Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

La buona novella laica del mese è il deposito della sentenza della Cassazione che dichiara l’imposizione del crocifisso nelle scuole incompatibile con il principio di laicità, in quanto uno stato non può identificarsi con una religione. Il caso ha coinvolto il professor Franco Coppoli, sanzionato dal dirigente scolastico per aver tolto il crocifisso dal muro dell’aula durante le sue lezioni. La sanzione disciplinare è stata annullata, dopo un ricorso patrocinato proprio dall’Uaar. Come evidenziato dalla responsabile iniziative legali Adele Orioli, la sentenza contiene anche profili problematici, in particolare il vago auspicio che la comunità scolastica possa valutare in autonomia di esporre il crocifisso, nel caso affiancato da altri simboli religiosi. Ma di fatto supera una giurisprudenza confessionalista degli scorsi anni, smentendo le scivolate del Consiglio di Stato e dei politici sulla pretesa che il simbolo cattolico abbia una valenza “laica” e possa essere imposto a tutti.

Cambia la giurisprudenza, ma anche la società si afferma come più laica. Un dato interessante emerge da un sondaggio di BiDiMedia tra i residenti maggiorenni di Bologna, commissionato dal circolo Uaar locale, su oneri di urbanizzazione secondaria e finanziamento delle scuole private. Una netta maggioranza (74%) preferisce l’impiego delle risorse degli oneri di urbanizzazione per i beni pubblici, mentre solo il 15% per gli edifici di culto. Inoltre, il 41% vuole garantire finanziamenti solo per le scuole pubbliche, mentre un altro 30% darebbe comunque preferenza a queste rispetto alle private. Insomma, circa 3 bolognesi su 4 vorrebbero una destinazione delle risorse pubbliche più laica e beneficio del pubblico. Un’attitudine, fa notare il segretario Uaar Roberto Grendene, che è diffusa anche tra la popolazione italiana nel suo complesso. Quando se ne renderà conto la politica, indietro sulle istanze laiche?

Non mancano però politici che si espongono direttamente per rivendicare i diritti civili nel quadro di una società più laica e contro le discriminazioni verso le persone lgbt. Al Pride di Gorizia c’era Alessandro Zan, parlamentare del Pd che ha promosso il disegno di legge in discussione contro le discriminazioni – comparso anche dietro uno striscione dell’Uaar con lo slogan “Aboliamo il Concordato”. Presente anche il consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia Furio Honsell, che prima aveva commentato: «un’autentica festa, nel nome dei diritti e dell’inclusione, contro ogni confine sia culturale, che di orientamento sessuale e di nazionalità». E pure lui ha voluto portare il nostro striscione. Dal canto suo il Comune di Catania, nel rispetto delle limitazioni sanitarie anti-coronavirus, ha disposto la pedonalizzazione dell’intero Lungomare per consentire la manifestazione del Pride nella città. Al Pride di Torino diversi politici, come i sindaci di Moncalieri Paolo Montagna e di Chieri Alessandro Sicchiero, nonché il candidato sindaco del centrosinistra Stefano Lo Russo e la sindaca in carica Chiara Appendino (M5S). Hanno dato l’adesione alla manifestazione i candidati di Pd, Sinistra Ecologista, Radicali, Movimento 5 Stelle. Il candidato del centrodestra Paolo Damilano si è limitato a esprimere la sua “adesione” su Facebook.

Se l’integralismo anti-abortista prende piede, persino con la complicità delle istituzioni, la società civile reagisce. Chiara Tolino, promotrice della campagna “Libera di abortire” e candidata al consiglio comunale di Roma per la lista Roma Futura, ha presentato con i radicali un’azione popolare nella Capitale per chiamare in causa l’azienda ospedaliera San Giovanni, l’Asl e l’Ama (che gestisce lo smaltimento rifiuti ma anche i cimiteri comunali) per lo scandalo del seppellimento dei feti abortiti senza il consenso delle donne, sotto una croce e per giunta con il loro nome e cognome. Da anni infatti, in diversi Comuni tra cui Roma, le amministrazioni hanno stipulato con associazioni cattoliche integraliste degli accordi per seppellire i feti abortiti.

