Il 26 settembre i cittadini svizzeri dovranno esprimersi su due quesiti referendari: l’iniziativa popolare “sgravare i salari, tassare equamente il capitale” e confermare la modifica del codice civile svizzero “Matrimonio per tutti”.
Come facilmente intuibile dal nome, la legge chiamata “Matrimonio per tutti” allargherebbe il diritto al matrimonio anche alle coppie omosessuali, che al momento hanno solo il diritto di unioni domestiche registrate.
Se il 26 settembre vincerà il Sì, la Svizzera lascerà l’Italia nella ragguardevole posizione di anello di congiunzione tra primo mondo europeo ed est Europa (vedi mappa); insomma non avremo i matrimoni per gli omosessuali ma faremo felici i nostalgici del blocco sovietico e chi siamo noi per giudicare?
Su quali modifiche di legge votano esattamente i cittadini elvetici, cosa cambierà nella pratica per gli omosessuali residenti in Svizzera e quali sono le future lotte nella Confederazione per raggiungere una vera parità?
Ho posto queste domande a Gaé Colussi, responsabile mobilitazione per il comitato nazionale (svizzero) “Matrimonio per tutti e tutte”. In altre parole, colui che ha coordinato la campagna per convincere le persone ad andare a votare Si al Referendum.
Ciao Gaé, grazie per avere accettato il nostro invito. Prima domanda: come questa legge migliorerà la vita delle persone omosessuali?
La legge apre l’accesso al matrimonio con tutti i diritti associati. Rispetto all’attuale unione registrata, le principali differenze sono l’accesso alla naturalizzazione agevolata, l’adozione congiunta e la donazione di sperma per le coppie femminili.
Inoltre, elimina l’oltraggio del partenariato, che costringe le persone a rivelare il loro orientamento sessuale e affettivo ad ogni menzione nel loro stato civile.
In caso di nomi, prevarrà la situazione attuale, cioè l’accesso all’associazione registrata.
I sondaggi sono molto chiari, la popolazione svizzera è molto favorevole al matrimonio tra persone omosessuali, per quali ragioni quindi c’è bisogno di una forte campagna a favore?
I sondaggi possono essere promettenti, ma sono sempre un indicatore pericoloso. Il fatto che il referendum abbia avuto successo è già un segno che una parte della popolazione resiste ancora fortemente all’idea del matrimonio per tutti, e la campagna dei nostri oppositori dimostra che non si fermeranno davanti a nulla per distorcere il significato del voto. Quindi, è necessario presentare argomenti chiari e ben fondati, e incoraggiare il maggior numero possibile di persone ad andare a votare, in modo che il sostegno nei sondaggi si converta in sostegno alle urne.
Se il Si vincerà, quali saranno le prossime battaglie della comunità LGBT+ in Svizzera?
Dopo il voto, resteranno da migliorare vari punti: la questione della doppia filiazione alla nascita (che sarà concessa solo ai bambini nati da donazione di sperma), i diritti delle persone trans* e intersessuali, il riconoscimento delle conformazioni familiari multiple.
Dall’altra parte il comitato per il No (promosso da esponenti di partiti con note posizioni reazionarie e xenofobe) argomenta la propria contrarietà sostenendo che: solo il matrimonio tra uomo e donna poggia su un dato di fatto biologico, che la donazione di sperma per le coppie di donne lesbiche violerebbe l’articolo 119 della costituzione svizzera, che il bambino ha bisogno di un uomo e di una donna come modello di famiglia, che questo sarà solo l’inizio e presto verrà data la possibilità dell’utero in affitto anche ad altri gruppi (single, coppie di uomini).
Chi volesse leggere in dettaglio le posizioni contrarie e favorevoli, può trovare i dettagli in questo opuscolo informativo preparato dall’ufficio del Governo svizzero.
Si sottolinea infine che questo referendum è stato promosso per abolire una legge sui matrimoni omosessuali votata dal Parlamento svizzero e appoggiata dal Governo. Ovvero il Parlamento e il Governo hanno messo nero su bianco quello che l’80% della popolazione svizzera voleva.
In Italia siamo al 60% di favorevoli e il Parlamento è riuscito al massimo ad approvare un disegno di legge per le unioni civili.
Manuel Bianco
Referente UAAR per la Svizzera
“……l’adozione congiunta e la donazione di sperma per le coppie femminili.”
Credo che questi siano i punti dove si puo’ incontrare maggiore perplessita da parte di molti.
Dell’adozione si e’ gia parlato,la donazione di sperma meriterebbe qualche commento.
Innanzitutto perche “coppie femminili” ?Dopotutto anche coppie etero vi ricorrono nel caso di sterilita maschile.
C’e’ un dettaglio che mi piacerebbe conoscere : l’identita e le caratteristiche del donatore in questi casi sono totalmente anonime o qualche dato viene rivelato ?
Perche’ e’ ovvio che a molte coppie bianche (anche femminili)non piacerebbe ritrovarsi con un figlio di pelle nera,checche’ ne dica il “politicamente corretto”.
E anche la gayness del donatore non credo sarebbe bene accetta a molti,quali che siano le opinioni dei genetisti sull’ereditarieta di questo fattore,sulla quale del resto non ci siano dati sicuri.
O forse dubitate di quanto sopra ?
Perchè certi problemi te li poni solo se le possibilità vengono estese anche agli omosessuali?
