La clericalata della settimana, 40: Ministero dell’Interno e Polizia in Vaticano per la festa di san Michele arcangelo

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e della Polizia di Stato che

hanno partecipato alla messa officiata in Vaticano per il patrono dell’arma san Michele arcangelo, insieme alla Gendarmeria vaticana.

Presenti, tra gli altri, il capo della Polizia Lamberto Giannini e il vicedirettore alla Direzione servizi di sicurezza e protezione civile della Città del Vaticano Davide Giulietti, nonché la Banda musicale della Polizia, il sottosegretario dell’Interno Ivan Scalfarotto, i vicecapo della Polizia Maria Luisa Pellizzari e Maria Teresa Sempreviva, il direttore dell’Ufficio di collegamento col Vaticano Felice Colombrino, il dirigente dell’Ispettorato presso il Vaticano Luigi Carnevale e una rappresentanza degli agenti.

Tra le varie celebrazioni per la festa del patrono della Polizia, da menzionare anche quelle a Rieti e dintorni. Non c’è stata solo la “canonica” messa nel capoluogo con il vescovo, il prefetto, le autorità civili, politiche e militari e lo schieramento di mezzi e personale della Questura e della Polizia Stradale. Presso l’eremo in zona Monte San Giovanni in Sabina, alle pendici del Monte Tancia, si sono recati inoltre per una cerimonia il questore Maria Luisa Di Lorenzo e il sindaco del comune sabino Salvatore Mei: lì è stata inaugurata una targa commemorativa, deposto un omaggio floreale nella grotta e installata – per opera di un gruppo di poliziotti specializzati presso il Terminillo nel soccorso montano – persino una gigantografia di san Michele.

Pure a Livorno la Polizia ha organizzato una messa, con il questore Roberto Massucci e il prefetto Paolo D’Attilio presso una chiesa. Precettate persino alcune rappresentanze delle scolaresche dell’Istituto “Benci” e dell’Istituto “Niccolini – Palli”, accompagnate dagli insegnanti.

Dal canto suo l’arcivescovo di Milano Mario Delpini è stato ricevuto in visita presso la Questura di Monza dal questore Michele Sinigaglia e da una rappresentanza del personale e ha celebrato una messa per san Michele.

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

La Giunta della Regione Friuli Venezia Giulia, interpellata durante un question time in Consiglio Regionale sul caso della mancata benedizione cattolica durante l’inaugurazione di una scuola elementare, ha accusato la docente coinvolta di «scortesia verso un sacerdote» relegando la questione «nei termini della mancata educazione e della scenata ideologica!».

L’idolo della Madonna di Loreto, in tour tra gli aeroporti italiani per il giubileo lauretano, è arrivato a Verona e presso quello di Venezia accolto da dirigenti e autorità. Il direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta ha proclamato per l’occasione: «Il Giubileo racchiude un profondo significato di fratellanza e unione dei popoli, grazie alla metafora del volo».

Il Comune di Varese, con una delibera, ha destinato circa 100mila euro degli oneri di urbanizzazione secondaria per gli anni 2019 e 2020 a favore di enti religiosi.

La Giunta regionale della Sicilia ha stanziato 69mila euro per il risanamento della chiesa di Sant’Ernesto a Palermo.

Il vicepresidente e assessore all’Economia della Regione Sicilia Gaetano Armao ha lamentato come il calo di introiti per la Chiesa cattolica possa incidere sul sostentamento del clero: «è urgente non soltanto l’incoraggiamento dell’8×1000 e delle donazioni, ma anche una seria riflessione da parte dello Stato».

A Latina lo staff del candidato sindaco del centrodestra Vincenzo Zaccheo ha diffuso un video in cui, mettendolo a confronto con l’altro candidato del centrosinistra Damiano Coletta (attuale sindaco) indica con tono negativo quest’ultimo come “ateo”, decantando Zaccheo invece come “cattolico”.

