Come ampiamente previsto, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente. Vescovi e reazionari stanno brindando, Bergoglio e politici clericali ridono sotto i baffi. L’Uaar, che non ha aderito al comitato referendario, ricorda ciò che è ovvio: così come per aborto, divorzio, unioni civili e testamento biologico è servita una legge, anche per l’eutanasia legale serve una legge. Che tuteli le persone che la chiedono e il personale del SSN che le vuole aiutare.
Il Comitato di coordinamento Uaar
Lasciare che sia la società civile a decidere è un’utopia: sanno benissimo che la maggioranza
avrebbe deciso per il ‘sì’. Quindi dobbiamo subire il volere di un bugiardo che si spaccia come
rappresentante di un feticcio invisibile. Nel migliore dei peggiori casi dovremo sopportare
che a decidere sia una classe politica condizionata.
Senza vergogna: la motivazione sarebbe che è una legge che non tutela… la vita!
Ma hanno capito di cosa si tratta?
Non concepiscono che debba essere una legge per tutelare la morte. O più probabilmente, non capiscono come lucrarci sopra.
O quasi sicuramente, capiscono che NON POSSONO lucrarci sopra, per lapalissiani conflitti di interessi.
Capiscono che di certo non potranno lucrare su un morto.
Fin che c’è vita c’è speranza… di lucrare!
Certo che possono lucrare con un morto, lo fanno sempre coi funerali. È che possono farlo solo una volta per cadavere (sanguinolento). Mentre con la persona terminale e vegetativa imputridentesi le possibilità si moltiplicano, tra assistenza eccetera. Ma più che altro, i gonnelloni e relativi clericalisti sono contrariati e tengono il broncio perché con la legge sull’eutanasia la gente può decidere quando morire in autonomia, e non quando dicono loro, poverini. Mica si vorrebbe fargli uno sgarbo del genere, no?
Di inamissibili ci sono questi giudici bacia-anello. Avrei solo brutte parole per loro, anche per la pessima figura che ci hanno fatto fare nella comunità internazionale e quindi non dico altro.
Per certe persone la presunta “tutela della vita” passa attraverso la difesa del diritto di tortura e di controllo degli altri nella parte finale della loro vita. Per fortuna che dicevano che non ci può essere accanimento terapeutico: ma non è accanimento il fatto di tenere in vita delle persone in condizioni così compromesse da rendergliela invivibile e non più sopportabile da loro? Ed il tutto per difendere un concetto idealizzato di vita scollegato dalla realtà delle cose.
In più pensando che i politici, come già altre volte coi referendum, potevano aggirare l’esito del referendum con una legge ad hoc. Temevano di dover fare una legge sotto la pressione del voto popolare ed allora meglio nascondere la realtà per fare una legge gradita agli equilibri politici ed al Vaticano. Certo che fa specie vedere quelli che parlano sempre di volere del popolo e di democrazia violata se il popolo non può votare esultare per aver impedito al popolo di esprimersi.
Hanno lavorato bene piazzando un altro uomo del Vaticano come Amato nelle istituzioni italiane.
110/110 e lode. Ai clericali. Sono stati bravissimi. Pur essendo una minoranza nel paese sono riusciti a diventare maggioranza nel parlamento, nella magistratura e in tutte le istituzioni che contano. Complimenti! E complimenti prima di tutti a Ruini, che, subito dopo la caduta del muro di Berlino, autorizzò la fine dell’unità politica dei cattolici, invitandoli a infiltrarsi come un cancro in tutti i partiti, ferma restando la comune difesa dei loro presunti valori. Magari anche noi laici fossimo altrettanto bravi!
La bocciatura della Consulta era prevedibilissima, non c’era nessuna chance sia per il referendum sull’eutanasia che per quello sulla cannabis. E purtroppo i giudici hanno pienamente ragione: il primo non riguarda l’eutanasia e il secondo non riguarda la cannabis.
Depenalizzare l’omicidio del consenziente, cioè quello che si proponeva il referendum, non introduce l’eutanasia ma introduce una incoerenza legislativa che avrebbe potuto portare ad abusi di ogni tipo sulla pelle dei più deboli. Perché l’eutanasia possa finalmente essere un diritto riconosciuto ci vuole una legge che fissi le condizioni in presenza delle quali non si può essere perseguiti per un reato tra quelli di cui agli artt. 579 e 580 del codice penale. Non è una cosa che si può fare con un referendum per il semplice motivo che i referendum, anche quando fossero scritti bene (e non è questo il caso) possono solo abrogare leggi o parti di leggi. Non possono aggiungere nulla. E in questo caso occorre appunto aggiungere, non si può andare solo di cesoie.
