Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
La buona novella laica del mese di novembre è la decisione dell’Assemblea Capitolina di modificare il regolamento di polizia cimiteriale del Comune di Roma per tutelare la privacy delle donne che abortiscono, su proposta dell’assessora Sabrina Alfonsi. Dopo lo scandalo della scoperta dei feti abortiti sepolti nel Cimitero Flaminio, con tanto di croce e nome delle donne che avevano abortito (tra l’altro senza chiedere il loro consenso), appaltata a organizzazioni cattoliche integraliste nel nome della sussidiarietà confessionalista, l’amministrazione romana ha deciso di cambiare le disposizioni. Ora le donne che abortiscono potranno optare anche per la cremazione del feto e le croci saranno sostituite con cippi funerari su cui sarà riportato solo un codice alfanumerico associato al numero di protocollo della richiesta, accessibile solo agli interessati (ma anche un nome, un simbolo o una data). L’assessora Alfonsi ha parlato di «battaglia di civiltà, che abbiamo portato avanti in difesa del diritto di scelta delle donne che interrompono la gravidanza». L’iniziativa è stata portata avanti di concerto con l’assessora alle Pari opportunità Monica Lucarelli. La presidente della Commissione Pari opportunità di Roma Capitale Michela Cicculli ha aggiunto: «vogliamo l’applicazione della legge 194 e molto di più».
Il Consiglio comunale di Cernusco sul Naviglio (MI) approva un ordine del giorno di Filippo Coppola (Pd) per l’istituzione di una sala laica del commiato, utilizzabile a prescindere dalla religione. L’odg impegna il sindaco e la Giunta a individuare o creare un locale dignitoso da adibire a tale funzione.
Vatican Girl, la serie Netflix dedicata alla scomparsa di Emanuela Orlandi, ha fatto tornare d’attualità un caso che vede coinvolto anche il Vaticano. Una questione su cui la politica continua a rimanere muta, per non creare imbarazzi alla Santa Sede. Il leader di Azione Carlo Calenda ha commentato la questione. Dopo aver visto la serie, ha scritto sui social: «è ormai chiaro che il Vaticano sa perfettamente cosa è accaduto a questa povera ragazza di 15 anni. È dovere dello Stato italiano pretendere la verità». E aggiunge, chiedendo l’intervento del Ministero degli Esteri sulla vicenda: «il grado di protervia e arroganza delle gerarchie vaticane anche davanti a prove documentali che attestano il coinvolgimento della Santa Sede è inaccettabile. Siamo uno stato laico, non una comunità di vassalli della Chiesa».
In Italia continua la crescita dei matrimoni civili, mentre calano quelli cattolici. Ad esempio nella provincia di Grosseto nel 2022 sono ormai tre su quattro le nozze in Comune. Persino al Sud, il fenomeno si nota: prendiamo la provincia di Siracusa, dove i matrimoni civili hanno superato quelli religiosi, per la prima volta nella storia.
La proposta di legge di alcuni parlamentari leghisti di istituire un bonus per le spese dei soli matrimoni religiosi ha incontrato diffuse critiche dall’opposizione e persino il governo ha preso le distanze, costringendo i proponenti a una parziale marcia indietro. Tra i commenti, per l’eurodeputata Alessandra Moretti (Pd) l’iniziativa «oltre che essere palesemente incostituzionale, denota una cialtroneria rara e l’assoluta distanza dai problemi del paese»; dal canto suo il senatore Pd Enrico Borghi ha ricordato che «lo Stato è laico. Chi crede in certi valori, non ha bisogno per testimoniarli della mancia corroborante: roba da mercanti del Tempio». La dem Ilenia Malavasi ha accennato al fatto che il peso fiscale sarebbe di «16 milioni a spese dei contribuenti, credenti e non». Pure Mara Carfagna, presidente di Azione, ha ironizzato: «Altro che “libera Chiesa in libero Stato”, qui siamo ancora al Papa Re». L’esecutivo Meloni, che pure si distingue per identitarismo clericale, ha accolto con freddezza l’iniziativa dei deputati della Lega. Tanto che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato: «Non è mai passato in mente a Palazzo Chigi di dare un premio a chi si sposa in chiesa, non è un tema che interessa ad uno Stato laico». Le reazioni hanno spinto lo stesso primo firmatario, Domenico Furgiuele, a mettere una pezza, assicurando che «durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no». Ma nel testo del disegno di legge si parla palesemente di sostenere i matrimoni religiosi, lamentandone il calo. Senza contare che vengono escluse le forme di famiglia “non tradizionale”, a partire dalle unioni civili. Anche l’Uaar aveva evidenziato le criticità della proposta, ricordando che iniziative simili come il “premio maritaggio” istituito dal Comune di Torre del Greco venne contestato in tribunale proprio dalla nostra associazione, che ottenne una vittoria al Tar campano.
