L’ateismo è più naturale della religione

Sino a qualche tempo fa gli studi sull’ateismo erano veramente pochi, e per capire qualcosa dell’ateismo occorreva quindi estrapolare i dati dalle ricerche sulla religione. Nel giro di pochi anni la situazione è cambiata: ora – anche grazie alla progressiva secolarizzazione del mondo democratico – di studi sull’ateismo se ne realizzano sempre di più. E consentono a loro volta di comprendere meglio il fenomeno religioso.

Uno di questi lavori è stato ripreso e commentato qualche giorno fa su PsyPost. Se ne ricava che la mancanza di trasmissione religiosa all’interno della famiglia e dell’ambiente frequentato è il principale predittore di una convinzione atea in età adulta: non esponete un essere umano a una religione, e quasi certamente non la farà propria. Una conclusione a cui gli stessi atei sono spesso giunti, rinfacciandola anche ai credenti: la fede di una persona dipende in misura preponderante dalla fede dei genitori e delle persone che frequenta abitualmente. Gli studiosi della religione hanno invece a lungo snobbato le caratteristiche derivative e conformiste della religione – anche se l’indizio decisivo l’hanno spesso avuto sotto gli occhi: le conversioni sono sempre state numericamente irrilevanti.

Altri fattori, ha rilevato la ricerca, incidono invece decisamente meno. La mentalità scientifica, per esempio: le persone caratterizzate da un approccio cognitivo riflessivo sono solo leggermente più inclini all’incredulità. Alla fine, ha concluso il sociologo Will Gervais, benché gli stessi atei «amino parlare di come l’ateismo derivi da un pensiero razionale e faticoso», la loro affermazione – perlomeno nelle società occidentali – non collima granché con la realtà dei fatti. Realtà che si rivela invece molto più semplice di quanto si pensi: l’ateismo, a differenza della religione, è un fenomeno naturale.

Nulla di sorprendente: l’essere umano nasce ateo. Ovviamente, in quanto possiede inevitabili limiti conoscitivi, cresce poi con un bagaglio altrettanto naturale di credenze indimostrate. Ma nessuno crede in una religione perché ha concepito autonomamente la dottrina di quella religione. Come mostra implicitamente anche lo studio, la fede deve essere trasmessa e appresa (faticosamente) in famiglia e nella comunità. E se non la si impara, pazienza: le gerarchie religiose sono felici di accontentarsi di un’appartenenza formale senza espressioni di dissenso. L’approfondimento del proprio culto è infatti riservato a persone accuratamente selezionate da loro stesse – è la teologia a rappresentare quanto di più innaturale possa aver concepito la nostra specie.

Con queste premesse, non è per nulla sorprendente che la Madonna ‘appaia’ soltanto a cattolici: è la conseguenza inevitabile di credenze perpetuate automaticamente e continuamente ribadite all’interno della propria bolla. Una fede così tradizionale e così scontata da aver fatto adagiare sugli allori le leadership religiose. Ora però lo stesso automatismo agisce in maniera ancora più forte a favore dell’ateismo: i «senza religione», nel Regno Unito, sono il gruppo religioso con la più alta riproducibilità da una generazione all’altra (94%), ed evidenze simili sono emerse pure negli Usa. L’ateismo si trasmette più facilmente perché si riproduce inerzialmente come la fede, ma dalla sua parte ha il vantaggio di poter essere spontaneo.

Soltanto il potere politico sembra in grado di interrompere questo processo: ma più atei votano, più è difficile che ci riesca. Il meccanismo inerziale che ha permesso alle religioni di nascere, crescere e predominare si sta divertendo a funzionare contro di esse.

