Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
La buona novella laica del mese è il calo, per la prima volta, delle scelte esplicite dell’8×1000 a favore della Chiesa cattolica sotto il 30%. Sono passate al 29,03% per l’anno fiscale 2020, secondo i dati provvisori diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze: i contribuenti che hanno scelto la Chiesa cattolica sono diminuiti di 1,1 milioni, passando da 13.156.156 a 12.056.389, mentre le firme a favore dello Stato sono aumentate di circa la stessa entità.
In Italia è ancora considerato normale, soprattutto in provincia, che le campane per “tradizione” suonino a orari improbabili e con intensità intollerabile nonostante il palese disturbo alla quiete pubblica, a causa della rassegnazione di istituzioni e cittadinanza. Ma non mancano piccoli cambiamenti.
Nella frazione di Drizzona a Piadena Drizzona (CR) il parroco della chiesa di Sant’Eufemia, don Antonio Pezzetti, ha dovuto ridurre frequenza e intensità dello scampanio dopo la diffida di una famiglia della zona, peraltro cattolica. Le campane infatti suonavano giorno e notte, battendo anche le ore e le mezze ore. In prima battuta il prete ha adeguato i rintocchi secondo quanto indicato dalla sua diocesi (quindi dalle 7 alle 21), di cui egli stesso evidentemente violava le disposizioni. Ma ciò non è sufficiente, vista l’intensità del rumore. Quindi è seguita un’altra lettera del legale della famiglia al parroco: la vicenda è ancora aperta.
Intaccare i privilegi confessionali sul fronte fiscale è difficile, anche per la posizione di cementata superiorità garantita alla Chiesa cattolica e a cascata alle altre confessioni che hanno stipulato un’intesa con lo Stato. Non mancano però pronunciamenti giurisprudenziali che mettono in discussione questo impianto.
La Cassazione, chiudendo una vicenda giudiziaria che andava avanti da 14 anni, con il verdetto 22115 è tornata sul tema dei privilegi fiscali alle confessioni religiose. Stavolta ha escluso che il servizio di insegnamento facoltativo della religione ebraica, somministrato dalla Comunità di Milano, debba essere oggetto di benefici fiscali al pari delle attività di solidarietà per persone svantaggiate, come avviene per le onlus. Infatti gli studenti non sono in condizione di «svantaggio rilevante» che gli impedisca di avere un «adeguato insegnamento della religione ebraica». La vicenda ha avuto inizio nel 2007, quando l’Agenzia delle Entrate ha cancellato la Comunità ebraica di Milano dall’anagrafe unica delle onlus. A seguito del ricorso della Comunità stessa, nel 2012 la Commissione tributaria provinciale ha ammesso il diritto all’esenzione per le attività sociali e socio-sanitarie, escludendolo però per l’insegnamento della religione. A quel punto sia l’Agenzia delle Entrate sia la Comunità ebraica hanno presentato ricorso, la prima per cancellare del tutto le esenzioni mentre la seconda per ripristinare i precedenti privilegi. Ma la Cassazione ha confermato la soluzione trovata dalla Commissione tributaria.
Se l’approvazione del ddl Zan langue ormai in Parlamento sotto i colpi dell’ostruzionismo confessionalista, singole istituzioni continuano a mobilitarsi contro l’omofobia e le discriminazioni. Il Consiglio comunale di Santa Sofia (FC) si è espresso a favore del disegno di legge firmato da Alessandro Zan e ha confermato «la volontà di garantire il proprio sostegno alle associazioni» che lo sostengono e fanno opera di sensibilizzazione, citando anche l’Uaar. Come evidenzia il sindaco Daniele Valbonesi, «la discussione sul ddl Zan è stata strumentalizzata a livello nazionale e questo ha provocato tanta confusione nei cittadini».
La Giunta comunale di Luino (VA) ha deciso di aderire alla Rete nazionale delle Regioni e degli Enti Locali per prevenire e superare l’omotransfobia (Re.A.Dy.), che riunisce tanti Comuni nella difesa dei diritti delle persone lgbt.
