“Il signore delle formiche” di Gianni Amelio è il film in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia insignito quest’anno del Premio Brian, assegnato fin dal 2006 dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) e ufficialmente riconosciuto dalla Mostra.
La pellicola è stata scelta “per la capacità di mettere in luce, attraverso la drammatica vicenda dei protagonisti, l’assurdità di condanne morali e giuridiche basate esclusivamente su un bigottismo religioso violento e discriminante che travalica i confini dell’opinione personale per invadere la sfera istituzionale. I fatti storici rappresentati con magistrale regia ed emozionante interpretazione – scrivono i giurati – sono emblematici della minaccia che ancora oggi affrontano diritti sulla carta acquisiti eppure sempre più aggressivamente attaccati da forze culturali e politiche reazionarie e retrograde”.
Il premio è stato consegnato nelle mani dell’attore Leonardo Maltese, che nel film interpreta il ruolo di Ettore, lo studente che ha una relazione sentimentale con il professore, Aldo Braibanti, interpretato da Luigi Lo Cascio, attorno a cui ruota il film.
Il Premio Brian, dal nome del film satirico dei Monty Python “Brian di Nazareth”, viene conferito ogni anno alla pellicola che meglio evidenzia ed esalta “i valori del laicismo, cioè la razionalità, il rispetto dei diritti umani, la democrazia, il pluralismo, la valorizzazione delle individualità, le libertà di coscienza, di espressione e di ricerca, il principio di pari opportunità nelle istituzioni pubbliche per tutti i cittadini, senza le frequenti distinzioni basate sul sesso, sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale, sulle concezioni filosofiche o religiose”.
Vincitori delle passate edizioni del “Premio Brian” sono stati: nel 2021 “L’événement” di Audrey Diwan; nel 2020 “Quo vadis, Aida?” di Jasmila Žbanić; nel 2019 “The perfect candidate” di Haifaa Al Mansour; nel 2018 “Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini; nel 2017 “Les bienheureux” di Sofia Djama; nel 2016 “La ragazza nel mondo” di Marco Danieli; nel 2015 “Spotlight” di Tom McCarthy; nel 2014 “Mita Tova” di Tal Granit e Sharon Maymon; nel 2013, “Philomena” di Stephen Frears; nel 2012, “Bella addormentata” di Marco Bellocchio; nel 2011, “Le Idi di Marzo” di George Clooney; nel 2010, “I baci mai dati” di Roberta Torre; nel 2009, “Lourdes” di Jessica Hausner; nel 2008, “Khastegi” di Barman Motamedian; nel 2007, “Le ragioni dell’aragosta” di Sabina Guzzanti; nel 2006, “Azul oscuro casi negro” di Daniel Sanchez Arevalo.
La giuria 2022 è composta da Emanuele Paolo Albera, Enrica Berselli, Mariateresa Crisigiovanni, Paolo Ferrarini (presidente), Micaela Grosso, Giuseppe Indelicato, Irene Tartaglia. Oltre alla premiazione ufficiale del Premio Brian, la giuria ha preso parte anche al flash mob a sostegno del regista iraniano Jafar Panahi, privato della libertà personale per aver manifestato insieme a numerosi suoi colleghi per l’arresto di altri due registi, Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad, avvenuto l’8 luglio scorso a seguito delle proteste contro la violenza nei riguardi di civili in Iran.
Comunicato stampa