La scienza può minacciare il credo religioso?

In che misura la scienza empirica è una minaccia per il credo religioso? Esistono “altre forme di conoscenza”? Queste ed altre domande si pone il filosofo Stephen Law in un articolo dalla rivista Freethinker tradotto in italiano e pubblicato sul numero 6/2022 della rivista Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.


Cos’è la scienza? Con questa parola mi riferisco all’attività in cui siamo impegnati quando applichiamo il “metodo scientifico”: un equipaggiamento di tecniche che abbiamo sviluppato negli ultimi cento anni per cercare di capire come funziona l’universo. La pietra angolare della scienza è l’osservazione empirica: le teorie sono sviluppate e testate in base all’acquisizione di dati, alla conduzione di esperimenti, all’osservazione attraverso telescopi e microscopi, e così via.

La religione è tipicamente focalizzata sulla risposta a domande come: il motivo per cui l’universo esiste; che cosa rende le cose moralmente giuste o sbagliate; come dovremmo vivere; quale potrebbe essere il significato ultimo e lo scopo della nostra esistenza. Tipicamente, sottolinea anche l’importanza di ciò che potremmo chiamare “altri modi di conoscere”. In particolare, le religioni suggeriscono spesso che le sacre scritture, l’esperienza e la rivelazione religiose sono in grado di fornire risposte a tali domande.

Si pensa spesso che scienza e religione siano in conflitto. Certamente, alcuni scienziati sono sprezzanti nei confronti delle affermazioni religiose, insistendo sul fatto che sono tutte false. Ad esempio, in The God Delusion (L’illusione di Dio, nella versione italiana – NdT), Richard Dawkins sostiene che la “scienza” mostra che probabilmente Dio non esiste.

D’altra parte, molte persone religiose, tra cui molti scienziati, sostengono che coloro che cercano di usare la scienza per minare le affermazioni religiose sono colpevoli di un malinteso. Insistono che critici come Dawkins non riescono ad apprezzare il fatto che, sebbene la scienza empirica basata sull’osservazione sia certamente un potente strumento per indagare l’universo fisico, non è nella posizione di giudicare su questioni che trascendono l’universo fisico, incluso il divino.

Il pensiero che scienza e religione riguardino domini completamente diversi, e che non sia corretto che l’una possa invadere il territorio dell’altra, è stato espresso dallo scienziato Stephen J. Gould, il quale sostiene che scienza e religione sono «magisteri non sovrapponibili». Gould scrive che la scienza «cerca di documentare il carattere fattuale del mondo naturale e di sviluppare teorie che coordinino e spieghino questi fatti.

La religione, d’altra parte, opera nel regno altrettanto importante, ma completamente diverso, degli scopi, dei significati e dei valori umani, soggetti che il dominio fattuale della scienza potrebbe illuminare, ma non potrà mai risolvere». (Gould 2002: 4 – vedi bibliografia)

Secondo Gould, se le anime esistano o meno è una questione che sta al di là della capacità della scienza di stabilirlo: «Ma so anche che le anime rappresentano un soggetto al di fuori del magistero della scienza. Il mio mondo non può provare o smentire una tale nozione, e il concetto di anime non può minacciare o influenzare il mio dominio». (Gould 2012: 575)

Tali “grandi domande”, riteneva Gould, sono l’attività propria della religione. Tuttavia, la religione non è nella posizione ideale per affrontare domande, ad esempio, sul modo in cui si è formata la Terra ed è apparsa la vita. Questa questione è la scienza a doverla risolvere. Quando la religione comincia a invadere il dominio della scienza, e viceversa, ne derivano problemi. Scienziati e teologi devono rimanere ciascuno nel proprio campo.

I difensori della religione spesso aggiungono che supporre che la scienza sia potenzialmente una minaccia per il credo religioso significa essere colpevoli di “scientismo”, di supporre cioè che la scienza empirica sia in grado di rispondere a ogni domanda significativa. Insistono sul fatto che scienziati come Richard Dawkins dovrebbero mostrare un po’ di umiltà e riconoscere che ci sono «più cose in cielo e in Terra di quante se ne sognano nella tua filosofia» e anche che ci sono altre “forme di conoscenza”.

Allora qual è la risposta? In che misura la scienza empirica è una minaccia per il credo religioso? Ci sono “altre forme di conoscenza”?

La mia opinione è che la scienza empirica può rappresentare una minaccia molto significativa per il credo religioso. Ma prima di spiegare perché, consentitemi di riconoscere che sì, lo scientismo è quasi certamente falso.

