Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.
La clericalata della settimana è della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che
partecipa, con una folta delegazione istituzionale, alla messa presso il santuario di Loreto per la festa della nascita della Madonna e ha “l’onore” di accendere la Lampada della pace per il mondo.
L’evento è stato descritto con toni estatici dai canali ufficiali del Viminale. Nel santuario, che sorge dove secondo la leggenda gli “angeli” avrebbero trasportato in volo dalla Palestina la casa in cui avrebbe vissuto la Madonna, dal 1998 vige la tradizione clericale che vede un alto rappresentante istituzionale avere il surreale compito di accendere la lampada. Negli anni si sono prestati persino i presidenti della Repubblica come Carlo Azeglio Ciampi e Sergio Mattarella. La lampada votiva viene poi posta all’interno della “Santa Casa”, sopra l’altare e davanti all’effigie della Madonna. Appare beffardo il commento del delegato pontificio Fabio Dal Cin, che ha celebrato la messa: l’accensione della lampada sarebbe «per tutti, credenti o non credenti» un «segno di speranza».
A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha offerto, presso il Palazzo del Quirinale, la “tradizionale” colazione ai nuovi cardinali italiani nominati dal recente concistoro in Vaticano.
Il partito Fratelli d’Italia si scaglia contro Peppa Pig a causa di una puntata in cui appare un personaggio figlio di una coppia lesbica. Il responsabile cultura e candidato alla Camera Federico Mollicone invoca la censura della Rai alla Rai: «un personaggio con due madri, una scelta inaccettabile». Per il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, sempre FdI, il problema è «l’indottrinamento dei bambini» che porta a «disperdere la loro identità sessuale».
La decisione del tribunale dei minori di Bologna ad autorizzare l’adozione di una bambina in una coppia di donne, con possibilità di assegnare il doppio cognome, ha scatenato la reazione di diversi esponenti di Fratelli d’Italia: Isabella Rauti, Lucio Malan e Alberto Balboni sminuiscono la decisione come un voler «assecondare i desideri» delle donne e sentenziano che la sentenza sia «contro la legge sulle unioni civili» e la Costituzione che tuttora definisce la famiglia come «società naturale fondata sul matrimonio».
A Prato il sindaco Matteo Biffoni (con fascia tricolore), il presidente della Provincia Francesco Puggelli, il prefetto Adriana Cogode, il questore Giuseppe Cannizzaro e i rappresentanti delle forze dell’ordine sono in prima fila a messa in duomo per l’ostensione della “Sacra Cintola” (attribuita alla Madonna). A corredo, la “tradizionale” offerta dei ceri per la Cappella del Sacro Cingolo donati alla diocesi dall’amministrazione comunale. Il primo cittadino ha spronato a continuare la collaborazione tra «la parte laica e la parte religiosa della città» (per “religiosa” si intende ovviamente cattolica): «ci sarà ancora bisogno di questo connubio di essere fianco a fianco nel prendersi cura di una comunità che inizia a dare segnali di inquietudine e paura per il futuro».
La sindaca di Collepasso (LE) Laura Manta proclama di aver «affidato il mio mandato amministrativo e tutte la mia comunità», nonché «le chiavi della nostra Collepasso e dei nostri cuori» alla Madonna, in occasione della festività per la patrona. Alla cerimonia anche altri sindaci della zona.
Il sindaco di Pagani (SA) Lello De Prisco ha donato le chiavi della città a un idolo del Gesù Bambino di Praga, durante una cerimonia religiosa di affidamento a cui ha partecipato con tanto di fascia tricolore.
Il sindaco di Lucca Mario Pardini partecipa, con fascia tricolore e gonfalone cittadino, a una cerimonia per la commemorazione dei 400 anni dal martirio di un missionario locale, con delegazione della diocesi.
All’inaugurazione dei locali del polo scolastico statale a Piano d’Accio, frazione di Teramo, non poteva mancare la benedizione del vescovo Leonardo Leuzzi.
