Lucca Comics & Games & Uaar

Un mese fa, per la prima volta, Nessun Dogma ha diffuso i suoi libri per menti libere a Lucca Comics & Games, presso il padiglione Junior dedicato alle famiglie.

Uno stand Uaar a Lucca Comics & Games? E perché? E addirittura nel Family Palace!” Il tenore delle domande è stato spesso questo: non tornava la presenza dell’Uaar alla famosa manifestazione di fumetti e giochi, che si  è tenuta dallo scorso 28 ottobre fino al 1 novembre, e stupiva che fosse presente proprio nel padiglione del grande evento dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie.

E invece, i motivi c’erano, ed erano tanti e molto validi: in primis, la presentazione del libro di Adele Orioli, Storie senza dogmi, con le fantastiche illustrazioni di Alessandra Amorotti. Entrambe hanno sfidato l’inferno logistico di Lucca in quei giorni per poterci essere e presentare la loro opera che è dedicata proprio alla cittadinanza del futuro, per raccontare loro che sono esistite ed esistono ancora persone che, da atee o agnostiche, hanno “lasciato un’impronta speciale nella storia”. Un invito insomma a conoscere donne e uomini particolari, che non hanno avuto bisogno di Verità assolute in tasca per raggiungere grandi risultati nella loro vita.

Uaar Lucca e Uaar Firenze hanno presenziato lo stand al Family Palace anche per mostrare il catalogo di Nessun Dogma con la selezione dei tanti libri dedicati proprio alle giovani menti: da Il mio infinito di Kate Hosford a Filosofare con i bambini di Rosanna Lavagna, da Dio probabilmente non esiste di Patrik Lindenfors a Forse sì, forse no di Dan Barker.

Insomma, tanti titoli diversi ed accattivanti da poter regalare o da leggere insieme, in famiglia, come anche l’opuscolo Buoni senza Dio prodotto da Uaar Giovani e illustrato da Chiara Filinceri (che è andato letteralmente a ruba). Parallelamente abbiamo dato visibilità alle nostre immancabili campagne dedicate alla giovane età, come ad esempio il diritto all’ora alternativa all’IRC, con lo slogan davvero efficace di Posso scegliere da grande?

Ma forse l’obiezione iniziale sottintendeva altro: sembrava sconveniente parlare di laicità, ateismo, agnosticismo o semplicemente di scetticismo, razionalità e scienza a bambine e bambini. Qui allora la questione diventava più politica e militante: perché sarebbe accettabile un’educazione religiosa fin dalla nascita, mentre invece per le posizioni di chi non crede si dovrebbe aspettare l’età adulta?

In realtà, con il giusto linguaggio, ogni argomento è affrontabile a qualsiasi età. Anzi, prima si comincia a ragionare e meglio è, soprattutto se si devono scardinare pregiudizi, concetti rigidi e assoluti, certezze incrollabili. Uscire un po’ dai binari insomma, e lasciare spazio alla libertà di pensiero che ci è tanto cara.

L’esperienza raccontata dalle tante persone volontarie di questi giorni lucchesi ha in parte confermato questo sottinteso: le famiglie rimanevano colpite dalla presenza dell’Uaar, stupite e incuriosite, perché era uno stand, tra fatine e orsetti, animali parlanti e Lego, che invece sembrava proporre qualcosa di poco attinente al contesto.

Ci sono stati solo rari commenti e atteggiamenti oppositivi alla nostra presenza, ma sappiamo quanto alcune persone siano suscettibili quando si toccano argomenti come la laicità, il confine tra fede e ragione, le ingerenze delle religioni nella vita personale e tanto altro ancora. Questo succede quando ci si espone con idee che mettono dubbi, escono dal consueto, rompono qualche schema.

Ma la maggior parte della reazioni ricevute sono state del tutto entusiastiche: gente che riconosceva l’Uaar la apprezzava e addirittura ringraziava per la sua esistenza e presenza, persone che avevano scaricato e utilizzato i tanti moduli per altrettante battaglie di civiltà (come il fac simile per la diffida alle scuole per la mancata attivazione dell’ora alternativa): si avvicinavano contente, sfogliavano i libri e compravano tazze, magneti, e materiale che dichiarava come fosse possibile vivere bene senza “D”!

Senza considerare chi non aveva mai sentito nominare l’associazione, e si avvicinava curioso e aperto al dialogo, al di là delle proprie convinzioni personali. È stata una grande occasione per farsi vedere, per diffondere informazioni e contenuti sulla laicità e su come si possa vivere al di fuori di una religione o di una fede portando avanti comunque valori umani importanti, su quanto possa essere necessario superare i dogmi e le intolleranze, gli steccati e i muri che spesso vengono a crearsi per la presenza di confessioni religiose che invadono il campo della politica, del sociale, della vita delle persone anche non credenti.

Insomma, una bella immersione in un flusso continuo di persone di ogni tipo, mamme e papà, nonne e nonni, zie e zii, e tante giovani menti che hanno potuto apprezzare un pensiero laico, una visione areligiosa, un sentiero diverso e dinamico supportato dalla razionalità e dallo scetticismo.

 

Antonio La Sala

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