Sono un filosofo, non uno scienziato, quindi ci si può aspettare che io voglia ritagliarmi un territorio intellettuale appositamente per filosofi: domande che richiedono una riflessione filosofica per rispondere, piuttosto che un’applicazione del metodo scientifico.

Mi sembra che molti, forse tutti, gli enigmi filosofici siano in fondo enigmi puramente concettuali. Per risolvere un enigma puramente concettuale, l’indagine empirica non è necessaria. Tutto ciò che serve è una riflessione sui concetti coinvolti – e questa è un’attività da tavolino. Non abbiamo bisogno di impegnarci nell’osservazione del mondo.

Ecco un semplice esempio di enigma concettuale (se non filosofico). A una festa di famiglia, tra i partecipanti intercorrono tutti i seguenti rapporti familiari: figlio, figlia, madre, padre, zia, zio, nipote, nipotina, cugini. L’enigma è: ci potrebbero essere solo quattro persone alla festa? A prima vista, può sembrare che ci debbano essere molte più persone, se si vogliono mantenere tutte queste relazioni tra di loro. Tuttavia, una riflessione puramente concettuale rivela che, in realtà, basta che siano presenti solo quattro persone (ad esempio un fratello con il figlio e la sorella con la figlia). Si noti che questo enigma viene risolto non impegnandosi nella scienza empirica, ma con la riflessione a tavolino. Quindi ci sono enigmi cui la scienza empirica non può rispondere ma altri metodi sì.

Naturalmente questo enigma sui membri della famiglia non è un enigma filosofico. Tuttavia, a mio parere, la maggior parte degli enigmi filosofici sono di natura similmente concettuale e saranno risolti, se sono risolvibili, con metodi concettuali, non con la scienza empirica. Prendiamo ad esempio il problema “mente-corpo”. A molti di noi, filosofi e no, sembra che esista una sorta di ostacolo al credere che la mente sia qualcosa di fisico: un ostacolo rivelato dalla riflessione concettuale.

Per ‘dolore’, si potrebbe supporre, intendo questo (ora concentro la mia attenzione sulla mia esperienza di dolore soggettivo interiore), e posso riconoscere, semplicemente riflettendo su ciò che intendo per ‘dolore’, che esso potrebbe non rivelarsi come qualcosa di fisico. Ma forse quest’ostacolo è illusorio.

Forse, proprio come sembrava che esistesse un ostacolo concettuale al fatto che ci fossero solo quattro persone presenti alla festa, così potrebbe sembrare che ci sia un ostacolo concettuale al fatto che la mente sia qualcosa di fisico. Forse, impegnandoci in una riflessione concettuale, possiamo mostrare che anche quest’ostacolo è illusorio.

In tal caso, l’enigma filosofico di come la mente possa essere “fisica” avrà una soluzione non scientifica ma concettuale, anche se sapere esattamente come l’attività fisica nel cervello dia origine alla coscienza rimarrà una domanda cui è la scienza a dover fornire risposta.

Altri controesempi allo scientismo includono le questioni morali. Come ha sottolineato David Hume, le questioni morali riguardano ciò che dovremmo o non dovremmo fare, mentre l’osservazione diretta del mondo rivela solo ciò che è o non è, e sembra che non possiamo mai giustificare una conclusione in merito al “dovere” facendo appello solo a ciò che è (questo è il famoso “divario essere/dover-essere”). Ma allora la scienza empirica da sola non può rispondere alle questioni morali.

Un altro controesempio allo scientismo è fornito dalla domanda: «Perché esiste qualcosa?». Questa domanda sembra sensata. Tuttavia, poiché la spiegazione scientifica implica necessariamente di invocare qualche causa o legge che gli scienziati hanno scoperto e che spiega perché le cose stanno così, sembra che ci debba sempre essere qualche causa o legge che resta inspiegata.

Ad esempio, alcuni scienziati hanno tentato di spiegare il Big Bang attraverso il tunneling quantistico, che può spiegare la comparsa di particelle subatomiche dal vuoto (vedi Carroll 1988), ma questa spiegazione presuppone solo l’esistenza del tunneling quantistico e le leggi che lo governano. In questo caso, la scienza non ha ancora spiegato perché c’è qualcosa piuttosto che niente. Infatti, come potrebbe? Qualsiasi cosa la scienza proponga per spiegare perché c’è qualcosa piuttosto che il nulla è inevitabilmente solo un altro “qualcosa”.