I diritti civili si affermano sempre più anche nel contesto europeo. L’assemblea plenaria del Parlamento europeo ha infatti approvato con 387 voti a favore, 161 contrari e 123 astenuti una risoluzione per chiedere il riconoscimento, in tutta l’Unione, dei matrimoni o delle unioni civili celebrati tra persone dello stesso sesso in uno qualsiasi dei paesi membri. Un passo importante non solo per una concreta parità nei confronti delle persone lgbt ma per appianare differenze – e discriminazioni – nell’Unione europea. La risoluzione è stata sostenuta dagli europarlamentari italiani di Pd, M5S e Italia Viva. Contrari invece quelli di Lega e Fratelli d’Italia, mentre si sono divisi i rappresentanti di Forza Italia.

Dal canto suo la Commissione europea, per arginare la deriva confessionalista anti-gay della Polonia, ha chiesto ai cinque consigli regionali polacchi che si erano proclamati “zone libere dall’ideologia lgbt” di togliere questa dicitura e non discriminare le persone non eterosessuali, per poter accedere ai fondi stanziati per il rilancio post-coronavirus. La presa di posizione è stata accolta con fastidio dalle autorità polacche, ma diverse province sono tornate sui propri passi: prima quella di Swietokrzyskie, e a seguire Podkarpackie, Lubelskie e Malopolskie.

Intanto traguardi laici vengono raggiunti anche da San Marino e Svizzera. Nella Repubblica sammarinese un referendum per rendere legale l’interruzione di gravidanza ha vinto con il 77%. Mentre i cantoni svizzeri hanno approvato, con il 64% dei consensi, l’allargamento del matrimonio per le persone dello stesso sesso e detto anche sì al diritto per queste coppie di adottare.

La redazione

17 commenti

dissection

Per restare in Polonia, segnalo che Nergal, chitarrista dei Behemoth, gruppo death metal, è stato prosciolto dall’accusa di blasfemia per aver pubblicato su Facebook una foto in cui si vedeva il suo stivale che calpestava una foto ritraente la madonna. Ma forse lo sapevate già…

Maurizio

Sarà stato prosciolto quando qualcuno ha fatto notare che le foto di Madonne e Gesù sono tutte false, visto che l’invenzione della fotografia risale alla metà del XVIII secolo.

Mixtec

Giusta l’osservazione sulla falsità delle foto della Madonna e di Gesù, ma la fotografia è stata inventata nel secolo successivo a quello da te ricordato.

Maurizio

Si, avevo in mente ‘800 e ho istintivamente scritto il 18° anziché il 19°. Certo, era la metà dell’800.

KM

Non e’ vero. I primi esperimenti di scrittura con la luce furono condotti da Leonardo a fine ‘400 – inizio ‘500 e sonorisultati nella cosidetta sindrone di Torino, come hanno dimostrato MOLTI studiosi e giornalisti investigativi!

giancarlo bonini

KM, Leonardo eseguiva schizzi paesaggistici usando la camera oscura; in quanto alle asserite “dimostrazioni”, io sarei più cauto. A proposito, si tratta della ” Sindone”.

Maurizio

La sindrome della sindone. Come i prodromi dei pogrom. 😂

dissection

Cioè, più cauto sulle dimostrazioni che il lenzuolo di Torino è una fotografia o le dimostrazioni che è uno straccio del 1300 e non il sudario di un famigerato hippie aramaico giustiziato dai Romani?