Sebbene in sordina e con limitazioni a causa dell’attuale pandemia, non mancano le mobilitazioni. Come quella a Brindisi per il Salento Pride, che ha visto migliaia di persone in piazza. Il sindaco Riccardo Rossi era nel corteo, con fascia in “versione rainbow”, con esponenti della Giunta e del Consiglio comunale, assieme alla senatrice Alessandra Maiorino (M5S), da tempo impegnata per l’approvazione di una norma contro le discriminazioni. Nel suo intervento durante il Pride Maiorino ha ricordato che la legge è «ferma, ostaggio di Ostellari, della Lega e di Italia Viva»: «noi non ci fermiamo! Noi non vogliamo essere come la Polonia, l’Italia merita di essere in testa all’europa per il rispetto dei diritti civili e della persona». «Qualcuno dice che noi siamo ideologia. Che la comunità LGBT è ideologia», ha ammonito, «ma voi siete la dimostrazione che questa è carne, è vita, che voi siete persone vere, questa è la realtà».
Non bisogna solo contrastare il confessionalismo di stampo cattolico-cristiano, ma impegnarsi anche per arginare quello propugnato da altre religioni. Quando si afferma quello islamico, è importante che i politici facciano sentire la propria voce – al netto delle strumentalizzazioni portate avanti da chi sembra ricordarsi di laicità e diritti a corrente alternata, solo quando riguarda derive di religioni non “autoctone”.
Lo scivolone confessionalista della consigliera e componente della Commissione Pari opportunità della Regione Toscana Nura Musse Ali, che nel corso di un’intervista si era detta «a favore della presa del potere da parte dei fondamentalisti in Afghanistan», ha suscitato la presa di distanza di diversi politici. Lo stesso Partito Democratico si è dissociato «dalle frasi sull’appoggio al regime talebano», in particolare con le dichiarazioni della segretaria regionale Simona Bonafè ed Enrico Borghi della segreteria nazionale. Per Bonafè «i talebani sono stati e restano liberticidi e nemici dei diritti, persecutori delle donne. Sostenere che un regime è una tappa obbligata verso la maturazione sociale è inaccettabile». Dal canto suo Borghi ribadisce «la nostra contrarietà verso ogni regime che azzera la dignità delle persone, chiediamo che si dimetta». Il caso era stato sollevato su Twitter dal leader leghista Matteo Salvini, che aveva chiamato in causa Gianni Letta e il presidente della Regione Toscana Giani, scrivendo con severità: «l’apologia dell’islam radicale è incompatibile con la nostra democrazia». In particolare dal centrodestra – spesso solerte invece nel sostenere lo speculare identitarismo cristiano – sono arrivate le critiche. L’eurodeputata leghista Susanna Ceccardi si è detta «scioccata»: «Deve dimettersi». Dal canto suo la consigliera Musse Ali ha tentato di fornire ulteriori chiarimenti con una lettera.
Nel mondo tante persone continuano ad essere punite per “blasfemia”, in particolare nei paesi islamici. Quindi rincuora ricordare casi che si risolvono positivamente e che ci riguardano da vicino. Come quello di Ikram Nazih, cittadina italiana e marocchina di 23 anni che era stata arrestata appena andata in vacanza nei mesi scorsi nel paese dei genitori, a causa di un post sui social giudicato offensivo verso il Corano. Sebbene il post risalisse al 2019 e fosse stato prontamente cancellato dopo gli attacchi ricevuti. Dopo una prima sentenza di condanna al carcere, al processo d’appello sono state accolte le ragioni della difesa, consentendo così la liberazione della giovane. In particolare anche la diplomazia del nostro Paese ha contribuito a questa risoluzione, dialogando con il Marocco. Il caso è stato portato all’attenzione dell’opinione pubblica anche dalla nostra associazione ed è stato oggetto di diverse interrogazioni parlamentari. Si sono interessati alla questione il Consolato, l’ambasciatore in Marocco Armando Barucco, il Ministero degli Esteri e il ministro Luigi Di Maio: il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola ha infine confermato la scarcerazione di Nazih.