In breve, lo scientismo, inteso come l’affermazione che la scienza empirica può rispondere a ogni domanda sensata, è falso. Questo significa che Dio e le affermazioni religiose sono off-limits per la scienza? Affatto. Sebbene alcune cose possano effettivamente essere off-limits per la scienza empirica, non ne consegue che dio o le affermazioni religiose lo siano.

L’assunto che più spesso sembra guidare il pensiero che tali affermazioni siano off-limits è che riguardano il soprannaturale o l’inosservabile e che la scienza empirica è necessariamente limitata al regno naturale o osservabile. Questa ipotesi è falsa.

In primo luogo, la scienza può confermare o confutare in modo abbastanza definitivo le affermazioni sull’inosservabile. Il lontano passato di questo pianeta è necessariamente inosservabile. Le particelle subatomiche sono necessariamente inosservabili. Gli oggetti molto distanti sono necessariamente inosservabili. Ciò non significa che la scienza non possa stabilire in modo abbastanza definitivo la loro esistenza o non esistenza.

Questo perché, mentre ciò che è postulato può essere non osservabile, le ipotesi sulle entità non osservabili possono comunque avere conseguenze osservabili. Possiamo confermare sperimentalmente l’esistenza di elettroni o del bosone di Higgs, per esempio. E possiamo stabilire oltre ogni ragionevole dubbio fatti sul lontano passato di questo pianeta, come la precedente esistenza dei dinosauri.

Allo stesso modo, quindi, le affermazioni su Dio, e più in generale sul soprannaturale, possono essere confermate o confutate in modo abbastanza definitivo dalla scienza nella misura in cui tali affermazioni hanno conseguenze osservabili empiricamente. E molte di queste affermazioni le hanno.

Prendiamo l’affermazione religiosa che Dio risponde alla preghiera di domanda. Dio può non essere osservabile, ma i malati di cuore lo sono, e sono stati condotti parecchi studi accurati, in doppio cieco, da molti milioni di dollari, sugli effetti della preghiera di domanda sui malati di cuore. Questi studi hanno dimostrato, in modo abbastanza definitivo, che tale preghiera non funziona: non offre alcun beneficio per i malati di cuore.

Oppure prendi l’affermazione religiosa che l’universo fu creato da Dio meno di seimila anni fa. Tale affermazione religiosa è stata confutata scientificamente in modo definitivo. Possiamo non essere in grado di osservare la Terra com’era molte migliaia o addirittura milioni di anni fa, ma ciò che possiamo osservare stabilisce oltre ogni ragionevole dubbio che la Terra ha molto più di seimila anni.

Che dire dell’affermazione che Dio esiste? Sicuramente almeno quest’affermazione è off-limits per la scienza?

Ancora una volta no, se l’affermazione ha conseguenze osservabili empiricamente. Considera l’ipotesi che esista un dio onnipotente, onnisciente e sommamente malevolo. Quasi nessuno crede in un dio del genere, e per una buona ragione: una tale divinità avrebbe sicuramente creato un mondo molto più cattivo di questo.

Sì, c’è dolore, sofferenza e orrore morale nel mondo, ma c’è anche una grande quantità di bene – troppo bene perché questa sia plausibilmente la creazione di una divinità così malvagia. Se fosse la creazione di un dio malvagio, il mondo sembrerebbe molto più simile a un paesaggio infernale di quanto non sia in realtà.

Ma se possiamo ragionevolmente escludere una divinità così malvagia sulla base dell’osservazione, perché non possiamo ragionevolmente escludere, sulla stessa base, un dio buono? Sì, il mondo contiene molto bene. Ma contiene anche terribile dolore, sofferenza e orrore morale: troppo perché sia plausibile la sua creazione a opera di una divinità estremamente potente e benevola.

In breve, il soprannaturale e il divino non sono necessariamente off-limits per l’indagine empirica o per la scienza. In effetti, la chiesa cattolica è d’accordo: il suo Dicastero per le cause dei santi utilizza esperti medici per indagare sui supposti miracoli. Molti teisti ritengono anche che le scoperte scientifiche sulla regolazione fine dell’universo forniscano un supporto importante per credere in Dio.

È solo quando la scienza viene percepita come una minaccia per il credo religioso e altre credenze soprannaturali, che viene tirato un velo e ci viene detto che ciò che si nasconde dietro il velo è vietato alla scienza.