Certo che ci vuole una legge, ma per farla ci vuole una approfondita e competente discussione e la volontà politica di farla. Purtroppo entrambe mancano alla classe politica e culturale vedendo che di tale legge si parla da anni, senza fare niente di serio.
Il referendum poteva essere una occasione per smuovere le acque sulla base di un voto popolare: li avrebbe obbligati a farla senza potersi nascondere dietro ai giochi politici clericali.
In realtà proprio adesso c’è una proposta di legge in materia in discussione in parlamento, la base della quale è la proposta di iniziativa popolare per la quale raccogliemmo le firme quasi un decennio fa insieme a Coscioni e altri.
Ma al di là di ciò, un referendum non può smuovere le acque instaurando una situazione pericolosa. Perché sarebbe stato questo il risultato. Noi questi problemi li avevamo già evidenziati a suo tempo e per questo non abbiamo aderito al comitato promotore. La Consulta si è espressa esattamente come avevamo previsto che si esprimesse, non c’erano altre possibilità. Alla fine adesso i detrattori dell’eutanasia sono un po’ più forti di prima perché hanno come ulteriore argomento la sonora bocciatura della Consulta. Speriamo che l’iter parlamentare non venga compromesso a causa di questa audace iniziativa.
Stesso discorso per la cannabis: era già chiaro a una lettura attenta del quesito referendario che si sarebbe finiti per legalizzare anche la coltivazione di piante dalle quali si estraggono droghe pesanti, non solo la cannabis. La sola differenza è che in quel caso non avremmo aderito lo stesso, anche quando il quesito fosse stato accettabile, perché l’argomento non rientra tra gli scopi dell’Uaar. A titolo personale però avrei firmato se il referendum fosse stato veramente per la legalizzazione della sola cannabis: non è così e per questo non ho firmato.
Insomma, anche se l’obbiettivo è giusto ci sono modi giusti per perseguirlo e modi sbagliati. Il referendum era il modo sbagliato.
Non seguo questa facenda da vicino ( ovviamente ) però sono d’ accordo con Lei . Una cosa di tale portata non puo essere decisa sulla base di un referendum popolare Cosi come un referendum sulla pena di morte per esempio . Ma come lo scrive anche Roberto V, alla classe politica in Italia mancano competenza e volontà politica di fare questa legge…Magari guardando a come hanno fatto in paesi come il Belgio …
Forse il problema è la gerontocrazia che ci governa: Mattarella, Amato, Draghi,
il pretendente al trono Berlusconi… tutta gente che ragiona con tre generazioni di ritardo.
Non meravigliamoci se poi hanno priorità da oratorio.
La Meloni è relativamente giovane ed anche Salvini non ha ancora 50 anni eppure, mi sembrano ancora peggiori. Una che non perde occasione di parlare di volontà del popolo, ma che esulta per aver impedito al popolo di esprimersi.
Capisco che il tema “eutanasia” sia difficile da normare, ma avrei voluto vedere una maggiore “passione” dell’UAAR su questa battaglia. Un referendum non era certo lo “strumento” ottimale, ma meglio forse questo … che nulla! L’interesse di molti nel “prolungare le sofferenze” è una questione economica rilevantissima (si pensi ad es. ai numerosissimi istituti … spesso religiosi). La sofferenza, l’ignoranza, la povertà, la schiavitù, la fede, sono la “linfa vitale” del potere.
L’Uaar la passione su queste battaglie l’ha sempre messa. Per la proposta di legge di iniziativa popolare abbiamo raccolto una buona fetta delle firme necessarie a suo tempo. Ma l’Uaar vuole anche essere un’associazione seria: il refrendum non era meglio che nulla, era pericoloso e noi non giochiamo con la vita delle persone per meri calcoli politici. Certo, avremmo avuto molto più consenso se avessimo aderito anche al referendum, ma avremmo anche avuto la coscienza un po’ più sporca.
Da notare che milioni di persone vivono dalla malattia o malessere degli altri: medici generalisti e specialisti, la struttura ospedaliera pubblica e privata, senza ovviamente dimenticare la parte del leone, che non fa altro che aumentare esponenzialmente… quella dell’industria farmaceutica !
Certi “di cattiva fede” potrebbero affermare che in questo sistema, nessuno (o quasi) ha interesse a che la gente rimanga in buona salute …
NB -Pochi sanno che un malato di cancro può portare dai 120.000 ai 160.000€ (anche di più in alcuni casi) ai venditori di farmaci e cure specifiche!
