“Reazionari di tutti i paesi, unitevi”. Così la Russia è diventata il faro del fanatismo cristianista e identitario.

A leggere e a sentire le dichiarazioni di Putin e del suo entourage, verrebbe da pensare che l’annichilimento dell’Ucraina non sia l’unico obiettivo che Mosca si prefigge di raggiungere con la sua “operazione speciale”. Anzi, pare addirittura che non sia neppure il più importante. E benché ci voglia un certo esercizio d’astuzia nel negare che siano le città ucraine a trovarsi da settimane sotto un’incessante pioggia di bombe e missili russi, nei discorsi dello zar e dei suoi seguaci la guerra sembra assumere una portata decisamente più ampia, che abbraccia motivazioni identitarie e — abbastanza curiosamente per un paese in cui sino a tre decenni fa vigeva l’aconfessionalismo di Stato — religiose. Nell’era delle identity politics, guerre tradizionali e guerre per il tradizionalismo arrivano a sovrapporsi.

Lo stesso Putin, del resto, non si è affatto astenuto dal citare la Bibbia durante il suo discorso alla nazione tenuto allo stadio Luzniki alcuni giorni fa. Il gesto è apparso a molti immotivato ed innovativo, anche se è perfettamente motivato e tutto fuorché innovativo. I testi sacri si prestano infatti piuttosto bene ad interpretazioni guerrafondaie, e fare una lista esaustiva dei leader politici che hanno battezzato le loro guerre con citazioni bibliche e coraniche è praticamente impossibile. Decisamente singolare è stato invece l’appoggio incondizionato alla guerra offerto dal patriarca ortodosso Kirill. Anche in questo caso, l’innovazione non sta nel fatto che un leader religioso si cimenti in discorsi dalla retorica militarista e guerrafondaia: la storia è piena di esempi del genere. Sono piuttosto le motivazioni a suscitare una certa curiosità: il patriarca, molto vicino al semi-dittatore russo, ha infatti dichiarato che la guerra, a suo parere giusta, è innanzitutto una guerra contro il gay pride e le lobby LGBT. Kirill è infatti convinto che esista una netta distinzione tra il mondo occidentale, piegato al liberalismo e all’ideologia LGBT, e la Russia, che non si piega alla cultura della ‘libertà’, del gay pride, del consumismo e del lusso (come testimoniato dalle sue sobrie vesti in seta intarsiate d’oro e diamanti). Nei fatti, ha riproposto temi e motivi cari alla fazione identitaria e cristianista, che con la Russia di Putin ha intrattenuto legami molto intensi negli ultimi anni.

Dopo lo scoppio della guerra, alcuni leader di questa fazione politica sono corsi ai ripari cancellando dai social network qualsiasi post che manifestasse apprezzamento nei confronti di Putin; altri, che poche settimane prima erano ricevuti cordialmente dallo ‘zar’ a Mosca, si sono chiusi in un silenzio assordante, nel quale le parole ‘Putin’ e ‘Russia’ vengono evitate come la peste; altri ancora, che nella nazione che governano hanno introdotto leggi anti-LGBT tanto dure quanto quelle di Putin, dimostrano invece un livore anti-russo dovuto esclusivamente a motivazioni storiche e non di certo ad un qualche dissenso su libertà individuali, autodeterminazione e laicità. La Russia di Putin è difatti ormai da anni un punto di riferimento per i movimenti anti-LGBT occidentali. Tra i molteplici ammiratori del presidente russo si annovera non a caso anche Lorenzo Fontana, ex ministro della Famiglia durante il governo Conte I ed ora vicesegretario e responsabile esteri della Lega, il quale dichiarò nel 2018 che la Russia era un modello da seguire per gli identitari europei, salvo poi sottolineare nelle ultime settimane che ora “le cose sono cambiate”. In realtà nel 2018 le cose non erano tanto diverse da ora: per quanto Fontana e i sostenitori di Putin cerchino in tutti i modi di convincere il pubblico che il leader russo sia impazzito nell’arco di pochi giorni, la realtà è ben diversa. La deriva autoritaria ed illiberale della Russia è in corso da almeno 20 anni. E le famigerate leggi anti-gay, che di tale deriva sono tra le manifestazioni più evidenti, sono state approvate dalla Duma nel 2013, politicamente parlando un’era geologica fa. Il sospetto che alla compagine identitario-cristianista ben rappresentata nel Parlamento italiano le leggi anti-gay russe piacessero (e piacciano) è però forte; ed è altrettanto forte il sospetto che, se ne avessero la facoltà, non esiterebbero molto ad introdurre norme simili anche in Italia.