È possibile proteggere le affermazioni su Dio dalla falsificazione riducendo ciò che intendiamo per ‘Dio’. Un Dio onnipotente e infinitamente malvagio sembrerebbe qualcosa che possiamo facilmente falsificare guardando fuori dalla finestra per cinque minuti: troppo amore, risate, gelati e arcobaleni. Lo stesso vale per un Dio che sia onnipotente e infinitamente buono.

Ma se per ‘Dio’ intendiamo molto meno: un essere onnipotente, ma né buono né cattivo, per esempio. La distribuzione di bene e male nel mondo non è una minaccia per la credenza in un Dio del genere.

Tuttavia, rimangono molte altre potenziali minacce per la credenza in Dio. Ad esempio, se si suppone che Dio sia ancora una persona con convinzioni e desideri in base ai quali agisce, allora come può avere senso suggerire che un tale essere potrebbe esistere fuori dal tempo come creatore del nostro universo spazio-temporale?

Convinzioni e desideri sono stati psicologici e come tali hanno una durata, che richiede tempo. Una persona “non temporale” sembra avere tanto senso quanto una montagna “non spaziale”.

Tuttavia, come sottolinea il filosofo Antony Flew, puoi sempre difendere ulteriormente la credenza in Dio riducendolo ancora di più, in modo che la parola ‘Dio’ diventi un simbolo per… beh, nemmeno un “oggetto”, ma una specie di “roba cosmica”: qualcosa di ineffabile e oltre la comprensione umana.

Ora, è certamente difficile confutare l’affermazione che esista un’ineffabile roba cosmica. Tuttavia, coloro che restringono il proprio concetto di Dio per affrontare tali minacce al loro credo spesso lo fanno in modo incoerente. Quando un critico lo prende di mira, alcuni difensori insistono sul fatto che il critico ha mancato l’obiettivo – che ciò che è stato confutato non è ciò in cui crede effettivamente la persona religiosa.

Tuttavia, altre volte queste stesse persone religiose possono insistere sul fatto che il loro Dio non è poi così ineffabile e incomprensibile, dopo tutto. Potrebbero suggerire per esempio che, nonostante tutto, è possibile riconoscere che Dio merita la nostra lode e gratitudine. Adottano un metodo “adesso lo vedi, adesso no”, saltellando in modo elusivo avanti e indietro tra posizioni incoerenti per mantenere la propria credenza.

La risposta che «questo è al di là della capacità di decisione della scienza» è diventata un mantra in alcuni circoli religiosi, una formula verbale ripetuta all’infinito al punto da poter facilmente ipnotizzare e far addormentare chiunque sia stato momentaneamente spinto al dubbio da critici come Dawkins. Ma, come abbiamo visto, la verità è che molte affermazioni religiose e soprannaturali non sono off-limits per la scienza. Il credo religioso può riguardare l’aldilà, ma ciò non lo rende immune alla confutazione scientifica.

Stephen Law

Traduzione a cura di Leila Vismara

Per gentile concessione del Freethinker. Articolo originariamente pubblicato in inglese alla pagina go.uaar.it/rxpp8s9.

#scienza #religione #falsificabilità #magisteri

Approfondimenti

  • Carroll, William E. (1988), Big Bang Cosmology, Quantum Tunneling from Nothing, and Creation, Laval théologique et philosophique, vol. 44, n° 1, pp. 59-75.
  • Flew, Antony (1971), Theology and Falsification, in Mitchell, B. (ed.), The Philosophy of Religion, Oxford University Press.
  • Gould, Stephen J. (2002), Rocks of Ages, London: Vintage.
  • Gould, Stephen J. (2012), Nonoverlapping Magisteria, in Pojman, L. e Rae, M. (eds.), Philosophy of Religion: An Anthology, Wadsworth, pp. 568-577.

 


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25 commenti

Alx

«La Scienza (hard science soprattutto) può minacciare il credo religioso ?».
Personalmente sono convinto di si !
E adesso sotto con le inevitabili critiche.

laverdure

Non puo’ minacciarlo minimamente perche’ una dimostrazione “in negativo”,vale a dire dimostrare che la tal cosa non esiste,e’ possibile solo per soggetti dalle caratteristiche univocamente definite,e in un ambito delimitato di spazio e di tempo.
Posso dimostrare ad esempio che non c’e una bicicletta ( che e’ qualcosa che si vede e si tocca)nel mio garage ADESSO,ma non che non ce ne sia mai stata una,o che non ci sia il famoso “drago invisibile” di Carl Sagan.
Cosi come non posso dimostrare che non esistono Babbo Natale o la Befana.
Figuriamoci entita che ognuno definisce in modo tanto vago quanto differente.