Il Palazzo delle Arti di Napoli ha tolto la disponibilità dello spazio per l’esibizione dell’artista spagnolo Abel Azcona, nel corso del festival delle arti per la libertà d’espressione contro la censura religiosa “Ceci n’est pas un blasphème”. La performance prevedeva la presenza di minori, allievi di scuole teatrali tra i 7 e i 10 anni, di cui uno avrebbe puntato a turno una pistola giocattolo alla bocca dell’artista. Nonostante tutte le precauzioni, compreso l’accesso da una zona riservata per non mostrare ai minori il percorso espositivo, il PAN ha vietato l’esibizione con la giustificazione di tutelare i diritti dell’infanzia. Il clima rovente che si è creato attorno all’evento nei giorni scorsi, con proteste degli integralisti cattolici e attacchi politici per le manifestazioni “blasfeme” del festival, ha sicuramente pesato in questa scelta censoria.

L’Ufficio scolastico della Regione Sardegna diffonde documentazione in cui sostiene che l’alunno che non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica sia di fatto obbligato a partecipare all’ora di educazione civica tenuta dall’insegnante di religione cattolica.

La dirigenza dell’Istituto comprensivo statale di Cassina de’ Pecchi (MI) con una circolare ha invitato le famiglie e il personale a partecipare alla messa per la festa della riapertura degli oratori presso una parrocchia in zona.

L’ISS “Pellegrino Artusi” di Chianciano Terme (SI) impone agli studenti che hanno scelto l’insegnamento alternativo di rimanere in classe mentre si svolge la lezione di religione cattolica, fino alla nomina del nuovo docente di alternativa. Non è purtroppo un caso isolato, ma studenti e genitori possono far valere il proprio diritto a un insegnamento alternativo dignitoso.

Il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha annunciato sui social la riapertura al culto di una chiesa a San Felice sul Panaro (MO) risalente al settecento, dopo il terremoto del 2012 e il successivo restauro costato un milione di euro in fondi regionali.

Il Comune di Locate di Triulzi (MI) invita alla cerimonia di intitolazione di una via a un parroco attivo nella zona dal 1960 al 1995.

 

La redazione

8 commenti

iguanarosa

Il Ministro dell’Interno dovrebbe contenere e respingere i clandestini, invece di festeggiare gli arcangeli. Per non parlare del raduno di tossici dello scorso agosto, lasciati a bivaccare per una settimana, su un terreno privato. Neanche un rave party sa sgomberare, ma le celebrazioni cattoliche non se ne perde una.

dissection

Sarebbe da chiedere ai poliziotti dov’era l’arcangelo quando è stato fatto saltare in aria Falcone e tutta la scorta, e in generale tutte le volte che qualche rappresentante delle F.F.O.O. (un saluto alle forze dell’ordine cit.) ci rimette le penne nell’adempimento del suo lavoro; per non parlare di non indurli in tentazione nei vari casi di corruzione eccetera.

RobertoV

San Michele Arcangelo è stato proclamato patrono della polizia (e di altre categorie) dal papa Pio XII solo nel 1949. Strano che per secoli non lo sia stato e neanche sotto il fascismo e solo perchè un papa lo ha deciso unilateralmente lo stato “laico” si senta in obbligo di correre a festeggiarlo. Nel 1949 aveva un senso visto che la religione cattolica era obbligatoriamente religione di stato e, quindi, la chiesa cattolica aveva autorità anche sugli organi di stato italiani, ma oggi? I poliziotti sono o devono essere cattolici? Ma è una polizia religiosa? Per fortuna che siamo nell’era della libertà di scelta, ma pare che le nostre istituzioni siano nostalgiche dell’epoca della liberticida religione di stato. Tra l’altro lo spacciano come venerato dai cristiani, quando in realtà è una cosa che riguarda i cattolici, esattamente come la madonna ed il crocifisso.
Relativamente alla lamentela sul calo degli introiti dell’otto per mille ed il pagamento degli stipendi ai preti è curioso che fino al 1985 la chiesa ricevesse una quota decisamente inferiore per il pagamento dei preti nonostante fossero molti di più di oggi. La quota che spendono per i preti è solo il 30 % del totale e, quindi, un calo del 27 % del totale non dovrebbe intaccare le disponibilità per il pagamento dei loro stipendi. Basta non costruire nuove inutili chiese e giocare meno in borsa. La gente ha meno soldi a causa della pandemia e la chiesa cattolica dovrebbe invece avere tutto assicurato a spese della collettività?