Raffaele Carcano

 

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27 commenti

desrocchi

“benché gli stessi atei «amino parlare di come l’ateismo derivi da un pensiero razionale e faticoso», la loro affermazione – perlomeno nelle società occidentali – non collima granché con la realtà dei fatti”.
Penso che tale affermazione sia più riflessiva degli atei cresciuti in un ambiente religioso che degli atei in generale.

laverdure

Temo che questa tesi nasca piu’ dalla speranza che da una seria analisi.
Gia da secoli filosofi e studiosi hanno posto l’attenzione sull'”alienazione”,vale a dire la tendenza innata degli esseri umani,di fronte ai comportamenti ostili di una natura dalla quale si sentono oppressi (fame,freddo,malattie ecc)ad INVENTARSI un PROTETTORE soprannaturale.
Esattamente come i bambini costretti a passare molte ore da soli si inventano spesso un “amichetto” virtuale con cui conversare.
E da cosa nasce cosa :ben presto si fanno avanti individui che affermano di avere rapporti privilegiati col “protettore”,e di poter fare da intermediari.
Naturalmente in cambio di qualcosa,fosse anche soltanto reverenza ( ma quasi sempre e’ qualcosa di piu’ concreto).
E zac : sono nate le religioni.
No cari amici,il misticismo e’ una tendenza naturale,esattamente come il razzismo.
Sono l’ateismo e la tolleranza razziale ad essere frutto della razionalita.
Ad essere in un certo senso “innaturali”,come lo e’ del resto la civilta,nata proprio per contrapporsi alla spietatezza della natura.
E tutto questo non sono certo il primo a dirlo.

laverdure

Conoscerete il detto “Non ci sono atei nelle trincee!”
Nei momenti di maggior pericolo o bisogno ovviamente il bisogno di un “protettore ” si fa sentire di piu’ : si sprecano santini,crocefissi,come pure cornetti,ferri di cavallo e zampe di coniglio,qualunque cosa possa fare da “catalizzatore” per soddisfare l’istinto gia citato.

Arta

È assolutamente vero che l’uomo tende (per natura? Quando si parla di umani ma anche di alcuni animali non so quanto si posa parlare di pura “natura”) a cercare irrazionalmente conforto in entità soprannaturali, però l’articolo non parla molto di questo – forse dovrebbe farlo con modo più esplicito – ma di dottrina. L’impalcatura dottrinale e l’insieme di credenze che la costituiscono partono da bisogni istintivi ma si costruiscono come un sistema che ha ben poco a che vedere con l’istinto. La dottrina e le religioni organizzate sono prodotti culturali

laverdure

“La dottrina e le religioni organizzate sono prodotti culturali”
Esatto,ma si basano su un aspetto fondamentale della natura umana,senza il quale non avrebbero potuto attecchire.
Esattamente come la guerra e’ sempre stata uno strumento in mano alle varie leadership,ma che basa la sua efficacia soprattutto sul fascino perverso che da sempre esercita su masse di individui,come i citati giovani del ’14.
“Nessuno ama la guerra” e’ semplicemente una stupidaggine “politicamente corretta”.
Se cosi fosse la storia umana sarebbe totalmente differente.
Beninteso chi l’abbia sperimentata da vicino,magari a proprie spese,nella maggior parte dei casi cambiera opinione,ma ovviamente sara troppo tardi.

Arta

L’immagine scelta per condividere l’articolo su facebook mi fa pensare ad un film che amavo molto all’epoca della sua uscita e che poi ho ridimensionato crescendo, ovvero “L’ora di religione” di Marco Bellocchio. Anche oggi ne apprezzo le immagini, l’impianto e l’audacia nello scardinare alcuni luoghi comuni (e non per quella sciocchezza che l’ha reso famoso, ovvero la bestemmia). Il bambino della foto ricorda il figlio del protagonista, angosciato dalla possibilità che Dio, così come spiegano i grandi (bigotti), possa osservarlo in ogni momento e che quindi lui non sia mai libero. E questo mi riporta ad uno dei temi dell’articolo: se è vero che la religione è insegnata è altrettanto vero che è anche difficile da insegnare. La mia esperienza come insegnante di sostegno mi ha fatto rendere conto che i concetti religiosi sono quasi sempre molto astratti, a volte complicati per i piccoli alunni e assolutamente astrusi per i ragazzi con disabilità cognitive, e per questo possono essere appresi solo in modo ripetitivo e passivo e non realmente sentito. Eppure quella ripetizione meccanica spesso si insinua nella mente dei piccoli e diventa ancora più difficile, in età adulta, liberarsi dei dogmi.

dissection

“L’essere umano nasce ateo”: quindi, dio non esiste.

pendesini alessandro

…. l’ateismo, a differenza della religione, è un fenomeno naturale…… Nulla di sorprendente: l’essere umano nasce ateo….Dice l’articolo.