laverdure

“«La Scienza (hard science soprattutto) può minacciare il credo religioso ?».
Personalmente sono convinto di si ! ”
Tutto quello che una educazione di tipo “scientifico” puo’ fare e’ indubbiamente influenzare la mentalita di un individuo,rendendolo meno sensibile al misticismo.
Ma occorre ricordare sempre che tale tendenza e’ un istinto fondamentale della mente umana,che varia ovviamente da individuo a individuo,ma non puo’ essere eliminato ma solo represso.
L’istinto che spinge un individuo in crisi esistenziale a inventarsi un “protettore”
soprannaturale cui chiedere aiuto,analogamente a come un bambino combatte la solitudine spesso inventandosi un amico immaginario.
Cosa che non avrebbe gravi conseguenze se inevitabilmente non emergessero individui pronti a sfruttarla proponendosi come “intermediari” verso tale protettore.
E nacquero cosi le “religioni organizzate”,partendo dai semplici sciamani e stregoni.

Diocleziano

…La scienza può minacciare il credo religioso?…

No. Perché il credo religioso se ne frega della scienza, il credo religioso non ha regole,
e se ne ha le può cambiare quando gli pare.

La differenza fondamentale tra religione e scienza è che il credente è convinto di andare
all’inferno se non crede, ma che non ci siano conseguenze a vivere nell’ignoranza.
Se fede e scienza non collimano… tanto peggio per la scienza! No?

laverdure

Uno dei lati piu’ criticabili di TUTTE le religioni,nessuna esclusa,e’ l’antropomorfismo
di cui danno prova,attribuendo alle rispettive divinita comportamenti non solo tipicamente umani,ma spesso tali da essere considerati nel caso di un umano non solo criticabili,ma addirittura demenziali.
La preghiera,un altro tratto comune a tutte le religioni,ne e’ l’esempio piu’ evidente,che stranamente mi sembra trascurato nelle critiche.
Una entita infinitamente potente,creatore nientemeno dell’universo,come pure infinitamente giusto e pietoso,che pretende di essere PREGATO per elargire i suoi favori ?Che comunque elargisce a sua “imperscrutabile” discrezione,vale a dire spesso negandoli ?
Se questo non e’ un esempio di antropomorfismo del piu’ deteriore,cosa diavolo e’?
D’altra parte pretendere che la mente umana possa comprendere gli schemi di una mente non solo non umana,(come potrebbero essere eventuali creature extraterrestri realmente esistenti)ma addirittura “Infinita”,non e’ una assurdita’ gia in partenza ?
Che guarda caso gli stessi esponenti religiosi non hanno difficolta ad ammettere,ma solo quando gli fa comodo,attribuendo alle “imperscrutabili vie del Signore”la loro incapacita di superare evidenti contraddizioni del loro credo.
Come se questa “imperscrutabilita” non minasse alla radice quella teologia che pretendono di proporre nientemeno che come una attivita di studio.
Per inciso negli infiniti panegirici rivolti allla figura di Ratzinger c’e proprio la qualifica di “Uno dei maggiori teologi” della nostra epoca.
Chissa quali scoperte ha potuto effettuare in quel campo,forse risolvere il secolare quesito del sesso degli angeli ?

Diocleziano

Mi piacerebbe chiedere a bruciapelo a politici e giornalisti esaltanti il teologismo di FesterXVI,
una definizione di ‘teologia’.

laverdure

Che domande !
E’ semplicissimo : e’ l’unica scienza il cui campo di studio e’ stato completamente inventato dai suoi membri,senza alcun collegamento con il mondo reale.
E per favore non paragoniamola alla matematica : 2 + 2 fa 4 non solo sulla carta,ma anche nella realta,mentre nella realta non esistono entita singole e contemporaneamente Trine.

laverdure

E tanto per dirne un’altra,in campo matematico una volta che una congettura
e’ stata dimostrata e diventa cosi un teorema,nessuno si sogna di contestarlo,
cosa che non si puo’ dire delle affermazioni teologiche,che in passato portarono addirittura a guerre sanguinose,come pure alla persecuzione degli “eretici”.