L’esponente del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi, commentando la rottura tra il calciatore Francesco Totti e Ilary Blasi, ha sostenuto via Twitter: «Il matrimonio deve essere per la vita. Come è sempre stato» e «il divorzio è l’inferno, va vietato, così prima di sposarsi ci si pensa bene». Lo stesso Adinolfi, proclamatosi difensore della famiglia “naturale”, è divorziato e si è risposato.
La redazione
“…e ha “l’onore” di accendere la lampada della pace…”
Come il privilegio di soffiare sulle candeline concesso alla bimba seienne. Che tenerezza!
E questo onore quanto costa alle casse dello Stato? No, perché di solito segue donativo.
E poi: “per tutti, credenti e non credenti, un segno di speranza”: ma pensare e parlare per sé no?
Si autoproclamano rappresentanti di tutti, ma si guardano bene dal verificare in modo democratico quanti condividano le loro posizioni. D’altronde non essendo democratici non ne sentono il bisogno e se non sei d’accordo rimpiangono i bei vecchi tempi e scatenano i loro sicari.
Certo che definire tradizione una cosa inventata nel 1998! Prima non ne sentivano il bisogno quando erano più forti, con l’avanzata della secolarizzazione sentono la necessità di condizionare ed invadere ogni spazio.
Giustissimo, RobertoV.
Piu’ il terreno gli frana sotto i piedi, piu’ si moltiplicano le clericalate.
La resa dei conti sara’ ancora piu’ dolce.
Dies Irae
Dies Irae illa……
Le uscite di Adinolfi ormai sono da considerare esmpi di comicità involontaria da usare come angolo comico alla fine dei TG o dei rotocalchi, se non fossero anche così lapalissianamente ipocrite.
È davvero un personaggio assurdo di fronte al quale il mio odio incondizionato per il body shaming un po’ vacilla. Il suo disprezzo per le donne (e per la logica) è disgustoso a dir poco. Non molti lo ricordano ma era nel PD e aveva ambizioni di “giovane rottamatore”(come anche Paola Binetti, che ora si ripresenta con il centrodestra). Scrisse persino un libro che destò il mio interesse allora, inventato sulle difficoltà di emersione e di realizzazione dei nati dopo il1970 (ovvero coloro che non appartenevano alla generazione del baby boom). Evidentemente deve aver pensato che i post-boomer dovessero distinguersi dai loro predecessori mettendo in atto una regressione, più che un’evoluzione.
Ho letto in questi giorni che costui, pluridivorziato, avrebbe proposto l’abolizione del divorzio.
Forse che, nella sua mente diabolica, abbia pensato che abolendo il divorzio sia abolito
anche il suo stato irregolare?
La solita ordinaria vomitevole amministrazione.
Stavo riflettendo sul fatto che in Italia non esistono o comunque non si palesano politici dichiaratamente atei o agnostici. Sembra essere un tabù come lo era un tempo l’omosessualità. E invece, negli ultimi 20 anni, fortunatamente non è più stato un problema dichiarare il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere in politica, anche se fortemente minoritaria. Ho l’impressione che nella società civile atei e agnostici “di fatto” siano in percentuale ben maggiore rispetto ad altri tipi di minoranze, anche rispetto ai credenti di altre confessioni (gli stranieri in Italia sono circa il 10% della popolazione e si dividono tra musulmani e ortodossi, i credenti non cattolici e non stranieri credo siano in percentuali risibili). Ricordo solo dichiarazioni contro il crocifisso da parte dell’ex ministro dell’istruzione Fioramonti e ora da parte di Civati ma non so se valgono come “coming out”ateo.
