione e sta dietro al santo.
La sindaca Raggi rivendica il protocollo firmato con il Vicariato che farà svolgere le lezioni della scuola pubblica nelle aule del catechismo delle parrocchie.
Altri 5000 insegnanti del nulla, anche se gli studenti che si avvalgono sembrano essere sempre meno.
E così siamo a 31/32.000.
Non è che si siano portati avanti per occupare i posti per l’insegnamento dell’Educazione Civica?
Educazione civica richiede uno sforzo troppo grande, non credo siano felici di farla. Meglio per loro insegnare le favolette della bibbia e dei vangeli. Comunque bisogna stare sempre all’erta, i vescovi sono capaci di tutto.
Forza UAAR, regala i Lego e altre opportunità affascinanti per bambini e ragazzi; io darei volentieri un contributo economico per queste iniziative, anche solo per far venire ai preti un travaso di bile.
A tal proposito segnalo che è già in corso una raccolta fondi proprio per cercare di dare quanti più kit Lego Spike possibile: https://www.uaar.it/erogazione-liberale-ora-alternativa/
È come con i forestali in Sicilia.
Il protocollo Raggi – vicariato.
«…Roma Capitale sosterrà direttamente i costi gestionali riconducibili alla pulizia e al decoro dei locali, agli eventuali interventi di adattamento e ristrutturazione degli immobili e al rimborso forfettario per le utenze…»
Ma di locali cadenti e fatiscenti non ne dispone già in abbondanza lo Stato italiano? E gratis.
La sindaca Raggi rivendica il protocollo firmato con il Vicariato che farà svolgere le lezioni della scuola pubblica nelle aule del catechismo delle parrocchie.
FacebookTwitterWhatsAppShare
Cattivoni!
Non è una clericalata della Raggi, è una laicalata del Vicariato!
A Mafalda.
Mia cara, purtroppo oggi, ma già ieri: ho già scritto che il prof di italiano a me non parlava di Leopardi mentre il prete ne sparlava a tutta birra, non si limitano alle storielle delle bibbia et similia. Interferiscono con la politica, con la vita civile della nazione. Ecco perché sono ancora più pericolosi.
Cari saluti.
Almeno ai miei tempi, il 90 per cento degli alunni usava l’ora di cattolicesimo per fare altro, e credo sia ancora così, per fortuna.
“l’insegnate di italiano prof. Alessi ci ammansiva di Leopardi col soffermarsi sulle questioni più strettamente di popolare sentimentalismo, il prete maledetto don Alfredo Contran era in diritto e dalle istituzioni protetto. sparlare in ora di religione del genio che ci invitava all’arido vero.”
Caro Manlio,
io avevo capito che il prof d’Italiano vi parlava di Leopardi (e non poteva non farlo). Che il prete vi parlasse male di Leopardi era prevedibile: anche il mio parlava male degli Idealisti e di Nietzsche.
Il prof di religione cercò anche di parlarci della Patristica e della Scolastica (con corollario di sillogismi); il prof di Filosofia no: perché quello del I anno si fermò all’Ellenismo, quello del II anno cominciò dall’Umanesimo come niente fosse (non so se, se fosse rimasto quello del I anno, la Patristica e la Scolastica l’avremmo fatta al II anno).
Passando al tema che sta a cuore a Mafalda, faccio presente che se favolette sono presenti nella Bibbia, nel Corano ce sono di più. Come difendersi dagli insegnamenti coranici sarà un problema per gli italiani prossimi venturi (per gli Afgani lo è già ora).
Sì, ci parlava di Leopardi, ma “delle questioni di più popolare sentimentalismo” come ho scritto: e sottolineo popolare, con sentimentalismo. Ma Leopardi non è in quelle questioni. Leopardi fu anche un grande poeta, e non solo, civile.
Quindi hai capito bene, ma hai inteso male.
Caro Manlio,
se non ricordo male hai frequentato un ITC. Ti hanno fatto studiare i Promessi Sposi in due anni?
Perché ritengo che compito del tuo insegnante di Italiano fosse quello di insegnarti bene Manzoni.
Il prof di Italiano e quello di Religione agivano in sinergia, come era scritto fra le righe dei programmi ministeriali. Se non fai tre anni di Teologia tomistica-dantesca, fanne almeno due di cattolicesimo giansenista.
…e senza mai risparmiarci la storiella del Lisander che sciacqua i panni in Arno.
Era troppo aristocratico per abbassarsi a queste umili incombenze: quindi ci mandò la serva.
Quando, ormai adulto, volli leggere i ‘Promessi’ non riuscii ad andare oltre la pagina 70…