Diocleziano

Chissà perché la pagina di WP dedicata alle pseudo scienze
non contempla anche la teologia.

laverdure

Altra osservazione “lapalissiana” :
Gould giustamente afferma che scienza e religione si occupano di due campi distinti,
ciascuno dei quali e’ riservato a una sola di esse.
C’e solo il particolare che l’esistenza dell’universo fisico e’ unanimemente ammessa senza riserve,come pure le sue caratteristiche ,mentre non si puo’ certo dire la stessa cosa del (presunto)universo trascendente,del quale esistono infinite interpretazioni senza nessuna possibilita di verifica oggettiva.
Non per niente Nietzsche affermava : “Il misticismo pretende di essere profondo,ma non e’ nemmeno superficiale !”
E’ fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni.

Mixtec

“Gould giustamente afferma che scienza e religione si occupano di due campi distinti,
ciascuno dei quali e’ riservato a una sola di esse.”
Permettimi di dissentire: l’affermazione di Gould è falsa (o, meglio, “paracula”: Gould era ebreo e non voleva intaccare la religione degli Ebrei), in quanto non esiste una “sola” religione, e quelle che esistono non si limitano al solo campo dell’etica, ma esprimono opinioni e credenze sul mondo reale.
Ad esempio: i Cristiani credono nella Resurrezione dei morti. I Risuscitati mangeranno e berranno,
cioè trasformeranno energia da una forma ad un’altra, ma non moriranno più. E ciò non è compatibile col II° Principio della Termodinamica.
I morti resusciteranno: a partire da quale anno avanti Cristo?
Gesù aveva metà dei cromosomi provenienti da Maria? L’altra metà era divina? Se è così, dal punto di vista cromosomico era un semidio (come Eracle) e non un vero Dio.

laverdure

@Mixtec
“Gesù aveva metà dei cromosomi provenienti da Maria? L’altra metà era divina?……”
La tua superficialita mi delude : un Dio onnipotente,se puo’fecondare una donna mantenendola vergine, potra’ pure ,volendo,imporre il suo intero genoma nel feto,no ?
Per inciso : nel Vangelo sta scritto che Maria di Nazareth era sposata con un falegname di nome Giuseppe,correggetemi se sbaglio .
Non si usava “consumare” il matrimonio,all’epoca ?Entro poco tempo dalla cerimonia ?

Diocleziano

…Vallo a sapere! Forse, prima del falegname, era arrivato l’idraulico… 😛

Maurizio

Un momento, qui stiamo dubitando dell’onestà morale di Maria?

RobertoV

Sembra che Giuseppe volesse inizialmente ripudiarla dopo la “miracolosa” gravidanza. C’è da chiedersi come mai il matrimonio non fosse stato consumato visto che la religione ebraica prevede che marito e moglie facciano sesso almeno una volta alla settimana. Oppure non gli tornavano i conti sui tempi? E’ incredibile come da una balla per giustificare un tradimento sia nata una religione di successo, anche se andrebbe verificato se è stata lei a raccontarla o lui per nascondere i suoi fallimenti. Chissà se la fuga in Egitto più che per Erode sia stata causata dai famigliari che non credevano alla giustificazione e avrebbero voluto lapidarla come previsto dalla legge ebraica per le adultere.
Comunque anche nelle religioni pagane ci sono diversi casi di donne che hanno avuto rapporti e figli con divinità, forse la scusa era diffusa in un mondo di ignoranti e creduloni.

Mixtec

Ringrazio dell’attenzione.
Il concepimento e la nascita verginali di Gesù vennero teorizzati in un tempo in cui il modo in cui i mammiferi concepiscono e generano i figli era pensato (conosciuto? Sconosciuto?) in modo diverso da come lo pensiamo adesso.
Antichi Greci e Romani, Ebrei e Persiani, sapevano che le femmine dei Pesci, degli Anfibi, dei Rettili e degli Uccelli producevano “uova.” Non pensavano minimamente che anche le Mammifere producessero uova. I Mammiferi, pensavano, erano generati mediante il “seme” (“sperma” vuol dire seme, e adesso è un termine sbagliato, ma si continua ad usarlo) che il maschio introduceva (eiaculava) nell’utero della femmina, utero che, come un “terreno, “poteva essere “fertile” (e consentire una sorta di “germinazione”) o no. Per i teologi cristiani pertanto lo Spirito Santo aveva messo il “seme” e la Madonna il “terreno”. Che anche le Mammifere producessero uova è stato scoperto meno di due secoli fa, ma ii teologi cristiani, che io sappia, non hanno aggiornato secondo le nuove conoscenze scientifiche il racconto del concepimento di Gesù.
Secondo me hanno eluso, ed eludono, il problema, anche perché nessuno glielo pone apertamente (e non è che leggano questo blog). Gesù è nato da un ovulo di Maria? Allora è mezzo Dio e mezzo Uomo. Maria non ha contribuito col suo uovo? Allora non è la madre “biologica” di Gesù, perché ha solo fornito l’utero.
E fino a quando i teologi non risolveranno tale problema esso costituirà una confutazione scientifica di una religione, quella cristiana. Alle altre ci penseremo dopo.

iguanarosa

Teoricamente sì, ma in Italia il credo religioso può stare tranquillo.