Sorprende anche notare che in Francia (ma non solo) il bilancio sanitario riguarda più del 95% delle cure, ma che -molto stranamente- solo dal 3 al 4% è destinato alla prevenzione !
La prevenzione costa molto meno delle cure, contribuisce a ridurre i rischi, ma non li elimina. Inoltre non può che essere su base volontaria, il che implica che molti non osservano le regole, ma poi pretendono le cure a carico del sistema sanitario nazionale. Per esempio l’obesità non è certo un problema causato dalle industrie farmaceutiche, ma dal benessere e, se mai, da altre industrie ed interessi. E non mi sembra che alcol e tabacco siano addebitabili alle industrie farmaceutiche ed il loro consumo è sceso notevolmente nell’ultimo secolo, proprio per la prevenzione.
Inoltre se la popolazione diventa sempre più vecchia diventa anche inevitabile che i costi per le cure siano elevati: per quanto uno possa fare prevenzione ed una vita sana può solo ridurre e rallentare il degrado fisico. I guadagni maggiori le industrie farmaceutiche li fanno con le cure contro il cancro che sono legate all’età. Quindi per danneggiare le odiate industrie farmaceutiche e risparmiare facciamo morire prima le persone?
@RobertoV
E paradossalmente la bocciatura della cannabis aiuta la prevenzione.
Perche’ non penserete che si possa fare impunemente uso prolungato di una sostanza psicotropa senza riportarne danni al cervello,come ribadito da parecchi articoli di ricercatori apparsi su “Le Scienze ” ?
Per quanto,visto l’andazzo,per molti senza dubbio il cervello e’ l’organo dove eventuali danni si noterebbero di meno.
Praticamente è l’applicazione della ‘obsolescenza programmata’ agli esseri umani.
…. I guadagni maggiori le industrie farmaceutiche li fanno con le cure contro il cancro che sono legate all’età. Quindi per danneggiare le odiate industrie farmaceutiche e risparmiare facciamo morire prima le persone?…..
Roberto V
Non ho mai affermato, ne immaginato che le cure farmaceutiche (premesso siano efficaci!) debbano essere diminuite o eliminate ! Ma evidenziato costi di certe cure prettamente astronomici ma anche -sovente assolutamente ingiustificati. Cogli la differenza ?
Dei potenti giochi commerciali tendono a dirottare i fini dell’impresa medica. I laboratori farmaceutici, che per definizione antepongono i propri interessi alla salute dei pazienti, hanno contribuito, attraverso un marketing molto abile, a suscitare una vera e propria frenesia di sovradiagnosi, iperprevenzione, iperprescrizione e ipermedicalizzazione !!!
Questo comportamento mette in serie difficoltà economiche, o fallimentari le casse assistenziali della salute di certi paesi dell’UE (il Belgio in primis !), ma non solamente…
Solo ingenui, o mal intenzionati possono negare questa agghiacciante più che inumana realtà……
NB -La ricerca dell’interesse personale (salvo casi patologici) supera qualsiasi altra passione, ideologia o convinzione umana. E questo è altrettanto valido sia per atei, agnostici che credenti….
Prima ti lamenti che si spende poco per la prevenzione e dopo ti lamenti dei costi per l’iperprevenzione. Qualcosa non torna.
Non so come sia in Belgio o nel campo neurologico, ma qui in Lombardia di eccessive diagnosi, prescrizioni e cure non ne vedo. Anzi, esattamente l’opposto, proprio per risparmiare si tagliano molti controlli e cure, molti medicinali non vengono prescritti o mancano, obbligando le persone ad andare sul privato o addirittura all’estero, cosa possibile solo per chi ha soldi.
Credi veramente che se non girassero tanti soldi ed interessi nella sanità avremmo prodotti e cure migliori? Chi lo crede non ha nessuna idea delle logiche di impresa e dei costi della ricerca. I costi della sanità come quelli per le pensioni sono elevati perchè abbiamo una popolazione anziana ed un’elevata attesa di vita.
Roberto V
Da come rispondi suppongo che approvi i metodi (che considero inumani, per non dire esecrabili !) e decisioni unilaterali sovente non discutibili delle Big Pharma ? O forse hai figli o famigliari che lavorano nell’industria farmaceutica ?