Mixtec

Michele è l’angelo patrono della nazione ebraica. L’ha scritto Daniele, e la cosa non si discute. In diversi casi i marrani, costretti ad assumere cognomi “indoeuropei” (Gonzalez, Hernandez, Gutierrez et similia), hanno scelto come primo nome “Michele” per rimarcare, senza destare troppi sospetti, la loro ebraicità.
Al momento l’arcangelo è molto impegnato a rendere invincibile l’esercito ebraico, e non può adeguatamente occuparsi d’altro, e meno che mai dei cattolici o degli ortodossi, già noti persecutori di Ebrei. Però gradisce gli omaggi perché è disposto al perdono.

Giannino

Ho dato un’occhiata al sito della regione Sardegna e vi ho trovato indicato che, essendo educazione civica una materia trasversale al curriculum di studi, tutti gli insegnanti del consiglio di classe sono titolati ad insegnanrla all’interno di un piano annuale deliberato collegialmente. Quindi, l’insegnante che insegna educazione civica, durante le ore di educazione civica, è un insegnante di educazione civica, anche se ordinariamente la sua disciplina d’insegnamento è storia, lettere, educazione fisica, religione cattolica, storia dell’arte, laboratorio di pasticceria, ecc. Le ore di educazione civica sono obbligatorie e hanno un sistema di valutazione collegiale.

RobertoV

Un insegnante di religione raccomandato ed approvato dal vescovo, quindi con un percorso differente dagli altri insegnanti, viene assunto come professore di religione, cioè di una materia facoltativa, e come tale non può partecipare alla valutazione collegiale degli studenti che non si avvalgono dell’ora di religione. In compenso se si mette la casacca di insegnante di educazione civica partecipa alla valutazione collettiva anche per le persone che non si avvalgono della sua ora di religione, equiparato agli altri insegnanti ed “ovviamente” “senza conflitto di interessi”. Un altro trucco per obbligare a frequentare l’ora di religione? Strano il concetto di trasversalità con una materia facoltativa e con un insegnante di status differente. Non metto in dubbio che per i nostri governanti la cosa sia del tutto normale quando riguarda il settore religione.

Giannino

Ho lavorato in scuole in cui le classi veniva sdoppiate per seguire materie specifiche, mentre frequentavano congiuntamente le materie comuni (ad esempio avevano programmi e insegnanti differenti per scienze, mentre facevano insieme Inglese). Gli insegnanti, chiaramente, proponevano i voti e partecipavano alle deliberazioni solo per i propri alunni. Ma se un insegnante è nominato dal consiglio di classe per effettuare uno specifico intervento didattico destinato a tutta la classe (a noi è successo per i progetti attinenti l’educazione alla salute), previa una progettazione condivisa, non vedo perché alcuni studenti si dovrebbero sottrarre all’attività (in questo caso specifico peraltro prevista dalla normativa in vigore) né perché l’insegnante che ha concretamente seguito l’intervento non dovrebbe partecipare alla valutazione.

RobertoV

Cosa c’entra la risposta? Non è quello che facevo notare. Altrimenti dovrei contestare anche gli esami dell’università dove ci sono materie facoltative ed obbligatorie.
Quello che facevo notare è che un insegnante di religione è un militante di un partito, un militante approvato ed in sintonia col vescovo, che insegna una materia ideologica e divisiva, quindi con uno status e criteri di selezione differenti da qualunque altro insegnante anche di materie facoltative.
Per chiarezza immaginiamo che il partito della lega ottenga per legge di poter insegnare la cultura del suo partito, ovviamente solo tramite membri del suo partito obbligatoriamente assunti, con la scappatoia che, comunque, l’insegnamento non sia obbligatorio. A questo punto a questi privilegiati si offre di poter fare anche altro, cioè di poter insegnare educazione civica a tutti, cioè anche alle persone che evitano la sua lezione ideologica di partito dichiarandosi quindi contrari. Di fatto quell’insegnante militante si trova in una situazione di conflitto di interessi, di vantaggio e di possibile ricatto o pressione psicologica sugli studenti non avvalentisi del suo insegnamento ideologico. E non è accettabile neanche se non si occupasse più di insegnare religione perchè vorrebbe dire avere percorsi privilegiati di assunzione e differenti dagli altri e non si capirebbe perchè siano stati assunti come insegnanti di religione se poi servono solo per fare altro. Il fatto che la legge lo consenta fa parte del retaggio liberticida della religione di stato.

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