RobertoV

La scienza mette indubbiamente in difficoltà le religioni, basta vedere le varie situazioni conflittuali che si sono create nei secoli che hanno costretto le religioni a trovare giustificazioni, adattamenti e riduzione dello spazio d’operazione, arrivando oggi a inventarsi la giustificazione che opererebbero su ambiti separati e, quindi, se si creano conflitti è colpa della “cattiva scienza” che opera in settori che non le competerebbero. Ma basterebbe guardare ai problemi con l’evoluzionismo ed il “disegno intelligente” per comprendere come diversi problemi restino aperti. Indubbiamente ci sono ricerche e scoperte che le religioni possono accettare senza particolari problemi (anche se in passato li hanno avuti come si è visto col caso Galileo), altre invece che creano problemi a loro perchè confliggono troppo con argomenti fondanti. Il problema è che con l’evoluzione della scienza e delle conoscenze la scienza inevitabilmente si trova ad operare anche in settori prima considerati di esclusiva competenza della religione, come per le neuroscienze.
Dissento dalle affermazioni del filosofo sul fatto che le analisi concettuali si possano raggiungere senza l’empirismo.
Inoltre, anche accettando l’idea che esistano ambiti che la scienza non sarebbe in grado di analizzare, resta il problema di come possano essere credibili le affermazioni a riguardo da parte della religione che presupporrebbero che le persone religiose siano in grado di ottenere delle risposte. Affermare non è dimostrare e non mi risulta che i testi sacri siano stati scritti direttamente da un dio. Trincerarsi dietro il volere di un dio che solo certe persone potrebbero decifrare mi sembra il classico comportamento dei ciarlatani. E’ palese che i testi sacri siano figli dei loro tempi e dei desideri e interessi umani.
Sulla validità della teologia è curioso constatare come le risposte dipendano dal sistema religioso che si adotta, cioè non hanno una validità universale come le scoperte scientifiche e i migliori teologi siano sempre quelli allineati all’ortodossia.

RobertoV

Di sicuro il papa emerito, come buona parte della chiesa, aveva grossi problemi con la scienza ed il metodo scientifico, che faticava a capire nonostante i suoi studi e che disprezzava, ritenendo, come altri papi, che la scienza debba essere sottomessa in maniera totale e incondizionata alla fede, in particolar modo dove ci sono conflitti.
Nel suo testamento come riportato oggi sul Manifesto “Ratzinger rimarca quella che è stata la sua missione fondamentale, ovvero la difesa della verità di fede, e contestualmente sottolinea la fallacia della scienza moderna, in particolare delle «scienze naturali» e della «ricerca storica».
«Spesso sembra che la scienza sia in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza».
«Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale, la generazione esistenzialista, la generazione marxista.”

Trovo curioso che il rappresentante di una chiesa antidemocratica e dispotica consideri negativa l’evoluzione della conoscenza ed il suo modificarsi nel tempo contrapposto alla graniticità dei dogmi: solo tramite un sistema repressivo di potere di cui lui ha ampiamente fatto parte per quasi 30 anni come capo dell’inquisizione vengono conservati nel tempo i “valori di fede” contro ogni critica. Non restano quindi tali perché validi e superiori, ma perché hanno costruito un sistema repressivo per tramandarli.
La conoscenza ha bisogno della critica per evolversi, ma per lui, come per la chiesa tradizionalista, la conoscenza crea problemi, rende tristi, meglio rimanere ignoranti. Così è più facile mantenere il potere per loro.
https://www.micromega.net/joseph-ratzinger-la-ragione-e-la-scienza/

Diocleziano

Resterà nella storia come uno diventato famoso per non aver fatto,
piuttosto che come uno che ha fatto qualcosa di positivo.
E la stampa tutta che si sdilinquisce nell’elogiarlo come ‘grande teologo’,
cioè tuttologo del nulla… Maestro di Patafisica.

