Discriminazioni infantili per chi non si avvale dell’Irc. L’Uaar scrive all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Oggi, 20 novembre, è la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. All’interno della scuola pubblica, riaperta in presenza da oltre due mesi, vanno ancora quotidianamente in scena discriminazioni infantili su base religiosa. I diritti all’istruzione e alla libertà di coscienza di chi non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) sono diffusamente calpestati, come ci segnalano genitori, docenti e studenti ai cui l’Uaar dà supporto con il progetto Ora Alternativa e a tutela dei quali ha ottenuto straordinarie vittorie legali contro il Ministero dell’Istruzione (si vedano l’ordinanza del Tribunale di Padova del 2010 e la sentenza Tar Lazio del 2020). Persistono enormi ritardi nell’attivazione dell’ora alternativa e si verificano ancora casi di “smistamento” di scolari in spazi inadatti o addirittura di permanenza nella stessa aula dove si svolge l’Irc, con inaccettabile imposizione di un insegnamento dottrinale a chi ha disposto di non subirlo. Per queste ragioni l’Uaar ha scritto all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, chiedendo interventi diretti contro le scuole inadempienti e l’istituzione di un osservatorio sull’ora alternativa in modo da prevenire le discriminazioni infantili che colpiscono i non avvalentisi.

All’att.ne dell’Autorità garante per l’infanzia el’adolescenza Carla Garlatti
via di Villa Ruffo, 6 – 00196 Roma

Oggetto: Garantire diritti all’istruzione, alla libertà di coscienza e alla salute a chi non frequenta l’insegnamento della religione cattolica

L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti APS (Uaar Aps), associazione di promozione sociale iscritta nel Registro nazionale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali al n.141, difende i diritti delle famiglie e degli studenti che optano per non avvalersi dell’Insegnamento della Religione Cattolica (Irc) e da sempre si batte affinché siano ad essi garantiti i diritti all’istruzione e alla libertà di coscienza.

La normativa è chiara: non deve essere messa in atto alcuna forma di discriminazione tra chi sceglie il non obbligatorio Irc e chi sceglie di non avvalersene. Di conseguenza fin dal primo giorno di lezione a tutti gli studenti che hanno detto no all’Irc optando per la permanenza nella scuola deve essere garantito un insegnante, un’attività didattica alternativa e uno spazio sicuro dal punto di vista sanitario.

Eppure ancora oggi, Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nonostante siano trascorsi più di due mesi dall’apertura delle scuole i diritti all’istruzione e alla libertà di coscienza di chi non si avvale dell’Irc non sono garantiti, come ci viene testimoniato da genitori, docenti e studenti, ai quali forniamo costantemente supporto per difendere i propri diritti. I già inaccettabili ritardi nell’attivazione dei programmi alternativi non sono stati colmati e si verificano ancora casi di “smistamento” degli scolari in spazi inadatti o di permanenza nella stessa aula dove si svolge l’Irc, con conseguente imposizione di un insegnamento dottrinale a chi ha disposto di non subirlo.

L’inadeguatezza dell’Italia nel garantire i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nella scuola pubblica a chi rifiuta l’Irc è documentata anche dai rapporti del Comitato sui diritti dell’infanzia. Nelle osservazioni conclusive 2003 relative al nostro paese il Comitato rileva che “i bambini, soprattutto nelle scuole elementari, [possono] essere emarginati se si astengono dall’insegnamento religioso, incentrato essenzialmente sulla confessione cattolica”. Nelle osservazioni 2011 esprime preoccupazione “poiché la libertà dei minorenni di ricevere o meno l’insegnamento della religione nella scuola materna, primaria e secondaria può essere compromessa, nella pratica, dalla mancanza di valide materie alternative e dall’assenza di informazioni”.

Le diffuse discriminazioni infantili che colpiscono i non avvalentisi richiedono un intervento. Per questo ci rivolgiamo a Lei, affinché si attivi direttamente contro le scuole inadempienti e promuova l’istituzione di un osservatorio sull’ora alternativa in modo da prevenire il ripetersi di comportamenti inaccettabili in particolare all’interno della scuola pubblica. L’Uaar Aps è pienamente disponibile a collaborare, nell’interesse della laicità della scuola e dei diritti degli studenti e delle loro famiglie.

Roma, 20 novembre 2021

Roberto Grendene
Segretario nazionale Uaar Aps

 

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2 commenti

Diocleziano

Non è semplicemente una questione ideologica – che sarebbe già sufficiente a giustificare
la reazione a certe mascalzonate – è che qui si tratta di salvaguardare la sanità psichica
dei minori. Manipolare pesantemente l’intelligenza dei bambini con una miriade di credenze
assurde deve essere considerato reato e non concesso all’interno della scuola pubblica.
Per uno stipendio si fa questo e altro, ma almeno lo facciano negli oratori, magari a carico
della chiesa. Aspetto sempre che gli esperti dell’infanzia dicano qualcosa in proposito.

KM

Forse non sono l’esperto che tu richiedi. Ma con 32-33 anni d’insegnamento + il ‘college’, penso di capirci qualcosina riguardo all’insegnamento e all’infanzia.
Prima di tutto, per insegnamento dobbiamo intendere tutte quelle strategie volte allo sviluppo cognitivo-intellettuale-psicologico degli allievi. L’insegnante deve far si che gli studenti imparino per prima cosa ad imparare (learn how to learn); riconosca che tipo di studenti sono e qual’e’ lo ‘stile’ piu’ consono al loro apprendimento (uditivo, visivo, fisico, verbale, logico-matematico…. ) Chiaramente tutti impariamo meglio usando metodi diversi al tempo stesso, ma ognuno ha delle preferenze, delle inclinazioni verso un determinato stile. Inoltre, si deve tenere conto delle varie fasi dello sviluppo cognitivo del bambino. Secondo Piaget, il bambino parte da uno stadio senso-motorio per poi arrivare (intorno all’adolescenza) ad uno stadio operatorio-formale. In parole povere, dal movimento, al concreto, all’astratto.
E cosa c’e’ di piu’ astratto (astruso) delle assurdita’ religiose. Ergo, cercare di inculcare nelle menti dei bambini pre-adolescenziali astrusita’ tipo la partenogenesi, il sacrificio di sangue per lavare i peccati del mondo, la resurrezione e i vari dogmi, e’ deleterio se non addirittura criminale.
A questo punto vale la pena di notare che fino al 1984 esisteva il reato di plagio psicologico, che fu poi ritenuto anticostituzionale.
Tutti i numerosi tentativi di reintroduzione del reato sono stati oggetti di pesanti interferenze ed opposizioni da parte del mondo religioso, soprattutto cattolico, riguardo ai “rischi che tale norma comporterebbe in materia di libertà religiosa.”
Chi ha orecchie per intendere, intenda!
Ave, mio Imperatore.

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