Nel discorso di Alexandr Dugin, l’ideologo di Putin, emergono poi numerosi temi e motivi molto cari ad una precisa parte politica: una tendenza spiccatamente reazionaria affiancata a teorie del complotto e opposizione al “globalismo”. Recentemente intervistato dal quotidiano italiano la Verità (che negli anni si è fregiato di collaborazioni di spessore, come la dott.ssa Silvana de Mari, inspiegabilmente radiata dall’albo dei medici dopo aver sostenuto — tra le altre cose — che l’omosessualità non esiste e che i rapporti anali siano un’iniziazione al Satanismo) e, surprise, sui canali TV d’un ex premier italiano molto vicino a Putin, Dugin ha infatti sostenuto che l’Occidente rappresenti l’“Anticristo”, la Russia invece “l’eredità della Beata Vergine Maria”. La guerra, a suo modo di vedere, ha inoltre un obiettivo molto più ampio: combattere il liberalismo occidentale e il partito del “Grande Reset” delle élite globaliste, a cui Dugin contrappone il partito del “Grande Risveglio”. Bisogna — così Dugin — evitare che l’ideologia liberale ottenga “il pieno controllo sull’umanità”. L’artiglieria e l’aviazione russa, verrebbe da dire, hanno una mira pessima: mirano all’anticristo, ma purtroppo le loro munizioni colpiscono case, scuole e ospedali. Ogni “operazione speciale”, del resto, ha i suoi danni collaterali.

Simone Morganti

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10 commenti

pendesini alessandro

….. il patriarca, molto vicino al semi-dittatore russo, ha infatti dichiarato che la guerra, a suo parere giusta, è innanzitutto una guerra contro il gay pride e le lobby LGBT…..Dice l’articolo

Questo non dovrebbe stupire piu di tanto ! Le religioni di stampo monoteista sono SEMPRE state dalla parte dell’agressore, e mai delle vittime ! Il fascismo/nazismo, per citare solo quello, ne è un esempio lampante. Pretestare inoltre che la guerra è giutificata contro le lobby LGBT é non solo puerile ma anche scandalosamente ridicolo….

La società democratica (o pretesa tale come la Russia) è ovviamente in disintegrazione sta dando vita a un nuovo tipo di mostro che Zarka chiama il « dolce mostro ». Il degrado delle istituzioni, del legame sociale e della mente pubblica apre la strada a una nuova forma di dominio da parte di “mostri dolci” solubili in una nuova società, la democrazia. Va pero’ notato che non tutte le democrazie sono uguali. Gli Stati Uniti, nonostante le precauzioni costituzionali giudicate relativamente efficaci, mostrano un tasso di corruzione a volte degno delle repubbliche bananiere, bonificando inoltre l’elezione di un presidente che soddisfi esattamente la definizione di un « dolce mostro ».
PS -Non svegliare, e soprattutto non umiliare, una personalità con grande potere dittatoriale tipo zarista MOSTRUOSAMENTE TIMIDA che dorme, perché le conseguenze possono essere disastrose, specialmente se appoggiata dalla religione, e costare la vita a moltissime persone innocenti come in questo caso !

laverdure

Bergoglio,riferiscono i media,si e’ recato personalmente nell’ambasciata Russa in Vaticano.
Sarebbe interessante conoscere gli argomenti trattati,in particolare eventuali accenni ai pur limitati interessi che la Chiesa ha in quel paese ( i cattolici russi sono circa lo 0,1%,e se il Papa,in rapporto ad essi,ha fatto qualche “concessione”.
Con ogni probabilita tutta la conversazione coi diplomatici e’ stata registrata (surrettiziamente),e se Bergoglio si e’ lasciato scappare qualche frase compromettente,potrebbe vedersela ricordare in futuro.

laverdure

Piccola considerazione : e’ stata data grande pubblicita all’ambulanza donata all’Ucraina dal Vaticano,che ovviamente non poteva certo offrire armi.
C’e’ solo un dettaglio : un missile Javelin costa circa 100.000 dollari,e ne arrivano a frotte,assieme ad altri missili da paesi differenti.
Quanto costera’ un’ambulanza ?