Maurizio

“La generazione liberale, la generazione esistenzialista, la generazione marxista.” Se questi sono gli esempi di certezze scientifiche confutate dal teologo Ratzinger, mi pare ovvio che il suddetto non avesse nemmeno capito cos’è la scienza. Avesse letto meno Binbia e più Galileo a scuola…

ateo64

Infatti! E pensare che costui viene considerato una mente eccelsa in campo teologico.. Mi pare che questi se non si fossero imbucati nella religione avrebbero fatto ben poco nella vita reale.

RobertoV

Anch’io sono rimasto sconcertato da questi accostamenti nella critica alla scienza. Nella sua critica dimostra di non comprendere la scienza e di fare un’analisi ideologica utilizzando sempre il criterio del cherry picking, citando filosofi critici, addirittura nel caso Galileo oltre ad aver affermato che la chiesa era più nel giusto e dalla parte della ragione di Galileo, cita un filosofo che afferma che c’è una linea diretta di collegamento tra Galileo e la bomba atomica. Più ideologico e pretestuoso di così, ma nel solco della tradizione cattolica che era preoccupata che la conoscenza potesse far perdere a loro il potere sul popolo. Adottando la stessa “logica” potrei sostenere che c’è un collegamento diretto tra cristianesimo ed olocausto, ed in questo caso avrei più elementi a favore.
Ci si dimentica che il papa emerito per quasi 30 anni è stato a capo dell’ex inquisizione, cioè è stato il teologo di corte ed il braccio repressivo della chiesa cattolica: quindi era un personaggio intoccabile, non criticabile. E dopo si è fatto eleggere papa. Difficile essere grandi pensatori senza le critiche.

ateo64

Comunque io ho da sempre avuto la convinzione che la scienza possa minacciare il credo religioso. Almeno su un piano concettuale.
Ovvio che questo non comporterebbe automaticamente la fine delle religioni o dei credenti. In quanto è ormai assodato che il credente crede perchè ha deciso di farlo (Credo quia absurdum).
Dunque sul quel piano non c’è possibilità di vincere. Ma ad un livello di discorso “filosofico” è evidente che le religioni hanno visto continuamente erodere la loro sfera di influenza, nonchè le loro convinzioni, su certi aspetti del mondo reale.
Hanno dovuto rifugiarsi sempre più nell’angolino del mondo metafisico e in definitiva arrendersi all’evidenza di non avere più voce in capitolo sui massimi sistemi del mondo.
Ma anche rifugiandosi nel metafisico non è possibile evitare di fare delle affermazioni, perché è nella natura umane farle, e su queste ultime si possono fare delle verifiche.
L’esempio della preghiera fatto nell’articolo è molto pertinente in tal senso e di fatto rompe le uova nel paniere.
Se quindi non possiamo “misurare” direttamente il loro oggetto di culto possiamo però occuparci delle infinite ricadute che tale ingombrante oggetto, essendo stato definito e coniugato con ogni sorta di onni-qualcosa, dovrebbe avere di riflesso sulla nostrà realtà che invece è misurabile.
Ripeto non è una battaglia che si possa vincere.
La gente continua a “credere” agli oroscopi nonostante che tutte le basi su cui poggiava l’intero impianto di questa disciplina sia stato completamente scardinato, direi, atomo per atomo.
Ho messo credere tra virgolette perché è evidente che questa credenza è più un atteggiamento che un vero atto di fede su cui basare la propria vita.
Però rimane questa voglia di ostentare la propria fiducia in qualcosa che esce dagli “schemi” del razionale per darsi un tono.
Purtroppo le persone credono davvero di avere una marcia in più per il solo fatto di dare credito a cose assurde. Non importa se sono state dimostrate assurde, se sono complotti smascherati, se sono fake news conclamate….
Spesso sento dire da queste persone la frase: “Beato te che hai certezze granitiche (da quale pulpito…sich) , io ho dubbi e mi pongo tante domande!”, oppure “Io non escludo nulla… ho una mente aperta”.
Peccato però che porsi le domande non serve a niente se sono quelle sbagliate e se non si ha poi la volontà di fare ricerche serie per rispondersi. Rimangono solo una copertura per nascondere la propria ignoanza e pigrizia.

ateo64

Quando ho detto: Ripeto non è una battaglia che si possa vincere.
Volevo intendere: non è una battaglia che si possa vincere con i credenti intesi come individui. Mentre al contrario affermo che è possibile vincere a livello intellettuale/concettuale, ovvero come discorso generale.

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