KM

Woops! Hai ragione, sindone.
Comunque, almeno due fonti indipendenti sono giunte alla stessa conclusione anni fa, senza sapere quello che l’altra fonte scriveva. Ed entrambe le ricerche sono state pubblicate lo stesso giorno. Il saggio che ho letto io, firmato da due giornalisti britannici, mi pare fondamentalmente solido nella sua esposizione e nelle conclusioni. Se poi ci aggiungiamo l’eclettismo di Leonardo e la sua propensione verso i rebus, lo spettacolare e la voglia di stuzzicare il prossimo (vedi il Codice scritto in modo da doverlo leggere allo specchio), il gioco e’ fatto. Sono sicuro che Leonardo non sarebbe stato cauto, basta vedere le esumazioni di cadaveri per studiare l’anatomia umana, rischiando la pena di morte.

Mixtec

I nomi dei due giornalisti, o dei ricercatori, o del titolo del libro, si possono sapere?
Da qualche parte in biblioteca dovrei avere un vecchio libro, la cui autrice mi sembra di ricordare usasse il nome d’arte Haziel, in cui si ipotizzava che Leonardo potesse essere l’autore dell’immagine sul telo (che poteva anche essere di qualche secolo prima); per quanto riguarda l’immagine, Pesce Delfino mi pare sia stato il primo ad osservare che è quella che si può ottenere da un bassorilievo, e non da una statua a tutto tondo o da un cadavere. La distanza tra orecchie e occhi è troppo piccola, ad esempio.

KM

Il saggio s’intitola “The Turin Shroud” di Lynn Picknett e Clive Prince. Nella prima edizione (quella che ho letto) alla fine gli autori affermano che esattamente lo stesso giorno in cui fu pubblicato il loro lavoro ne venne pubblicato un altro, piu’ preciso accademicamente, da parte di un professore di una universita’ sudafricana che giungeva praticamente alle stesse conclusioni. Non posso essere piu’ preciso perche’ quel libro e’ andato perduto e quello che ho ricomprato e’ un’edizione riveduta e corretta che non sembra avere la stessa appendice.
Se riesco a trovare quello che ha scritto il professore vi faccio sapere.

RobertoV

Tecnicamente la depenalizzazione dell’aborto in San Marino è un’avanzamento per la laicità di quel paese che si trovava in una assurda situazione di arretratezza anacronistica, paese che ha raggiunto adesso l’Italia che non è di certo un faro di laicità in Europa. L’unico fatto positivo per noi è che può essere visto come un segnale negativo per quelle persone in Italia che vorrebbero portarci indietro.
La vittoria nella Svizzera è invece un effettivo progresso della laicità e dimostra che forse se facessimo votare alle persone e non ci affidassimo ai giochi di palazzo della casta anche da noi certe cose sarebbero possibili senza attese e lotte di anni.

RobertoV

Segnalerei anche come buona novella laica indiretta la notizia che domani in Francia verrà pubblicato il rapporto sulla pedofilia nella chiesa cattolica francese che andrà ad aggiungersi agli altri numerosi rapporti in altre nazioni a dimostrazione di quanto diffuso sia il sistema.
Certo ha il solito vizio di essere patrocinato dalla stessa chiesa che indaga su se stessa in palese conflitto di interessi, ma ha comunque riconosciuto che oltre 3000 preti sono risultati pedofili in 70 anni, valore che riconoscono essere ampiamente per difetto. Se si tiene conto che attualmente sono 20000 i preti in Francia, pur considerando il numero complessivo di preti che hanno effettivamente operato negli ultimi 70 anni, la percentuale di pedofili è significativa e conferma le protezioni di cui hanno goduto.
Chissà quando verrà fatto un lavoro analogo per l’Italia anche se temo che qui da noi una simile richiesta solleverebbe un vespaio con accuse di lesa maestà ed interventi della casta politica e dei media per impedirlo o nascondere tutto. Già la notizia della Francia è stata ignorata tendenzialmente dai media e l’ansa nel breve comunicato ha evitato accuratamente di dire che fosse una sottostima del fenomeno.

