Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
La buona novella laica del mese di aprile è la bocciatura da parte del Consiglio di Stato del ricorso delle associazioni cattoliche integraliste contro la pillola dei cinque giorni dopo alle ragazze minorenni senza necessità di prescrizione medica. Per i giudici infatti consentire l’uso anche per le minorenni ha lo scopo di salvaguardarne la salute psicofisica e la dignità. Inoltre, al contrario di ciò che afferma la propaganda confessionale, gli studi scientifici e le verifiche dell’Aifa evidenziano che tale farmaco non è abortivo ma antiovulatorio.
Dalla Corte Costituzionale, una storica sentenza sul diritto di famiglia. Secondo la corte, la regola che dà automaticamente al figlio il cognome del padre è «discriminatoria e lesiva dell’identità», illegittima per contrasto con la Costituzione (articoli 2, 3 e 117) e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Andranno quindi assegnati entrambi i cognomi, sia del padre sia della madre, nell’ordine concordato. Di comune accordo, i genitori potranno optare per un solo cognome. I giudici chiedono al legislatore di approvare una normativa aggiornata sulla questione. Plaude tra gli altri la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, che promette: «garantisco all’iter parlamentare tutto il sostegno del Governo per fare un altro passo fondamentale nel realizzare l’uguaglianza di diritti tra le donne e gli uomini del nostro Paese».
Dal canto suo il tribunale di Ancona, per la prima volta in Italia, ha sentenziato su un dissidio tra genitori riguardante il digiuno del Ramadan imposto a un figlio. I genitori di un ragazzo tredicenne di Ancona, separati e con affido condiviso, si sono rivolti ai giudici. Il padre, di religione musulmana, pretendeva che il figlio seguisse il digiuno previsto dalla sua religione, con astensione di cibo e bevande dall’alba al tramonto. La madre, non musulmana, riteneva la pratica incompatibile con gli impegni scolastici e sportivi del ragazzo. Il tribunale ha deciso a favore della madre, per tutelare il benessere psico-fisico del minorenne. Tra l’altro, la stessa dottrina islamica consente a ragazzi e persone con particolari condizioni di salute o altre esigenze di astenersi dal digiuno.
Novità anche per le persone lgbt. Il tribunale civile di Roma ha acconsentito alla rettifica di genere e nome sui documenti richiesta da un ragazzo non binario, senza l’obbligo di sottoporsi a una terapia ormonale. Per la prima volta i giudici hanno citato la nozione di «non binarietà».
Il Comune di Roma, con il nuovo sindaco Roberto Gualtieri, mostra una certa sensibilità nei confronti delle persone e delle famiglie omosessuali. In Campidoglio si è tenuto un incontro per la costituzione di un nuovo ufficio per le questioni lgbt coordinato da Marilena Grassadonia, con il sindaco e l’assessora alle Pari opportunità Monica Lucarelli.
La decisione della Regione Piemonte di stanziare 400 mila euro per le organizzazioni accreditate presso le Asl per scoraggiare l’aborto ha suscitato le reazioni delle associazioni per i diritti delle donne e dei politici locali. L’iniziativa dell’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone è stata criticata da Marco Grimaldi (Liberi Uguali Verdi), che parla senza mezzi termini di «campagna popolazionista neofascista con due mani tese a soggetti che praticano forme di pressione e terrorismo psicologico sulle donne che scelgono l’interruzione di gravidanza». Sarah Disabato, capogruppo regionale M5S, denuncia la «becera propaganda sul corpo delle donne nel silenzio più assoluto dei colleghi di Giunta»: «riteniamo inaccettabile questo emendamento dal contenuto ideologico e moralista, volto ad affidare le donne non nelle mani di strutture adeguate con personale qualificato, ma di associazioni spesso promulgatrici di messaggi criminalizzanti nei confronti di chi sceglie di esercitare liberamente il diritto all’aborto».
Un’indagine del gruppo consiliare del Pd in Lombardia ha fatto emergere le carenze nel fornire assistenza alle donne che scelgono di interrompere una gravidanza. Il quadro mostra il dilagare degli obiettori di coscienza, lo scarso uso della pillola Ru486 e la carenza di consultori pubblici. In sette ospedali si arriva addirittura al 100% di ginecologi obiettori: a Saronno (VA), Gardone Val Trompia, Montichiari e Iseo nel bresciano, Oglio Po (CR), Romano di Lombardia (BG) e Asola (MN).