RobertoV

Ho visto che un’ambulanza costa sugli 80000-90000 euro, cioè più o meno come un missile. Se tieni conto che la mia sola azienda, da qualche centinaio di dipendenti, è riuscita a donare circa 1/3 del Vaticano, ci si rende conto di quanto si siano sprecati i rappresentanti del ricco stato, che pubblicizzano e propagandano qualsiasi cosa facciano, mentre una marea di persone aiuta in silenzio e molto di più. D’altronde la chiesa cattolica vive di propaganda come anche per il suo “fondamentale” intervento alla pace: proprio ieri hanno annunciato urbi et orbi che forse il papa si incontrerà a Kiev a giugno col patriarca Kirill, così a guerra finita, si spera, potranno millantare il loro fondamentale intervento per la pace e cercare di curare i loro interessi.

laverdure

@RobertoV
Quel “forse” e’ grande come il Monte Bianco (forse l’Everest sarebbe piu’ appropriato,ma io sono inguaribilmente ottimista ).
Sebbene solo lo 0,1% dei Russi sia Cattolico,credo che la Curia non sottovaluti i suoi interessi laggiu’,cosa che offre a Putin ovviamente mezzi di pressione.
E in una guerra dove la propaganda ha un peso enorme,non credo che Putin gradirebbe simili iniziative,che non gli gioverebbero.
Per cui…..

laverdure

Dimenticavo : “millantare il suo fondamentale contributo alla felice soluzione ” non credo
offra grande attrattiva a Bergoglio o meglio alla Curia,perche’ non credo che,come tutti del resto,
si facciano,almeno per ora ,molte illusioni su una conclusione “rapida e felice”.
E, come e’ noto :” Il successo ha mille padri,l’insuccesso e’ sempre orfano !”

Diocleziano

Credo proprio che sua Banalità si guarderà bene dal mettere piede a Kiev:
il rischio ‘il papa è nudo!’ è enorme e le conseguenze devastanti, vale a dire che non
succederà nulla, ma proprio nulla. Sarà solo una perdita di tempo. E nella situazione
attuale ci manca solo di dare tempo al dittatore e magari aiutarlo a salvare la faccia.

laverdure

@Diocleziano
Il rischio era che Putin rispondesse in malo modo ad un appello rivolto direttamente a LUI,e infatti Bergoglio non ne ha mai fatto alcuno.
Solo appelli “generici” rivolti al modo intero.
Ma se si recasse a Kiev sarebbe un buon colpo di propaganda per Zelensky,che Putin non gradirebbe,per cui gli ha gia senz’altro fatto sapere che la cosa avrebbe conseguenze per gli interessi del Vaticano in Russia.
Per cui finira in una rinuncia “a malincuore”,dovuta a cause da stabilire (inventare).

Diocleziano

Laverdure,
infatti oggi, Sua Banalità, ha fatto proprie le critiche di Zelesky all’Onu, ha fatto anche la voce piena di sdegno che significa “Da Roma ‘un me smovo!” 😛

RobertoV

Perché le argomentazioni di Kirill sarebbero insolite? Mi sembrano perfettamente rappresentative della mentalità religiosa dominante e del suo legame con la politica, quando non si nasconde, ipocritamente, dietro affermazioni apparentemente più accettabili. Basterebbe vedere i discorsi del papa BXVI, considerato un intellettuale dai suoi cortigiani, quando voleva un ritorno ad una civiltà preilluminista, le sue accuse all’occidente ed il tirare in ballo le lobby gay. Ed anche il papa attuale è scivolato diverse volte sull’argomento nonostante il tentativo di presentare una religione pacifica, tollerante ed inclusiva.
Hanno sempre cercato un’alleanza anti secolarizzazione, per il ristabilimento del potere delle religioni e delle tradizioni ed hanno dimostrato simpatie per i regimi tradizionalisti in cui le religioni conservano il potere tradizionale, senza mai condannare le forze politiche nella EU che le sostenevano. Non mi risultano affermazioni di questo papa contro Putin e similari e le varie forze cristianiste e neanche in questo contesto è mai riuscito a nominarlo nonostante le critiche alla guerra. Non mi risultano neanche sue affermazioni contro l’identitarismo cattolico e cristiano molto utile a livello politico.
Queste religioni hanno sfruttato i sostegni dei partiti tradizionalisti ed identitari incassando i vantaggi relativi del clericalismo e solo quando potrebbero esserci svantaggi allora tirano in ballo che non si deve strumentalizzare la religione o che guerra e dio non andrebbero d’accordo, pretendendo di riscriversi la loro storia in stile “1984”.
Riguardo al giornale filo-Putin “La verità” faccio notare che in russo anche la Pravda, il giornale di stato sovietico, significava la stessa cosa: pura coincidenza?

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