A mia conoscenza nessun studio accademico ha potuto dimostrare che un umano “nasce ateo” o credente !
Da quando il cervello umano raggiunse una coscienza di secondo grado : sà che sà, si sono sviluppate credenze irrazionali, superstizioni e l’animismo; e non il contrario !
Diversi reperti archeoantropologici vanno tutti in quella direzione…. Il “buco nero”, ossia l’angoscia (irrazionale !) della morte ha creato una miriade di storie mitologiche, molte delle quali esistono tuttora con altre più recenti, particolarmente le religioni d’origine abramitica: ebraismo, cristianesimo e islam.

NB -Nel nostro encefalo non esiste nessun modulo che codifica sia l’ateismo che il concetto di dio ! Quindi –come afferma benissimo ARTA, sia l’ateismo che le credenze irrazionali, sono di natura eminemente epifenomenale, acquisita e non di certo innata. Diversi fatti sia storici che scientifici confermano quanto scritto.

laverdure

Non tutti,anche a livello di studiosi,la pensano cosi.
Anche Richard Dawkins fa notare che il nostro cervello sembrerebbe predisposto
a “fraintendere” il darwinismo,e che l’ipotesi di una “mente creatrice superiore” gli sia piu’ attraente e naturale,a livello puramente istintivo.
C’e’ chi ritiene insomma che il meccanismo evolutivo ha fatto si che credere nel soprannaturale sia una parte integrante dei nostri processi cognitivi.
Che la mente umana,in virtu della selezione naturale,si sia evoluta per pensare in termini di obiettivi e intenzioni,un adattamento biologico importantissimo per un animale sociale come l’uomo.
Il saggio “Nati per credere” di Pievani-Vallortigara-Girotto affronta proprio questo tema.

Giannino

Il titolo più corretto del post, considerato il contenuto dell’articolo, sarebbe: l’atteggaimento nei confronti delle credenze religiose (positivo o negativo) è almeno in parte dipendente dalla trasmissione culturale dell’ambiente in cui si cresce e si vive. Cioè: credenza e ateismo condividono una base di tendenza al conformismo tipica della specie umana. La natura umana è culturale.

pendesini alessandro

@Giannino
Anche se le nostre predisposizioni per le funzioni mentali come l’intelligenza, il linguaggio o le emozioni sono innate, non possiamo comunque spiegare le loro differenze tra le persone in termini genetici….. Detto questo non sarebbe lecito affermare che la natura umana (innata) predispone sicuramente alla cultura, ma avviene non spontaneamente (o naturalmente) ma è eminentemente acquisita ?
Ma anche : la stessa predisposizione genetica può avere conseguenze psicologiche divergenti a seconda del contesto culturale in cui evolve l’individuo dalla nascita in poi ?

RobertoV

In paesi come l’Austria e la Germania a causa della particolare registrazione dell’aderenza alle religioni principali, esiste una messe di dati statistici, tra i quali anche quelli delle conversioni e degli abbandoni. In questo modo si vede chiaramente che le tanto millantate e propagandate conversioni sono poche, anche con l’età, molti di più gli abbandoni. Cioè se le religioni organizzate si fossero basate su libere conversioni, i fedeli organizzati sarebbero pochi. Non è quindi un caso che storicamente le religioni organizzate abbiano fatto di tutto per imporre con la forza ed il controllo l’appartenenza religiosa sin dalla nascita e che anche oggi cerchino in tutti i modi di sfruttare i privilegi storici per cercare di controllare l’indottrinamento dei bambini. Il fatto che l’ateismo cresca in epoca recente è dovuto al fatto che nei paesi evoluti si sono indeboliti quei meccanismi coercitivi e di controllo delle religioni organizzate, consentendo per la prima volta di avvicinarsi, ancora con molta fatica, alla libertà di scelta. Ed indubbiamente questa libertà di scelta è più efficace se la persona non ha ricevuto sin da piccolo il lavaggio del cervello delle religioni organizzate.
I dati statistici indicano anche chiaramente che se hai ricevuto un indottrinamento sin da piccolo in una famiglia religiosa diventa difficile liberarsene anche da adulto anche se ti trovi in una apparente condizione di libertà di scelta, mentre se uno non riceve questo indottrinamento religioso questo processo di libertà di scelta si realizza effettivamente perchè l’ateismo non indottrina.
Ovviamente la libertà di scelta prevede che la naturale variabilità umana porti delle persone anche ad avere credenze irrazionali, ma è molto più difficile che siano organizzate e sono più personali e private, togliendo quindi alle religioni organizzate il loro enorme potere di condizionamento e controllo.