Anche a livello internazionale si segnalano pronunciamenti volti a ridurre l’influenza religiosa in campo sanitario. La Corte europea dei diritti umani, in linea con quanto già disposto dalle corti britanniche, ha convenuto sull’interruzione dei trattamenti che tengono in stato vegetativo irreversibile Alta Fixsler. La triste vicenda riguarda una bambina di due anni, figlia di ebrei chassidici, che è nata prematura subendo gravissimi danni al cervello: per questo non può alimentarsi né respirare senza il supporto dei macchinari. L’ospedale di Manchester che la tiene in cura ha deciso di sospendere il supporto vitale, vista l’impossibilità di migliorare le condizioni della bimba e in vista di probabili aggravamenti, ma i genitori hanno fatto ricorso sentendo violato il proprio credo religioso. La famiglia, di nazionalità israeliana, intende comunque proseguire la battaglia legale al fine di condurre la figlia nel paese di origine per i trattamenti di supporto vitale.
La redazione
«… La famiglia, di nazionalità israeliana, intende comunque proseguire la battaglia legale
al fine di condurre la figlia nel paese di origine per i trattamenti di supporto vitale …»
Immagino la felicità della bimba! E quella delle autorità sanitarie israeliane.
A cosa serve oggi suonare le campane?
In passato aveva un senso, ma oggi?
E’ solo disturbo della quiete pubblica.
«… i contribuenti che hanno scelto la chiesa cattolica sono diminuiti di 1,1 milioni,
passando da 13.156.156 a 12.056.389 …»
Che sia da questo fatto che prende le mosse l’attivismo pro-dio del Berlusconi?
È lampante come il nostro non sia mai stato un genio nello scegliere gli uomini
su cui contare per realizzare i suoi progetti, ma scegliere la chiesa come cavallo
di punta appare più come una boutade di fine estate che la mossa di un politico
consumato. Direi più usurato…
Cosa mai gli avranno promesso quelli della Città del Male: il paradiso? 72 vergini…
oppure… non oso crederci: il papato?! 😛
Fichissimo! Pa(p)pa silvio I! Ma che ci fa alla sua eta’ con 72 vergini?
E chi lo sa cosa può passargli per la testa?…
È da tempo che continua a entrare e uscire dall’ospedale,
poi ho notato che l’ospedale si trova in via Olgettina. Ricordi di gioventù? 😛
Dio mi perdoni, e così pure i benpensanti, ma temo che la consigliera Nura Musse Ali non abbia tutti i torti.
In effetti vedendo i risultati deprimenti di 20 anni di lotta ai talebani, il dubbio viene. Però, anche gli italiani non si sono vaccinati contro il fascismo nonostante l’abbiano sperimentato e siano stati aiutati ed anche l’idea di Montanelli sul Berlusconi da sperimentare per vaccinarsi contro non mi pare abbia avuto un grande successo.
Temo che per fare sviluppare agli afghani gli anticorpi contro i talebani ci vorranno tempi biblici.
Avranno pensato che, male che vada, possono sempre venire a fare i profughi in EU.
I torti ce l’hanno gli altri. Chi parla di “… contrarietà verso ogni regime che azzera la dignità delle persone,…” O Salvini, che scrive: «l’apologia dell’islam radicale è incompatibile con la nostra democrazia».
Adesso se ne accorgono che la nostra dovrebbe essere una democrazia laica e non una monarchia teocratica assolutista e totalitaria, come recita la definizione dello Stato Vaticano. Matte’, non fa’ come i preti che predichi bene e razzoli male. Smettila di fare l’apologia dei clerico-radicali e di’ al papa di farsi i caspiti sua, nunc et semper, per omnia saecula saeculorum!