Il precedente papa invitava spesso i fedeli a non farsi una religione personale. Spesso da istituzioni della chiesa sono arrivate lamentele sulla eccessiva libertà interpretativa dei fedeli, cosa abbastanza facile da constatare: d’altronde, una volta persa la capacità repressiva diventa sempre più difficile controllare i fedeli. Molti di quei presunti cattolici potrebbero al massimo essere definiti generalmente cristiani o addirittura spiritualisti o areligiosi abitudinari. Se non ci fosse il bombardamento mediatico a senso unico dei media sulla chiesa cattolica, il ricatto identitario, la mancanza di adeguata informazione e di verifiche democratiche sulla reale cattolicità degli italiani e loro partecipazione e la passività degli italiani stessi, il fenomeno sarebbe ben evidente. L’aggressività della chiesa cattolica e dei clericali, la loro invasività serve a nascondere il fenomeno per tutelare i loro privilegi: purtroppo davanti a questa aggressività molti atei scelgono la strada del quieto vivere, accettando di accontentarsi del proprio orticello, senza rendersi conto che così facendo incoraggiano la chiesa ed i clericali nei loro soprusi e nel loro bullismo.
Molto gioca il fatto che non vi è un chiaro limite entro cui ci si qualifica come ‘credenti’,
nella cerchia delle persone che conosco bene non ce n’è nessuna che si definirebbe atea.
Eppure la maggior parte di loro li qualifico come ‘fedeli immaginari’, gli altri come atei virtuali.
È vero che le regole della chiesa vorrebbero che fossero osservati certi obblighi, ma se l’obbligo
di andare a messa viene spesso disatteso e riparato con la confessione, quale valore ha?
Da quello che si può constatare nella vita di tutti i giorni direi che nello spettro della società,
da un estremo all’altro, da una parte c’è un 15% di atei consapevoli e all’estremo opposto
un 15% di fedeli irrimediabilmente condizionati: nel mezzo c’è quel 70% di parapseudofedeli
cattolici immaginari ma anche pseudo liberi pensatori devoti, superstiziosi e tradizionalisti.
Grazie per aver ricordato Fioravanti: forse è stato l’unico ministro non-cristiano di tutta la storia della repubblica italiana. Non per niente è durato circa tre mesi: e mi ero dimenticato della sua esistenza. Civati ha detto di essere ateo anche qualche anno fa. Forse è atea anche Luciana Castellina; può darsi che ci siano in giro alcuni marxisti atei, vecchietti col bastone.
Per quanto riguarda i critici della religione, non abbondano nell’UAAR figuriamoci altrove.
Fioramonti. Fioravanti mi pare fosse un terrorista di estrema destra…comunque forse non sarebbe stato un ottimo ministro (si defilò poco prima del covid, che tempismo) ma devo ammettere che ho provato una minima soddisfazione all’epoca perché proprio in questo campo (istruzione e in particolare scuola dell’obbligo) è veramente raro trovare persone che non siano religiose e che non appoggino in toto le anomalie dell’ingerenza cattolica nel mondo della scuola (crocifisso nelle aule, insegnamento della religione senza una vera alternativa). Parlo della vita in provincia… Trovare persone relativamente giovani che si identifichino come non credenti non è impossibile, sebbene meno diffuso che in città, ma il mondo scolastico è un universo completamente a sé. Sicuramente Fioramonti fu migliore del suo predecessore, leghista inqualificabile che partecipò alla convention oscurantista della “famiglia”.
Avevo cercato Fioramonti su Wikipedia, prima di scrivere, perché mi ero completamente dimenticato della sua esistenza. Poi ho scritto Fioravanti, forse perché l’ho registrato nella “memoria di lavoro” come nome di “default” che comincia con Fiora-. Secondo quanto ho letto è stato costretto alle dimissioni per le proteste della Destra clericale su alcune sue posizioni. Il Covid ancora non era una minaccia.
Oltre che per le proteste della destra, dei clericali e della chiesa stessa (e degli stessi professori di religione) si dimise perchè aveva chiesto 1 miliardo di euro per ricerca ed università e non l’aveva ottenuto. Ho visto che non si ricandida, ha preferito tornare a fare il suo lavoro in università.
P s. Mi scuso per la confusione dei tempi verbali