Un solo esempio di come si comporta questa « brava gente » : verso la scadenza del brevetto di certi medicinali, che di solito oltrepassa 10 anni con possibilità di un prolungamento al massimo di 5 anni supplementari, e che passa quindi da uno statuto di « specifico » a quello di « generico » che quindi puo’ comodamente essere copiato, sai cosa fanno sovente le Big Pharma ? Modificano di una « virgola » il contenuto, cambiano la definizione scritta sulla scatola, lo brevettano per altri 10 anni e lo rimettono sul mercato come una nuova specialità ! Ma va aggiunto che certi di questi medicinali sono –dopo la « magica » o pretesa trasformazione- rivenduti sul mercato col prezzo iniziale aumentato a secondo dei casi e interessi, da 3 a 120 volte !!!
Alcuni paesi in quanto tali non vietano le pratiche di sfruttamento sotto forma di prezzi eccessivi. Questo approccio è stato recentemente giustificato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, affermando che “il semplice fatto di possedere il potere di monopolio e allo stesso tempo di applicare prezzi di monopolio non è solo lecito, ma è un elemento importante del sistema di libero mercato” !
PS -Sarebbe assurdo immaginare che esiste un nesso tra il debito dell’Italia di circa 30.000mila MILIARDI e (anche se parzialmente) le Big Pharma ?
Errata Corrige : Il debito dell’Italia nel 2021 è di circa 3000 Miliardi di $ pari a circa 2600 Miliardi di € ! Sorry
Mi meraviglio che nessuno abbia notato la pessima scelta dei vocaboli : “Omicidio del consenziente”.
O e’ stata frutto di una astuta manipolazione ?
Perche ‘in questi termini puo’ solo far pensare che l’iniziativa parta da terzi e il diretto interessato dia solo la sua approvazione,magari dopo aver subito chissa quali pressioni.
Sembra escludere la possibilita che sia il malato terminale o comunque ipersofferente a chiedere l’eutanasia , e
che i “terzi” gli forniscano semplicemente l’appoggio.
Ricordo di aver incontrato in passato l’espressione : “Suicidio per interposta persona”,credo che si riferisse allora ad una forma di reato penale,ma comunque sarebbe stato molto piu’ indicato nel referendum.
L’avevo notata e non mi meraviglierei se fosse un parto della Città del Male: da parte loro
è arrivata la “cultura dello scarto”. Agli adoratori di un cadavere piace il genere splatter.
Un po’ enfatico proporrei: ‘liberazione del sofferente’. Che ne dici?
Sul momento me l’ero scordato,ma di solito si usa “suicidio assistito”.
Omicidio del consenziente è il reato codificato nell’articolo 579 cp, il suicidio assistito è una cosa completamente diversa: omicidio significa uccidere qualcun altro, suicidio è l’uccisione di se stessi. L’omicidio del consenziente esiste come reato praticamente ovunque, anche nei paesi che ammettono l’eutanasia come l’Olanda. Ragion di più per rigettare un referendum che avrebbe “solo” eliminato il delitto, non introdotto una forma di eutanasia.
Aggiungo che il suicido assistito è attualmente possibile in virtù della sentenza Cappato con cui la Consulta, che ovviamente a suo tempo non si sentì etichettare come serva dei poteri ecclesiastici, decretò la parziale incostituzionalità dell’art. 580 che codifica invece il reato di aiuto o istigazione al suicidio. Il problema è che fino a quando non si interverrà con una legge ogni caso dovrà essere esaminato da un tribunale per non ravvisarvi un reato; di default l’aiuto al suicidio è reato.
@massimo
Mi sembra che stiamo giocando con le parole : iniettare il veleno nelle vene di chi non puo’ farlo da solo perche’ non puo’ muovere nemmeno un dito,ma che ti ha chiesto di farlo,significa ucciderlo,altro che storie.
Semplicemente NON e’ omicidio, ma suicidio assistito.
Analogamente se qualcuno sta cercando di uccidere te o qualcun altro,e tu lo uccidi con un’arma qualsiasi perche non hai alternative per fermarlo,anche in tal caso si tratta di una uccisione,ma NON di un’omicidio.
Persino la Chiesa,tanto schizzinosa,ammette la “legittima difesa”.
Altrimenti sarebbe difficile giustificare l’acquisto di uno stock di pistole Glock per le guardie svizzere,sotto il pontificato di Wojtyla,che ricevette perfino
in colloquio privato Gaston Glock,il proprietario della ditta.
Chissa se le pistole hanno ricevuto la benedizione prima della consegna.