Mentre la donazione di ovociti non è possibile in ogni caso, la donazione di sperma c’era già per le coppie etero ed i donatori possono essere solo svizzeri e italiani, il che ovviamente non assicura che siano solo bianchi. Col referendum viene quindi estesa anche alle coppie femminili una possibilità già esistente per gli etero, ovviamente con le stesse regole, privacy inclusa. Gli stessi dubbi non sono stati sollevati per le coppie etero, ma quale sarebbe la differenza?
Il problema del colore della pelle esisteva anche per le coppie etero che già vi potevano ricorrere e, quindi, non è stato visto come un problema e la stessa cosa vale anche per le adozioni visto che ormai la maggior parte dei bambini adottati sono stranieri. La Svizzera è inoltre uno dei paesi con la maggiore presenza di stranieri (25 %) residenti e quindi ha una elevata presenza di svizzeri di non “pura razza svizzera” che evidentemente non è un problema. Visti poi i non idilliaci rapporti con gli italiani sei proprio sicuro che molti svizzeri non preferiscano un nero ad un “mafioso” italiano?
Chi ricorre a tali pratiche conosce le regole e, quindi, evidentemente non ritiene un problema le questioni da te sollevate.
Nessun bambino nasce mafioso. E neanche cattolico. Dipende dalla… famiglia.
Esatto,mentre invece il colore della pelle e’ imposto dalle leggi della genetica.
E ,torno a dirlo,si puo’ essere persone rispettabilissime e non gradire di avere un figlio”per meta adottivo” (cosi si potrebbe dire) di colore scuro.
Come d’altro canto si puo’ scegliere di avere figli adottivi neri per una forma di puro snobismo.Non e’ tutt’oro cio’ che luccica.
Diocleziano
Bisognerebbe dirlo a quelle persone che identificano i popoli in un’unica categoria. Gli italiani sono cattolici, gli italiani sono mafiosi, i tedeschi sono nazisti. Anche essere italiani lo si è per nascita, non si sceglie in genere.
La mia considerazione nasceva dal fatto che l’accostamento italiani mafiosi non è raro all’estero e da quel che mi dicono nella Svizzera pare che sia piuttosto pesante. Quando vedevo ancora la TV svizzera c’era un partito svizzero del Canton Ticino equivalente alla lega italiana che ce l’aveva contro gli immigrati, ma soprattutto contro gli italiani.
Laverdure
Resta il fatto che questi problemi li sollevi solo per l’estensione agli omosessuali e non per le coppie etero che già vi accedevano. Perchè ci sarebbero delle differenze? Stai forse sostenendo che gli omosessuali siano più razzisti degli etero? Chi adotta o ricorre alla procreazione assistita conosce le regole e ciò che viene offerto.
I donatrici e le donatrici si scelgono da un catalogo, in base al desiderio dei richiedenti. Non vedo perché farsi dei massi mentali e problemi inesistenti.
Se poi i laboratori si sbagliano (famoso il caso di alcuni anni fa del Pertini di Roma, in cui invertirono i nomi delle madri e nacquero due bambini non propri nell’altra madre).
Se in Italia ci sono ancora tanti divieti, per rigidità mentale cattolica e laica (per esempio la fissazione di alcune femministe contro l’utero in affitto) non significa che altri paesi non possano ampliare i diritti civili.
Quanto al matrimonio in se,non vedo quali seri motivi di opposizione possano esserci,dato che la convivenza e’ legale in Svizzera come in tutto l’occidente ormai da
decenni,come pure i rapporti sessuali di qualunque genere tra adulti consenzienti e responsabili.
Si tratta ormai di una questione puramente direi “burocratica”,dato che il matrimonio aggiungerebbe solo i vantaggi di carattere legale come il diritto alla eventuale pensione di reversibilita.
Per qualunque movimento religioso pretendere di opporsi equivale a voler estendere la sua influenza alle regole catastali o al codice della strada.
Da tempo non capisco perché non ci si batta per la abolizione del matrimonio come istituzione. Esso sta in piedi solo perché obbligatorio; ma i giovani lo hanno capito e non gli assegnano più la funzione di obbligo che aveva una volta. Basterebbe la notifica al comune della vita di coppia con relativa denuncia dei figli eventuali: cioè la composizione del nucleo familiare per scuola, pensione di reversibilità, ecc..
Chi si “sposasse” potrebbe fare una festa tra amici se proprio vuole rendere pubblica l’unione.
Tutto funzionerebbe certo meglio di come funziona oggi.
È proprio vero che la prima causa di divorzio in Italia è il matrimonio.
Come la prima causa dei funerali sono le nascite.
Come ho gia’ detto,allo stato attuale della societa il matrimonio comporta alcuni vantaggi legali,come il diritto all’eventuale pensione di reversibilita,che ovviamente non sono possibili nel caso di semplice convivenza senza nessuna regolamentazione
legale.
Basta avere voglia di cambiare le leggi.
Nell’URSS la Kollontaj, mi pare ministro della famiglia o qualcosa del genere, aveva già raggiunto l’obiettivo.
Perchè abolirlo? Uno stato dovrebbe offrire più soluzioni, alternative, considerando le differenti esigenze delle persone.
Quello che andrebbe abolito è il matrimonio concordatario. All’estero, in nazioni di tradizione cattolica, l’unico matrimonio valido per lo stato è quello civile. Poi i credenti si fanno la loro cerimonia religiosa che vale solo per loro. In questo modo si evitano i problemi legati alle paranoie religiose e lo stato gode di una maggiore flessibilità. Possono negare il matrimonio religioso perchè non sono soddisfatte le loro regole, ma non quello civile.
Manlio non è mica obbligatorio sposarsi, perché abolirlo?