laverdure

Mi piacerebbe poter dire che il diffondersi dell’ateismo sia dovuto al diffondersi della cultura.
Indubbiamente la cultura media e’ migliorata in tempi recenti molto piu’ rapidamente che nei secoli passati : dal 51% (uomini) e 60%(donne) del 1901 l’analfabetismo in Italia e’ passato nel 1981 al 2%(uomini) e 3,6%(donne)nel 1981.
Ma a tutt’oggi la cultura media in Italia( e altrove) e’ancora molto inferiore a quanto sarebbe richiesto da una civilta sempre piu’ complessa e in continua evoluzione.
Temo piuttosto che l’ateismo sia uno dei lati positivi di un fenomeno che purtroppo presenta molti lati negativi,vale a dire che la gente al giorno d’oggi,se vogliamo usare un linguaggio “terra terra” sia molto meno “timorata” e condizionata dal rispetto verso QUALUNQUE autorita di quanto lo fosse nelle generazioni passate,per tutta una serie di fattori.
Basti pensare come in un passato non lontanissimo le vaccinazioni obbligatorie
suscitarono scarsa opposizione,e confrontarlo col fenomeno dei no-vax attuali,motivati per la maggior parte semplicemente da un confuso desiderio di ribellione senza nessuna vera conoscenza del problema.
Non parliamo poi dei seguaci della “terra piatta”,delle scie chimiche” e di un numero praticamente infinito di complotti.

RobertoV

Se vai a vedere tra scienziati, troverai che la presenza di atei è decisamente superiore ad indicare che una cultura scientifica favorisce la non credenza o quanto meno la non osservanza della religione. Quindi quando parliamo di cultura dobbiamo parlare di cultura critica, cioè che favorisce il pensiero critico.
La diffusione dell’ateismo è legata soprattutto all’emersione di un fenomeno impedito prima. Fino a non molto tempo fa anche in nazioni apparentemente democratiche dichiararsi atei avrebbe comportato delle conseguenze negative per il potere coercitivo, di controllo e di condizionamento delle religioni. Una autorità che ha bisogno della forza per poter esercitare non è una vera autorità. Pensa solo al caso dei coniugi di Prato di 60 anni fa dove solo cercare delle libertà dalla religione aveva comportato dei danni a chi aveva cercato delle libertà, con lo stato che invece tutelava gli oppressori. Può quindi essere visto come un movimento di liberazione da una oppressione secolare ed è inevitabile che cresca col diminuire degli strumenti di oppressione delle religioni. Inoltre è anche legato al fenomeno dell’informazione, cioè allo scoprire che esistono anche tanti altri e che quindi quei dubbi che avevi sulle religioni erano condivisi da altri.
Ovviamente la diffusione dell’informazione presenta anche l’aspetto della diffusione più facile della cattiva informazione. Il fenomeno dei no-vax è legato al fatto che oggi da un lato è più facile far circolare anche le cattive informazioni, dalla maggiore forza dallo scoprire che anche altri condividono le tue idee (indipendentemente dal valore di queste idee o presunte informazioni) e dalla maggiore visibilità: trovo incredibile che questa gente possa lamentarsi di trovarsi sotto una dittatura e poter pontificare da tutti i media, lanciando accuse pesanti, avere i propri canali ed ottenere una visibilità che non avrebbero certe nullità se non dicessero quelle cose.