Il governatore leghista del Veneto Luca Zaia, intervistato dal Corriere della Sera, si esprime a favore dei diritti civili, per l’accettazione delle persone omosessuali e per l’autodeterminazione sul fine vita. Il problema è che nel suo partito, guidato da Matteo Salvini, sono preponderanti invece posizioni integraliste e clericali.
Pioggia di critiche dai politici anche per lo scivolone del capogruppo FdI al Senato, il valdese Lucio Malan, che durante la trasmissione “Un giorno da pecora” su Radio1 ha ricordato di essere contrario ai matrimoni gay, ricordando che nella Bibbia «c’è scritto di peggio ed in modo anche più esplicito», ad esempio che «l’omosessualità è abominio, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento». Da Azione, Mara Carfagna ha reagito: «Grazie Malan per aver spiegato perfettamente perché sono in Azione e non più con voi. Nel 2022 chi definisce l’omosessualità un abominio è fuori dal tempo e dalla storia». Anche Carlo Calenda, leader di Azione, ha definito certe parole «indegne e sintomo di profonda ignoranza. Se le nostre regole derivassero dal Vecchio Testamento non saremmo molto diversi dai talebani». Ha aggiunto però un improbabile accostamento: «Per fortuna abbiamo avuto il Vangelo e lo Stato laico». «In qualunque paese occidentale il segretario del partito avrebbe già rimosso Malan dal ruolo di capogruppo», ha aggiunto Calenda. Il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto ha detto che «l’unico abominio è un uomo che ha responsabilità nel governo di una grande democrazia europea che dice le cose che oggi ha detto Lucio Malan». La capogruppo M5S al Senato Barbara Floridia si è chiesta: «come fa Malan a non rendersi conto che accostare l’omosessualità alla parola “abominio” è davvero sconcertante?». Persino il leghista Federico Freni ha detto che sentendo certe parole gli «sono venute le bolle»: «a chi in modo del tutto improprio cita le Scrittura, rispondo pacificamente con le stesse scritture citando Giovanni: “Dio è amore, chi ama conosce Dio e questo basta”. Credo sia la risposta migliore alle scempiaggini che ha detto».
Infine qualche buona novella laica dall’estero.
Il Senato Usa riconosce la tutela federale per il matrimonio egualitario, seppure con un compromesso in nome della “libertà” religiosa. La Camera aveva già approvato a luglio una legge per garantire il riconoscimento delle nozze gay. In Senato la misura è stata modificata, per arrivare al compromesso coi repubblicani che sollevavano obiezioni confessionaliste: i singoli stati non sono tenuti ad approvare le nozze gay, ma devono comunque garantire i diritti delle coppie lgbt che si trasferiscono dove non sono in vigore, perché tutelate a livello federale. Ora la norma tornerà alla Camera per l’approvazione definitiva. La recente sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti contro l’aborto ha spinto a velocizzare l’iter, dato che alcuni giudici conservatori ventilavano l’ipotesi di applicare lo stesso criterio che ha smantellato la tutela sull’interruzione di gravidanza anche ad altri diritti civili, come le nozze gay.
In Polonia la Corte suprema ha riconosciuto la registrazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero. Un passo importante in un paese noto purtroppo per iniziative contro le persone omosessuali, come l’istituzione di zone “libere” da lgbt.
Lo scollamento tra la società iraniana desiderosa di cambiamenti e libertà e il rigido regime islamista degli ayatollah è sempre più palese. Lo dimostrano le massicce proteste che ormai vanno avanti da settimane dopo la morte di Mahsa Amini, pestata dalla polizia per aver indossato “male” il velo islamico. Proprio l’imposizione del velo, uno dei cardini dell’ideologia del governo, è vista con sempre maggiore insofferenza. Secondo un sondaggio di GAMAAN il 71% degli iraniani e il 74% delle iraniane sono contrari all’obbligo dell’hijab. Tra coloro che hanno risposto in tal modo, l’84% vuole vivere in uno stato laico.
La redazione
La proposta di un bonus per i soli matrimoni religiosi è così sballata che perfino i vescovi hanno preso le distanze, il che è tutto dire.
Quanto al commento di Calenda vorrei ricordare che tutte le confessioni cristiane affermano la continuità tra antico testamento, mai sconfessato, e nuovo testamento, anche se il primo, viste le ancora più palesi incompatibilità con la cultura e la civiltà moderna e i frequenti espliciti inviti alla violenza, viene più spesso interpretato dalla chiesa in chiave allegorica, altrimenti altro che belle chiacchiere sulla pace e l’amore universali. Questo espediente tuttavia non impedisce che talora salti fuori il Malan di turno a riproporre l’interpretazione letterale anche delle parti più indifendibili dell’antico testamento.