Io non sto giocando con le parole, semmai il contrario: sto dando loro il significato che hanno nella lingua italiana e soprattutto nel diritto. L’omicidio è l’azione di un umano che uccide un altro umano, non c’è nulla da interpretare e se un umano uccide un altro umano che gli chiede di farlo si tratta sempre di omicidio. Poi possiamo discutere se sia giusto, se sia lecito, se sia un diritto e tutto quello che vuoi ma NON possiamo definirlo un suicidio. A meno che non vogliamo inventare una neolingua.
Per esempio, in Svizzera il suicidio assistito è lecito ma non lo è l’eutanasia attiva. La persona che vuole morire deve ingerire il farmaco in piena autonomia, o comunque compiere l’azione che innesca il processo che porterà alla sua morte. Se quell’azione la compie qualcun altro, per esempio il medico, scatta l’incriminazione per omicidio del consenziente.
Non è che se cominci a dire che Felix è un cane quello poi comincia a fare bau e a rosicchiare gli ossi 😉
‘Res sic stantibus’ ha ragione Maiurana, però i tempi cambiano e, in questo caso
il vocabolario non ci aiuta: sarebbe necessario definire ‘omicidio’ solo quei casi
in cui la vittima non è d’accordo. Quindi anche nel caso di un malfattore che viene ucciso
durante la sua attività può definirsi ‘consenziente’, in quanto implicitamente ha messo
in conto questa eventualità. E qui ha ragione Laverdure.
Ritengo comunque che Amato ha prevaricato il diritto dei cittadini che hanno chiesto il referendum, sta al governo legiferare correttamente anche se la forma era scorretta,
ma il fine era una legge sull’eutanasia, non la tutela della vita.
A meno che il dott. Sottile non avesse in mente una eutanasia dove non muore nessuno…
Giusto per amore di precisazione : non ricordo di aver mai letto di “omicidio
per legittima difesa”,esattamente come non ho mai trovato “stupro consenziente “.
Omicidio e’ sempre stato il termine per indicare una uccisione che per la legge non era giustificata dalle circostanze,come stupro un rapporto sessuale avvenuto senza il consenso del partner.
Laverdure,
tanto per dire come vengano percepite certe definizioni, più dai giornalisti
che non dal pubblico: quante volte l’uccisione di un individuo da parte di delinquenti,
viene definita ‘giustiziato’?
@Diocleziano
Quando l’individuo in questione e’ un pregiudicato con una fedina penale sporca come le fogne di Calcutta,ucciso per un “regolamento di conti”mentre si trovava in liberta grazie alle imperscrutabili motivazioni della nostra Giustizia,direi che paradossalmente il termine “giustiziato” usato dai media calza a pennello.
E’ il risultato che conta,indipendentemente dagli autori.
Con buona pace di Cassazione,Tribunale della liberta e decorrenze di termini.
Non bisogna confondere come viene inteso un termine dal punto di vista semantico e dal punto di vista del diritto. Del semantico ho già detto e mi limito a ribadire che non si possono invertire i termini omicidio e suicidio a piacimento perché hanno significati quasi opposti.
Dal punto di vista del diritto l’omicidio è un reato penale che non comprende tutti i casi di uccisione dell’altro. Laverdure ha fatto l’esempio della legittima difesa che è corretto: l’uccisione di una persona per legittima difesa non è omicidio, ma non lo è perché non classificato come reato dal codice. Ciò non significa che possiamo definirlo suicidio o qualunque altro *cidio e per la stessa ragione non possiamo definire suicidio l’uccisione di una persona solo perché questa ha acconsentito che gli venisse tolta la vita.
Amato, o meglio la corte che presiede, non ha affatto prevaricato un diritto dei cittadini. Quella corte era chiamata a esprimere un giudizio sotto il profilo costituzionale e quello ha fatto. Il risultato non poteva essere diverso, tant’è che noi come Uaar non è che abbiamo semplicemente indovinato l’esito tra “accolto” e “respinto”, la qual cosa ci avrebbe dato almeno il 50% di possibilità di indovinare anche a seguito di estrazione a sorte, ma abbiamo anticipato anche le ragioni per cui non sarebbe stata accolta. E lì le possibilità erano molto diverse. Anche quando una singola persona avrebbe potuto avere un’opinione diversa, in un organo collegiale era molto difficile che si sarebbe potuti andare contro i principi generali del diritto costituzionale. Infatti non è accaduto.
Poi capisco anche che viviamo nel paese in cui un noto presidente del consiglio e capo di partito si permetteva di definire incostituzionale perfino il governo del ribaltone, ma vabbé, quella era politica e qualcuno diceva che la politica è l’arte del possibile 😉