KM

C’e’ una pletora di studi a livello globale che dimostra la correlazione inversa tra reddito-alfabetizzazione-religiosita’. Piu’ sono bassi i primi due livelli piu’ e’ alto il terzo e viceversa. D’altronde, se, come dicono alcuni di voi, non nasciamo atei, non nasciamo neanche religiosi e quindi impariamo ad essere o gli uni o gli altri. Ed e’ piu’ facile indottrinare chi ha la pancia semivuota e sa appena leggere e scrivere. Le popolazioni piu’ religiose abitano nelle zone piu’ povere e non sono istruite come altre. Lo stesso Dawkins (vi consiglio il Cap. V del suo God Delusion) mentre da una parte dice che gli USA sono il paese piu’ religioso dopo l’India, dall’altra afferma che la maggior parte del mondo accademico americano e’ atea e/o agnostica. Non e’ un caso che la vecchia DC abbia quasi sempre avuto il monopolio su due dicasteri: quello degli Interni e quello della Pubblica Istruzione (controllo fisico e psicologico). E neanche e’ un caso che le varie madonne appaiano non solamente ai cattolici (come dice l’articolo) ma soprattutto a giovani pastorelli o sottoproletari. Ma da me la madrededios non ci viene mai? Perche’?

pendesini alessandro

La storia ricorda i mostruosi esperimenti del re di Prussia che, volendo conoscere l’originario linguaggio naturale (innato), aveva cresciuto dei trovatelli in camere separate in un assoluto silenzio e senza scambio di segni…non portarono che alla morte dei più e alla debolezza fisica, squilibri mentali e la quasi impossibilità di poter parlare, o parlare normalmente, degli altri. I bambini di certi orfanotrofi dell’età classica e quelli della Romania comunista hanno conosciuto storie simili con conseguenze drammatiche.
Senza scambi, senza possibili imitazioni, il cervello recente non può svilupparsi normalmente, certi nuclei tendono ad atrofizzarsi ! L’uomo è l’opposto di una formica, alla nascita non sa praticamente niente (esplicitamente parlando) e deve imparare molto.

laverdure

“L’uomo è l’opposto di una formica, alla nascita non sa praticamente niente (esplicitamente parlando) e deve imparare molto.”
E’ l’opposto anche per altri versi.
A quanto si legge le comunita di formiche nei loro rifugi mostrano un’organizzazione incredibilmente complessa : coltivano funghi,allevano afidi per ricavarne le secrezioni zuccherine,e altre operazioni sofisticate.
Eppure si ritiene che date le minime dimensioni il cervello di una formica non avrebbe la necessaria capacita.
E’ come se in pratica una massa di migliaia di formiche invece funzionasse come
un cervello di maggiore capacita,di cui i singoli individui sono le “cellule”.
All’opposto dell’uomo,dove una folla e’ solo una massa amorfa scoordinata,dove insomma ,di fatto,”l’insieme e’ MINORE della somma delle parti”.

Mixtec

Caro laverdure, sono d’accordo con te che, nel caso umano, l’insieme sia minore della somma delle parti, ma la folla può essere trasformata in una massa organizzata e obbediente: la struttura fondamentale di un esercito. Tanti uomini che si “stringono a coorte e son pronti alla morte.”

laverdure

@Mixtec
Gia,peccato che ,a differenza delle formiche,tale massa organizzata,anziche formare una “supermente” si limita ad eseguire passivamente gli ordini di un
leader,la cui mente avra senza dubbio doti non comuni di manipolazione delle masse, ma che in qualunque altro campo si rivela spesso mediocre.

Manlio Padovan

“Gli studiosi della religione hanno invece a lungo snobbato le caratteristiche derivative e conformiste della religione”.
Strano che degli studiosi non conoscessero il motto dei gesuiti “dateceli dai 6 ai 10 anni e ne faremo quello che vorremo”. E l’articolo lo conferma appieno.

Mixtec

Infatti abbiamo un Presidente del Consiglio che è stato a scuola dei Gesuiti e un papa Gesuita che si preoccupa dell’ambiente e non sa che possiamo fregarcene perché tra un po’ arriva Gesù ed il problema non c’è più.

Manlio Padovan

La situazione è più grave di ogni pensiero.
Mentre prima il papa gesuita c’era, il papa nero, ma stava alle spalle di quello ufficiale, ora opera in prima persona.

