Un 2022 più laico e civile: insieme possiamo. Gli auguri del segretario dell’Uaar.

L’impegno dell’Uaar per la laicità e i diritti è stato intenso anche nel 2021, nonostante i tempi difficili scanditi dall’epidemia di coronavirus. Con questa lettera, inviata ai nostri soci ma rivolta in generale a tutti i sostenitori e i simpatizzanti dell’Uaar, il segretario nazionale Roberto Grendene ripercorre un anno di iniziative dell’associazione. Nella speranza di un futuro migliore, per un paese più laico e civile. Anche grazie alla vostra iscrizione e al vostro sostegno.


Cara socia, caro socio,

manca poco al termine del 2021, un anno difficile perché oltre alla pandemia questo paese continua a essere afflitto da un asfissiante clericalismo istituzionale. L’Uaar lo ha descritto settimana per settimana e una sintesi si può trovare partecipando al sondaggio Un anno di clericalate. Vota la peggiore. Fino a mezzanotte di oggi è possibile scegliere il più indecente tra 51 atti contro la laicità compiuti nell’arco dell’anno da politici, funzionari pubblici e rappresentanti istituzionali. E sono solo una piccola parte di quelli che ogni giorno l’Uaar documenta e contro i quali si batte.

Il 2021 è stato un altro anno in cui noi dell’Uaar ci siamo impegnati concretamente per rendere l’Italia laica e civile. Abbiamo iniziato celebrando il pensiero scientifico con i Darwin Day. A ruota abbiamo lanciato la campagna “Aborto farmacologico. Una conquista da difendere”, che ha raggiunto 79 città italiane e trovato ampio spazio sulla stampa nazionale e locale. Abbiamo diffuso più messaggi: che l’aborto è un diritto, che la pillola Ru486 è una scoperta scientifica rivoluzionaria per la salute della donna, che l’interruzione volontaria della gravidanza non è affatto sempre e per forza vissuta come sofferenza. E che soprattutto non deve essere fatta vivere con sofferenza sia tramite la piaga clericale degli obiettori di coscienza sia tramite un condizionamento sociale moralista e paternalistico che non ammette la possibilità di abortire senza pentimento e senza eterno tormento.

Abbiamo denunciato le corsie preferenziali assegnate alle confessioni religiose anche per quanto riguarda la gestione dell’emergenza sanitaria. Siamo il paese che impone stringenti misure per riunioni nei luoghi della cultura, dell’associazionismo e della socialità, ma che affida alla “divina provvidenza” la supervisione dei raduni al chiuso se si tratta di funzioni religiose. Abbiamo rintracciato e diffuso le emblematiche dichiarazioni del sottosegretario alla Salute Costa di pochi giorni fa: è tutto frutto del “dialogo con il Vaticano” e del fatto che la Repubblica deve tener conto “di quelle che sono le relazioni, di quelle che sono le indicazioni” di tale regime monarchico e maschilista.

E le indicazioni del Vaticano su come Parlamento e Governo devono muoversi sono venute alla luce nella loro grottesca (ma finora efficientissima) modalità d’azione con la famigerata nota della Santa sede sul ddl Zan. Se i senatori hanno gridato sguaiatamente in Aula quando il ddl è stato affossato, per l’Uaar è stata l’occasione per far emergere il primo dei suoi obiettivi: abolire il Concordato. Lo abbiamo fatto con gli striscioni portati dai nostri attivisti ai Pride e lo abbiamo fatto a Roma, per il XX Settembre, con un flash mob e un video per ricordare come l’Italia ha imboccato la strada verso la democrazia, i diritti e le libertà sopprimendo il potere temporale della Chiesa. Una strada che 151 anni dopo la Presa di Roma non è purtroppo ancora sgombra.