Riprende al Senato la discussione sul disegno di legge per il suicidio assistito. Ad accompagnare l’iter, i relatori Alessandra Maiorino (M5S), Caterina Biti (Pd), Mariella Rizzotti (FI) e Simone Pillon (Lega): Biti e Rizzotti nominate dalla presidente della Commissione Sanità Annamaria Parente, Maiorino e Pillon da Andrea Ostellari, leghista presidente della Commissione Giustizia e noto per l’ostruzionismo al ddl Zan contro le discriminazioni. Proprio la scelta di Pillon, “controbilanciata” da quella per Maiorino, desta critiche e preoccupazioni sulla sorte del provvedimento. Giorgio Trizzino, deputato di Azione, ritiene l’incarico al senatore integralista della Lega: «un fatto chiaramente provocatorio». E denuncia: «invece di migliorare il testo con poche ma significative modifiche finalizzate ad aiutare chi soffre ad effettuare la scelta di ricorrere al suicidio assistito, si cercano tutti i pretesti per affossare la legge che la Corte Costituzionale ha più volte sollecitato al Parlamento». La presidente Parente punta a un «iter ordinato e senza forzature da nessuna parte»: «i quattro relatori possono assicurare sensibilità diverse con l’unico obiettivo di condurre in porto la legge». Franco Mirabelli, vice capogruppo dei senatori dem, sprona: «spero che le discussioni non rallentino il percorso, che deve essere rapido».
Proprio un’altra riforma mancata, quella del ddl Zan contro l’omotransfobia e altre forme di discriminazione, era finita sotto i colpi dell’ostruzionismo clericale. Ma il deputato Pd Alessandro Zan, che aveva lanciato l’iniziativa e che avevamo intervistato due anni fa, annuncia: dopo sei mesi dall’affossamento in Senato il testo verrà ripresentato in Parlamento.
La redazione
Notizie laiche buonissime, specialmente in ottica delle continue sterzate reazionar-clericali. Se si riescono ad ottenere risultati anche quando l’Italia sembra essere tornata all’oscurantismo medievale e/o fascista e al clericalismo del secondo dopoguerra, significa che si stanno facendo passi neanche tanto piccoli.
Mi sbagliero’, ma forse la piu’ positiva, sia in prospettiva futura che in termini di avanzamento della laicita’, e’ la sentenza del Tribunale di Ancona.
E’ mia opinione che in 2-3 anni fara’ giurisprudenza e contribuira’ a demolire uno dei bastioni piu’ forti e resistenti del clericalismo: il presunto “diritto” dei genitori di inculcare ai figli le loro malriposte fedi e i loro rituali barbari, retaggio del Paleolitico. Questo bastione si fonda anche, purtroppo, sull’ambiguita’ tanto della Costituzione che della Carta dei Diritti del Bambino. Entrambi i documenti riconoscono i diritti dei minori a crescere in un ambiente sano e avulso da condizionamenti psicologici ed ideologici, ma lasciano troppo spazio alle scelte dei genitori, soprattutto in materia di religione, senza stabilire dei paletti precisi: essi hanno il diritto e il dovere di educare i propri figli ma non il diritto al lavaggio del cervello (e di altre parti del corpo, come nel caso del battesimo cattolico). I minori vanno tutelati anche (soprattutto?) dai genitori. Nel bene e nel male, l’ambiente familiare incide al 90% sulla formazione educativa, psicologica e culturale del bambino. Per una societa’ laica abbiamo bisogno di giovani laici e non di bambini musulmani, cattolici, ebrei, cristiani, buddisti etc…
Purtroppo i bambini manipolati sono figli di genitori manipolati.
Grande Emperor, hai perfettamente ragione, ma io toglierei quel purtroppo, sa proprio di rassegnazione. Senza, invece, la tua affermazione si legge come una fotografia obiettiva della situazione: i bambini manipolati sono figli di genitori manipolati. Fatto. Prendiamone atto e chiediamoci cosa fare (alla Lenin) per rompere questo circolo vizioso.
Semplice: deve intervenire il legistratore e/o la giustizia, come hanno fatto ad Ancona. Le leggi e i trattati ci sono da decenni, basta togliere quel pochino di ambiguita’ e renderli operativi.