RobertoV

Oggi abbiamo saputo che il 16 dicembre Mattarella andrà a rimettere il suo mandato all’imperatore/papa. E’ importante che i sudditi sappiano già con due mesi di anticipo un atto così importante per la politica italiana. Sarà interessante vedere il numero di ministri con cui andranno a prostrarsi al papa/imperatore da cui ci si aspetta indicazioni per il fidato successore che non mancherà come suo primo atto di andare in Vaticano. Almeno la DC all’epoca andava prima negli USA a prendere istruzioni.

Mixtec

In genere gli studiosi delle scienze cognitive ed evoluzionistiche applicate alla religione ritengono quest’ultima un fenomeno naturale (Supernatural as natural); ogni tanto c’è qualche eccezione,
tipo Hans Van Eyghen, il cui articolo “Religious Belief is Not Natural” è facilmente reperibile nella rete (nel senso che è Open Access).

KM

Il summenzionato Cap. V di Dawkins e’ dedicato proprio al darwinismo del cosidetto ‘sentimento religioso’ o al bisogno innato di una divinita’. Succintamente. Benche’ la religione faccia male ed uccida, abbiamo imparato a credere perche’ originariamente, i cuccioli d’uomo dovevano ascoltare le parole e gli insegnamenti degli adulti, per la propria sopravvivenza e quella della tribu’. E chiaramente, dovevano guardare in alto, essendo un bambino piu’ basso di un adulto. Quindi, alla fine qualcuno ha capito che si poteva sfruttare questa situazione psico-fisico-evolutiva per acquisire potere per se stessi. E tutt’ora (mia postilla) il linguaggio riflette questo rapporto alto-basso/bene-male/potente-suddito.
Tutto cio’ che e’ bene e degno di rispetto sta in alto: il paradiso, il trono, la cattedra, l’altare. Il resto e’ in basso, come l’inferno e gli esseri infimi (cioe’ quelli privi di qualsiasi pregio). Davanti ad un monarca ci si inchina e si dice Sua Altezza; e i reali governano sui sudditi cioe’ letteralmente i messi sotto. Sottomissione e’ anche il significato della parola Islam, e musulmano deriva da mu-slim = l’uomo dell’Islam, ovvero il sottomesso. E via sfruttando.
Ed ora che vi ho illuminati con la mia SUperiore conoscenza, vi saluto, augurando una bella giornata a tutti quelli di buona razionalita’!

RobertoV

Credere in qualche cosa sarà anche naturale, ma non lo è in qualche cosa di organizzato. Come possiamo vedere anche in altri campi ci sono sempre persone che sfruttano le debolezze degli altri a proprio vantaggio. Così il potere si è sempre legato strettamente o addirittura identificato in una religione organizzata da lui per poter meglio comandare ai suoi sudditi e giustificare il suo operato. Ovviamente è più facile comandare e far sopportare guerre, difficoltà e povertà se si ha il favore degli dei o si è un dio stesso. Ed allo stesso tempo le religioni organizzate hanno potuto utilizzare il potere per diffondersi, imporsi, conservarsi ed arricchirsi. Altrimenti avremmo una miriade di credi e modi di pensare differenti e che si evolvono nel tempo e non l’unificazione sotto alcuni credi dominanti e codificati. Oggi con molta fatica nei paesi evoluti e democratici si sta diffondendo la possibilità di scegliere e quindi è offerta una opportunità mai successa prima (se non nella preistoria lontana, ma con differenti livelli cognitivi). Però, siamo ancora in un transitorio, non a regime e le religioni organizzate stanno sfruttando ancora i vantaggi storici ottenuti in un’epoca liberticida.
Riguardo all’importanza della cultura vorrei fare la considerazione che la chiesa cattolica storicamente si è sempre opposta finchè ha potuto all’istruzione per tutti proprio con la giustificazione che un popolo istruito sarebbe stato meno controllabile e che solo dopo che non ha più potuto opporsi ha cercato di controllarla, in modo da controllarne l’indottrinamento ed evitare che le persone potessero arrivare in contatto con idee critiche ed uscire dall’ambito cattolico. E direi che anche molte delle religioni organizzate dominanti si sono comportate o si comportano ancora in questo modo.

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