Per quale recondito motivo un politico deve essere tanto idi*†a da proporre un provvedimento
che va a esclusivo vantaggio dei preti? Perfino Salvini l’ha capito e ha smesso di sbavare sul vangelo e esibire croci, crocine e crocette.
Non sarà forse che l’input sia arrivato proprio dalla Città del Male? E che DOPO le reazioni
negative sia dell’opinione pubblica che del mondo della politica, si siano dissociati?
Malan è valdese, quindi come protestante può leggere ed interpretare la bibbia senza intermediari. Visto che dal testo puoi tirare fuori di tutto, come dalle previsioni di Nostradamus, questo ha il vantaggio che se la società civile si evolve anche le interpretazioni si evolvono. Purtroppo Malan evidentemente non appartiene alla società civile evoluta ed è singolare che faccia parte dei valdesi notoriamente più aperti e tolleranti della chiesa cattolica.
Riguardo al bonus per i soli matrimoni religiosi i vescovi hanno preso le distanze dopo le critiche degli altri. Sono specialisti nel far fare il lavoro sporco agli altri.
“Visto che dal testo puoi tirare fuori di tutto, come dalle previsioni di Nostradamus, questo ha il vantaggio che se la società civile si evolve anche le interpretazioni si evolvono……”
Ringraziamo che,almeno finora,nessun filoputiniano “baciapile”(credete che non ne esistano ?)abbia trovato nella Bibbia “pezze di appoggio” per l’operato del suo mecenate.
Massacri e genocidi vi si sprecano,ad opera del “popolo eletto”.
Un comportamento,beninteso,che all’epoca era abituale anche per altri,come Egizi,Hittiti,Assiri ecc.
La Convenzione di Ginevra ( per quel che vale)era ancora lontana.
Per questo il valore della Bibbia come guida morale e’ alquanto “discutibile”,non meno del suo valore (rispettato per secoli)in campo di scienze naturali : ricordate la Terra al centro dell’Universo ?
Per inciso,in campo Ortodosso Putin ha trovato un fedele baciapile addirittura nel Patriarca Kirill !
Potenza della fede !
Tanto per completezza : adesso che anche il “politically correct” rende conveniente un atteggiamento quantomeno “conciliante” con il problema dell’omosessualita,anche l’interpretazione della Bibbia su questo argomento
sta subendo “evoluzioni”,perlomeno in diversi ambienti.
(Anche la Chiesa si rende conto della massa di fedeli potenziali che potrebbe guadagnare,l’unico ostacolo sicuramente e’ il timore di irritare la massa dei tradizionalisti.)
La “purificazione” col fuoco di Sodoma e Gomorra,ad esempio, finira con l’essere interpretata simbolicamente come un ammonimento a curare l’igiene anziche a evitare certe pratiche sessuali.
Il merito principale che io riconosco ad un collega valdese, professore di Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Palermo, è quello di essere stato il principale artefice della eliminazione dell’Antropologia darwiniana nella Facoltà di Lettere e Filosofia (col beneplacito di altri baciapile).
Lo so bene perché ho tenuto quell’insegnamento dall’introduzione (a.a. 2001/02) alla soppressione, dieci anni dopo.
“…Se le nostre regole derivassero dal Vecchio Testamento non saremmo molto diversi dai talebani…”
Ma le regole che derivano dal Vangelo (secondo Calenda) come ci distinguono dai talebani?
1. Il dio dei vangeli e’ lo stesso di quello del vecchio testamento ma con 2 appendici in piu’ – il figlio e lo spirito santo.
2. Oltre all’aspetto spirituale nella figura di GC, c’e’ anche quello terreno: il rabbino-asceto-terrorista.
3. Alcuni insegnamenti che sembrano innocui e pacifici sono invece un incitamento alla violenza. Il famoso Porgi l’altra guancia, per esempio, se applicato a situazioni di violenza domestica, sulle donne e sui minori, assume connotazioni sado-maso.
4. La repressione sessuale e’ comune a tutte le religioni, in particolare ai monoteismi Mediorientali. Ci dimentichiamo che se in certi Paesi islamici si rischia la lapidazione, nei Paesi che seguono il vangelo, almeno fino a 100-200 anni fa, le persone, donne in particolare, venivano sepolte vive in conventi e abbazie, per “proteggerle” dalle tentazioni della carne.
Insomma, se non siamo (proprio) a livello dei talebani, lo dobbiamo al progresso scientifico e sociale, alle costituzioni e alla laicita’ vera, certo non al vangelo.