E poi, grande Cesare, la storia e la natura umana ci insegnano che certi circoli viziosi non si propagano perennemente, altrimenti si che saremmo fritti, come disse il geniale Petrolini(*). Anche nella canzone “Alla Fiera dell’Est” la catena si ferma. Io sono stato vittima di violenza fisica da parte di un congiunto, vittima a sua volta di una zia manesca ed isterica. Ma questa violenza si e’ fermata con me, io non l’ho continuata sui mei figli o sui miei nipoti. Che certe catene di sopprusi le spezzi con le leggi, con l’istruzione, con l’aiuto di centri sociali o di chicchassia, prima o poi le spezzi. Cosi’ come spezzeremo le catene del vaticano. Ad Altiora divus Caesar.
(*) L’immenso Ettore, sul letto di morte, alla vista del prete con l’olio dell’estrema unzione, sembra abbia detto: Adesso si che sono fritto!
Rassegnàti mai!
Comunque lo farò scolpire sul frontone del tempio sull’Acropoli:
‘BAMBINI MANIPOLATI SONO FIGLI DI GENITORI MANIPOLATI’
Così ti piace? 😛
Divo Cesare, tutto quello che fai tu e’ ben fatto e tutto quel che dici e’ ben detto!
Ma non dimenticarti di metterci anche un’altra scritta:
DIOCLETIANUS FUERAT AEDIFICATA!
LOL!
Ti auguro un’ottima giornata.
Ciao.
Esatto, vedo un macello di bambini manipolati dai loro genitori atei
Il doppio cognome porrà comunque dei problemi da risolvere in sede legislativa. Indico i primi che mi vengono in mente. Mi pare evidente che il genitore con i cognomi di entrambi i suoi genitori potrà trasmetterne uno solo ai figli, altimenti dopo due generazioni si arriverà ad avere 8 cognomi; sarebbe anche opportuno evitare che i fratelli germani abbiano cognomi diversi. C’è poi il caso di chi ha già il doppio cognome (pensate ai Boscolo di Chioggia): potrà trasmetterli entrambi? E ancora, per evitare discriminazioni, mi sembrerebbe giusto che le madri single potessero trasmettere ai figli i cognomi di entrambi i propri genitori.
Non vedo il problema G.B. Gli spagnoli e i portoghesi (mio genero e’ brasiliano) adottano da sempre questo sistema. E’ chiaro che ci sara’ qualcuno che dovra’ fare una scelta, ma sara’ sempre una scelta consenziente e non una imposizione sui bambini, come avviene in molti casi, soprattutto in ambito religioso – battesimo, catechismo, usi, costumi e riti , ramadan, divieti –
Faranno come i Boscolo di Chioggia… Sono generazioni che sono Boscolo+secondo cognome, e continuano ad avere due cognomi, non centomila.
Boscolo? Uno dei 7 nani? Mammolo, pisolo, cucciolo, eolo e…boscolo!
Mi immagino gli accoppiamenti:
boscolo-del pino; boscolo- lupi; boscolo-verdi; boscolo-ricci; boscoli-silvestri; boscolo-montanari; e per finire, boscolo-fiorucci.
Il riso fa buon sangue. Buona giornata.
Probabilmente il parlamento si risparmierà la fatica, lasciando tribunali e anagrafi a decidere caso per caso. Forse troppo impegnati a confermare qualsiasi provvedimento governativo, con ‘fiducia’ o no. L’importante è che si sia fatto un passo avanti nel campo dei diritti civili e dato agli italiani almeno una scelta in più di quante ne avessero prima.
Il dilemma del moltiplicarsi dei cognomi mi ha ricordato la storiella dell’inventore degli scacchi:
con quel meccanismo fra 64 generazioni una persona porterebbe 18.446.744.073.709.551.615
di cognomi, certamente molti anche doppi tripli… Probabilmente la cifra va raddoppiata perché
nella storiella si parte con un chicco, mentre qui si parte con due cognomi.
Sarà un problema per tipografi e biglietti da visita…
I tuoi ‘biglietti da visita’ mi hanno ricordato la scena iniziale di “Hellzapopping”, quando i protagonisti arrivano all’inferno in taxi e il tassinaro gli presenta un conto lunghissimo che si srotola come carta igienica.
“Ecco, questo e’ il mio rotolo da visita. Mi chiami al primo numero che trova.”