Sono orgoglioso di quanto l’Uaar ha fatto in questo anno difficile. Grazie al ricorso che abbiamo patrocinato le Sezioni unite della Corte di Cassazione hanno stabilito che «l’esposizione autoritativa del crocifisso nelle aule scolastiche non è compatibile con il principio supremo di laicità dello Stato. L’obbligo di esporre il crocifisso è espressione di una scelta confessionale. La religione cattolica costituiva un fattore di unità della nazione per il fascismo; ma nella democrazia costituzionale l’identificazione dello Stato con una religione non è più consentita». Grazie al nostro impegno l’insegnante Franco Coppoli, nostro socio, ha vinto il ricorso ed è stata annullata la pesante sanzione che gli era stata inflitta. Con questa ennesima vittoria legale l’Uaar ha fatto in modo che venissero sconfessati (è proprio il caso di dirlo) sia il Consiglio di Stato, che nel 2006 aveva in maniera surreale definito il crocifisso “simbolo di laicità”, sia sindaci, politici e amministratori che pretendono di imporre un simbolo e un’identità confessionale a tutti, e in particolare a studenti e insegnanti nella scuola pubblica.

Un’altra iniziativa di cui andare orgogliosi come Uaar è il quotidiano supporto a genitori e alunni che vengono vessati perché dicono no all’insegnamento della religione cattolica. Quest’anno abbiamo fatto uno sforzo eccezionale, investendo oltre 60.000 euro: da settembre migliaia di ragazzi e ragazze dell’ora alternativa si dedicano alla robotica educativa grazie a 180 kit “Lego Spike” donati dalla nostra associazione ai 70 istituti in tutta Italia che ne hanno fatto domanda rispondendo al nostro bando (oltre 100 scuole medie da Palermo a Trento, da Bari a Cuneo). Un regalo per la scuola pubblica laica, che è un passo verso il regalo più grande per tutti: abolire il dottrinale insegnamento della religione cattolica, impartito «in conformità della dottrina della Chiesa» da docenti scelti dal vescovo e pagati dallo Stato. Lo stabilisce il Concordato, tanto per ricordare quanto sia necessario superarlo.

Grazie alle proprie attiviste e ai propri attivisti l’Uaar ha realizzato queste e tantissime altre iniziative nel corso del 2021. Siamo stati la principale associazione non specificamente Lgbt a partecipare e sostenere i Pride. Abbiamo assegnato sette premi di laurea intervistando online le vincitrici e i vincitori. La nostra rivista Nessun Dogma è uscita per il secondo anno con sei splendidi numeri. Abbiamo pubblicato gli atti del convegno 30 anni di laicità dello stato: fu vera gloria?. Abbiamo organizzato il convegno nazionale “Aborto – una libertà da difendere verso nuove frontiere”. Alla Mostra del cinema di Venezia abbiamo consegnato il Premio Brian nelle mani della regista Audrey Diwan per il film L’événement prima che conquistasse anche il Leone d’Oro. Abbiamo lanciato la campagna “Che fine hanno fatto le nostre DAT?” per denunciare le inadempienze degli uffici di stato civile che mettono a rischio l’accesso al testamento biologico anche se già depositato. Abbiamo lanciato la piattaforma sbattezzati.it per registrare la propria apostasia rispettando la normativa sulla privacy e che non a caso ha registrato un boom di adesioni quando a giugno è stata diffusa la nota della Santa sede sul ddl Zan. In due corsi che si sono dovuti tenere interamente online, abbiamo formato 37 nuovi celebranti laico-umanisti, figure che sul territorio, nel contesto della rete del progetto Cerimonie Uniche, potranno offrire un servizio sempre più richiesto per le persone e le famiglie non credenti. Il 2021 è stato anche il primo anno in cui le scelte per la Chiesa nell’8×1000 sono scese sotto il 30%: parte del merito va anche alla campagna informativa Occhiopermille che l’Uaar promuove da anni. Chiudo questo non certo esaustivo elenco sottolineando il decisivo ruolo che rivestono i circoli Uaar diffusi in tutta Italia: un punto di riferimento a livello territoriale per aggregare soci e sostenitori, per monitorare i diffusi atti antilaici compiuti a due passi da casa nostra e per difendere i diritti civili laici comune per comune.

Grazie al sostegno di persone come te abbiamo potuto fare molto e come sempre porteremo avanti il lavoro quotidiano per rendere laico e civile il nostro paese anche nel 2022. In questo 2021 che sta per concludersi già in tanti hanno rinnovato l’iscrizione all’Uaar o hanno deciso di tesserarsi per la prima volta per l’anno 2022. A loro, a tutti gli attivisti e sostenitori dell’Uaar va il mio particolare ringraziamento a nome dell’Associazione.

Con i migliori auguri per un sereno, laico e civile 2022.

Roberto Grendene
Segretario Uaar

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