pendesini alessandro

Recentemente papa Francesco, avverte che “se non siamo credibili, è meglio che smettiamo di fare i preti”. Il “papa buono” quindi promette “misure concrete”. Quali ?
Dei 190 vescovi presenti a Roma, un buon numero ha protetto almeno un prete abusivo. Compreso il papa stesso…. Una dozzina nega ancora l’esistenza di preti pedofili nella loro zona e alcuni chiedono pubblicamente “perché una tale discriminazione per gli abusi sui minori ?”. Ma Zorro, il “papa buono” era lì per qualcosa di concreto, quindi farà qualcosa di concreto…. Una vaga tabella di marcia da rispettare da parte di tutti i vescovi del mondo: tutela dei bambini, (pseudo)presentazione alla giustizia di tutti i preti pedofili, purificazione dei consacrati, seminari di formazione contro la pedofilia, (pseudo)sostegno alle vittime e lotta alla pedofilia sul Web e contro il turismo sessuale. Ma, purtroppo, niente sulla violazione del segreto confessionale in caso di pedofilia !!! E niente sul matrimonio autorizzato di preti che avrebbero così una libera vita sessuale eterosessuale o omosessuale… Oh no, no. Non c’è bisogno. Perché secondo Francesco «il consacrato che si lascia schiavo della propria fragilità umana è strumento di Satana»! Quindi è Satana che stupra i bambini. Non i preti….SIC
Inoltre non hanno mai pensato di dover risarcire i danni causati alle loro vittime; sono praticamente sempre stati condannati per legge a farlo, e continua…

RobertoV

In realtà in diverse occasioni ha offerto degli indennizzi quando era nell’occhio del ciclone, elemosine rispetto a quello che avrebbero dovuto pagare in un processo. Purtroppo diverse vittime hanno accettato per evitare un doloroso processo, in cui si sa basta poco per un potente cavarsela con buoni avvocati quando le cose risalgono a diversi anni fa e non sono così facili da dimostrare senza ombra di dubbio ed è facile fare terra bruciata attorno alle vittime aizzando contro le vittime i fedeli stessi. Così poi la chiesa può raccontare che non è vero che il problema pedofilia è così esteso perchè hanno ricevuto poche condanne in un processo, evitando di citare tutti gli accordi extragiudiziari e i crimini ammessi a parole.
Ho visto dei casi in cui prima la chiesa ammetteva le colpe del prete ed offriva un indennizzo basso, non accettato dalle vittime. A questo punto a processo la chiesa negava ogni responsabilità giustificando l’offerta di denaro precedente come atto di pietà e non ammissione di colpa.
Gli esperti non ritengono il matrimonio per i preti una soluzione per il problema.

RobertoV

Ho visto oggi che anche sui giornali quali Repubblica ed il fatto si da ampio spazio al rapporto francese sulla pedofilia, anche se si premurano di farci sapere le scontate parole di dolore del papa, come se lui non fosse a capo della chiesa da anni e non vi abbia operato all’interno per decenni. Interessante che il gesuita Zollner, consigliere del papa ed esperto di problemi della chiesa, riconosca che adesso si dovrebbe indagare anche in altre nazioni dove gli scandali non sono ancora scoppiati ed ovviamente anche in Italia. Non bisogna essere dei geni per capire che se questi scandali sono venuti alla luce in parecchie nazioni, le altre non ne possono essere esenti, anche vedendo il ripetersi dei modi e delle coperture. Ma sembra ancora prevalere l’atteggiamento omertoso e difensivo di attesa che scoppi lo scandalo e che poi ci si muova per limitare i danni, con indagini controllate dalla stessa chiesa per ammettere il minimo necessario e potersi poi spacciare come quelli che fanno pulizia. Ovviamente l’attesa gioca a loro favore rendendo spesso non più documentabili o perseguibili per via giudiziaria molti degli abusi e permettendo di spacciare la diminuzione dei casi in epoca recente come dovuto alla chiesa cattolica, mentre in realtà sono solo cambiate le condizioni favorevoli del passato.

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