Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.
La clericalata della settimana è del sottosegretario di Stato al Ministero della Salute Andrea Costa che
ha affermato durante il programma radio Un giorno da pecora che la scelta di non richiedere il green pass per l’accesso in chiesa è «politica, ma anche frutto di dialogo con il Vaticano, quindi dobbiamo tener conto di quelle che sono le relazioni, di quelle che sono le indicazioni».
A seguire gli altri episodi raccolti nelle scorse due settimane.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il messaggio di fine anno, ha elogiato la scienza e coloro che in essa ripongono fiducia. Ma ha immancabilmente ringraziato papa Francesco per «la forza del suo magistero».
La Giunta Capitolina del neosindaco Roberto Gualtieri ha rinnovato il protocollo d’intesa biennale con il Vicariato di Roma per donare le monetine gettate nella Fontana di Trevi alla Caritas. Lo schema di accordo che conferma l’elargizione a fini di solidarietà di quel denaro all’ente cattolico è stato stilato dal Dipartimento Politiche sociali.
Il mancato allestimento del presepe presso l’Istituto tecnico “Fossati Da Passano” della Spezia, comunicato dalla dirigenza scolastica per garantire rispetto verso i non cattolici, ha scatenato l’indignazione di diversi politici clericali. Il consigliere comunale del Gruppo Cambiamo Oscar Teja si è detto «offeso da cattolico» per la «logica laicista e del politically correct». Il consigliere della Regione Liguria per Fratelli d’Italia Sauro Manucci d’altronde non attende come gli anni scorsi un «ravvedimento» della dirigente scolastica: «quest’anno voglio intervenire tempestivamente per dichiarare la mia contrarietà». Perché si tratterebbe di «un grave attacco alle nostre tradizioni, il nascondersi dietro al politically correct è triste e lascia un profondo amaro in bocca». Il consigliere regionale Gianfranco Medusei (Lega) si è premurato addirittura di segnalare l’episodio al direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, perché «si nega una tradizione che rappresenta la nostra stessa identità e le radici della nostra cultura. Chiunque viva nella nostra Nazione deve rispettare e accettare le nostre regole e tradizioni», ammonisce.
Il Comune di Borgosesia (VC) ha assegnato 8 mila euro per il 2022 a favore di ristrutturazione e restauro di chiese e luoghi di culto, come oneri di urbanizzazione secondaria.
La Polizia locale del Reno Galliera, che riunisce diversi comuni del bolognese, in una piazza di San Pietro in Casale la lettura del messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della pace.
La Asl Roma 6 ha fatto celebrare dal vescovo di Albano Vincenzo Viva una messa presso l’Ospedale dei Castelli, alla presenza degli operatori sanitari e del commissario straordinario Narciso Mostarda.
L’Istituto superiore “Parentucelli-Arzelà” di Sarzana (SP) ha rilanciato sui social l’invito a partecipare a una messa prenatalizia, rivolto dai docenti di religione «a tutti i ragazzi, gli insegnanti ed il personale della nostra scuola».
La redazione
“… il sottosegretario Andrea Costa ha affermato, durante il programma radio UN GIORNO DA PECORA, che la scelta di non richiedere il green pass per l’accesso in chiesa è «politica, ma anche frutto di dialogo con il Vaticano, quindi dobbiamo tener conto di quelle che sono le relazioni, di quelle che sono le indicazioni»…”
Giorno da pecora… seguire le indicazioni… cos’altro di più? Cioè, di meno…
Da quanto ne so io, la maggioranza delle chiese italiane sono materia della Cei e non del Vaticano. Ma sarò io a non capire certe dinamiche.
La morale è: se sei sufficientemente potente puoi contrattare ed evitare le regole valide per gli altri ed i nostri politici si fanno in quattro per soddisfare un potente come la chiesa cattolica. In effetti si può notare che le regole non sono fatte sulla base del rischio equivalente.
E’ interessante notare che se visiti una chiesa con ingresso a pagamento devi mostrare il green pass per entrare, mentre se ci vai per una messa non ne hai bisogno. Quale sarebbe la differenza? Le considerazioni di Costa sugli ampi spazi valgono in entrambi i casi. Forse che sanno che a messa ci vanno in quattro gatti e che se mettessero il green pass avrebbero ancora meno fedeli? Però a messa anche in pochi ci sono dei passaggi a rischio.
A me risulta anche che parecchie chiese italiane siano di proprietà dei comuni, ma con libero utilizzo per la chiesa italiana. Quindi il proprietario dovrebbe richiedere le stesse regole che richiede per altre sue strutture.
“Chiunque viva nella nostra Nazione deve rispettare e accettare le nostre regole e tradizioni”.
Ma l’amico Medusei non vuole capire che le regole sono una cosa, le tradizioni un’altra: le prime vanno rigorosamente rispettate (salvo cercare di cambiarle per via democratica se ritenute non più valide), mentre il rispetto delle seconde è un optional che riguarda le scelte e le preferenze individuali?
E comunque, vista l’ignoranza diffusa tra giovani e meno giovani, se a scuola si pensasse un po’ di più a insegnare seriamente le materie di studio invece che a difendere le tradizioni e amenità varie, forse sarebbe meglio per tutti.
Quindi a fine anno, cotechino e lenticchie obbligatori per ebrei e musulmani.
Venerdi pesce e sabato trippa un “must” per i vegani.
Segno della croce inderogabile per gli atei e gli agnostici.
E pagamento delle tasse per il vaticano!
Le tradizioni sono legate ad abitudini che si evolvono nel tempo e lasciate alla libertà dei singoli. Se diventano obbligatorie, non sono più tradizioni , ma regole imposte e controllate. Ed è così che è andato in passato con le regole religiose imposte ad un popolo con la religione di stato. Questa gente continua a ragionare nei termini liberticidi della religione di stato e della polizia religiosa.
KM
Veramente è tradizione che la Chiesa non paghi le tasse. Il pagamento delle tasse da parte del Vaticano sarebbe una inaccettabile pretesa laicista che non vuole rispettare le “nostre tradizioni”.
Il comune di Roma paga al Vaticano e alle parrocchie (più altri edifici confessionali) le bollette della raccota dei rifiuti, dell’acqua e abbona le solite tasse locali, che vale per quasi tutti i comuni. Le monetine della fontana di Trevi avrebbero potuto rimpinguare le asfittiche casse comunali. Si vergogni il sindaco.
“Il culto della tradizione” è la prima caratteristica dell’ur-fascismo secondo Umberto Eco. (da: “il fascismo eterno”)
Trovo particolarmente grave e fastidiosa la boutade clericale di Mattarella in quello che è stato il suo ultimo discorso di fine anno: proprio perché era l’ultimo, poteva risparmiarsela. Così come a maggior ragione poteva risparmiarsi tutte le altre, che il presidente della Repubblica non ha bisogno di campagne elettorali, ma tant’è. Il suo cervello è troppo pregno del concetto religioso=brava persona, che in Italia equivale a cattolico=persona a posto, il che è tutto dire…
In questi giorni, in cui si parla tanto di Quirinale, ho notato che sul culmine della torretta
sulla quale sventolano le bandiere dell’Italia, dell’Europa e quella presidenziale, fa brutta
mostra di sé una croce: che ci azzecca? E poi parliamo di laicità dello stato…
Non avevo notato; ma direi che ci azzecca tanto quanto parlare di laicità in Italia, evidentemente, nel paese dove il simbolo della stessa è un cadavere sanguinolento appeso a uno strumento di tortura degli antichi Romani…